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Ketty La Rocca – Opere 1964-1976
Ketty la Rocca è stata una delle più importanti protagoniste dell’arte italiana degli anni ’70, un momento cruciale e di grande fermento della scena creativa internazionale
Comunicato stampa
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Ketty la Rocca è stata una delle più importanti protagoniste dell’arte italiana degli anni ’70, un momento cruciale e di grande fermento della scena creativa internazionale. La sua breve vita (muore nel Febbraio 1976, a soli 38 anni) è tutta segnata dalla tensione di quel periodo. Vicina alle esperienze della poesia visiva, della body art e della musica contemporanea aderisce a questi movimenti in maniera molto personale.
Dalle lettere dell’alfabeto ai gesti delle mani, dalle radiografie del proprio cranio agli automatismi della scrittura e della comunicazione, Ketty La Rocca costituisce un proprio linguaggio.
Nelle prime “poesie visive” analizza con ironia tagliente lo stereotipo femminile offerto dai media e dalla pubblicità, concentrandosi sulla parola e sull’ambiguità del linguaggio e dei segni. E proprio dal segno decontestualizzato nasceranno le lettere giganti e le punteggiature, eleganti monogrammi in pvc nero che escono dalla pagina scritta per estendersi nello spazio e attribuiscono all’immagine un valore privilegiato rispetto al testo.
Parallelamente segue il lavoro di “decostruzione” dell’immagine fotografica, attingendo a quel monumento alla riproduzione fotografica che é l’archivio Alinari, o utilizzando cartelloni cinematografici di cult-movies hollywoodiani ridotti a opere di calligrafia.
L’attenzione che La Rocca aveva per la comunicazione di tipo gestuale, affidata al movimento delle mani, é alla base di molti lavori e del video “Appendice per una supplica”, emblematici esempi delle numerose declinazioni del suo universo creativo.
Da segnalare il suo interesse per forme di comunicazione di massa, allora nella fase embrionale e di più ampio respiro rispetto ai circuiti ristretti dell’avanguardia: fu consulente di due trasmissioni televisive “Nuovi Alfabeti” e “Le Mani” , destinati alla comunicazione per i sordomuti.
Una sorta di schizofrenia tra linguaggio gestuale e testo viene poi ulteriormente messa in evidenza dalla performance del 1975, “Le mie parole e tu”, dove a un testo sintatticamente perfetto, ma privo di qualsiasi significato, letto dall’artista, si contrappone l’allocuzione intima, vocativa, accusatoria “tu”, “you”, pronunciata dagli studenti, spettatori.
Il lavoro di Ketty La Rocca è presente in collezioni di musei e istituzioni sia italiane sia straniere. Le recenti acquisizioni da parte del MOCA di Los Angeles e della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, insieme alle retrospettive organizzate dalla Galerie im Taxispalais di Innsbruck e dall’Accademia Americana di Roma, confermano il ruolo fondamentale di quest’artista nel panorama dell’arte contemporanea.
Tra le altre esposizioni dedicate all’artista: Centre d’Art Contemporain di Ginevra (1992); Kunstlerhaus Stuttgart (1995); Kunsthalle Wien (1995); College Marcel Duchamp, Chateauroux (1996); Fondazione Cassa di Risparmio, La Spezia (1999); Palazzo delle Esposizioni, Roma (2001); Museo di arte contemporanea e del novecento, Monsummano Terme (2001); Istituto Italiano di Cultura, Los Angeles (2002).
Nel Dicembre 2006, l’opera di Ketty La Rocca sarà presente nella collettiva dedicata al femminismo, “Wack Art and the Feminists”, ospitata dal MOCA di Los Angeles e curata da Connie Butler.
Dalle lettere dell’alfabeto ai gesti delle mani, dalle radiografie del proprio cranio agli automatismi della scrittura e della comunicazione, Ketty La Rocca costituisce un proprio linguaggio.
Nelle prime “poesie visive” analizza con ironia tagliente lo stereotipo femminile offerto dai media e dalla pubblicità, concentrandosi sulla parola e sull’ambiguità del linguaggio e dei segni. E proprio dal segno decontestualizzato nasceranno le lettere giganti e le punteggiature, eleganti monogrammi in pvc nero che escono dalla pagina scritta per estendersi nello spazio e attribuiscono all’immagine un valore privilegiato rispetto al testo.
Parallelamente segue il lavoro di “decostruzione” dell’immagine fotografica, attingendo a quel monumento alla riproduzione fotografica che é l’archivio Alinari, o utilizzando cartelloni cinematografici di cult-movies hollywoodiani ridotti a opere di calligrafia.
L’attenzione che La Rocca aveva per la comunicazione di tipo gestuale, affidata al movimento delle mani, é alla base di molti lavori e del video “Appendice per una supplica”, emblematici esempi delle numerose declinazioni del suo universo creativo.
Da segnalare il suo interesse per forme di comunicazione di massa, allora nella fase embrionale e di più ampio respiro rispetto ai circuiti ristretti dell’avanguardia: fu consulente di due trasmissioni televisive “Nuovi Alfabeti” e “Le Mani” , destinati alla comunicazione per i sordomuti.
Una sorta di schizofrenia tra linguaggio gestuale e testo viene poi ulteriormente messa in evidenza dalla performance del 1975, “Le mie parole e tu”, dove a un testo sintatticamente perfetto, ma privo di qualsiasi significato, letto dall’artista, si contrappone l’allocuzione intima, vocativa, accusatoria “tu”, “you”, pronunciata dagli studenti, spettatori.
Il lavoro di Ketty La Rocca è presente in collezioni di musei e istituzioni sia italiane sia straniere. Le recenti acquisizioni da parte del MOCA di Los Angeles e della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, insieme alle retrospettive organizzate dalla Galerie im Taxispalais di Innsbruck e dall’Accademia Americana di Roma, confermano il ruolo fondamentale di quest’artista nel panorama dell’arte contemporanea.
Tra le altre esposizioni dedicate all’artista: Centre d’Art Contemporain di Ginevra (1992); Kunstlerhaus Stuttgart (1995); Kunsthalle Wien (1995); College Marcel Duchamp, Chateauroux (1996); Fondazione Cassa di Risparmio, La Spezia (1999); Palazzo delle Esposizioni, Roma (2001); Museo di arte contemporanea e del novecento, Monsummano Terme (2001); Istituto Italiano di Cultura, Los Angeles (2002).
Nel Dicembre 2006, l’opera di Ketty La Rocca sarà presente nella collettiva dedicata al femminismo, “Wack Art and the Feminists”, ospitata dal MOCA di Los Angeles e curata da Connie Butler.
07
ottobre 2005
Ketty La Rocca – Opere 1964-1976
Dal 07 ottobre al 23 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA EMI FONTANA
Milano, Viale Bligny, 42, (Milano)
Milano, Viale Bligny, 42, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 11-19,30
Vernissage
7 Ottobre 2005, ore 12-20
Autore