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Salvatore Zacchino – Global Grain
Personale dell’artista campano
Comunicato stampa
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Inizi ricerca artistica di Salvatore Zacchino
A margine degli schizzi preparatori per “Metamorphosi” Zacchino annota:
...con tagli e graffi, scopro un segno che sembra racchiudere una magia antica, forse il segreto della misteriosa opera rupestre della coscienza preistorica...
Un’aria impregnata dalla cultura dei luoghi, dei miti che attraversano i boschi, dai rituali ancestrali, dalle leggende che si intrecciano... Segni profondamente legati alla terra, ai suoi ancestrali nessi, che indagano nelle stratificazioni antropologiche, non con la torcia dell’archeologo, bensì, con l’emozione istintuale. M. Bignardi. L’avventura nell’immaginario di S. Zacchino (Gazzetta delle Arti, XXII - nov./dic. 1990, n. 7/8 Venezia-Mestre).
Questo tipo di ricerca magico-informale caratterizzerà le prime mostre personali e collettive 1990-92 (Metamorphosi: Galleria Gris, Avellino; EuroExpo Art, Verona; Premio Arte Mondadori).
Negli anni a venire, la sua ricerca porterà alla luce segni sempre più decisi e silhouttes antropomorfe, realizzate in rilievo, in uno dei rari casi veramente riusciti di pittura contemporanea installativa (Racconti in campo di grano 1994: Composita, arti a confronto; Casa della cultura V. Hugo, Avellino a cura di L. Mauriello).
Con la collettiva Sotto identiche cose (Ciaramella, Mustone, Zacchino) - Opificio Arte Contemporanea Benevento 1995 - a cura di M. Parente, la ricerca artistica sarà caratterizzata da icone antropomorfe appartenenti alla cultura mediterranea e africana che abiteranno paesaggi delle nostre periferie urbane, violentati dai rifiuti di consumo e dove le formiche appaiono come protagoniste della scena.
Gli stessi paesaggi-discariche acquisteranno una nuova dignità ed una struggente poesia nella personale Passaggio sulla Domitiana, (Opificio Arte Contemporanea, Benevento 1996).
Successivamente ci sarà l’esigenza di cercare nella natura, un disperato rapporto di valori ormai non più punti di riferimento per l’uomo attuale, rileggendo nelle sue molteplici forme e nella sua sempre straordinaria energia, quei codici che inducono a pensare alla pace. È ciò che emerge nel titolo Concerto di Pan per non udenti (Operazione controguerra, collettiva, Museo Internazionale di Mail-Art L’Aquila 2002 a cura di Leo Strozzieri). In questa opera la natura è attuale ma appare non vissuta dall’uomo d’oggi, le silhouttes in rilievo sono l’unica testimonianza del rapporto vissuto uomo-natura.
La ricerca attuale
Dice Zacchino: «Oggi è impossibile essere fuori dal teatro del villaggio globale. Sulla scena c’è la comunicazione globale in tempo reale, operazioni economiche in tempo reale in rete, possiamo sapere della vita e della morte di ogni angolo del pianeta in tempo reale, cerco di confrontarmi creativamente con questo fenomeno sociale rivoluzionario, che sta portando alla frantumazione dell’identità, al confronto con tutti e con tutti, costanti opportunità ed insidie imprevedibili. Global Grain 2005, il grano globale, simbolo di benessere, di fertilità, di nutrimento; causa di lotta, di guerra alla mercè di tutti, spesso dei più forti, ma anche delle formiche.
Salvatore Zacchino è diplomato al Liceo Artistico di Benevento ed in pittura all’Accademia di belle Arti di Napoli. Vive e lavora a Campolattaro (BN).
A margine degli schizzi preparatori per “Metamorphosi” Zacchino annota:
...con tagli e graffi, scopro un segno che sembra racchiudere una magia antica, forse il segreto della misteriosa opera rupestre della coscienza preistorica...
Un’aria impregnata dalla cultura dei luoghi, dei miti che attraversano i boschi, dai rituali ancestrali, dalle leggende che si intrecciano... Segni profondamente legati alla terra, ai suoi ancestrali nessi, che indagano nelle stratificazioni antropologiche, non con la torcia dell’archeologo, bensì, con l’emozione istintuale. M. Bignardi. L’avventura nell’immaginario di S. Zacchino (Gazzetta delle Arti, XXII - nov./dic. 1990, n. 7/8 Venezia-Mestre).
Questo tipo di ricerca magico-informale caratterizzerà le prime mostre personali e collettive 1990-92 (Metamorphosi: Galleria Gris, Avellino; EuroExpo Art, Verona; Premio Arte Mondadori).
Negli anni a venire, la sua ricerca porterà alla luce segni sempre più decisi e silhouttes antropomorfe, realizzate in rilievo, in uno dei rari casi veramente riusciti di pittura contemporanea installativa (Racconti in campo di grano 1994: Composita, arti a confronto; Casa della cultura V. Hugo, Avellino a cura di L. Mauriello).
Con la collettiva Sotto identiche cose (Ciaramella, Mustone, Zacchino) - Opificio Arte Contemporanea Benevento 1995 - a cura di M. Parente, la ricerca artistica sarà caratterizzata da icone antropomorfe appartenenti alla cultura mediterranea e africana che abiteranno paesaggi delle nostre periferie urbane, violentati dai rifiuti di consumo e dove le formiche appaiono come protagoniste della scena.
Gli stessi paesaggi-discariche acquisteranno una nuova dignità ed una struggente poesia nella personale Passaggio sulla Domitiana, (Opificio Arte Contemporanea, Benevento 1996).
Successivamente ci sarà l’esigenza di cercare nella natura, un disperato rapporto di valori ormai non più punti di riferimento per l’uomo attuale, rileggendo nelle sue molteplici forme e nella sua sempre straordinaria energia, quei codici che inducono a pensare alla pace. È ciò che emerge nel titolo Concerto di Pan per non udenti (Operazione controguerra, collettiva, Museo Internazionale di Mail-Art L’Aquila 2002 a cura di Leo Strozzieri). In questa opera la natura è attuale ma appare non vissuta dall’uomo d’oggi, le silhouttes in rilievo sono l’unica testimonianza del rapporto vissuto uomo-natura.
La ricerca attuale
Dice Zacchino: «Oggi è impossibile essere fuori dal teatro del villaggio globale. Sulla scena c’è la comunicazione globale in tempo reale, operazioni economiche in tempo reale in rete, possiamo sapere della vita e della morte di ogni angolo del pianeta in tempo reale, cerco di confrontarmi creativamente con questo fenomeno sociale rivoluzionario, che sta portando alla frantumazione dell’identità, al confronto con tutti e con tutti, costanti opportunità ed insidie imprevedibili. Global Grain 2005, il grano globale, simbolo di benessere, di fertilità, di nutrimento; causa di lotta, di guerra alla mercè di tutti, spesso dei più forti, ma anche delle formiche.
Salvatore Zacchino è diplomato al Liceo Artistico di Benevento ed in pittura all’Accademia di belle Arti di Napoli. Vive e lavora a Campolattaro (BN).
24
settembre 2005
Salvatore Zacchino – Global Grain
Dal 24 settembre al 30 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA NUVOLE ARTE CONTEMPORANEA
Montesarchio, Via IV Novembre, (Benevento)
Montesarchio, Via IV Novembre, (Benevento)
Orario di apertura
tutti i giorni 9-13 e 17-20. La domenica su appuntamento
Vernissage
24 Settembre 2005, ore 19
Autore
Curatore