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Germán Portal
La sua pittura è stata esposta per la prima volta nel 2000. Si presenta a Venezia con lavori recenti. Il suo lavoro – una appassionata difesa della pittura – viene presentato in anteprima per l’Italia
Comunicato stampa
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Germán Portal (spagnolo, nato a Montevideo, Uruguay, 1979) vive e lavora a Barcellona. La sua pittura è stata esposta per la prima volta nel 2000. Si presenta a Venezia con lavori recenti. Il suo lavoro – una appassionata difesa della pittura – viene presentato in anteprima per l’Italia.
Negli antichi anditi del convento benedettino di S.Giorgio, la pittura di Portal presenta una riflessione sul ruolo della pittura nel tempo presente, attraverso la rivisitazione di antiche forme (gli stendardi) o addirittura la copia dall’antico. Nelle parole dell’artista: “l’insieme dei lavori ha un carattere edificante e di revisione. E’ il risultato di una investigazione e ricerca su un sistema di referenze”. Questa ricerca di referenze estetiche e culturali, costruisce un sistema di complesse relazioni interne all’opera dell’autore e di relazione con il corpo dell’arte più in generale. Le opere sono raggruppate secondo unità tematiche:
§ STANDARD Il titolo dato a questo gruppo di lavori si riferisce alla sua forma di presentazione. Si tratta di tele che adottano la forma di uno stendardo, un gagliardetto o un arazzo. La pittura adotta la forma di un “falso”. Potrebbe trattarsi anche del contrario, ovvero, dell’ originale. In questo gruppo di opere c’è una simpatia per la forma di rappresentazione usata in altre pratiche artistiche. In ogni caso c’è una manifesta importanza data alla essenza formale in detrimento della concettuale. In definitiva, quest’ ultima, non và al di là dei limiti della pittura.
§ REFERENCIA Le referenze (questa stessa parola serve come titolo per la maggioranza delle opere) sono diverse, tanto estetiche come culturali, da bandiere e stendardi di uso civile e militare di diverse epoche.
§ SESIONES ha un intenzione di creare sequenze su un argomento concreto. Appare, in tutti i lavori, uno sfondo del mondo del Vicino Oriente attraverso scene della vita contemporanea. C’è un interesse per l’arabesco, come mezzo per affrontare i soggetti rappresentati. Non c’è intenzione di generare discorsi sociali nè politici. La scelta casuale (e “personale”) dell’argomento, viene dalla ricerca nell’ immaginario collettivo e individuale, come occorre nell’ caso dell’ Howitzer’s tapestry (Arazzo dell’obice). In Untitled#1,2 la pittura presenta una trasformazione dalla calligrafia al nulla.
§ FIGURA/COPY (Don Sebastián de Morra) Questa serie di lavori presenta una investigazione formale sulla figura. S’impostano come differenti visioni di una stessa forma, la figura umana. Anche qui si dovrebbe accennare ad una ricerca di referenze, in questo caso nella pittura classica e contemporanea. In mostra è una copia di un’opera di un maestro della pittura: Don Sebastián de Morra, di Velázquez. La scelta viene da un interesse “personale” ed estetico. La copia pretende costituire un genere o sub-genere, dove primeggia il recupero dello spirito dell’ originale al di sopra della ripetizione della forma. C’è, soprattutto, una intenzione di aggiornare l’originale nell’ essenza formale della copia, più che una rivisita o nuova versione del modello. Il ritratto di un nano buffone, va alla ricerca del singolare (quasi grottesco), il “reale” inteso come cronaca o documento di un fatto, una situazione o un atto.
La mostra è prodotta da Nuova Icona in collaborazione con l’associazione Plug e l’Abbazia di San Giorgio Maggiore, Venezia.
(IN COINCIDENZA CON LA 51a BIENNALE DI VENEZIA)
Negli antichi anditi del convento benedettino di S.Giorgio, la pittura di Portal presenta una riflessione sul ruolo della pittura nel tempo presente, attraverso la rivisitazione di antiche forme (gli stendardi) o addirittura la copia dall’antico. Nelle parole dell’artista: “l’insieme dei lavori ha un carattere edificante e di revisione. E’ il risultato di una investigazione e ricerca su un sistema di referenze”. Questa ricerca di referenze estetiche e culturali, costruisce un sistema di complesse relazioni interne all’opera dell’autore e di relazione con il corpo dell’arte più in generale. Le opere sono raggruppate secondo unità tematiche:
§ STANDARD Il titolo dato a questo gruppo di lavori si riferisce alla sua forma di presentazione. Si tratta di tele che adottano la forma di uno stendardo, un gagliardetto o un arazzo. La pittura adotta la forma di un “falso”. Potrebbe trattarsi anche del contrario, ovvero, dell’ originale. In questo gruppo di opere c’è una simpatia per la forma di rappresentazione usata in altre pratiche artistiche. In ogni caso c’è una manifesta importanza data alla essenza formale in detrimento della concettuale. In definitiva, quest’ ultima, non và al di là dei limiti della pittura.
§ REFERENCIA Le referenze (questa stessa parola serve come titolo per la maggioranza delle opere) sono diverse, tanto estetiche come culturali, da bandiere e stendardi di uso civile e militare di diverse epoche.
§ SESIONES ha un intenzione di creare sequenze su un argomento concreto. Appare, in tutti i lavori, uno sfondo del mondo del Vicino Oriente attraverso scene della vita contemporanea. C’è un interesse per l’arabesco, come mezzo per affrontare i soggetti rappresentati. Non c’è intenzione di generare discorsi sociali nè politici. La scelta casuale (e “personale”) dell’argomento, viene dalla ricerca nell’ immaginario collettivo e individuale, come occorre nell’ caso dell’ Howitzer’s tapestry (Arazzo dell’obice). In Untitled#1,2 la pittura presenta una trasformazione dalla calligrafia al nulla.
§ FIGURA/COPY (Don Sebastián de Morra) Questa serie di lavori presenta una investigazione formale sulla figura. S’impostano come differenti visioni di una stessa forma, la figura umana. Anche qui si dovrebbe accennare ad una ricerca di referenze, in questo caso nella pittura classica e contemporanea. In mostra è una copia di un’opera di un maestro della pittura: Don Sebastián de Morra, di Velázquez. La scelta viene da un interesse “personale” ed estetico. La copia pretende costituire un genere o sub-genere, dove primeggia il recupero dello spirito dell’ originale al di sopra della ripetizione della forma. C’è, soprattutto, una intenzione di aggiornare l’originale nell’ essenza formale della copia, più che una rivisita o nuova versione del modello. Il ritratto di un nano buffone, va alla ricerca del singolare (quasi grottesco), il “reale” inteso come cronaca o documento di un fatto, una situazione o un atto.
La mostra è prodotta da Nuova Icona in collaborazione con l’associazione Plug e l’Abbazia di San Giorgio Maggiore, Venezia.
(IN COINCIDENZA CON LA 51a BIENNALE DI VENEZIA)
02
giugno 2005
Germán Portal
Dal 02 giugno al 16 luglio 2005
giovane arte
Location
BASILICA DI SAN GIORGIO MAGGIORE
Venezia, Giudecca-isola Di San Giorgio, (VENEZIA)
Venezia, Giudecca-isola Di San Giorgio, (VENEZIA)
Orario di apertura
tutti i giorni 9/12,30 e 14/19
Vernissage
2 Giugno 2005, ore 19,30
Sito web
www.nuovaicona.org
Autore
Curatore