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Urbana. Visioni Prospettiche
6 mostre – di cui 2 inedite – per una riflessione estetica, architettonica, sociale, psicologica, storica e concettuale sull’evoluzione delle città contemporanee
Comunicato stampa
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Visioni Prospettiche
Festival di Fotografia
a cura di Fabrizio Lava in collaborazione con Alessandro Perna
Dalla “relazione tra corpi umani e corpi urbani” di Francesco Jodice all’analisi fisica e metafisica del paesaggio metropolitano del Grin (anteprima assoluta), dall’architettura razionalista della Roma fascista di Fabrizio Ferri alle architetture della Mosca prima sovietica e poi occidentalizzata di Luigi Filetici, dalla frenesia edilizia di Berlino dopo la caduta del muro di Roger Hutchings alla vitalità della Shangai comunista-capitalista di Homer Sykes (anteprima italiana): 6 mostre - di cui 2 inedite - per una riflessione estetica, architettonica, sociale, psicologica, storica e concettuale sull’evoluzione delle città contemporanee.
1) Non sono foto di architettura, non sono foto di reportage: ogni foto di “Cartoline dagli altri spazi” di Francesco Jodice è un principio di sceneggiatura per raccontare l’incontro tra gente comune e città del futuro. L’autore, rappresentato da Grazia Neri, guarda – e perciò mostra alla sua maniera - la relazione tra corpi umani e corpi urbani, il ritorno della “gente di tutti i giorni” in una città in rapida e continua trasformazione. Le sue sono storie di un campionario umano surreale ed inatteso: spose, pinguini, cinesi, famiglie, cani, turisti, gemelli ed altri ancora. Che sono tutti lì a manifestare con la loro fissità, la loro durabilità, l’appartenenza ad un paesaggio urbano che non riconoscono, che è quasi lunare, ma che gli appartiene e rimane loro di diritto. Sono lì a umanizzare città de-umanizzate, fatte di luoghi intangibili, deperibili, irriconoscibili. Non importa quanto siano incerti e smarriti: per quanto fragili con determinazione ricercano un’abitudine nuova, una rinnovata sensibilità, un nuovo rapporto con lo spazio urbano quotidiano in cui esistono.
2) 120 immagini, 16 prospettive sulla città contemporanea, 16 autori italiani riuniti per la prima volta: in anteprima assoluta LO SPAZIO ABITATO una mostra a cura del Grin – associazione che riunisce ricercatori e redattori iconografici italiani – che propone una rilettura del paesaggio urbano, del territorio e dell’abitare attraverso l’opera di maestri riconosciuti (come Gabriele Basilico e Cesare Colombo) della fotografia d’architettura e di paesaggio urbano e di autori italiani emergenti accomunati dalla ricchezza della loro visione e dalla profondità della loro analisi. Dal reportage alla fotografia concettuale, dalla fotografia come testimonianza e documentazione all’immagine come strumento espressivo e narrativo privo di funzionalità estetica: due sezioni - Lo spazio e la memoria e La città oggi – che propongono un’analisi del paesaggio urbano declinandolo con sensibilità, linguaggi e argomenti estremamente differenti tra loro, per fornire non solo una panoramica delle città contemporanee e di chi le abita, ma anche dei differenti modi per descriverle, viverle, raccontarle e interpretarle.
3) L’ultima grande forma di architettura italiana prima dello scempio: questo è il razionalismo italiano per Fabrizio Ferri. Il fascino di quella architettura è stato celato e negato perché messo in ombra dai drammatici eventi di cui è stato sia prodotto che testimone. Spogliare l’architettura delle sue implicazioni storiche, metterla a nudo per mostrare la sua purezza, per farne risaltare la luce razionale che ha ispirato i suoi architetti, è l’obiettivo di Fabrizio Ferri. Che crede che: “Le cose belle e quelle brutte, ancora confuse nell’oscurità della necessaria e complessiva condanna di un pezzo di storia, vanno distinte come il bene dal male, per isolare quest’ultimo ed affrontarlo senza punti deboli”. Il suo lavoro consiste nel far vedere: Forma – Nudi d’architettura è il suo personale contributo a mostrare la verità storica attraverso l’arte della fotografia. Come sottolinea il sindaco di Roma Veltroni nella sua introduzione al catalogo e alla mostra: “Una volta di più, Fabrizio Ferri dimostra come la fotografia può leggere in profondità, al di là del piano documentale, può fornire nuovo senso, emozione, riflessione, tutto quanto compone il complesso intreccio di significati che la sua arte sa governare”.
4) Con MOCKBA XXI, l’architetto e fotografo Luigi Filetici ci porta in uno dei più straordinari laboratori della realtà urbana recente facendo una ricerca analitica e filologica sul campo – curata dallo stesso Filetici e dall’architetto Umberto Zanetti - della trasformazione da città sovietica a metropoli contemporanea della capitale russa. Un viaggio affascinante attraverso immagini in grande e grandissimo formato che parte dallo straordinario periodo costruttivista, per proseguire con la monumentale e austera epoca stalinista, passare poi attraverso l’impulso costruttivo-sociale di Krushev, fino ad arrivare all’architettura dei centri commerciali di oggi. Un viaggio attraverso i mutamenti passati e recenti di una città e un popolo che sente tutto il peso del proprio passato storico e tutta la vitalità di un presente dinamico e convulso. Ad integrare le immagini un filmato che mostra, colpendo sensorialmente lo spettatore, l’incessante andirivieni del cittadino moscovita. Presentata in anteprima assoluta al Museo Statale di Architettura di Mosca - MUAR, esposta lo scorso maggio a Milano in Triennale, l’esposizione si inserisce nell'importante progetto multidisciplinare "Stagione Italiana in Russia" promosso dal Ministero degli Affari Esteri, ed è stata collocata all'interno della manifestazione "Festa per l'Architettura" organizzata dalla Triennale di Milano nel 2005.
5) Dice Grazia Neri, presidente della famosa e omonima agenzia con sede a Milano che rappresenta Roger Hutchings in Italia, che “il miglior modo di immergersi in una città è quello di affrontarla come un flâneur (vedi Benjamin), lasciare a casa tutte le guide turistiche, attraversarla senza pregiudizi, sbarazzarsi delle idee altrui per poter utilizzare la nostra intelligenza e la nostra emotività in modo spontaneo e creativo”. E con la mostra Berlin “Roger Hutchings ha agito proprio così”. La Berlino delle sue foto è stridente: in tensione verso l’occidente opulento con il fantasma assillante di un passato col quale i conti non sono ancora stati saldati – dal nazismo che ha prodotto l’olocausto alla dittatura sovietica, fino ai paradossi storici contemporanei. La melanconica atmosfera che grava sulla città, che Roger Hutchings coglie con le sue fotografie, è la stessa che la stampa internazionale ha denunciato perché al di là dell’entusiasmo per la caduta del muro e i toni trionfalistici è con una contemporaneità difficile che la città ha dovuto giocare la sua partita, e non ne è ancora uscita vincitrice. “Solo la luce emanata dal cielo sembra stendere un velo di poesia su una città che cerca di trovare un equilibrio tra Est e Ovest, tra passato e presente, tra razzismi e tolleranza”.
6) Da una Berlino malinconica perché ancora alla ricerca di una pace interiore alla travolgente Shangai, vitale fino al parossismo. “La Cina è misteriosa anche per chi la conosce bene, e Shangai è la più complicata delle città cinesi” dice Home Sykes, l’autore rappresentato da Grazia Neri che porta per la prima volta in Italia la sua mostra Shangai Odissey, un progetto sponsorizzato dalla Fondazione Grimstone come contributo al dialogo e comprensione internazionale. Un decennio di fenomenale sviluppo ha trasformata la città nella più importante realtà urbana del continente Cina, facendone un centro degli affari internazionali e un permanente laboratorio dell’architettura futuribile e della dialettica ideologica. Passato e presente si confondano continuamente e la contraddizione è norma. Shangai è comunista e capitalista nello stesso tempo con una disinvoltura che Marx e Engels non avrebbero forse mai potuto prevedere: nessuna sintesi, solo dialettica.
SEDI FESTIVAL
Museo del Territorio Biellese (Fabrizio Ferri “Forma – Nudi d’architettura”; Luigi Filetici “MOCKBA XXI”; Francesco Jodice “Cartoline dagli altri spazi”; Grin “LO SPAZIO ABITATO”; Villa Schneider (Roger Hutchings “Berlin”); Palazzo Cisterna (Home Sykes “Shangai Odissey”)
Attività parallele a “Visioni Prospettiche”
Portfolio al Museo
22 ottobre orario 10/13 – 15/17
Uno spazio lettura per i Porfolio di giovani artisti under 35.
Letture a cura di: Giovanna Calvenzi, Arianna Rinaldo, Alessandro Perna e Fabrizio Lava
Workshop Fotografare la città.
A cura di Cesare Colombo
15 ottobre - 29 ottobre ore 10/17
Il Workshop si svolge in due tempi. Verrà effettuato una primo incontro “sul campo” con la possibilità di fotografare alcuni quartieri ed edifici storici della città accompagnati da uno dei più importanti fotografi e critici italiani. Due sabati dopo, sempre insieme a Cesare Colombo, verranno visionati i risultati del primo incontro.
Workshop
12 novembre
Workshop sulla fotografia digitale e sulla post produzione.
Incontri
21 ottobre ore 21
Incontro con Gabriele Basilico presso l’Auditorium del Museo del Territorio presentazione del libro Scattered City
Ritratto in un interno
9, 16, 23, 30 ottobre e 6, 13, 20 novembre dalle 15 alle 18
Torna la “Ritratto in Interno”, questa volta fra le pareti del Museo o nel giardino al pomeriggio della domenica. A scattare le immagini sarà Damiano Andreotti, fotografo biellese.
Rassegna Off
In diversi spazi e locali pubblici del Biellese verranno esposte mostre a tema
Festival di Fotografia
a cura di Fabrizio Lava in collaborazione con Alessandro Perna
Dalla “relazione tra corpi umani e corpi urbani” di Francesco Jodice all’analisi fisica e metafisica del paesaggio metropolitano del Grin (anteprima assoluta), dall’architettura razionalista della Roma fascista di Fabrizio Ferri alle architetture della Mosca prima sovietica e poi occidentalizzata di Luigi Filetici, dalla frenesia edilizia di Berlino dopo la caduta del muro di Roger Hutchings alla vitalità della Shangai comunista-capitalista di Homer Sykes (anteprima italiana): 6 mostre - di cui 2 inedite - per una riflessione estetica, architettonica, sociale, psicologica, storica e concettuale sull’evoluzione delle città contemporanee.
1) Non sono foto di architettura, non sono foto di reportage: ogni foto di “Cartoline dagli altri spazi” di Francesco Jodice è un principio di sceneggiatura per raccontare l’incontro tra gente comune e città del futuro. L’autore, rappresentato da Grazia Neri, guarda – e perciò mostra alla sua maniera - la relazione tra corpi umani e corpi urbani, il ritorno della “gente di tutti i giorni” in una città in rapida e continua trasformazione. Le sue sono storie di un campionario umano surreale ed inatteso: spose, pinguini, cinesi, famiglie, cani, turisti, gemelli ed altri ancora. Che sono tutti lì a manifestare con la loro fissità, la loro durabilità, l’appartenenza ad un paesaggio urbano che non riconoscono, che è quasi lunare, ma che gli appartiene e rimane loro di diritto. Sono lì a umanizzare città de-umanizzate, fatte di luoghi intangibili, deperibili, irriconoscibili. Non importa quanto siano incerti e smarriti: per quanto fragili con determinazione ricercano un’abitudine nuova, una rinnovata sensibilità, un nuovo rapporto con lo spazio urbano quotidiano in cui esistono.
2) 120 immagini, 16 prospettive sulla città contemporanea, 16 autori italiani riuniti per la prima volta: in anteprima assoluta LO SPAZIO ABITATO una mostra a cura del Grin – associazione che riunisce ricercatori e redattori iconografici italiani – che propone una rilettura del paesaggio urbano, del territorio e dell’abitare attraverso l’opera di maestri riconosciuti (come Gabriele Basilico e Cesare Colombo) della fotografia d’architettura e di paesaggio urbano e di autori italiani emergenti accomunati dalla ricchezza della loro visione e dalla profondità della loro analisi. Dal reportage alla fotografia concettuale, dalla fotografia come testimonianza e documentazione all’immagine come strumento espressivo e narrativo privo di funzionalità estetica: due sezioni - Lo spazio e la memoria e La città oggi – che propongono un’analisi del paesaggio urbano declinandolo con sensibilità, linguaggi e argomenti estremamente differenti tra loro, per fornire non solo una panoramica delle città contemporanee e di chi le abita, ma anche dei differenti modi per descriverle, viverle, raccontarle e interpretarle.
3) L’ultima grande forma di architettura italiana prima dello scempio: questo è il razionalismo italiano per Fabrizio Ferri. Il fascino di quella architettura è stato celato e negato perché messo in ombra dai drammatici eventi di cui è stato sia prodotto che testimone. Spogliare l’architettura delle sue implicazioni storiche, metterla a nudo per mostrare la sua purezza, per farne risaltare la luce razionale che ha ispirato i suoi architetti, è l’obiettivo di Fabrizio Ferri. Che crede che: “Le cose belle e quelle brutte, ancora confuse nell’oscurità della necessaria e complessiva condanna di un pezzo di storia, vanno distinte come il bene dal male, per isolare quest’ultimo ed affrontarlo senza punti deboli”. Il suo lavoro consiste nel far vedere: Forma – Nudi d’architettura è il suo personale contributo a mostrare la verità storica attraverso l’arte della fotografia. Come sottolinea il sindaco di Roma Veltroni nella sua introduzione al catalogo e alla mostra: “Una volta di più, Fabrizio Ferri dimostra come la fotografia può leggere in profondità, al di là del piano documentale, può fornire nuovo senso, emozione, riflessione, tutto quanto compone il complesso intreccio di significati che la sua arte sa governare”.
4) Con MOCKBA XXI, l’architetto e fotografo Luigi Filetici ci porta in uno dei più straordinari laboratori della realtà urbana recente facendo una ricerca analitica e filologica sul campo – curata dallo stesso Filetici e dall’architetto Umberto Zanetti - della trasformazione da città sovietica a metropoli contemporanea della capitale russa. Un viaggio affascinante attraverso immagini in grande e grandissimo formato che parte dallo straordinario periodo costruttivista, per proseguire con la monumentale e austera epoca stalinista, passare poi attraverso l’impulso costruttivo-sociale di Krushev, fino ad arrivare all’architettura dei centri commerciali di oggi. Un viaggio attraverso i mutamenti passati e recenti di una città e un popolo che sente tutto il peso del proprio passato storico e tutta la vitalità di un presente dinamico e convulso. Ad integrare le immagini un filmato che mostra, colpendo sensorialmente lo spettatore, l’incessante andirivieni del cittadino moscovita. Presentata in anteprima assoluta al Museo Statale di Architettura di Mosca - MUAR, esposta lo scorso maggio a Milano in Triennale, l’esposizione si inserisce nell'importante progetto multidisciplinare "Stagione Italiana in Russia" promosso dal Ministero degli Affari Esteri, ed è stata collocata all'interno della manifestazione "Festa per l'Architettura" organizzata dalla Triennale di Milano nel 2005.
5) Dice Grazia Neri, presidente della famosa e omonima agenzia con sede a Milano che rappresenta Roger Hutchings in Italia, che “il miglior modo di immergersi in una città è quello di affrontarla come un flâneur (vedi Benjamin), lasciare a casa tutte le guide turistiche, attraversarla senza pregiudizi, sbarazzarsi delle idee altrui per poter utilizzare la nostra intelligenza e la nostra emotività in modo spontaneo e creativo”. E con la mostra Berlin “Roger Hutchings ha agito proprio così”. La Berlino delle sue foto è stridente: in tensione verso l’occidente opulento con il fantasma assillante di un passato col quale i conti non sono ancora stati saldati – dal nazismo che ha prodotto l’olocausto alla dittatura sovietica, fino ai paradossi storici contemporanei. La melanconica atmosfera che grava sulla città, che Roger Hutchings coglie con le sue fotografie, è la stessa che la stampa internazionale ha denunciato perché al di là dell’entusiasmo per la caduta del muro e i toni trionfalistici è con una contemporaneità difficile che la città ha dovuto giocare la sua partita, e non ne è ancora uscita vincitrice. “Solo la luce emanata dal cielo sembra stendere un velo di poesia su una città che cerca di trovare un equilibrio tra Est e Ovest, tra passato e presente, tra razzismi e tolleranza”.
6) Da una Berlino malinconica perché ancora alla ricerca di una pace interiore alla travolgente Shangai, vitale fino al parossismo. “La Cina è misteriosa anche per chi la conosce bene, e Shangai è la più complicata delle città cinesi” dice Home Sykes, l’autore rappresentato da Grazia Neri che porta per la prima volta in Italia la sua mostra Shangai Odissey, un progetto sponsorizzato dalla Fondazione Grimstone come contributo al dialogo e comprensione internazionale. Un decennio di fenomenale sviluppo ha trasformata la città nella più importante realtà urbana del continente Cina, facendone un centro degli affari internazionali e un permanente laboratorio dell’architettura futuribile e della dialettica ideologica. Passato e presente si confondano continuamente e la contraddizione è norma. Shangai è comunista e capitalista nello stesso tempo con una disinvoltura che Marx e Engels non avrebbero forse mai potuto prevedere: nessuna sintesi, solo dialettica.
SEDI FESTIVAL
Museo del Territorio Biellese (Fabrizio Ferri “Forma – Nudi d’architettura”; Luigi Filetici “MOCKBA XXI”; Francesco Jodice “Cartoline dagli altri spazi”; Grin “LO SPAZIO ABITATO”; Villa Schneider (Roger Hutchings “Berlin”); Palazzo Cisterna (Home Sykes “Shangai Odissey”)
Attività parallele a “Visioni Prospettiche”
Portfolio al Museo
22 ottobre orario 10/13 – 15/17
Uno spazio lettura per i Porfolio di giovani artisti under 35.
Letture a cura di: Giovanna Calvenzi, Arianna Rinaldo, Alessandro Perna e Fabrizio Lava
Workshop Fotografare la città.
A cura di Cesare Colombo
15 ottobre - 29 ottobre ore 10/17
Il Workshop si svolge in due tempi. Verrà effettuato una primo incontro “sul campo” con la possibilità di fotografare alcuni quartieri ed edifici storici della città accompagnati da uno dei più importanti fotografi e critici italiani. Due sabati dopo, sempre insieme a Cesare Colombo, verranno visionati i risultati del primo incontro.
Workshop
12 novembre
Workshop sulla fotografia digitale e sulla post produzione.
Incontri
21 ottobre ore 21
Incontro con Gabriele Basilico presso l’Auditorium del Museo del Territorio presentazione del libro Scattered City
Ritratto in un interno
9, 16, 23, 30 ottobre e 6, 13, 20 novembre dalle 15 alle 18
Torna la “Ritratto in Interno”, questa volta fra le pareti del Museo o nel giardino al pomeriggio della domenica. A scattare le immagini sarà Damiano Andreotti, fotografo biellese.
Rassegna Off
In diversi spazi e locali pubblici del Biellese verranno esposte mostre a tema
08
ottobre 2005
Urbana. Visioni Prospettiche
Dall'otto ottobre 2005 all'otto gennaio 2006
fotografia
Location
MUSEO DEL TERRITORIO BIELLESE – CHIOSTRO DI SAN SEBASTIANO
Biella, Via Quintino Sella, (Biella)
Biella, Via Quintino Sella, (Biella)
Biglietti
5 €
Orario di apertura
Venerdì 15 - 19
Sabato 15 -19
Domenica 10 - 19
Ufficio stampa
STUDIO COMUNIKANDO
Autore
Curatore