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Claudio Arezzo di Trifiletti – Percorso inverso: uso e riuso della materia
All’interno dell’incantevole scenario offerto dal Castello Normanno di Acicastello, Claudio Arezzo di Trifiletti proporrà un percorso visivo e sonoro, perfettamente integrato con uno dei più suggestivi scenari della Sicilia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Comune di Acicastello, in collaborazione con l’Artista Claudio Arezzo di Trifiletti, e il patrocinio di prestigiosi Enti Locali e associazioni come Provincia Regionale di Catania, Azienda Provinciale Turismo Catania, Club UNESCO di Acicastello, Confartigianato, Collegio Araldico, Istituto dei Castelli, Internationales Burgen Institut e Centro Internazionale Artisti Contemporanei presenta l’evento “Percorso Inverso: uso e riuso della materia”.
All’interno dell’incantevole scenario offerto dal Castello Normanno di Acicastello, Claudio Arezzo di Trifiletti proporrà un percorso visivo e sonoro, perfettamente integrato con uno dei più suggestivi scenari della Sicilia.
Fra fiumi di incenso e fiamme, saranno presentate le ultime installazioni dell’Artista, che parlano dell’uomo e della sua ricerca. Oltre 20 dipinti estrapolati dall’Io più intimo, un gioiello incastonato dentro un altro. Un modo di collegare l’antico e il contemporaneo per una presente riflessione sul futuro.
“Perché il Percorso Inverso”?
Una ricerca della soddisfazione in terra propria, uno scambio comunicativo reale, lontano dall’alienazioni, dove l’uomo ritorna ad essere nella sua unicità, scopritore, inventore, di nuovi orizzonti interiori.
Un viaggio dentro casa, un voler prendere possesso di ciò che ci appartiene di diritto dalle origini più lontane.
Il progetto nasce dal parto di alcuni mesi di meditazione e scambi di idee.
Parla dell’uomo vittima della globalizzazione, dove tutto diventa monocromatico, sterile, una sfida continua basata sulla pubblicità che aggredisce il nostro pensiero, dandoci incosciamente input di poco valore che attentano incessantemente la moralità nemica dei tempi odierni.
Attraverso materia morta pronta per la macerazione incrementando un già alto tasso di rifiuti, si riscatta la vita, si alchimizza il prodotto già usurato, vecchio, o magari fuori moda, dandogli una nuova identità, una comunicazione fulminea attraverso l’installazione.
Si stabilisce un contatto che va contro la macchinizzazione dell’azione umana, colori spruzzati, spalmati con resineprodotti alternativi prendono forma lontani dall’ipocrisia dando sfogo ad una dimensione che non può essere annientata ma alterata.
La coscienza ne è protagonista.
Uno statico blindato si fa strada nell’indifferenza della materia nuova che si rifiuta di dare emozioni.
“Percorso inverso” cos’è ?
È un progetto che nasce dall’amore per la propria terra, un ricordo d’infanzia legato ai posti Cardine della città nativa ”Catania”.
Per caso, o per come voler seguire un pensiero, ci si inoltra per le mura del Castello, ci si affaccia, si ricordano le foto scattate col primo amore ad una calia, si sente il posto proprio.
In tenera età il pensiero culminante è: perché non qua.
Azionato il genio, fiutato il progetto, l’istinto, l’umiltà, la tanta voglia di fare, la fantasia, la cooperazione si mettono in moto per la realizzazione dell’evento.
Uno scambio collaborativo con i tecnici che credono nella propria terra, il voler promuovere ciò che resta legato alla propria terra
“Contributi su Claudio Arezzo di Trifiletti”
Claudio è l’ascetico che ama la folla. La sua meditazione passa dalle cose, dai colori, dalla gente. Lui aspetta la pioggia ad occhi chiusi per sentirne il rumore, guarda il buio ad occhi aperti per vederne le forme. Oltre il colore vede l’anima delle cose, il colore non basta all’osservatore delle sue tele, vorrebbe scavare dentro le forme raffigurate, per scoprire ciò che c’è dietro. Profumi, rumori, energie e pensieri ingabbiati nella tela che aspettano di uscire. Il silenzio di Claudio è pensiero di vita, è pace, e il sorriso è il suo linguaggio, l’unico che conosce. L’intelligenza nella sua quiete pacifica, lo fa levitare in mezzo agli eventi, lui travalica gli eventi, e continua ad osservare ancora. Tutto avvolto dal bello, dal buon gusto, con cui esprimere forme naturali visibili ed invisibili. Un bimbo curioso nel corpo di un uomo, un sognatore, un osservatore, un artista.
[Grazia Ragusa]
Creazione è anche un semplice tratto su un foglio, ma perché quest’atto possa acquisire tale valore occorre che rivesta un significato, che nasconda un messaggio.
E’ la rivelazione del mondo l’intento di questo artista.
Il linguaggio etereo e raffinato si manifesta attraverso contorni onirici; è il sogno il veicolo usato per dialogare con se stessi e parlare di se stesso agli altri con un registro istintuale, spontaneo fedele ai propri sentimenti, ma non scevro da problematiche, dissidi e turbamenti dell’animo.
L’esperienza che Claudio offre con il suo impegno creativo, è intensa; pittura, scultura e ambientazione sono le tra coordinate che usa per proiettare all’interno di uno spazio arcaico ma semplice, naturale ed esotico in una rara combinazione di topos apparentemente contrastanti.
Entrare nell’ambiente descritto dalle sue opere è come ritrovare la propria casa natale, il luogo perduto della propria esperienza ricordando e ricreando il proprio mondo intimo. Mi piace l’opera di Claudio perché non insegue un fine, non persegue la bellezza, non emula il successo ma usa gli occhi di un bambino per guardare il nostro mondo.
[Francesco Seminara]
L’arte di Claudio Arezzo nasce da un bisogno intimo di calarsi in una dimensione dove risiedono tutti quei sentimenti nati nell’uomo sin dai suoi primi albori. Egli canta l’amore con le sue sferzate di colori. Parla della verità, spesso nascosta, o peggio ancora, annullata da chi ama calarsi dietro una maschera oscura che turba l’animo di chi, invece, desidera librarsi, nel cielo della limpidezza.
L’artista si esprime nella sua arte nel pieno rispetto della natura e di tutti gli esseri viventi. Il suo spirito libero e incontaminato è alla ricerca di un suo equilibrio interiore, e pertanto anela al trascedente. Egli è capace di lasciarsi andare senza sorta di freni inibitori,cercando spazi ideali capaci di contenere tutti quei sentimenti che lo trascinano ad una sorta di estasi artistica,che lo isolano dalla realtà circostante per dare vita ad opere realizzate con l’unico supporto delle forti emozioni vissute interiormente a favore di un’espressione, spesso non programmata e di getto.
L’artista memorizza tutte quelle esperienze umane e morali dove i sentimenti riescono a predominare sulle azioni dell’uomo e le fa proprie per immortalarle sulla tela.
L’arte per Claudio Arezzo, è una creatura che nasce e cresce con il suo creatore, il quale, se dà vita alle sue opere, da esse attinge in conoscenza e crescita interiore.
E’ una sorta di scambio artistico e intellettivo al tempo stesso.
E’ amore, passione, è quel ritrovarsi integro in un mondo per tutti uguale dove l’artista riesce a scoprire il suo animo sensibilissimo e in esso tutto un universo artistico e spirituale dove immergersi, e scoprire così tutte quelle forze amiche che lo guidano verso una libertà assoluta.
Nelle sue opere predominano le figure, con le proprie debolezze umane, con i propri errori, con le proprie sconfitte, ma con le proprie vittorie, al tempo stesso, in quanto l’errore per l’artista non è mezzo di stasi, ma di partenza per una forma di crescita liberatoria.
[Alba Maria Massimino]
La sua pittura valica la tecnica, oltrepassa lo stile per essere il canale preferenziale e transitorio di una comunicazione dirompente ed incontenibile. Essa non è una meta voluta ma una tappa incidentale. Un creativo che non è stato pittore, né forse continuerà ad esserlo, sceglie transitoriamente la via delle cromie intense, delle forme decostruite e plasmate da un humus di simbolismi tribali e metropolitani, naturali e acrilici.
Il riverbero di una spiritualità dalle radici occidentali, ed esautorate, volge lo sguardo a Oriente, alla ricerca dell’altro da sé, del respiro dell’anima;
oriente mitico e quindi non necessariamente storico.
Ai confini della new age, e all’interno di una pittura alleggerita dalle contaminazioni storico-biografiche, vivono forme subliminali,siano esse spettri o angeli,diavoli o dei.
Tra tentazioni cristologiche e peccati metropolitani scocca l’impellenza del pennello, ancora ai primi tocchi, ma reso vivo da un’estinguibile energia superiore.
[Simone Nicotra]
Claudio l’ho conosciuto quando avevo 14 anni e lui qualcuno in più. Ora,che ne ho 28, un paio di anni in più non si notano nemmeno, ma quando sei nel pieno dell’adolescenza possono fare la differenza:
Ero e sono una persona a cui piace divertirsi ed il massimo per un quattordicenne catanese, in questo senso, erano i “pomeriggi-giovani” organizzati nelle varie discoteche di Catania, in cui i ragazzi come me potevano ritrovarsi per condividere gli stessi interessi. Già a quel tempo Claudio si era accorto di come la discoteca potesse essere utilizzata per mettere a frutto le sue idee, così ha incominciato a lavorare come P.R. dando inizio alla sua avventura nel mondo dei locali.
Ma l’organizzazione di qualche pomeriggio prima e di qualche serata poi,man mano che diventavamo più grandi, non poteva più arginare la forte voglia di fare che ha sempre caratterizzato la vita di Claudio.
Infatti, pur avendo altre attività da seguire, è riuscito a continuare a coltivare la passione per la discoteca e quando se ne è presentata l’occasione, grazie alla sua risolutezza e determinazione, non se l’è fatta sfuggire rilevando un locale già avviato.
Ha potuto così dare libero sfogo al suo modo di fare clubbing, cioè interagire con la gente, scegliere, selezionare, guidare tutto quello che serve al funzionamento di un locale.
Naturalmente io come altri dei suoi amici più stretti gli siamo rimasti vicino anche in questa esperienza, posso quindi testimoniare come, grazie alle sue idee, il locale ha registrato presenze e flussi da ogni parte della Sicilia.
Ma un locale, per quanto positivo possa essere, è soggetto ad alcune leggi che tendono a limitare la libertà d’azione del gestore.
L’attenzione di Claudio si è così spostata verso qualcosa di più profondo ed introspettivo, la pittura ed ha cominciato a mettere su una tela parte di se.
Per esprimere quanto sono felice di questo”nuovo”amico-artista, voglio citare questo pensiero:
Quando un fotografo-reporter rientra da una missione in un Paese in guerra, porta centinaia di foto e altrettante storie. Di tutta questa grande quantità di foto qualche decina viene stampata, quattro o cinque vendute alla stampa e tutto il resto dei provini va a finire in qualche scatola.
Poi il tempo passa, altre missioni, altre foto e altri aneddoti sostituiscono i precedenti che, insieme al ricordo, vengono messi nei cassetti.
La quantità di belle storie addormentate è infinita...
Ecco, io penso che le opere di Claudio non dormiranno mai.
[Massimo Bruno]
All’interno dell’incantevole scenario offerto dal Castello Normanno di Acicastello, Claudio Arezzo di Trifiletti proporrà un percorso visivo e sonoro, perfettamente integrato con uno dei più suggestivi scenari della Sicilia.
Fra fiumi di incenso e fiamme, saranno presentate le ultime installazioni dell’Artista, che parlano dell’uomo e della sua ricerca. Oltre 20 dipinti estrapolati dall’Io più intimo, un gioiello incastonato dentro un altro. Un modo di collegare l’antico e il contemporaneo per una presente riflessione sul futuro.
“Perché il Percorso Inverso”?
Una ricerca della soddisfazione in terra propria, uno scambio comunicativo reale, lontano dall’alienazioni, dove l’uomo ritorna ad essere nella sua unicità, scopritore, inventore, di nuovi orizzonti interiori.
Un viaggio dentro casa, un voler prendere possesso di ciò che ci appartiene di diritto dalle origini più lontane.
Il progetto nasce dal parto di alcuni mesi di meditazione e scambi di idee.
Parla dell’uomo vittima della globalizzazione, dove tutto diventa monocromatico, sterile, una sfida continua basata sulla pubblicità che aggredisce il nostro pensiero, dandoci incosciamente input di poco valore che attentano incessantemente la moralità nemica dei tempi odierni.
Attraverso materia morta pronta per la macerazione incrementando un già alto tasso di rifiuti, si riscatta la vita, si alchimizza il prodotto già usurato, vecchio, o magari fuori moda, dandogli una nuova identità, una comunicazione fulminea attraverso l’installazione.
Si stabilisce un contatto che va contro la macchinizzazione dell’azione umana, colori spruzzati, spalmati con resineprodotti alternativi prendono forma lontani dall’ipocrisia dando sfogo ad una dimensione che non può essere annientata ma alterata.
La coscienza ne è protagonista.
Uno statico blindato si fa strada nell’indifferenza della materia nuova che si rifiuta di dare emozioni.
“Percorso inverso” cos’è ?
È un progetto che nasce dall’amore per la propria terra, un ricordo d’infanzia legato ai posti Cardine della città nativa ”Catania”.
Per caso, o per come voler seguire un pensiero, ci si inoltra per le mura del Castello, ci si affaccia, si ricordano le foto scattate col primo amore ad una calia, si sente il posto proprio.
In tenera età il pensiero culminante è: perché non qua.
Azionato il genio, fiutato il progetto, l’istinto, l’umiltà, la tanta voglia di fare, la fantasia, la cooperazione si mettono in moto per la realizzazione dell’evento.
Uno scambio collaborativo con i tecnici che credono nella propria terra, il voler promuovere ciò che resta legato alla propria terra
“Contributi su Claudio Arezzo di Trifiletti”
Claudio è l’ascetico che ama la folla. La sua meditazione passa dalle cose, dai colori, dalla gente. Lui aspetta la pioggia ad occhi chiusi per sentirne il rumore, guarda il buio ad occhi aperti per vederne le forme. Oltre il colore vede l’anima delle cose, il colore non basta all’osservatore delle sue tele, vorrebbe scavare dentro le forme raffigurate, per scoprire ciò che c’è dietro. Profumi, rumori, energie e pensieri ingabbiati nella tela che aspettano di uscire. Il silenzio di Claudio è pensiero di vita, è pace, e il sorriso è il suo linguaggio, l’unico che conosce. L’intelligenza nella sua quiete pacifica, lo fa levitare in mezzo agli eventi, lui travalica gli eventi, e continua ad osservare ancora. Tutto avvolto dal bello, dal buon gusto, con cui esprimere forme naturali visibili ed invisibili. Un bimbo curioso nel corpo di un uomo, un sognatore, un osservatore, un artista.
[Grazia Ragusa]
Creazione è anche un semplice tratto su un foglio, ma perché quest’atto possa acquisire tale valore occorre che rivesta un significato, che nasconda un messaggio.
E’ la rivelazione del mondo l’intento di questo artista.
Il linguaggio etereo e raffinato si manifesta attraverso contorni onirici; è il sogno il veicolo usato per dialogare con se stessi e parlare di se stesso agli altri con un registro istintuale, spontaneo fedele ai propri sentimenti, ma non scevro da problematiche, dissidi e turbamenti dell’animo.
L’esperienza che Claudio offre con il suo impegno creativo, è intensa; pittura, scultura e ambientazione sono le tra coordinate che usa per proiettare all’interno di uno spazio arcaico ma semplice, naturale ed esotico in una rara combinazione di topos apparentemente contrastanti.
Entrare nell’ambiente descritto dalle sue opere è come ritrovare la propria casa natale, il luogo perduto della propria esperienza ricordando e ricreando il proprio mondo intimo. Mi piace l’opera di Claudio perché non insegue un fine, non persegue la bellezza, non emula il successo ma usa gli occhi di un bambino per guardare il nostro mondo.
[Francesco Seminara]
L’arte di Claudio Arezzo nasce da un bisogno intimo di calarsi in una dimensione dove risiedono tutti quei sentimenti nati nell’uomo sin dai suoi primi albori. Egli canta l’amore con le sue sferzate di colori. Parla della verità, spesso nascosta, o peggio ancora, annullata da chi ama calarsi dietro una maschera oscura che turba l’animo di chi, invece, desidera librarsi, nel cielo della limpidezza.
L’artista si esprime nella sua arte nel pieno rispetto della natura e di tutti gli esseri viventi. Il suo spirito libero e incontaminato è alla ricerca di un suo equilibrio interiore, e pertanto anela al trascedente. Egli è capace di lasciarsi andare senza sorta di freni inibitori,cercando spazi ideali capaci di contenere tutti quei sentimenti che lo trascinano ad una sorta di estasi artistica,che lo isolano dalla realtà circostante per dare vita ad opere realizzate con l’unico supporto delle forti emozioni vissute interiormente a favore di un’espressione, spesso non programmata e di getto.
L’artista memorizza tutte quelle esperienze umane e morali dove i sentimenti riescono a predominare sulle azioni dell’uomo e le fa proprie per immortalarle sulla tela.
L’arte per Claudio Arezzo, è una creatura che nasce e cresce con il suo creatore, il quale, se dà vita alle sue opere, da esse attinge in conoscenza e crescita interiore.
E’ una sorta di scambio artistico e intellettivo al tempo stesso.
E’ amore, passione, è quel ritrovarsi integro in un mondo per tutti uguale dove l’artista riesce a scoprire il suo animo sensibilissimo e in esso tutto un universo artistico e spirituale dove immergersi, e scoprire così tutte quelle forze amiche che lo guidano verso una libertà assoluta.
Nelle sue opere predominano le figure, con le proprie debolezze umane, con i propri errori, con le proprie sconfitte, ma con le proprie vittorie, al tempo stesso, in quanto l’errore per l’artista non è mezzo di stasi, ma di partenza per una forma di crescita liberatoria.
[Alba Maria Massimino]
La sua pittura valica la tecnica, oltrepassa lo stile per essere il canale preferenziale e transitorio di una comunicazione dirompente ed incontenibile. Essa non è una meta voluta ma una tappa incidentale. Un creativo che non è stato pittore, né forse continuerà ad esserlo, sceglie transitoriamente la via delle cromie intense, delle forme decostruite e plasmate da un humus di simbolismi tribali e metropolitani, naturali e acrilici.
Il riverbero di una spiritualità dalle radici occidentali, ed esautorate, volge lo sguardo a Oriente, alla ricerca dell’altro da sé, del respiro dell’anima;
oriente mitico e quindi non necessariamente storico.
Ai confini della new age, e all’interno di una pittura alleggerita dalle contaminazioni storico-biografiche, vivono forme subliminali,siano esse spettri o angeli,diavoli o dei.
Tra tentazioni cristologiche e peccati metropolitani scocca l’impellenza del pennello, ancora ai primi tocchi, ma reso vivo da un’estinguibile energia superiore.
[Simone Nicotra]
Claudio l’ho conosciuto quando avevo 14 anni e lui qualcuno in più. Ora,che ne ho 28, un paio di anni in più non si notano nemmeno, ma quando sei nel pieno dell’adolescenza possono fare la differenza:
Ero e sono una persona a cui piace divertirsi ed il massimo per un quattordicenne catanese, in questo senso, erano i “pomeriggi-giovani” organizzati nelle varie discoteche di Catania, in cui i ragazzi come me potevano ritrovarsi per condividere gli stessi interessi. Già a quel tempo Claudio si era accorto di come la discoteca potesse essere utilizzata per mettere a frutto le sue idee, così ha incominciato a lavorare come P.R. dando inizio alla sua avventura nel mondo dei locali.
Ma l’organizzazione di qualche pomeriggio prima e di qualche serata poi,man mano che diventavamo più grandi, non poteva più arginare la forte voglia di fare che ha sempre caratterizzato la vita di Claudio.
Infatti, pur avendo altre attività da seguire, è riuscito a continuare a coltivare la passione per la discoteca e quando se ne è presentata l’occasione, grazie alla sua risolutezza e determinazione, non se l’è fatta sfuggire rilevando un locale già avviato.
Ha potuto così dare libero sfogo al suo modo di fare clubbing, cioè interagire con la gente, scegliere, selezionare, guidare tutto quello che serve al funzionamento di un locale.
Naturalmente io come altri dei suoi amici più stretti gli siamo rimasti vicino anche in questa esperienza, posso quindi testimoniare come, grazie alle sue idee, il locale ha registrato presenze e flussi da ogni parte della Sicilia.
Ma un locale, per quanto positivo possa essere, è soggetto ad alcune leggi che tendono a limitare la libertà d’azione del gestore.
L’attenzione di Claudio si è così spostata verso qualcosa di più profondo ed introspettivo, la pittura ed ha cominciato a mettere su una tela parte di se.
Per esprimere quanto sono felice di questo”nuovo”amico-artista, voglio citare questo pensiero:
Quando un fotografo-reporter rientra da una missione in un Paese in guerra, porta centinaia di foto e altrettante storie. Di tutta questa grande quantità di foto qualche decina viene stampata, quattro o cinque vendute alla stampa e tutto il resto dei provini va a finire in qualche scatola.
Poi il tempo passa, altre missioni, altre foto e altri aneddoti sostituiscono i precedenti che, insieme al ricordo, vengono messi nei cassetti.
La quantità di belle storie addormentate è infinita...
Ecco, io penso che le opere di Claudio non dormiranno mai.
[Massimo Bruno]
29
luglio 2005
Claudio Arezzo di Trifiletti – Percorso inverso: uso e riuso della materia
Dal 29 luglio al 12 agosto 2005
arte contemporanea
Location
MUSEO CIVICO – CASTELLO NORMANNO
Acicastello, Piazza Castello, (Catania)
Acicastello, Piazza Castello, (Catania)
Orario di apertura
tutti i giorni 8:30-12:30 e 16-20
Vernissage
29 Luglio 2005, ore 18.30 su invito
Sito web
www.tribearl.it/percorsoinverso
Ufficio stampa
TRIBE
Autore