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Urbanconnexions
la città diviene soggetto privilegiato delle ricerche artistiche degli artisti invitati
Comunicato stampa
Segnala l'evento
URBANCONNEXIONS
Gli uomini si radunano nelle città allo scopo di vivere: essi rimangono
radunati per vivere la buona vita. (Aristotele)
Più della metà della popolazione mondiale vive in città o in agglomerati
urbani; la promessa di lavoro, alloggio, incontro o opportunità di ogni
tipo, sia economiche che sociali, ha spostato dai centri rurali moltitudini
di esseri e continua ad attirarne altri pur senza onorare quelle aspettative
nè adempiere alle promesse fatte e, per tale motivo, la vita di intere
generazioni è cambiata radicalmente. Gli orizzonti sociali, culturali ma
anche strettamente visivi dei nostri avi erano completamente diversi da
quelli che osserviamo ora. Oggi i nostri occhi, le nostre menti, il nostro
animo deve fare i conti con una realtà tanto piena di contraddizioni e
problematiche quanto brulicante di esseri umani. In tale situazione ogni
singola esistenza è schiaccciata dalle altre, senza poter trarre alcun aiuto
e alcun conforto dal contatto con tutte queste altre vite. Se una volta la
solitudine era un lusso riservato a pochi, artisti o letterati che fossero,
oggi per l'uomo del futuro è diventata una malattia sociale. L'essere umano
si ritrova così vicino fisicamente agli altri ma ne è così distaccato da
ritrovarsi sempre più isolato e quasi annientato.
Questa complessa realtà relativa ai nostri spazi urbani e al comportamento
in essi è da tempo fonte di grande ispirazione e riflessione per artisti ed
intelletuali. Anche l'arte visiva
ha dovuto fare i conti con questo cambiamento epocale nell'esistenza di
ciascuno di noi, tanto da inserire, permanentemente nella creazione di nuove
opere, temi ed immagini propri delle realtà cittadine. Lo stesso paesaggio
si è trasformato in "paesaggio urbano" ed è cosi presente ed incombente che
ora si eseguono "ritratti" di città. Si dipingono ingorghi, grattacieli,
megalopoli, semafori, automobili, tutte cose che hanno sì relazione con gli
uomini, ma molti di questi soggetti li contengono, li chiudono, li occultano
alla vista fagocitandoli e quando l'artista decide di dipingere l'essere
umano esso appare corroso, sfatto, sul punto di svanire e comunque
offuscato da nebbie industriali o incrostazioni chimiche, cariato da smog e
veleni, annichilito da solitudine ed insicurezza.
Il futuro dovrà fare i conti con questi malesseri profondi, mascherati dal
caos multicolore del mondo e dalla velocità frenetica di ogni avvenimento.
Esistenze vissute in secondo piano, all'ombra di luci violente e
frastornate da rumori assordanti, dovranno cercare un antidoto
all'isolamento e alla solitudine.
Gli artisti hanno sempre una visione "differente"delle cose, una "visione
altra" come dicono gli studiosi, tale capacità li spinge ad anticipare mode
e tendenze, li rende capaci di vedere pericoli e tranelli dove gli altri non
notano che divertimento, a scoprire bellezze dove nessuno guarda più.
Così la città diviene soggetto privilegiato delle ricerche artistiche di
Alba AMORUSO, di Stefano FIORESI, Massimo FRANCHI, Ettore FRANI, Giuseppe
LINARDI e di Marco TAMBURRO; ognuno con la sua visione, con la sua personale
lente di ingrandimento ma insieme per verificare e confrontare le proprie
poetiche, la qualità del tratto e le conclusioni raggiunte. Ogni autore
disseziona la vita, incide la superfice dell'esistenza per andare a fondo
nella ricerca della verità, in maniera impietosa, cinica e a volte
distaccata, per poi ritrovare nel proprio lavoro, in altre occasioni, quella
pietà e quell'affetto che lo portano ad accarezzare, con i colori,
particolari apparentemente senza valori né qualità. Ciascuno indulge su riflessi
metallici, su acque fangose, su grumi di asfalto e vernice, si ritrova
attratto da nebbie malate, luci fioche, epidermidi emaciate e livide, da
ombre scure e orizzonti di tempesta. Niente di rassicurante ma profondamente
e melanconicamente bello e suadente ai suoi occhi. Questa esperienza di
analisi del mondo e successiva paternità dell'opera lo porta a comprendere
molti dei perchè del vivere, lo aiuta a sopportare ingiustizie e soprusi, ad
arricchirsi di valori nuovi e di tale merce ne fa poi scambio con gli altri
viaggiatori di questo tempo. Viaggiatori sensibili, si intende, attenti e
compassionevoli. Tutto ciò fa sì che si realizzino con gli altri artisti
legami e collegamenti, rapporti e connessioni, scambi di vedute e
condivisioni di idee. Attraverso patti e attinenze, impegni e relazioni la
solitudine di questo mondo è vinta. La solidarietà cura ogni malessere, ogni
insicurezza.
La creazione di opere d'arte diviene sinonimo di creazione di energie forti
e sinergie positive tra gli autori.
Ognuno è più forte, in queste città, ora meno isolate, legate da menti e non
più solo da strade e fili elettrici, ognuno è ora nodo di scambio di cultura
e buone intenzioni, dispensatore di esperienza e consapevolezza, giunto di
connessione fra poli catalizzatori di conoscenza e integrità.
Gli uomini si radunano nelle città allo scopo di vivere: essi rimangono
radunati per vivere la buona vita. (Aristotele)
Più della metà della popolazione mondiale vive in città o in agglomerati
urbani; la promessa di lavoro, alloggio, incontro o opportunità di ogni
tipo, sia economiche che sociali, ha spostato dai centri rurali moltitudini
di esseri e continua ad attirarne altri pur senza onorare quelle aspettative
nè adempiere alle promesse fatte e, per tale motivo, la vita di intere
generazioni è cambiata radicalmente. Gli orizzonti sociali, culturali ma
anche strettamente visivi dei nostri avi erano completamente diversi da
quelli che osserviamo ora. Oggi i nostri occhi, le nostre menti, il nostro
animo deve fare i conti con una realtà tanto piena di contraddizioni e
problematiche quanto brulicante di esseri umani. In tale situazione ogni
singola esistenza è schiaccciata dalle altre, senza poter trarre alcun aiuto
e alcun conforto dal contatto con tutte queste altre vite. Se una volta la
solitudine era un lusso riservato a pochi, artisti o letterati che fossero,
oggi per l'uomo del futuro è diventata una malattia sociale. L'essere umano
si ritrova così vicino fisicamente agli altri ma ne è così distaccato da
ritrovarsi sempre più isolato e quasi annientato.
Questa complessa realtà relativa ai nostri spazi urbani e al comportamento
in essi è da tempo fonte di grande ispirazione e riflessione per artisti ed
intelletuali. Anche l'arte visiva
ha dovuto fare i conti con questo cambiamento epocale nell'esistenza di
ciascuno di noi, tanto da inserire, permanentemente nella creazione di nuove
opere, temi ed immagini propri delle realtà cittadine. Lo stesso paesaggio
si è trasformato in "paesaggio urbano" ed è cosi presente ed incombente che
ora si eseguono "ritratti" di città. Si dipingono ingorghi, grattacieli,
megalopoli, semafori, automobili, tutte cose che hanno sì relazione con gli
uomini, ma molti di questi soggetti li contengono, li chiudono, li occultano
alla vista fagocitandoli e quando l'artista decide di dipingere l'essere
umano esso appare corroso, sfatto, sul punto di svanire e comunque
offuscato da nebbie industriali o incrostazioni chimiche, cariato da smog e
veleni, annichilito da solitudine ed insicurezza.
Il futuro dovrà fare i conti con questi malesseri profondi, mascherati dal
caos multicolore del mondo e dalla velocità frenetica di ogni avvenimento.
Esistenze vissute in secondo piano, all'ombra di luci violente e
frastornate da rumori assordanti, dovranno cercare un antidoto
all'isolamento e alla solitudine.
Gli artisti hanno sempre una visione "differente"delle cose, una "visione
altra" come dicono gli studiosi, tale capacità li spinge ad anticipare mode
e tendenze, li rende capaci di vedere pericoli e tranelli dove gli altri non
notano che divertimento, a scoprire bellezze dove nessuno guarda più.
Così la città diviene soggetto privilegiato delle ricerche artistiche di
Alba AMORUSO, di Stefano FIORESI, Massimo FRANCHI, Ettore FRANI, Giuseppe
LINARDI e di Marco TAMBURRO; ognuno con la sua visione, con la sua personale
lente di ingrandimento ma insieme per verificare e confrontare le proprie
poetiche, la qualità del tratto e le conclusioni raggiunte. Ogni autore
disseziona la vita, incide la superfice dell'esistenza per andare a fondo
nella ricerca della verità, in maniera impietosa, cinica e a volte
distaccata, per poi ritrovare nel proprio lavoro, in altre occasioni, quella
pietà e quell'affetto che lo portano ad accarezzare, con i colori,
particolari apparentemente senza valori né qualità. Ciascuno indulge su riflessi
metallici, su acque fangose, su grumi di asfalto e vernice, si ritrova
attratto da nebbie malate, luci fioche, epidermidi emaciate e livide, da
ombre scure e orizzonti di tempesta. Niente di rassicurante ma profondamente
e melanconicamente bello e suadente ai suoi occhi. Questa esperienza di
analisi del mondo e successiva paternità dell'opera lo porta a comprendere
molti dei perchè del vivere, lo aiuta a sopportare ingiustizie e soprusi, ad
arricchirsi di valori nuovi e di tale merce ne fa poi scambio con gli altri
viaggiatori di questo tempo. Viaggiatori sensibili, si intende, attenti e
compassionevoli. Tutto ciò fa sì che si realizzino con gli altri artisti
legami e collegamenti, rapporti e connessioni, scambi di vedute e
condivisioni di idee. Attraverso patti e attinenze, impegni e relazioni la
solitudine di questo mondo è vinta. La solidarietà cura ogni malessere, ogni
insicurezza.
La creazione di opere d'arte diviene sinonimo di creazione di energie forti
e sinergie positive tra gli autori.
Ognuno è più forte, in queste città, ora meno isolate, legate da menti e non
più solo da strade e fili elettrici, ognuno è ora nodo di scambio di cultura
e buone intenzioni, dispensatore di esperienza e consapevolezza, giunto di
connessione fra poli catalizzatori di conoscenza e integrità.
24
settembre 2005
Urbanconnexions
Dal 24 settembre al 07 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
C.S.O. AURO
Catania, Via Santa Maria Del Rosario, 28, (Catania)
Catania, Via Santa Maria Del Rosario, 28, (Catania)
Orario di apertura
tutti i giorni 16-20
Vernissage
24 Settembre 2005, ore 18
Autore
Curatore