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Graziella Patti – L’acqua è vita
Il modo di procedere dell’artista ci ricorda l’automatismo psichico bretoniano ed il principio della paranoia critica di Dalì, la lezione surrealista del resto è figurativamente ben riconoscibile
Comunicato stampa
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Graziella Pattj è nata in Sicilia, in provincia di Catania dove da
adolescente, dopo aver intrapreso un percorso di studi
tecnico-commerciale scopre la passione per la pittura, passione che la
porterà a tornare sulle proprie scelte, e maturerà negli anni tanto da
diventare qualcosa a cui dedicarsi pienamente. Dipingere infatti non
rappresenta per Pattj solo la sua professione, la sua attività
principale; come lei stessa tiene a mettere ben in risalto nelle sue
note biografiche, col passare degli anni si va instaurando sempre più
una sorta di rapporto simbiotico con l’espressione artistica, che viene
costantemente indagata nei temi e nelle tecniche alla ricerca di un
continuo miglioramento. Tuttavia la sperimentazione non è vista come un
fine, ne tanto meno come un dato caratterizzante, in questo caso non è
altro che un mezzo, potremmo dire di comunicazione, tra l’interiorità
dell’artista-creatore e i mondi rappresentati attraverso la materia
pittorica.
Si può dedurre che l’arte prende man mano piede nella vita della
pittrice sulla spinta di una necessità fortemente sentita, la necessità
di indagare e conoscere il proprio io profondo, di dare sfogo ed
espressione alla propria interiorità ed ai propri stati d’animo anche al
fine ultimo di razionalizzarli. Dipingere per Pattj ha un valore che va
al di là del puro piacere estetico-creativo, l’operazione intellettuale
è messa in secondo piano dalla funzione “terapeutica” che l’artista
stessa attribuisce alle proprie opere, le quali citando sue parole le
danno la forza di /“affrontare le angosce ed i drammi che la vita riserva”/.
Il legame creatosi tra artista e opera d’arte tra creatore e creato è
così stretto tanto da rappresentare una fonte d’angoscia per un’
eventuale improvvisa interruzione.
Il lavoro di Pattj procede per cicli tematici consecutivi: inizia con la
rappresentazione di vari aspetti della natura, paesaggi montani, marine,
dune e tramonti, che da “interpreti principali” diventano in un secondo
momento lo scenario per l’apparizione in primo piano di volti e figure
femminili dall’aspetto tanto sensuale quanto inquietante, che si fanno
percepire come qualcosa di estraneo al luogo, come elemento
“disturbante” atto a generare pathos, attesa, sospensione nello
spettatore. Nonostante tutto le creazioni di Pattj si rivolgono più a se
stessa che a chi guarda, continuando il dialogo creatore-creato per il
quale sono nate.
I colori e le modalità con cui vengono stesi costituiscono il principale
e più diretto mezzo d’ espressione degli stati d’animo dell’autrice,
passando dai toni astratti e squillanti di /“La purificazione”/ a tinte
fosche e notturne come in /“Io…unica donna”/.
Dobbiamo sottolineare che nell’operazione di esternazione di moti
interiori, al contrario di quanto si possa pensare, non si perde mai di
vista il dato figurativo-mimetico, il quale però viene in qualche modo
trasfigurato, in gran parte proprio attraverso l’uso dei colori. I
paesaggi ed i personaggi di Pattj non hanno l’aspetto di immediata
traduzione da percezione ottica degli impressionisti e neanche di una
tormentata interiorità espressionista, ma portano tuttavia i segni di
un’elaborazione “cerebrale” apparendo come visioni in sogno,
cristallizzazioni della realtà in un tempo ed uno spazio indefiniti ed
infiniti, espressioni di un moto interiore non mediato da
intellettualismi o ricercatezze letterarie, ma esso stesso strumento di
conoscenza.
Il modo di procedere dell’artista ci ricorda l’automatismo psichico
bretoniano ed il principio della paranoia critica di Dalì, la lezione
surrealista del resto è figurativamente ben riconoscibile.
Tuttavia l’autrice è aliena da citazionismi di ogni tipo, e come ella
stessa afferma dipinge per amore della pittura. Possiamo riconoscere nel
suo percorso un’estrema onestà intellettuale e sincerità espressiva
particolarmente degna di nota se inquadrata in un ambito dove, a partire
dalla “stilizzazione” della ricerca avanguardista e
dall’accademizzazione della storia dell’arte si pone sempre più
l’accento sugli aspetti intellettualistici e criptici della creazione
artistica, a rischio di perdere di vista il contesto potremmo dire
“quotidiano” in cui tale creazione ha luogo. Pattj guarda al suo
universo pittorico con l’appassionata ingenuità con cui si guarda ciò
che si ama, rinunciando a giustificazioni altisonanti in favore di
quelle dettate dal proprio io, attuando all’interno del panorama
contemporaneo un “ritorno al prima col senno di poi”
Luisa Binotti
16
giugno 2005
Graziella Patti – L’acqua è vita
Dal 16 al 25 giugno 2005
arte contemporanea
Location
FOUR FOR ART
Roma, Via Merulana, 106, (Roma)
Roma, Via Merulana, 106, (Roma)
Orario di apertura
dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 19.30. Domenica e lunedì mattina per
appuntamento
Vernissage
16 Giugno 2005, ore 18.30
Autore
Curatore