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La città di Giotto ospita Dionisio
Testimonianze del secolo d’oro dell’arte russa
Comunicato stampa
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Giotto e Dionisio. Un parallelo ardito che nasce da due elementi. Uno contingente: il grande interesse suscitato in Russia dalla mostra su Giotto a Mosca e San Pietroburgo nel maggio 2004. L’altro di interpretazione artistica. Benché separati temporalmente da circa 200 anni, sia Giotto sia Dionisio traggono comune ispirazione dalla pittura bizantina ed entrambi furono i massimi rappresentanti delle grandi epoche di transizione. Giotto fu uno dei primi portatori della cultura artistica proto-rinascimentale, mentre Dionisio fu precursore di una nuova forma d’arte legata al territorio e scaturita dal rafforzamento delle tradizioni nazionali nell’arte dei paesi ortodossi, successivo alla caduta di Costantinopoli nel 1453.
Due altri elementi avvicinano i due maestri. Nella Cattedrale della Natività di Ferapontov, il cui abside è riprodotto a scala naturale per questa mostra, Dionisio dipinse un ciclo mariano che può ricordare i cicli della Cappella degli Scrovegni di Giotto. Mentre il pittore russo fu uno dei primi artisti che abbia avuto contatti con gli architetti italiani durante le fasi di decorazione degli edifici che eressero su invito del potere canonico.
Ma questa mostra è anche un’opportunità per presentare in Italia e al mondo una delle forme d’arte specificatamente legate al territorio russo. Si tratta infatti della prima esposizione in assoluto delle opere di Dionisio al di fuori della Russia.
All’inaugurazione della mostra interverrà il Ministro della Cultura della Federazione Russa e un inviato speciale del Patriarca di Mosca.
L’eccellenza della mostra è garantita dalla qualità e competenza dei curatori e dal Comitato scientifico, oltre che dagli Enti Patrocinatori Russi: il Ministero per la cultura e le comunicazioni di massa della Federazione Russa, il Museo centrale dell’arte russa antica – Andrej Rubljov di Mosca, il Museo storico culturale della città di Kirillov, la Biblioteca di letterature straniere M.I. Rudomino di Mosca.
Le opere esposte
Il Museo diocesano di Padova ospita cinque icone dipinte da Dionisio tra il 1490 e il 1502. Sono inoltre esposte 10 icone celebrative che risalgono al XIX secolo.
All’interno della Chiesa degli Eremitani è stata invece installata una riproduzione in scala 1:1 vero (dimensioni mt 12.51 x 7.12 x 10 h) dell’abside della Cattedrale della Natività che si trova all’interno del monastero di Ferapontov, in Beloozero, nel Nord della Russia. L’installazione include le riproduzioni pittoriche del ciclo di affreschi dipinto da Dionisio nel 1502. Il monastero fa parte dei siti tutelati dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
Dionisio e le pitture murali della Cattedrale della Natività
Nel monastero di Ferapontov (1502).
Dionisio (1440 – 1510?) è il primo pittore russo, la cui attività sia conosciuta in modo abbastanza completo: studiò presso il convento Simonov di Mosca e fu allievo del monaco Mitrofan, uno dei successori spirituali di Andrei Rublev.
Le prime nozioni sulle opere di Mitrofan e Dionisio risalgono al 1460-1470.
Dopo l’esecuzione delle pitture murali nel convento Pafnitievo-Borovskii il giovane pittore godette di grande popolarità, e venne invitato a lavorare nel Cremlino di Mosca.
Dal 1484-1485 Dionisio con i suoi allievi visse nel monastero Iosifo – Volokolamskii, fece amicizia con il fondatore del monastero Iosif e discusse con lui i problemi dell’iconografia e delle tecniche pittoriche. Su ordine di Iosif eseguì molte icone, nonché le pitture murali nel monastero.
Nel 1459 Dionisio partì per la lontana regione del Nord Beloozero, dove lavorò attivamente nei monasteri locali.
La gran parte di quello che dipinse in questo periodo si è fortunatamente salvato; di straordinaria importanza è che si siano conservati gli affreschi nella Cattedrale della Natività del convento Ferapontov, eseguiti in brevissimo tempo nel corso dell’estate del 1502.
La tematica delle scene dovuta all’intitolazione del tempio (Cattedrale della Natività) è legata al ciclo mariano, il personaggio centrale è la Madonna. Lo stile degli affreschi testimonia la misticità illimitata dell’ideazione, il suo mondo permane nell’incorporeo raffinato, il mondo terreno ed il mondo astrale confluiscono nell’immagine mistica della Madre di Dio.
Pittura russa del Quattrocento
L’arte russa entra nella fase della sua fioritura dopo la battaglia di Kulikovsk che ebbe luogo nel 1380.
Il Quattrocento è il periodo più eclatante nello sviluppo della pittura, che prevalentemente si manifestò a Mosca.
Questo secolo con precisione quasi matematica si apre con le opere di Feofan Grek ed Andrei Rublev e termina con l’attività di Dionisio.
Il pittore Feofan, proveniente da Costantinopoli, lavorò nei centri più grandi a cominciare dagli anni ‘70 del XIV secolo. Verso la fine del secolo si trasferì a Mosca e creò alcuni affreschi monumentali nel Cremino, la sua maestria, talento e prestigio furono di straordinaria risonanza. Le sue immagini sono potenti e coinvolgenti, Feofan è il portatore della tradizione, esprimendone il buon gusto per espressività e drammaticità.
Andrei Rublev, che fu probabilmente un allievo di Feofan, sembra essere la sua antitesi con i suoi personaggi cristallizzati nella preghiera che portano con se la luce della carità e dell’amore.
Il carattere classico delle immagini, la loro nobile bellezza testimoniano indirettamente la conoscenza dell’arte di Costantinopoli.
La sua più famosa icona - «Trinità del Vecchio Testamento», dell’inizio del XV secolo, diventò il simbolo dell’interpretazione russa del creato quale «unione dell’amore».
Il terzo maestro, Dionisio, sviluppò fino all’ennesimo grado le caratteristiche di Rublev, ma nelle sue opere c’è più astrattezza, più ritualità.
Le forme perdono materialità e l’azione è sottomessa a un rigido ritmo liturgico, il tutto assume un carattere solenne e reale.
Due altri elementi avvicinano i due maestri. Nella Cattedrale della Natività di Ferapontov, il cui abside è riprodotto a scala naturale per questa mostra, Dionisio dipinse un ciclo mariano che può ricordare i cicli della Cappella degli Scrovegni di Giotto. Mentre il pittore russo fu uno dei primi artisti che abbia avuto contatti con gli architetti italiani durante le fasi di decorazione degli edifici che eressero su invito del potere canonico.
Ma questa mostra è anche un’opportunità per presentare in Italia e al mondo una delle forme d’arte specificatamente legate al territorio russo. Si tratta infatti della prima esposizione in assoluto delle opere di Dionisio al di fuori della Russia.
All’inaugurazione della mostra interverrà il Ministro della Cultura della Federazione Russa e un inviato speciale del Patriarca di Mosca.
L’eccellenza della mostra è garantita dalla qualità e competenza dei curatori e dal Comitato scientifico, oltre che dagli Enti Patrocinatori Russi: il Ministero per la cultura e le comunicazioni di massa della Federazione Russa, il Museo centrale dell’arte russa antica – Andrej Rubljov di Mosca, il Museo storico culturale della città di Kirillov, la Biblioteca di letterature straniere M.I. Rudomino di Mosca.
Le opere esposte
Il Museo diocesano di Padova ospita cinque icone dipinte da Dionisio tra il 1490 e il 1502. Sono inoltre esposte 10 icone celebrative che risalgono al XIX secolo.
All’interno della Chiesa degli Eremitani è stata invece installata una riproduzione in scala 1:1 vero (dimensioni mt 12.51 x 7.12 x 10 h) dell’abside della Cattedrale della Natività che si trova all’interno del monastero di Ferapontov, in Beloozero, nel Nord della Russia. L’installazione include le riproduzioni pittoriche del ciclo di affreschi dipinto da Dionisio nel 1502. Il monastero fa parte dei siti tutelati dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
Dionisio e le pitture murali della Cattedrale della Natività
Nel monastero di Ferapontov (1502).
Dionisio (1440 – 1510?) è il primo pittore russo, la cui attività sia conosciuta in modo abbastanza completo: studiò presso il convento Simonov di Mosca e fu allievo del monaco Mitrofan, uno dei successori spirituali di Andrei Rublev.
Le prime nozioni sulle opere di Mitrofan e Dionisio risalgono al 1460-1470.
Dopo l’esecuzione delle pitture murali nel convento Pafnitievo-Borovskii il giovane pittore godette di grande popolarità, e venne invitato a lavorare nel Cremlino di Mosca.
Dal 1484-1485 Dionisio con i suoi allievi visse nel monastero Iosifo – Volokolamskii, fece amicizia con il fondatore del monastero Iosif e discusse con lui i problemi dell’iconografia e delle tecniche pittoriche. Su ordine di Iosif eseguì molte icone, nonché le pitture murali nel monastero.
Nel 1459 Dionisio partì per la lontana regione del Nord Beloozero, dove lavorò attivamente nei monasteri locali.
La gran parte di quello che dipinse in questo periodo si è fortunatamente salvato; di straordinaria importanza è che si siano conservati gli affreschi nella Cattedrale della Natività del convento Ferapontov, eseguiti in brevissimo tempo nel corso dell’estate del 1502.
La tematica delle scene dovuta all’intitolazione del tempio (Cattedrale della Natività) è legata al ciclo mariano, il personaggio centrale è la Madonna. Lo stile degli affreschi testimonia la misticità illimitata dell’ideazione, il suo mondo permane nell’incorporeo raffinato, il mondo terreno ed il mondo astrale confluiscono nell’immagine mistica della Madre di Dio.
Pittura russa del Quattrocento
L’arte russa entra nella fase della sua fioritura dopo la battaglia di Kulikovsk che ebbe luogo nel 1380.
Il Quattrocento è il periodo più eclatante nello sviluppo della pittura, che prevalentemente si manifestò a Mosca.
Questo secolo con precisione quasi matematica si apre con le opere di Feofan Grek ed Andrei Rublev e termina con l’attività di Dionisio.
Il pittore Feofan, proveniente da Costantinopoli, lavorò nei centri più grandi a cominciare dagli anni ‘70 del XIV secolo. Verso la fine del secolo si trasferì a Mosca e creò alcuni affreschi monumentali nel Cremino, la sua maestria, talento e prestigio furono di straordinaria risonanza. Le sue immagini sono potenti e coinvolgenti, Feofan è il portatore della tradizione, esprimendone il buon gusto per espressività e drammaticità.
Andrei Rublev, che fu probabilmente un allievo di Feofan, sembra essere la sua antitesi con i suoi personaggi cristallizzati nella preghiera che portano con se la luce della carità e dell’amore.
Il carattere classico delle immagini, la loro nobile bellezza testimoniano indirettamente la conoscenza dell’arte di Costantinopoli.
La sua più famosa icona - «Trinità del Vecchio Testamento», dell’inizio del XV secolo, diventò il simbolo dell’interpretazione russa del creato quale «unione dell’amore».
Il terzo maestro, Dionisio, sviluppò fino all’ennesimo grado le caratteristiche di Rublev, ma nelle sue opere c’è più astrattezza, più ritualità.
Le forme perdono materialità e l’azione è sottomessa a un rigido ritmo liturgico, il tutto assume un carattere solenne e reale.
21
ottobre 2005
La città di Giotto ospita Dionisio
Dal 21 ottobre 2005 all'otto gennaio 2006
arte antica
Location
MUSEO DIOCESANO DI PADOVA
Padova, Piazza Del Duomo, 12, (Padova)
Padova, Piazza Del Duomo, 12, (Padova)
Biglietti
intero € 4; ridotto € 3
Orario di apertura
da martedì a domenica 10-18
Vernissage
21 Ottobre 2005, ore 16
Ufficio stampa
ACTION