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Sound Check
Rispetto alle altre edizioni, MAC 2005 ha come elemento innovativo l’introduzione del video e la fotografia, nonché la sperimentazione e l‘ibridazione tra le due ricerche, che si vanno ad aggiungere alla ormai consolidato tradizione pittorica
Comunicato stampa
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Questi gli artisti di Sound Check per MAC 2005, l’evento espositivo organizzato da l’ANPO (Associazione Nazionale Prevenzione Oncologica), con il patrocinio del Comune di Pavia, la Provincia di Pavia, Camera di Commercio dell’Università di Pavia, Istituto per il Diritto allo Studio Universitario, l’Università di Pavia e la Commissione Europea rappresentanza di Milano, per la raccolta fondi a favore dell’Associazione.
Sound Check è a cura di Marta Casati che ha scelto e invitato gli artisti a prendere parte all’iniziativa, donando l’opera in mostra. Rispetto alle altre edizioni, MAC 2005 ha come elemento innovativo l’introduzione del video e la fotografia, nonché la sperimentazione e l‘ibridazione tra le due ricerche, che si vanno ad aggiungere alla ormai consolidato tradizione pittorica.
Perché Sound Check?
Sound Check è la prova del suono, la messa a punto prima della messa in onda. Prima del concerto o dell’esibizione, i musicisti accordano gli strumenti, in glaciale fermento prima di salire sul palco. Strumentazione, acustica, microfoni: la situazione sembra essere calcolata, razionalmente idonea e all’altezza, in una sola parola, perfetta. Ma nessuna perfezione, neppure quella dell’attimo finale prima dello show, potrà mai eliminare o anche soltanto calcolare l’imprevisto.< /P>
Un qualsiasi contrattempo è sempre lì pronto, in agguato.
Così è nell’arte. Oggi non ci sono verità, tendenze, movimenti che delineano e trascinano gli altri, in una direzione o nell’altra. Gli artisti si interrogano, percorrono tracce in precedenza già delineate corredandole della propria ricerca, sconvolgendone o invertendone gli assiomi costitutivi. La pittura incontra l’inserzione fotografica, il video si unisce al disegno, la fotografia si intromette ovunque. Le certezze visive o concettuali alle quali si era soliti aggrapparsi sono rase a l suolo, rinnovate, proposte sotto nuove vesti e arrangiamenti stilistici.
Una sola certezza: non sono questi i tempi più adatti per etichettare, definire, catalogare.
Il concerto avrò luogo ma, forse e ancora di più, il suo Sound Check.
Dal testo in catalogo “Solo un telefono che squilla” di Marta Casati:
«Cambio scena.
Inutile girarci attorno.
Raggirare, non dire, preannunciare a metà o cos’altro vogliate pensare.
E’ una mostra fuori dai canoni canonici e canonicamente adibiti ai circuiti del baracacconante carozzone chiamato arte&dintorni. Perchè rinunciare di far scendere nell’arena le geniali bestioline con pennello, macchina fotografica e telecamera, seguiti a sua volta dalle euforiche cellule neuronali dalla continua e isterica fibrillazione? Non ci penso neanche. Accetto l’invito e invito a mia volta. Perchè a questo giro l’artista si traveste da semibenefattore, chi sa o finge di esserlo sul serio, chi si racconta e per farlo si distaccandosi da una sua creaturina solo per il generose atto di donare. Qualcosa di buono ne deriverà d i sicuro. Chi ha detto che l’arte - oltre che ad alimentare la sua fame di fama, proprio come una attricetta di nome Lilly che si dimena da un teatrino all’altro di periferia per raccapezzare qualche applauso a destra e a sinistra, magari anche solo per la soddisfazione di trovarsi in camerino un mazzo di fiori spelacchiati, comprati in qualche autogrill o da qualche ambulante da marciapiede - non si possa dare una mossa per fare qualcosa (più o meno) buono?
Il bicchiere resta sempre mezzo vuoto e mezzo pieno.
Ognuno avrà da dire la sua solo per il gusto di farlo. E perchè ci sia qualcuno lì pronto a contraddirlo. Energie che si consumano, ognuno certo che la Verità sia nei propri capienti tasconi – perchè chi ha tale arroganza pensa sempre che anche le tasche siano più grandi rispetto alle altrui.
Ma intanto il sound check ha inizio, tanto è solo una prova e tanto l’arte resta sempre arte».
Sound Check è a cura di Marta Casati che ha scelto e invitato gli artisti a prendere parte all’iniziativa, donando l’opera in mostra. Rispetto alle altre edizioni, MAC 2005 ha come elemento innovativo l’introduzione del video e la fotografia, nonché la sperimentazione e l‘ibridazione tra le due ricerche, che si vanno ad aggiungere alla ormai consolidato tradizione pittorica.
Perché Sound Check?
Sound Check è la prova del suono, la messa a punto prima della messa in onda. Prima del concerto o dell’esibizione, i musicisti accordano gli strumenti, in glaciale fermento prima di salire sul palco. Strumentazione, acustica, microfoni: la situazione sembra essere calcolata, razionalmente idonea e all’altezza, in una sola parola, perfetta. Ma nessuna perfezione, neppure quella dell’attimo finale prima dello show, potrà mai eliminare o anche soltanto calcolare l’imprevisto.< /P>
Un qualsiasi contrattempo è sempre lì pronto, in agguato.
Così è nell’arte. Oggi non ci sono verità, tendenze, movimenti che delineano e trascinano gli altri, in una direzione o nell’altra. Gli artisti si interrogano, percorrono tracce in precedenza già delineate corredandole della propria ricerca, sconvolgendone o invertendone gli assiomi costitutivi. La pittura incontra l’inserzione fotografica, il video si unisce al disegno, la fotografia si intromette ovunque. Le certezze visive o concettuali alle quali si era soliti aggrapparsi sono rase a l suolo, rinnovate, proposte sotto nuove vesti e arrangiamenti stilistici.
Una sola certezza: non sono questi i tempi più adatti per etichettare, definire, catalogare.
Il concerto avrò luogo ma, forse e ancora di più, il suo Sound Check.
Dal testo in catalogo “Solo un telefono che squilla” di Marta Casati:
«Cambio scena.
Inutile girarci attorno.
Raggirare, non dire, preannunciare a metà o cos’altro vogliate pensare.
E’ una mostra fuori dai canoni canonici e canonicamente adibiti ai circuiti del baracacconante carozzone chiamato arte&dintorni. Perchè rinunciare di far scendere nell’arena le geniali bestioline con pennello, macchina fotografica e telecamera, seguiti a sua volta dalle euforiche cellule neuronali dalla continua e isterica fibrillazione? Non ci penso neanche. Accetto l’invito e invito a mia volta. Perchè a questo giro l’artista si traveste da semibenefattore, chi sa o finge di esserlo sul serio, chi si racconta e per farlo si distaccandosi da una sua creaturina solo per il generose atto di donare. Qualcosa di buono ne deriverà d i sicuro. Chi ha detto che l’arte - oltre che ad alimentare la sua fame di fama, proprio come una attricetta di nome Lilly che si dimena da un teatrino all’altro di periferia per raccapezzare qualche applauso a destra e a sinistra, magari anche solo per la soddisfazione di trovarsi in camerino un mazzo di fiori spelacchiati, comprati in qualche autogrill o da qualche ambulante da marciapiede - non si possa dare una mossa per fare qualcosa (più o meno) buono?
Il bicchiere resta sempre mezzo vuoto e mezzo pieno.
Ognuno avrà da dire la sua solo per il gusto di farlo. E perchè ci sia qualcuno lì pronto a contraddirlo. Energie che si consumano, ognuno certo che la Verità sia nei propri capienti tasconi – perchè chi ha tale arroganza pensa sempre che anche le tasche siano più grandi rispetto alle altrui.
Ma intanto il sound check ha inizio, tanto è solo una prova e tanto l’arte resta sempre arte».
03
dicembre 2005
Sound Check
Dal 03 al 22 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
COLLEGIO FRATELLI CAIROLI
Pavia, Piazza Collegio Cairoli, 3, (Pavia)
Pavia, Piazza Collegio Cairoli, 3, (Pavia)
Vernissage
3 Dicembre 2005, ore 18
Sito web
www.anpo.it
Autore
Curatore