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Il filo di Clemen
mostra antologica dedicata a Clemen Parrocchetti
Comunicato stampa
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Lo straordinario mondo di Clemen Parrocchetti è interamente espresso nella sua arte, alla quale è dedicata la mostra antologica Sul filo di Clemen, dal 6 agosto al 11 settembre.
Due le prestigiose sedi che la ospitano, Palazzo Spinola a Rocchetta Ligure e il Castello di Borgo Adorno a Cantalupo, per consentire ai visitatori di conoscere questo mondo interiore legato alle persone che hanno fatto parte della sua vita, ai fatti e agli avvenimenti riservati dal destino, agli animali a cui è stata affezionata, ai pensieri elaborati in una vita tanto lunga e oggi più che mai operosa.
Le opere esposte costituiscono l'iter di Clemen Parrocchetti dagli anni Cinquanta sino ai giorni nostri, attraverso l'utilizzo di tecniche espressive differenti: dalle provocatorie e ironiche installazioni di stoffa, filo, e rocchetti, agli acquarelli, ai disegni e agli oli.
Gli affetti importanti, il marito Giampaolo, la famiglia, sono raffigurati nei disegni e negli acquerelli, come gli animali: la gatta Azzurra, il bassotto Matita, il segugio Micole.
Le opere degli anni Settanta rimandano al colore, al cromatismo vivace, e vedono la nascita degli “assemblages”, arazzi che preludono alle opere degli anni '80, come i celebri “miti al femminile” in cui gli strumenti umili del lavoro femminile assurgono a dignità d'arte: filo e rocchetti per raccontare sulla tela le eroine del mondo classico in versione moderna, da Prometeo che diventa Prometea, dai Dioscuri che divengono le Dioscure, e poi Arianna, Medea, Euridice, Leda, Pasifae.
Clemen Parrocchetti narra il duro lavoro delle donne, quello domestico, e riflette con ironia sulla condizione femminile. Nascono da qui le sue creazioni realizzate "pescando" nel cestino da lavoro: la Donna punta-spilli, la Donna-oggetto.
Prestigiosi i nomi di letterati e critici che hanno scritto di lei, da Giorgio Kaisserlian a Dino Buzzati, da Anty Pansera a Mario De Micheli, da Raffaele De Grada a Rossana Bossaglia, che così illustra le opere di Clemen Parrocchetti legate alla figura e alle attività femminili: "le pareti domestiche, il lavoro che non è lavoro, che non ha orari né leggi, interrotto e ripreso. Rocchetti, spolette, tessuti liberamente ricamati, con fili e nastri cuciti, su lastra incapsulata in latoplex, per raccontare con lucida grazia, e qualche punta di straziato affanno, il modo di vita legato al paziente artigianale operare dentro le pareti domestiche. Simboli femminili di chiara riconoscibilità e la Clemen che innerva di nuova fantasia la pratica domestica del cucire, tagliare, sferruzzare e fare iniezioni, se necessario, quando l’angelo del focolare è trasformato in angelo del capezzale".
In mostra tutto questo universo diviene occasione, per il visitatore, di conoscere un percorso che ha attraversato quasi per intero il Novecento e che tuttora rimane vitale. In particolare, emerge come dato importante l'aspetto pionieristico di Clemen Parrocchetti, che fu tra i primi artisti a realizzare installazioni in anni in cui il genere non era ancora diffuso.
Accompagna la mostra un volume edito da Libreria Bocca, vera e propria autobiografia per immagini, curato da Maria Aletti, che commenta: "il filo di Clemen si srotola e si riavvolge, lungo il corso del tempo, come quello nelle mani della mitica Arianna: è il filo della creatività di un’artista decisa a non strappare il legame tra il nero Minotauro e i dolci frutti della vita, ma a consegnarlo, tenace e splendente, nella mani delle giovani generazioni".
Due le prestigiose sedi che la ospitano, Palazzo Spinola a Rocchetta Ligure e il Castello di Borgo Adorno a Cantalupo, per consentire ai visitatori di conoscere questo mondo interiore legato alle persone che hanno fatto parte della sua vita, ai fatti e agli avvenimenti riservati dal destino, agli animali a cui è stata affezionata, ai pensieri elaborati in una vita tanto lunga e oggi più che mai operosa.
Le opere esposte costituiscono l'iter di Clemen Parrocchetti dagli anni Cinquanta sino ai giorni nostri, attraverso l'utilizzo di tecniche espressive differenti: dalle provocatorie e ironiche installazioni di stoffa, filo, e rocchetti, agli acquarelli, ai disegni e agli oli.
Gli affetti importanti, il marito Giampaolo, la famiglia, sono raffigurati nei disegni e negli acquerelli, come gli animali: la gatta Azzurra, il bassotto Matita, il segugio Micole.
Le opere degli anni Settanta rimandano al colore, al cromatismo vivace, e vedono la nascita degli “assemblages”, arazzi che preludono alle opere degli anni '80, come i celebri “miti al femminile” in cui gli strumenti umili del lavoro femminile assurgono a dignità d'arte: filo e rocchetti per raccontare sulla tela le eroine del mondo classico in versione moderna, da Prometeo che diventa Prometea, dai Dioscuri che divengono le Dioscure, e poi Arianna, Medea, Euridice, Leda, Pasifae.
Clemen Parrocchetti narra il duro lavoro delle donne, quello domestico, e riflette con ironia sulla condizione femminile. Nascono da qui le sue creazioni realizzate "pescando" nel cestino da lavoro: la Donna punta-spilli, la Donna-oggetto.
Prestigiosi i nomi di letterati e critici che hanno scritto di lei, da Giorgio Kaisserlian a Dino Buzzati, da Anty Pansera a Mario De Micheli, da Raffaele De Grada a Rossana Bossaglia, che così illustra le opere di Clemen Parrocchetti legate alla figura e alle attività femminili: "le pareti domestiche, il lavoro che non è lavoro, che non ha orari né leggi, interrotto e ripreso. Rocchetti, spolette, tessuti liberamente ricamati, con fili e nastri cuciti, su lastra incapsulata in latoplex, per raccontare con lucida grazia, e qualche punta di straziato affanno, il modo di vita legato al paziente artigianale operare dentro le pareti domestiche. Simboli femminili di chiara riconoscibilità e la Clemen che innerva di nuova fantasia la pratica domestica del cucire, tagliare, sferruzzare e fare iniezioni, se necessario, quando l’angelo del focolare è trasformato in angelo del capezzale".
In mostra tutto questo universo diviene occasione, per il visitatore, di conoscere un percorso che ha attraversato quasi per intero il Novecento e che tuttora rimane vitale. In particolare, emerge come dato importante l'aspetto pionieristico di Clemen Parrocchetti, che fu tra i primi artisti a realizzare installazioni in anni in cui il genere non era ancora diffuso.
Accompagna la mostra un volume edito da Libreria Bocca, vera e propria autobiografia per immagini, curato da Maria Aletti, che commenta: "il filo di Clemen si srotola e si riavvolge, lungo il corso del tempo, come quello nelle mani della mitica Arianna: è il filo della creatività di un’artista decisa a non strappare il legame tra il nero Minotauro e i dolci frutti della vita, ma a consegnarlo, tenace e splendente, nella mani delle giovani generazioni".
06
agosto 2005
Il filo di Clemen
Dal 06 agosto all'undici settembre 2005
arte contemporanea
Location
PALAZZO SPINOLA
Rocchetta Ligure, Via Umberto I, 26, (Alessandria)
Rocchetta Ligure, Via Umberto I, 26, (Alessandria)
Orario di apertura
da definire
Vernissage
6 Agosto 2005, ore 11,30
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Autore