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Imma Indaco – La casa delle belle addormentate
tre opere di grandi dimensioni, grisaille realizzate a carboncino che scandiscono il percorso espositivo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il titolo della mostra deriva da un romanzo di Yasunari Kawabata,
autore de “La casa delle belle addormentate”, raffinato racconto
erotico incentrato sulle visite del vecchio Eguchi ad un inconsueto
postribolo i cui ospiti possono passare le notti con giovanissime donne
stordite da un narcotico.
Di lì l’ispirazione per tre opere di grandi dimensioni, grisaille
realizzate a carboncino che scandiscono il percorso espositivo.
Le opere di Imma Indaco partono sempre da uno spunto autobiografico o
da immagini tratte dal quotidiano, filtrate dalla sensibilità
dell’artista. In una delle opere della serie, ad esempio, l’artista
utilizza l’immagine di quattro modelle rubate ad una rivista di moda.
Il prelievo è reso manifesto dai nomi e dall’età delle modelle
riportato nel titolo. Simbolicamente, richiamandosi direttamente al
romanzo di Kawabata, l’artista ritrae le ragazze con gli occhi chiusi.
In “Confusion” l’immagine di un’adolescente, seduta languidamente su
una poltrona, assume un aspetto spiazzante per l’aggiunta di un paio di
baffi. L’effetto inquietante è accentuato da un pupazzetto stretto tra
le mani della ragazza che assume le sembianze di un pene.
“Imma come la ragazzina di Bill Henson” prende spunto da un’opera
dell’artista australiano. Una donna (sotto le cui sembianze si cela un
autoritratto dell’artista) è sbattuta su un letto col pube
ostentatamente manifesto. La condizione coercitiva cui la donna
soggiace è esplicitata da una cuffietta da sala operatoria.
Imma Indaco utilizza il segno per costruire l'immagine esplorandola e
mostrandone bagliori e ombre. Un lavoro introspettivo in cui le figure
appaiono tormentate dalla forza di questi flussi segnici della materia.
L’esercizio costante sul segno verso campiture monocrome fatte di
tessitura di grigi, ha portato l’artista negli anni a passare da un
tratto decisamente calcografico ad una delicata sensibilità
chiaroscurale.
Imma Indaco vive e lavora tra Napoli e Milano.
autore de “La casa delle belle addormentate”, raffinato racconto
erotico incentrato sulle visite del vecchio Eguchi ad un inconsueto
postribolo i cui ospiti possono passare le notti con giovanissime donne
stordite da un narcotico.
Di lì l’ispirazione per tre opere di grandi dimensioni, grisaille
realizzate a carboncino che scandiscono il percorso espositivo.
Le opere di Imma Indaco partono sempre da uno spunto autobiografico o
da immagini tratte dal quotidiano, filtrate dalla sensibilità
dell’artista. In una delle opere della serie, ad esempio, l’artista
utilizza l’immagine di quattro modelle rubate ad una rivista di moda.
Il prelievo è reso manifesto dai nomi e dall’età delle modelle
riportato nel titolo. Simbolicamente, richiamandosi direttamente al
romanzo di Kawabata, l’artista ritrae le ragazze con gli occhi chiusi.
In “Confusion” l’immagine di un’adolescente, seduta languidamente su
una poltrona, assume un aspetto spiazzante per l’aggiunta di un paio di
baffi. L’effetto inquietante è accentuato da un pupazzetto stretto tra
le mani della ragazza che assume le sembianze di un pene.
“Imma come la ragazzina di Bill Henson” prende spunto da un’opera
dell’artista australiano. Una donna (sotto le cui sembianze si cela un
autoritratto dell’artista) è sbattuta su un letto col pube
ostentatamente manifesto. La condizione coercitiva cui la donna
soggiace è esplicitata da una cuffietta da sala operatoria.
Imma Indaco utilizza il segno per costruire l'immagine esplorandola e
mostrandone bagliori e ombre. Un lavoro introspettivo in cui le figure
appaiono tormentate dalla forza di questi flussi segnici della materia.
L’esercizio costante sul segno verso campiture monocrome fatte di
tessitura di grigi, ha portato l’artista negli anni a passare da un
tratto decisamente calcografico ad una delicata sensibilità
chiaroscurale.
Imma Indaco vive e lavora tra Napoli e Milano.
07
giugno 2005
Imma Indaco – La casa delle belle addormentate
Dal 07 giugno al 15 settembre 2005
arte contemporanea
Location
CHANGING ROLE – PROJECT ROOM
Napoli, Via Chiatamone, 34, (Napoli)
Napoli, Via Chiatamone, 34, (Napoli)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 10-13,30 e 17-20 (chiuso dal 30 luglio al 6 settembre)
Vernissage
7 Giugno 2005, ore 19,30
Autore