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Dario Ghibaudo – Calpestabile
La mostra, inscritta nell’ambito concettuale della decima Sala del Museo di Storia Innaturale dedicata all’etnografia, racchiude un imperativo “hic et nunc”, anomalo nell’opera di Ghibaudo
Comunicato stampa
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La mostra, inscritta nell’ambito concettuale della decima Sala del Museo di Storia Innaturale dedicata all’etnografia, racchiude un imperativo “hic et nunc”, anomalo nell’opera di Ghibaudo:
qui devi fermare il tuo sguardo, ora sei chiamato ad agire. Non… più tardi, non… domani!
Il tempo a disposizione è agli sgoccioli ed è un tempo molle, vischioso, è quel tempo che non abbiamo mai.
Affinchè questa scossa diventi sferzata, l’artista mette letteralmente il mondo sotto i nostri piedi:
“una geografia prêt à porter che è tappeto siliconico di 5mila piccoli corpi crocifissi clonati manualmente, uno ad uno, partendo da un soave modellino del trash devozionale popolare” (D. Montalto). Contemporaneamente così umanamente corpo. Corpo e corpi come se ne vedono ovunque, ogni giorno. Più o meno vivi, più o meno morti. Bisogna guardarli tutti insieme per sentire che “La sterilizzazione del cuore ha strappato con freddezza mediale i cinque sensi in dotazione.” (F. Alfano Miglietti) e si possa finalmente “ritrovare la forza, la durezza che dà l’indignazione” (M. Cavatore)
È per questo che Dario Ghibaudo ci chiede di partecipare, di vestire asettiche soprascarpe e camminarci, su questo molle tappeto di corpi. Sarà poi ciascuno di noi a decidere per sé: se metaforicamente tenere le soprascarpe e, letteralmente, passarci sopra o metaforicamente togliersele e letteralmente, sentire anche con i piedi, le ferite mortali dell’umanità.
“Il tappeto si trasforma così in un quadro di basso posizionamento fisico e alto profilo morale. Un oggetto morbido dalla scorza interiore ben allenata, scultoreo nella sua natura documentativa. Un registratore plastico di eventi che affliggono il nostro Pianeta, lungo ogni giorno dei nostri anni assurdamente complicati”. (G. Marziani)
qui devi fermare il tuo sguardo, ora sei chiamato ad agire. Non… più tardi, non… domani!
Il tempo a disposizione è agli sgoccioli ed è un tempo molle, vischioso, è quel tempo che non abbiamo mai.
Affinchè questa scossa diventi sferzata, l’artista mette letteralmente il mondo sotto i nostri piedi:
“una geografia prêt à porter che è tappeto siliconico di 5mila piccoli corpi crocifissi clonati manualmente, uno ad uno, partendo da un soave modellino del trash devozionale popolare” (D. Montalto). Contemporaneamente così umanamente corpo. Corpo e corpi come se ne vedono ovunque, ogni giorno. Più o meno vivi, più o meno morti. Bisogna guardarli tutti insieme per sentire che “La sterilizzazione del cuore ha strappato con freddezza mediale i cinque sensi in dotazione.” (F. Alfano Miglietti) e si possa finalmente “ritrovare la forza, la durezza che dà l’indignazione” (M. Cavatore)
È per questo che Dario Ghibaudo ci chiede di partecipare, di vestire asettiche soprascarpe e camminarci, su questo molle tappeto di corpi. Sarà poi ciascuno di noi a decidere per sé: se metaforicamente tenere le soprascarpe e, letteralmente, passarci sopra o metaforicamente togliersele e letteralmente, sentire anche con i piedi, le ferite mortali dell’umanità.
“Il tappeto si trasforma così in un quadro di basso posizionamento fisico e alto profilo morale. Un oggetto morbido dalla scorza interiore ben allenata, scultoreo nella sua natura documentativa. Un registratore plastico di eventi che affliggono il nostro Pianeta, lungo ogni giorno dei nostri anni assurdamente complicati”. (G. Marziani)
12
novembre 2005
Dario Ghibaudo – Calpestabile
Dal 12 novembre al 09 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
PAOLO TONIN ARTE CONTEMPORANEA
Torino, Via San Tommaso, 6, (Torino)
Torino, Via San Tommaso, 6, (Torino)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 10,30-12,30 e 15,30-19,30; sabato per appuntamento
Vernissage
12 Novembre 2005, ore 18
Autore