Nella estensione della ricerca, Frammenti di suoni, si articola tra i confini del suono e del colore. Questi si sfiorano, si avvicendano, si sovrappongono: si coagulano in punti formando un sistema sinestetico. Tra opposizioni di materie (vetro/carta), tra opposizioni di coloriture (giallo/blu), i frammenti sono disseminati nelle coloriture vibranti e ripetute. Negli scrigni raccolti al di dentro, impercettibili ma tangibili, i suoni trattengono i dialoghi sussurrati dei mutamenti. Come finestre i frammenti conversano con il filtro sottile che separa/accomuna il fuori nel dentro. In questo piccolo luogo il dialogo è ascoltabile sin nel là dove.

Renato Centonze nato a Cavallino (Le) nel 1947, porta avanti la sua ricerca visivo/sonora (dagli anni Ottanta) nella congiunzione dei linguaggi, esplorando le possibilità interattive dell’opera d’arte, intesa come luogo di comunione, non solo di comunicazione. Nella preparazione dei suoi lavori, entrano in gioco le ri-composizioni che spesso partendo da un segno minimo conducono ad una vibrazione/riflessione, tenendo nel fondo del dialogo una parola tanto ambigua quale natura.