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51 Biennale. Sempre un po’ più lontano
Il titolo dell’esposizione all’Arsenale di Venezia è ispirato a uno dei libri di Corto Maltese, personaggio di avventure e finzione ideato dallo scrittore veneziano e disegnatore di fumetti, Hugo Pratt
Comunicato stampa
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Il titolo dell'esposizione all'Arsenale di Venezia è ispirato a uno dei libri di Corto Maltese, personaggio di avventure e finzione ideato dallo scrittore veneziano e disegnatore di fumetti, Hugo Pratt. Corto impersona il mito del viaggiatore romantico, indipendente, sempre propenso al caso e al rischio, che attraversa ogni sorta di frontiera per costruire il proprio destino.
Considerare un personaggio di finzione come fonte d'ispirazione, è un modo per affermare che l'arte è una costruzione dell'immaginario e che le fantasie ci aiutano a capire meglio la realtà. Nella barocca condizione odierna viviamo un dramma e un paradosso: crediamo ancora nella necessità della ragione, dell'illustrazione e dell'utopia, ma siamo stati trasformati nei suoi più feroci critici dalle nuove posizioni post-coloniali di razza e di genere. Passione e malinconia, fiducia e disperazione, piacere e colpa procedono mano nella mano nell'avvicinamento critico al mondo in cui viviamo.
L'arte è una lotta nell'ordine simbolico e i creatori più considerevoli sono coloro che aprono nuove prospettive per la trasformazione linguistica, sociale e ideologica. Oggi, interrogarsi sull'autonomia dell'arte e portare l'estetica nella vita quotidiana è parte di un'ininterrotta dilatazione di confini, di un ampliamento di orizzonti che conduce oltre i modelli stabiliti. Il protagonista di avventure, il filosofo, lo scienziato, l'artista o l'organizzatore di esposizioni, cercano costantemente di scoprire nuovi territori e di creare nuove possibilità di pensiero. Questo esercizio è arduo in un mondo dove le idee, le persone e i prodotti circolano con grande velocità, dove gli artisti si mimetizzano senza fermarsi, e dove le istituzioni lavorano la cultura come un'industria di franchising, e dove il marketing è la principale metodologia di azione. Perciò, nel traffico incessante di messaggi, una delle funzioni fondamentali del curatore è diminuire il frastuono, assegnare valore e organizzare sintassi e discorsi che ne delineino il significato.
Il concetto di traffico è essenziale per lo sviluppo sociale: significa movimento e scambio nell'economia sociale e politica come in quella libidinale o espositiva. La traduzione e la interpretazione sono essenziali nei passaggi interculturali e in modo particolare nelle esposizioni globali come le biennali. Attraverso la sua lunga storia, la Biennale di Venezia si è trasformata nell'epicentro, nel contesto privilegiato per la confluenza di artisti provenienti da diversi contesti geopolitici e culturali.
Offrendosi come possibilità di analisi del concetto d'internazionalità e disegnando le topografie contemporanee dell'alterità, la Biennale è un'occasione unica per inventare nuove forme di vicinanza tra artisti, discipline e pubblico.
In questo contesto, l'esposizione Sempre un po' più lontano è una verifica per presentare artisti e tendenze estetiche di rilievo all'inizio del terzo millennio. La visita all'Arsenale si propone come un viaggio frammentario, come una drammaturgia soggettiva e appassionata per scoprire le zone di luce e oscurità del nostro convulso mondo. Questo cammino vuole aiutare a disegnare le linee più significative presenti nella produzione artistica contemporanea e dimostrare che l'arte, può essere ancora una promessa per coloro che vogliono imbarcarsi in quel tipo di viaggio per il quale Deleuze adottò il lemma proustiano: il vero sognatore è quello che esce con l'intenzione di verificare qualcosa.
Rosa Martínez
Febbraio 2005
Considerare un personaggio di finzione come fonte d'ispirazione, è un modo per affermare che l'arte è una costruzione dell'immaginario e che le fantasie ci aiutano a capire meglio la realtà. Nella barocca condizione odierna viviamo un dramma e un paradosso: crediamo ancora nella necessità della ragione, dell'illustrazione e dell'utopia, ma siamo stati trasformati nei suoi più feroci critici dalle nuove posizioni post-coloniali di razza e di genere. Passione e malinconia, fiducia e disperazione, piacere e colpa procedono mano nella mano nell'avvicinamento critico al mondo in cui viviamo.
L'arte è una lotta nell'ordine simbolico e i creatori più considerevoli sono coloro che aprono nuove prospettive per la trasformazione linguistica, sociale e ideologica. Oggi, interrogarsi sull'autonomia dell'arte e portare l'estetica nella vita quotidiana è parte di un'ininterrotta dilatazione di confini, di un ampliamento di orizzonti che conduce oltre i modelli stabiliti. Il protagonista di avventure, il filosofo, lo scienziato, l'artista o l'organizzatore di esposizioni, cercano costantemente di scoprire nuovi territori e di creare nuove possibilità di pensiero. Questo esercizio è arduo in un mondo dove le idee, le persone e i prodotti circolano con grande velocità, dove gli artisti si mimetizzano senza fermarsi, e dove le istituzioni lavorano la cultura come un'industria di franchising, e dove il marketing è la principale metodologia di azione. Perciò, nel traffico incessante di messaggi, una delle funzioni fondamentali del curatore è diminuire il frastuono, assegnare valore e organizzare sintassi e discorsi che ne delineino il significato.
Il concetto di traffico è essenziale per lo sviluppo sociale: significa movimento e scambio nell'economia sociale e politica come in quella libidinale o espositiva. La traduzione e la interpretazione sono essenziali nei passaggi interculturali e in modo particolare nelle esposizioni globali come le biennali. Attraverso la sua lunga storia, la Biennale di Venezia si è trasformata nell'epicentro, nel contesto privilegiato per la confluenza di artisti provenienti da diversi contesti geopolitici e culturali.
Offrendosi come possibilità di analisi del concetto d'internazionalità e disegnando le topografie contemporanee dell'alterità, la Biennale è un'occasione unica per inventare nuove forme di vicinanza tra artisti, discipline e pubblico.
In questo contesto, l'esposizione Sempre un po' più lontano è una verifica per presentare artisti e tendenze estetiche di rilievo all'inizio del terzo millennio. La visita all'Arsenale si propone come un viaggio frammentario, come una drammaturgia soggettiva e appassionata per scoprire le zone di luce e oscurità del nostro convulso mondo. Questo cammino vuole aiutare a disegnare le linee più significative presenti nella produzione artistica contemporanea e dimostrare che l'arte, può essere ancora una promessa per coloro che vogliono imbarcarsi in quel tipo di viaggio per il quale Deleuze adottò il lemma proustiano: il vero sognatore è quello che esce con l'intenzione di verificare qualcosa.
Rosa Martínez
Febbraio 2005
10
giugno 2005
51 Biennale. Sempre un po’ più lontano
Dal 10 giugno al 06 novembre 2005
arte contemporanea
Location
ARSENALE
Venezia, Campo Della Tana (Castello), (Venezia)
Venezia, Campo Della Tana (Castello), (Venezia)
Editore
MARSILIO
Autore
Curatore