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Enrico Minato – Aquarium
Il progetto, pensato per Sala Celio, dell’artista trevigiano Enrico Minato (1960) è da subito un atto di coscienza e di sensibilizzazione rispetto alla problematica urgente dell’inquinamento ambientale; ma di fatto risulta essere anche un progetto sul paesaggio
Comunicato stampa
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Aquarium
Una mostra di Enrico Minato
Il progetto, pensato per Sala Celio, dell’artista trevigiano Enrico Minato (1960) è da subito un atto di coscienza e di sensibilizzazione rispetto alla problematica urgente dell’inquinamento ambientale; ma di fatto risulta essere anche un progetto sul paesaggio.
Qual è il nostro paesaggio quotidiano? Quale la nostra percezione della natura? E quale rapporto esiste tra noi e il mondo animale?
In effetti vediamo più pesci inscatolati di quanti non ne vediamo di vivi e, addirittura capita, che le scuole delle grande aree metropolitane debbano organizzare gite scolastiche nelle fattorie per far vedere ai giovanissimi gli animali che, talvolta, vedono dal vivo per la prima volta.
Il paesaggio quotidiano di una larga parte della popolazione dei paesi industrializzati non è certo quello della campagna, ma sempre più quello dell’ipermercato, del centro commerciale (vera piazza moderna e meta sostitutiva della scampagnata domenicale), dello scaffale e del packaging dei prodotti industriali.
Dunque l’acquario non è solo l’habitat naturale violato, popolato di pesci che hanno i colori affascinanti di quelli tropicali ma l’occhio di bambola e la forma di scatole schiacciate; non è solo il paesaggio invaso dall’immondizia dell’epoca del consumismo sfrenato. L’acquario è anche il nostro habitat, scatola nella quale siamo rinchiusi stretti come sardine, che impedisce di guardar oltre il naso; specchio d’acqua immobile nel quale ci rispecchiamo, pesci immobili immersi nel traffico cittadino congestionato o a far la fila alle casse dei supermercati.
Il linguaggio di Minato si muove su due livelli, visivo e semantico, che si intrecciano e si sciolgono in un movimento oscillatorio continuo, in cui l’opera diventa crocevia e opportunità di scelta di autonomi percorsi di ricostruzione e di soluzione.
Biografia
Nato a Fonte (TV) nel 1960, vive e lavora a Crespano del Grappa, Treviso. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dal 1980 ha partecipato a una sessantina di esposizioni e ha messo in scena più di 40 performance, in Italia e all’estero: a Bolzano, Venezia, Brescia, Treviso, Padova, Vicenza, al Museo Casabianca di Malo, a Bologna, Belluno, alla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, in Croazia, in Germania, a Parigi, in Francia, nella Repubblica Ceca, in Tunisia.
La sua ricerca, tra la poesia visiva e la performance, l’installazione e il video, si avvale dell’uso costante e attento dell’ironia per ricreare meccanismi di riflessione e piccoli sfasamenti di senso del quotidiano.
Una mostra di Enrico Minato
Il progetto, pensato per Sala Celio, dell’artista trevigiano Enrico Minato (1960) è da subito un atto di coscienza e di sensibilizzazione rispetto alla problematica urgente dell’inquinamento ambientale; ma di fatto risulta essere anche un progetto sul paesaggio.
Qual è il nostro paesaggio quotidiano? Quale la nostra percezione della natura? E quale rapporto esiste tra noi e il mondo animale?
In effetti vediamo più pesci inscatolati di quanti non ne vediamo di vivi e, addirittura capita, che le scuole delle grande aree metropolitane debbano organizzare gite scolastiche nelle fattorie per far vedere ai giovanissimi gli animali che, talvolta, vedono dal vivo per la prima volta.
Il paesaggio quotidiano di una larga parte della popolazione dei paesi industrializzati non è certo quello della campagna, ma sempre più quello dell’ipermercato, del centro commerciale (vera piazza moderna e meta sostitutiva della scampagnata domenicale), dello scaffale e del packaging dei prodotti industriali.
Dunque l’acquario non è solo l’habitat naturale violato, popolato di pesci che hanno i colori affascinanti di quelli tropicali ma l’occhio di bambola e la forma di scatole schiacciate; non è solo il paesaggio invaso dall’immondizia dell’epoca del consumismo sfrenato. L’acquario è anche il nostro habitat, scatola nella quale siamo rinchiusi stretti come sardine, che impedisce di guardar oltre il naso; specchio d’acqua immobile nel quale ci rispecchiamo, pesci immobili immersi nel traffico cittadino congestionato o a far la fila alle casse dei supermercati.
Il linguaggio di Minato si muove su due livelli, visivo e semantico, che si intrecciano e si sciolgono in un movimento oscillatorio continuo, in cui l’opera diventa crocevia e opportunità di scelta di autonomi percorsi di ricostruzione e di soluzione.
Biografia
Nato a Fonte (TV) nel 1960, vive e lavora a Crespano del Grappa, Treviso. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dal 1980 ha partecipato a una sessantina di esposizioni e ha messo in scena più di 40 performance, in Italia e all’estero: a Bolzano, Venezia, Brescia, Treviso, Padova, Vicenza, al Museo Casabianca di Malo, a Bologna, Belluno, alla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, in Croazia, in Germania, a Parigi, in Francia, nella Repubblica Ceca, in Tunisia.
La sua ricerca, tra la poesia visiva e la performance, l’installazione e il video, si avvale dell’uso costante e attento dell’ironia per ricreare meccanismi di riflessione e piccoli sfasamenti di senso del quotidiano.
20
maggio 2005
Enrico Minato – Aquarium
Dal 20 maggio al 05 giugno 2005
arte contemporanea
Location
SALA CELIO
Rovigo, Via Lodovico Ricchieri, 8, (Rovigo)
Rovigo, Via Lodovico Ricchieri, 8, (Rovigo)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 10-12.30 e 17.30-19.30. Festivi 17.30-19.30
Vernissage
20 Maggio 2005, ore 19
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