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Piero Costa
Piero Costa si muove con la sua pittura lungo il crinale di una simbologia
Comunicato stampa
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Piero Costa nasce a Milano ma cresce ad Ostiglia, nella bassa mantovana.
L'inquinamento visivo e la provocazione sono state due armi ampiamente usate dai surrealisti per accendere straniamenti, emozioni, allucinazioni. Il procedimento di far convivere nella medesima opera due situazioni temporalmente e visivamente inconciliabili ha trovato fortuna anche in certa pubblicità odierna che esercita un forte impatto e pertanto una captazione immediata proprio per la qualità delle immagini.
Piero Costa si muove con la sua pittura lungo il crinale di una simbologia che trae alimento dalle due posizioni appena descritte. Occorre intanto dire che Costa si avvale della tecnica pittorica dove avrebbe potuto fare agire il collage fotografico e tale scelta denota un'abilità di interprete, se non proprio di copista, che non punta direttamente alla denuncia ma desidera esercitare il suo avvicinamento alla seduzione trasgressiva attraverso il segno e magari il pensiero di Raffaello, di Piero della Francesca, del Mantenga, del Tiziano, del Giorgine, insomma dei massimi maestri del passato. A questo punto si insinua o esplode l'inquinamento, la dichiarazione dissacrante: "Lo sposalizio della Vergine" di Raffaello ha come centro locale una modernissima stampante laser, mentre l'angelo dell"Annunciazione" del Beato Angelico rivolge il suo messaggio divino a un televisore spento.
Il risultato appare suggestivo dal punto di vista essenzialmente pittorico e devastante dal punto di vista culturale, dove ogni collocazione attende la sua logica, che qui non è logica del sogno o dell'immaginario perseguita dai surrealisti, bensì quella della rivolta inseguita da Duchamp e dai "dada", con la differenza che Costa agisce per sostituzioni, non per attribuzioni d'arte. Il che potrà apparire ancora più terribile agli occhi dei puristi. In altre occasioni Piero Costa persegue la suggestione dell"'aggiunta": gli occhiali cerchiati d'oro forniti a ''L'uomo dall'elmo d'oro" di Rembrandt o un particolare d'automobile capace di attirare l'attenzione delle dame della "Storia della vera croce" di Piero della Francesca. Questo scivolamento d'intenzione prelude al tentativo più decisamente surreale che si rispecchia negli effetti di trasformazione ( con relativa citazione supplementare) operati sui protagonisti di celebri capolavori: la “Monna Lisa" di Leonardo traforata di finestre rimanda alla Venere dei cassetti di Dalì, mentre le teste impacchettate o la "Maya" fasciata o i volti senza volto alludono a Magritte. "L'ora dell'erudizione", ovvero il viso tramutato in quadrante d'orologio, sa di De Chirico e di Ernst. Dal cumulo di rimandi, che si assommano e si scavalcano in fase creativa, esce la tecnica di Piero Costa capace di resuscitare le idee altrui in un contesto più attuale e più "cattivo", ben oltre l'impatto suadente e traditore dell’opera.
Luciano Caprile
L'inquinamento visivo e la provocazione sono state due armi ampiamente usate dai surrealisti per accendere straniamenti, emozioni, allucinazioni. Il procedimento di far convivere nella medesima opera due situazioni temporalmente e visivamente inconciliabili ha trovato fortuna anche in certa pubblicità odierna che esercita un forte impatto e pertanto una captazione immediata proprio per la qualità delle immagini.
Piero Costa si muove con la sua pittura lungo il crinale di una simbologia che trae alimento dalle due posizioni appena descritte. Occorre intanto dire che Costa si avvale della tecnica pittorica dove avrebbe potuto fare agire il collage fotografico e tale scelta denota un'abilità di interprete, se non proprio di copista, che non punta direttamente alla denuncia ma desidera esercitare il suo avvicinamento alla seduzione trasgressiva attraverso il segno e magari il pensiero di Raffaello, di Piero della Francesca, del Mantenga, del Tiziano, del Giorgine, insomma dei massimi maestri del passato. A questo punto si insinua o esplode l'inquinamento, la dichiarazione dissacrante: "Lo sposalizio della Vergine" di Raffaello ha come centro locale una modernissima stampante laser, mentre l'angelo dell"Annunciazione" del Beato Angelico rivolge il suo messaggio divino a un televisore spento.
Il risultato appare suggestivo dal punto di vista essenzialmente pittorico e devastante dal punto di vista culturale, dove ogni collocazione attende la sua logica, che qui non è logica del sogno o dell'immaginario perseguita dai surrealisti, bensì quella della rivolta inseguita da Duchamp e dai "dada", con la differenza che Costa agisce per sostituzioni, non per attribuzioni d'arte. Il che potrà apparire ancora più terribile agli occhi dei puristi. In altre occasioni Piero Costa persegue la suggestione dell"'aggiunta": gli occhiali cerchiati d'oro forniti a ''L'uomo dall'elmo d'oro" di Rembrandt o un particolare d'automobile capace di attirare l'attenzione delle dame della "Storia della vera croce" di Piero della Francesca. Questo scivolamento d'intenzione prelude al tentativo più decisamente surreale che si rispecchia negli effetti di trasformazione ( con relativa citazione supplementare) operati sui protagonisti di celebri capolavori: la “Monna Lisa" di Leonardo traforata di finestre rimanda alla Venere dei cassetti di Dalì, mentre le teste impacchettate o la "Maya" fasciata o i volti senza volto alludono a Magritte. "L'ora dell'erudizione", ovvero il viso tramutato in quadrante d'orologio, sa di De Chirico e di Ernst. Dal cumulo di rimandi, che si assommano e si scavalcano in fase creativa, esce la tecnica di Piero Costa capace di resuscitare le idee altrui in un contesto più attuale e più "cattivo", ben oltre l'impatto suadente e traditore dell’opera.
Luciano Caprile
15
giugno 2005
Piero Costa
Dal 15 giugno al 15 luglio 2005
arte contemporanea
Location
PAOLA TREVISAN ARTE CONTEMPORANEA
Ferrara, Corso Porta Reno, 17, (Ferrara)
Ferrara, Corso Porta Reno, 17, (Ferrara)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 10 alle 19.30 e la domenica dalle 10 alle 15
Vernissage
15 Giugno 2005, ore 17.30
Autore