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La donna che legge
mostra di incisioni antiche e moderne
Comunicato stampa
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La donna che legge, ma non solo.
Al di là del gioco di parole, e del titolo dell’acquaforte di Rembrandt datata 1634 presente nella mostra di incisioni antiche e moderne che si inaugura il 26 ottobre da Valeria Bella, leggendone attentamente il catalogo si rintraccia, nella scelta dei fogli (83 in tutto), un filo conduttore comune e alcune rarità.
Ad esempio le stampe coeve di Adriaen Van Ostade (1610-1685) che ritraggono momenti di vita quotidiana nell’Olanda del 1600 da I paesani in cammino al superbo foglio de Il venditore di occhiali, e di cui si legge per l’appunto, nel resoconto di William Pelletier, il collezionista che le acquistò, quanto fu funambolesca la ricerca di questi esemplari.
Altro maestro nel catturare il quotidiano è Albrecht Dürer, presente con il bulino Il cuoco e la moglie (1496/97) e con la silografia San Gerolamo nella cella (1511), in cui il Santo è raffigurato in un interno carico di umanissimi dettagli.
Cosa di più terreno e umano se non il gioco? E soprattutto il Gioco del calcio, raffigurato nella curiosa stampa di Giacomo Franco, databile dopo il 1591, che rappresenta le due squadre veneziane dei Castellani e dei Nicolotti alle prese con la palla. Si scopre così che il celebre sport vanta ben più antichi natali di quanto potessimo immaginare.
Anche tra i “moderni” si rintraccia il lato umano, quello della memoria nella Casa a Peskowatik di Marc Chagall (1922), quello del lavoro e della vita “agra” nella Maremma di Giovanni Fattori, quello dell’amore nelle sue diverse forme ne Il seduttore di Edvard Munch (1913) e nel Doppio ritratto di Emil Nolde (1937), quello bohémien de I saltimbanchi di Pablo Ricasso (1905), sino a quello tremendo della fame e della povertà nelle litografie di Käthe Kollwitz.
E per risollevare l’animo dalle fatiche terrene, non manca il lato del sogno, astratto e coloratissimo, delle litografie di Alberto Burri e di Sonia Delaunay.
Al di là del gioco di parole, e del titolo dell’acquaforte di Rembrandt datata 1634 presente nella mostra di incisioni antiche e moderne che si inaugura il 26 ottobre da Valeria Bella, leggendone attentamente il catalogo si rintraccia, nella scelta dei fogli (83 in tutto), un filo conduttore comune e alcune rarità.
Ad esempio le stampe coeve di Adriaen Van Ostade (1610-1685) che ritraggono momenti di vita quotidiana nell’Olanda del 1600 da I paesani in cammino al superbo foglio de Il venditore di occhiali, e di cui si legge per l’appunto, nel resoconto di William Pelletier, il collezionista che le acquistò, quanto fu funambolesca la ricerca di questi esemplari.
Altro maestro nel catturare il quotidiano è Albrecht Dürer, presente con il bulino Il cuoco e la moglie (1496/97) e con la silografia San Gerolamo nella cella (1511), in cui il Santo è raffigurato in un interno carico di umanissimi dettagli.
Cosa di più terreno e umano se non il gioco? E soprattutto il Gioco del calcio, raffigurato nella curiosa stampa di Giacomo Franco, databile dopo il 1591, che rappresenta le due squadre veneziane dei Castellani e dei Nicolotti alle prese con la palla. Si scopre così che il celebre sport vanta ben più antichi natali di quanto potessimo immaginare.
Anche tra i “moderni” si rintraccia il lato umano, quello della memoria nella Casa a Peskowatik di Marc Chagall (1922), quello del lavoro e della vita “agra” nella Maremma di Giovanni Fattori, quello dell’amore nelle sue diverse forme ne Il seduttore di Edvard Munch (1913) e nel Doppio ritratto di Emil Nolde (1937), quello bohémien de I saltimbanchi di Pablo Ricasso (1905), sino a quello tremendo della fame e della povertà nelle litografie di Käthe Kollwitz.
E per risollevare l’animo dalle fatiche terrene, non manca il lato del sogno, astratto e coloratissimo, delle litografie di Alberto Burri e di Sonia Delaunay.
09
novembre 2005
La donna che legge
Dal 09 novembre al 09 dicembre 2005
disegno e grafica
Location
VALERIA BELLA STAMPE
Milano, Via San Damiano, 2, (Milano)
Milano, Via San Damiano, 2, (Milano)
Orario di apertura
lun. 15–19; mart._sab. 10–19
Autore