A metà degli anni cinquanta Giuseppe Guerreschi, insieme a Romagnoni e Banchieri, affinati i propri strumenti espressivi nelle aule dell’accademia di Brera, riversa sulla tela tutta la rabbia, la frustrazione e il disagio che ha accumulato negli anni della guerra: cogliendo i segni dell’esistenza, delle sue lacerazioni e contraddizioni, negli oggetti di uso comune come nella figura umana – o nei suoi brandelli – questi artisti danno vita al movimento del “realismo esistenziale” - com’è stato splendidamente definito da Giuseppe Valsecchi – rivoluzionando così il modo di intendere la realtà attraverso l’arte, il modo di osservare la vita e appropriarsene, per poi restituirla calda e pulsante nei loro quadri.

Questa è quindi la prima di un ciclo di mostre che si propone di analizzare e svelare quel particolare momento storico attraverso le opere degli artisti che ne sono stati i più eloquenti documentatori.