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Nuova figurazione britannica
E’ il secondo appuntamento di questa nuova stagione espositiva dedicato alla figurazione internazionale: prima la Spagna ed ora la Gran Bretagna, rappresentata da quattro giovani pittori, tre inglesi e uno scozzese, di grande talento
Comunicato stampa
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E' il secondo appuntamento di questa nuova stagione espositiva dedicato alla figurazione internazionale: prima la Spagna ed ora la Gran Bretagna, rappresentata da quattro giovani pittori, tre inglesi e uno scozzese, di grande talento.
Molte sono le affinità che legano questi artisti, non ultima la scelta di utilizzare il linguaggio figurativo nella convinzione che l'arte contemporanea non passi solo attraverso le tecniche più "eccentriche". Doig, Faulkner, Gatherer e Thompson hanno scelto infatti di utilizzare la pittura, la più antica delle tecniche, per rappresentare la più contemporanea delle realtà: frammenti di vita quotidiana che appartengono ad ognuno di noi, più che mai legati al presente. Il lavoro di questi artisti è indubbiamente lo specchio dell'epoca in cui viviamo e l'ineccepibile realismo con cui la rappresentano rivela atmosfere smaccatamente anglosassoni, salvo l'esotismo di alcune tele di Doig,
Maxwell Doig nasce a Huddersfield nel 1966. Formatosi alla Manchester School of Art prima e alla Slade School of Art poi, ha vinto il prestigioso premio Villiers David Prize nel 1997.
Ciò che più colpisce dell'opera di Doig è la prospettiva inusuale, o meglio, le strane angolazioni dalle quali viene osservato il soggetto riprodotto. Questi punti d'osservazione "obliqui" enfatizzano la quiete, l'immobilità dei soggetti rappresentati. Non vi è alcun movimento, le figure sembrano assorte in una silenziosa riflessione e profonda introspezione o, più semplicemente, colte in un momento di piacevole relax. Doig analizza la figura umana in rapporto con lo spazio e l'interazione di luce e ombra sembra dare risalto alla "trama" del dipinto. La tecnica di Doig consiste infatti nell'utilizzare velature di colore ad olio alternate ad impasti a base di sabbie per poi intervenire sulla materia con graffi e raschiature in modo tale da rendere la superficie del quadro simile al soggetto rappresentato, ossia al legno, sul quale sono spesso adagiate le sue figure.
Iain Faulkner Iain Faulkner nasce nel 1973 a Glasgow, dove si diploma alla School of Art nel '96.
Nonostante la giovane età, ha già ottenuto importanti successi di pubblico in particolare con le ultime quattro mostre a Londra e New York.
Faulkner ha scelto il linguaggio figurativo per rappresentare frammenti di quotidianità ove protagonista è la figura. Un evidente distacco emotivo lascia emergere il solo aspetto narrativo poichè Faulkner non aspira a comprendere la realtà ma a trafiggerla, ad appuntarla. I soggetti sono quindi figure colte in momenti qualsiasi della loro esistenza, inserite in interni, in prossimità delle vetrine dei negozi, in coda per il taxi, oppure colte in momenti di intimità, una coppia che brinda per una riccorenza o che con uno scambio di sguardi davanti ad una tazza di caffè si comunica un'imminente rottura. In ogni caso le figure non costituiscono mai il punto focale dell'opera quanto piuttosto risultano essere semplici protagonisti dell'azione presa in esame. Non si tratta quindi forzatamente di un'analisi della condizione umana, ma semplicemente della raffigurazione di un preciso istante, l'indagine di uno dei tanti fotogrammi che compongono la nostra quotidianità.
Stuart Luke Gatherer nasce nel 1971. Cresciuto in Scozia ma per metà olandese, Gatherer si diploma nel 1995 al College of Art di Edimburgo.
I suoi dipinti coinvolgono l'osservatore in modo inusuale e cioè sembrano permetterci di assistere, inosservati, ad una situazione ambigua. I personaggi sembrano intrappolati in situazioni dalle quali vogliono evadere, situazioni ambigue che abitualmente provocano una sensazione di disagio nell'osservatore. L'uso del colore, spesso violento e fortemente contrastato, contribuisce a conferire ulteriore drammaticità alla scena. Immerse sempre nell'oscurità di interni o di notturni, le figure emergono grazie all'uso della luce mirato ad evidenziarne la teatralità. I personaggi osservano la luce, girando le spalle all'ombra, all'oscurità, alll'ignoto. La narrazione non porta mai ad una conclusione, tutto viene lasciato in sospeso, al fine di creare una maggiore ambiguità.
Christopher Thompson nasce a Grimsby, England, nel 1969. Una formazione alla Norwich School of Art e alla Royal Academy Schools gli fornisce assoluta padronanza della tecnica attraverso la quale esprime e sviluppa temi di tutti i giorni, decisamente contemporanei. I suoi soggetti sono infatti figure del nostro tempo, spesso ritratti di amici e conoscenti dell'autore, sui quali sembra puntare un obiettivo che scruta e indaga nell'intimità della persona, ciò che fa di lui un ritrattista straordinario. Un suo recente ritratto all'attore inglese Peter Postlethwaite è stato acquisito dalla collezione della National Portrait Gallery di Londra. I suoi dipinti ci invitano ad immaginare i pensieri dei soggetti ritratti: li rappresenta avvolti dal silenzio, quasi assenti, contemplativi, riflessivi. La sua ricerca conduce infatti ad un'indagine introspettiva del soggetto, raffigurato abitualmente su fondi scuri e avvolto da un alone di mistero dagli accenti quasi "noir".
Molte sono le affinità che legano questi artisti, non ultima la scelta di utilizzare il linguaggio figurativo nella convinzione che l'arte contemporanea non passi solo attraverso le tecniche più "eccentriche". Doig, Faulkner, Gatherer e Thompson hanno scelto infatti di utilizzare la pittura, la più antica delle tecniche, per rappresentare la più contemporanea delle realtà: frammenti di vita quotidiana che appartengono ad ognuno di noi, più che mai legati al presente. Il lavoro di questi artisti è indubbiamente lo specchio dell'epoca in cui viviamo e l'ineccepibile realismo con cui la rappresentano rivela atmosfere smaccatamente anglosassoni, salvo l'esotismo di alcune tele di Doig,
Maxwell Doig nasce a Huddersfield nel 1966. Formatosi alla Manchester School of Art prima e alla Slade School of Art poi, ha vinto il prestigioso premio Villiers David Prize nel 1997.
Ciò che più colpisce dell'opera di Doig è la prospettiva inusuale, o meglio, le strane angolazioni dalle quali viene osservato il soggetto riprodotto. Questi punti d'osservazione "obliqui" enfatizzano la quiete, l'immobilità dei soggetti rappresentati. Non vi è alcun movimento, le figure sembrano assorte in una silenziosa riflessione e profonda introspezione o, più semplicemente, colte in un momento di piacevole relax. Doig analizza la figura umana in rapporto con lo spazio e l'interazione di luce e ombra sembra dare risalto alla "trama" del dipinto. La tecnica di Doig consiste infatti nell'utilizzare velature di colore ad olio alternate ad impasti a base di sabbie per poi intervenire sulla materia con graffi e raschiature in modo tale da rendere la superficie del quadro simile al soggetto rappresentato, ossia al legno, sul quale sono spesso adagiate le sue figure.
Iain Faulkner Iain Faulkner nasce nel 1973 a Glasgow, dove si diploma alla School of Art nel '96.
Nonostante la giovane età, ha già ottenuto importanti successi di pubblico in particolare con le ultime quattro mostre a Londra e New York.
Faulkner ha scelto il linguaggio figurativo per rappresentare frammenti di quotidianità ove protagonista è la figura. Un evidente distacco emotivo lascia emergere il solo aspetto narrativo poichè Faulkner non aspira a comprendere la realtà ma a trafiggerla, ad appuntarla. I soggetti sono quindi figure colte in momenti qualsiasi della loro esistenza, inserite in interni, in prossimità delle vetrine dei negozi, in coda per il taxi, oppure colte in momenti di intimità, una coppia che brinda per una riccorenza o che con uno scambio di sguardi davanti ad una tazza di caffè si comunica un'imminente rottura. In ogni caso le figure non costituiscono mai il punto focale dell'opera quanto piuttosto risultano essere semplici protagonisti dell'azione presa in esame. Non si tratta quindi forzatamente di un'analisi della condizione umana, ma semplicemente della raffigurazione di un preciso istante, l'indagine di uno dei tanti fotogrammi che compongono la nostra quotidianità.
Stuart Luke Gatherer nasce nel 1971. Cresciuto in Scozia ma per metà olandese, Gatherer si diploma nel 1995 al College of Art di Edimburgo.
I suoi dipinti coinvolgono l'osservatore in modo inusuale e cioè sembrano permetterci di assistere, inosservati, ad una situazione ambigua. I personaggi sembrano intrappolati in situazioni dalle quali vogliono evadere, situazioni ambigue che abitualmente provocano una sensazione di disagio nell'osservatore. L'uso del colore, spesso violento e fortemente contrastato, contribuisce a conferire ulteriore drammaticità alla scena. Immerse sempre nell'oscurità di interni o di notturni, le figure emergono grazie all'uso della luce mirato ad evidenziarne la teatralità. I personaggi osservano la luce, girando le spalle all'ombra, all'oscurità, alll'ignoto. La narrazione non porta mai ad una conclusione, tutto viene lasciato in sospeso, al fine di creare una maggiore ambiguità.
Christopher Thompson nasce a Grimsby, England, nel 1969. Una formazione alla Norwich School of Art e alla Royal Academy Schools gli fornisce assoluta padronanza della tecnica attraverso la quale esprime e sviluppa temi di tutti i giorni, decisamente contemporanei. I suoi soggetti sono infatti figure del nostro tempo, spesso ritratti di amici e conoscenti dell'autore, sui quali sembra puntare un obiettivo che scruta e indaga nell'intimità della persona, ciò che fa di lui un ritrattista straordinario. Un suo recente ritratto all'attore inglese Peter Postlethwaite è stato acquisito dalla collezione della National Portrait Gallery di Londra. I suoi dipinti ci invitano ad immaginare i pensieri dei soggetti ritratti: li rappresenta avvolti dal silenzio, quasi assenti, contemplativi, riflessivi. La sua ricerca conduce infatti ad un'indagine introspettiva del soggetto, raffigurato abitualmente su fondi scuri e avvolto da un alone di mistero dagli accenti quasi "noir".
17
dicembre 2005
Nuova figurazione britannica
Dal 17 dicembre 2005 al 19 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA FORNI
Bologna, Via Farini, 26, (Bologna)
Bologna, Via Farini, 26, (Bologna)
Orario di apertura
9,30-13 e 16-19,30. Chiuso lunedì mattina e festivi
Vernissage
17 Dicembre 2005, ore 18
Autore