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Body Art
Dei vari movimenti che scardinano i limiti angusti dell’oggetto artistico per realizzare una sorta di opera d’arte totale che parte dal corpo, luogo che più di ogni altro permette di effettuare un’indagine conoscitiva priva delle sovrastrutture della conoscenza, è la Body Art che ci interessa mostrare
Comunicato stampa
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“Abbiamo l’uomo che è solo tale, l’uomo che non è né faber, né ludens, né sapiens: l’uomo senza la Favola (senza la morale, l’apologo, l’allegoria), l’uomo col suo terrore della banalità ininterrotta, con le sue affezioni e disaffezioni maledette, coi suoi atti pii e osceni, coi suoi visceri rossi e impuri, col suo gusto della decadenza e dell’espiazione”.
Lea Vergine
Negli anni Sessanta e Settanta il panorama degli artisti che utilizzano il corpo come strumento di indagine, come materiale o luogo da contrapporre all’ambiente, è molteplice.
Tendenza comune è la volontà di muoversi senza seguire gli schemi tradizionali dell’arte, quasi sempre manifestando intenti di rottura nei confronti del sistema: le gallerie, il collezionismo, la mercificazione dell’arte.
Il fatto che si verifichi negli stessi anni un medesimo movimento di interesse nei confronti del corpo, della sua espressività e della sua espressione, è sintomo di un dialogo tra aree geografiche diverse e di medesime urgenze poetiche ed estetiche in ambienti differenti.
Dei vari movimenti che scardinano i limiti angusti dell’oggetto artistico per realizzare una sorta di opera d’arte totale che parte dal corpo, luogo che più di ogni altro permette di effettuare un’indagine conoscitiva priva delle sovrastrutture della conoscenza, è la Body Art che ci interessa mostrare.
Dalla Performance e dall’ Happening trae la libertà espressiva per poter giungere ad una riflessione anche in termini psicoanalitici sul significato profondo dell’ Io e del suo rapporto con la realtà esterna.
Azioni e manipolazioni del corpo spogliato dalle vesti dell’educazione e del buon senso coinvolgono pubblico e artista e culminano soprattutto nell’azionismo viennese ( Nitsch, Brus, Muehl, Schwarzkogler), in un eccesso sado-masochistico che è la sublimazione della potenzialità espressiva dell’uomo privo degli orpelli della ragione. Poi diminuiscono nel corso della performance fino a raggiungere una catarsi dove gli istinti sono messi a tacere.
“…ogni gesto trascina con sé un enorme bagaglio di esperienza e una serie di profonde meditazioni sull’esistenza stessa. Invece di reagire, di negare, si accetta e si sublima visualmente ogni momento dell’azione, spesso aiutati da luci colorate. Ne nasce quasi una liturgia estetica che si snoda continuamente fino alla fine”. Hermann Nitsch
Lea Vergine
Negli anni Sessanta e Settanta il panorama degli artisti che utilizzano il corpo come strumento di indagine, come materiale o luogo da contrapporre all’ambiente, è molteplice.
Tendenza comune è la volontà di muoversi senza seguire gli schemi tradizionali dell’arte, quasi sempre manifestando intenti di rottura nei confronti del sistema: le gallerie, il collezionismo, la mercificazione dell’arte.
Il fatto che si verifichi negli stessi anni un medesimo movimento di interesse nei confronti del corpo, della sua espressività e della sua espressione, è sintomo di un dialogo tra aree geografiche diverse e di medesime urgenze poetiche ed estetiche in ambienti differenti.
Dei vari movimenti che scardinano i limiti angusti dell’oggetto artistico per realizzare una sorta di opera d’arte totale che parte dal corpo, luogo che più di ogni altro permette di effettuare un’indagine conoscitiva priva delle sovrastrutture della conoscenza, è la Body Art che ci interessa mostrare.
Dalla Performance e dall’ Happening trae la libertà espressiva per poter giungere ad una riflessione anche in termini psicoanalitici sul significato profondo dell’ Io e del suo rapporto con la realtà esterna.
Azioni e manipolazioni del corpo spogliato dalle vesti dell’educazione e del buon senso coinvolgono pubblico e artista e culminano soprattutto nell’azionismo viennese ( Nitsch, Brus, Muehl, Schwarzkogler), in un eccesso sado-masochistico che è la sublimazione della potenzialità espressiva dell’uomo privo degli orpelli della ragione. Poi diminuiscono nel corso della performance fino a raggiungere una catarsi dove gli istinti sono messi a tacere.
“…ogni gesto trascina con sé un enorme bagaglio di esperienza e una serie di profonde meditazioni sull’esistenza stessa. Invece di reagire, di negare, si accetta e si sublima visualmente ogni momento dell’azione, spesso aiutati da luci colorate. Ne nasce quasi una liturgia estetica che si snoda continuamente fino alla fine”. Hermann Nitsch
29
ottobre 2005
Body Art
Dal 29 ottobre al 03 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA L’ELEFANTE
Treviso, Via Roggia, 52, (Treviso)
Treviso, Via Roggia, 52, (Treviso)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15.30-19.30 o su appuntamento
Vernissage
29 Ottobre 2005, ore 18
Autore