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Costume e società. Gli anni Sessanta
La mostra è suddivisa in sezioni vanno dalla musica alla moda, dal design alla grafica, con oggetti culto tipici del periodo, giornali, riviste, fumetti, ritratti famosi come una preziosa serigrafia di Andy Warhol, e immagini e fotografie della Riva anni ’60
Comunicato stampa
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Gli anni Sessanta segnano l’inizio di una trasformazione profonda nel tessuto culturale della società italiana. Un’ondata di vitalità e spregiudicatezza, uno spirito di rivolta, di dissacrazione, di profanazione investono la letteratura, l’arte, le scienze, il cinema, il teatro. Ed è proprio attorno a questo carattere mobile ed inafferrabile che si articola la mostra dedicata ai favolosi anni Sessanta, scaturita da una collaborazione tra il Museo Civico e il Museo Storico in Trento che ha recentemente acquisito l’archivio di Gigliola Cinguetti.
La mostra è suddivisa in sezioni vanno dalla musica alla moda, dal design alla grafica, con oggetti culto tipici del periodo, giornali, riviste, fumetti, ritratti famosi come una preziosa serigrafia di Andy Warhol, e immagini e fotografie della Riva anni ’60.
Ma cosa furono in realtà gli anni Sessanta? Furono gli anni del boom e del cambiamento; la guerra europea stava ormai alle spalle, anche se la nuova frontiera kennediana incespicava nel Vietnam e a Cuba in un sogno di giustizia che scoloriva neonato con la morte di Martin Luther King. La provincia italiana girava in Vespa e in Cinquecento, dava vita all’impegno civile e femminista, cercava di emulare i modelli del mito americano e anglosassone, quelli della moda, del rock'n'roll di Presley. Erano gli anni dei figli dei fiori e della minigonna di Mary Quaint, di Andy Warhol e della Pop Art, della musica nostrana che accanto ad una Cinquetti o a un più irriverente Celentano metteva in onda le note innovative e globali dei Beatles, di Hendrix e dei Rolling Stones. Erano anche gli anni della tecnica e del primo uomo che posava il suo piede sulla luna.
Anche a Riva si andava in Via Veneto: ci si incontrava alla Spiaggia degli Olivi, alla Conca d’Oro, al Moulin Rouge, al più popolare Rosengarten, nei locali dei riti di allora. La radio Brionvega e la televisione in bianconero diffondevano la musica di Morandi e dei complessi amati dai giovani: i gruppi capelluti che giungevano sulla riva trentina del Garda per proporre gli entusiasmi dei motivi più in voga.
Era il momento delle miss e della Fender, di Castiglioni e Pininfarina, di Joan Baez e delle prime contestazioni, delle riviste patinate e delle muse effimere del Piper; gli anni più ingenui e nostrani documentati dalla fotografia dei fratelli Speziali o di Enrico Biatel, quelli della grafica pubblicitaria al neon, di una città più giovane che ospitava i propositi e i sogni del cambiamento.
ESPOSIZIONE
La mostra proposta dal Museo Civico, in collaborazione con il Museo Storico in Trento, offre alcuni spunti di questi anni ritenuti ruggenti, coniugando la complessa e articolata cultura del periodo con quella di un territorio attento alle trasformazioni. Potremo ammirare alcuni pezzi unici come una serigrafia di Marilyn siglata Andy Warhol, uno dei tipici collage di Rotella, alcuni vestiti che Gigliola Cinguetti indossò negli anni ’60 al Festival di Sanremo, fotografie dell’epoca provenienti dagli archivi Biatel, Chemolli, Speziali che documentarono la frequentazione di miss e personaggi famosi nella Riva degli anni Sessanta.
Costume e società. Gli anni Sessanta si completa di una serie di eventi collaterali (rassegna cinematografica estiva curata da Gianluigi Bozza, raduno di Vespe e Lambrette, ecc.) che si articoleranno durante l’estate.
IL MUSEO STORICO IN TRENTO
La collaborazione con il Museo Storico si completerà con un secondo momento espositivo a Trento. Nei mesi di ottobre e novembre è in programma una mostra temporanea dal titolo: Anni Sessanta. Intorno all’archivio di Gigliola Cinguetti (14 ottobre – 20 novembre 2005) e un seminario internazionale che partirà dalle 150.000 lettere di fans, donate in anni recenti dalla cantante al Museo Storico in Trento, per compiere una riflessione sulla società e sul costume degli anni Sessanta in Italia e in Europa.
VIDEOINSTALLAZIONE DI FRANCESCO DAL BOSCO
Cultura e società. Gli anni Sessanta sarà arricchita da una videoinstallazione curata da Francesco Dal Bosco.
Dal Bosco nasce a Trento 1955. Nel 1972 fonda a Trento, con Flavio Pedrotti, la rivista di poesia “23!”, che esce fino al 1975. Dal 1976 al 1982 produce e interpreta con Fabrizio Varesco numerosi spettacoli di teatro sperimentale, film e video, con rappresentazioni in Italia e all’estero. In seguito continua a lavorare nel cinema come regista e sceneggiatore. È tra i fondatori della cooperativa “Missione Impossibile”, con sede a Roma. Questa associazione organizza la rassegna “Ladri di cinema”, nel 1982, al Centro Palatino di Roma, con la partecipazione, tra gli altri, dei registi Bernardo Bertolucci, Michael Cimino, Elia Kazan, Andreij Tarkowskij e Win Wenders.
Nel 1982 realizza il lungometraggio La notte che vola, presentato ai festival di Salsomaggiore, Rotterdam e Film Maker di Milano, dove vince il premio per il miglio film di ricerca. Nel 1985 e nel 1988 vince il premio Film Maker per la sceneggiatura. Nel 1987 realizza un video con il poeta americano Gregory Corso, prodotto e trasmesso da Rai 2. Nel 1992 la Mostra del cinema di Venezia presenta il film La camera da letto, dall’omonimo libro di Attilio Bertolucci, diretto a quattro mani con il regista Stefano Consiglio. Nel 1994, la Mostra del cinema di Venezia presenta il video 23 Songs from the home, realizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Toronto. Esce nello stesso anno il volume in edizione limitata, realizzato con l’artista Sandro Ristori, dal titolo Il ventilatore si sveglia. Sta attualmente lavorando ad un libro sul regista Dario Argento (Pratiche editrice, Parma) e a due progetti cinematografici: il video Liston/Palermo e il lungometraggio Commesso viaggiatore. Con questa sua opera prima, prodotta e sceneggiata insieme al regista Daniele Costantini, ha partecipato nel 2001 al festival di Berlino, nella sezione Forum.
La mostra è suddivisa in sezioni vanno dalla musica alla moda, dal design alla grafica, con oggetti culto tipici del periodo, giornali, riviste, fumetti, ritratti famosi come una preziosa serigrafia di Andy Warhol, e immagini e fotografie della Riva anni ’60.
Ma cosa furono in realtà gli anni Sessanta? Furono gli anni del boom e del cambiamento; la guerra europea stava ormai alle spalle, anche se la nuova frontiera kennediana incespicava nel Vietnam e a Cuba in un sogno di giustizia che scoloriva neonato con la morte di Martin Luther King. La provincia italiana girava in Vespa e in Cinquecento, dava vita all’impegno civile e femminista, cercava di emulare i modelli del mito americano e anglosassone, quelli della moda, del rock'n'roll di Presley. Erano gli anni dei figli dei fiori e della minigonna di Mary Quaint, di Andy Warhol e della Pop Art, della musica nostrana che accanto ad una Cinquetti o a un più irriverente Celentano metteva in onda le note innovative e globali dei Beatles, di Hendrix e dei Rolling Stones. Erano anche gli anni della tecnica e del primo uomo che posava il suo piede sulla luna.
Anche a Riva si andava in Via Veneto: ci si incontrava alla Spiaggia degli Olivi, alla Conca d’Oro, al Moulin Rouge, al più popolare Rosengarten, nei locali dei riti di allora. La radio Brionvega e la televisione in bianconero diffondevano la musica di Morandi e dei complessi amati dai giovani: i gruppi capelluti che giungevano sulla riva trentina del Garda per proporre gli entusiasmi dei motivi più in voga.
Era il momento delle miss e della Fender, di Castiglioni e Pininfarina, di Joan Baez e delle prime contestazioni, delle riviste patinate e delle muse effimere del Piper; gli anni più ingenui e nostrani documentati dalla fotografia dei fratelli Speziali o di Enrico Biatel, quelli della grafica pubblicitaria al neon, di una città più giovane che ospitava i propositi e i sogni del cambiamento.
ESPOSIZIONE
La mostra proposta dal Museo Civico, in collaborazione con il Museo Storico in Trento, offre alcuni spunti di questi anni ritenuti ruggenti, coniugando la complessa e articolata cultura del periodo con quella di un territorio attento alle trasformazioni. Potremo ammirare alcuni pezzi unici come una serigrafia di Marilyn siglata Andy Warhol, uno dei tipici collage di Rotella, alcuni vestiti che Gigliola Cinguetti indossò negli anni ’60 al Festival di Sanremo, fotografie dell’epoca provenienti dagli archivi Biatel, Chemolli, Speziali che documentarono la frequentazione di miss e personaggi famosi nella Riva degli anni Sessanta.
Costume e società. Gli anni Sessanta si completa di una serie di eventi collaterali (rassegna cinematografica estiva curata da Gianluigi Bozza, raduno di Vespe e Lambrette, ecc.) che si articoleranno durante l’estate.
IL MUSEO STORICO IN TRENTO
La collaborazione con il Museo Storico si completerà con un secondo momento espositivo a Trento. Nei mesi di ottobre e novembre è in programma una mostra temporanea dal titolo: Anni Sessanta. Intorno all’archivio di Gigliola Cinguetti (14 ottobre – 20 novembre 2005) e un seminario internazionale che partirà dalle 150.000 lettere di fans, donate in anni recenti dalla cantante al Museo Storico in Trento, per compiere una riflessione sulla società e sul costume degli anni Sessanta in Italia e in Europa.
VIDEOINSTALLAZIONE DI FRANCESCO DAL BOSCO
Cultura e società. Gli anni Sessanta sarà arricchita da una videoinstallazione curata da Francesco Dal Bosco.
Dal Bosco nasce a Trento 1955. Nel 1972 fonda a Trento, con Flavio Pedrotti, la rivista di poesia “23!”, che esce fino al 1975. Dal 1976 al 1982 produce e interpreta con Fabrizio Varesco numerosi spettacoli di teatro sperimentale, film e video, con rappresentazioni in Italia e all’estero. In seguito continua a lavorare nel cinema come regista e sceneggiatore. È tra i fondatori della cooperativa “Missione Impossibile”, con sede a Roma. Questa associazione organizza la rassegna “Ladri di cinema”, nel 1982, al Centro Palatino di Roma, con la partecipazione, tra gli altri, dei registi Bernardo Bertolucci, Michael Cimino, Elia Kazan, Andreij Tarkowskij e Win Wenders.
Nel 1982 realizza il lungometraggio La notte che vola, presentato ai festival di Salsomaggiore, Rotterdam e Film Maker di Milano, dove vince il premio per il miglio film di ricerca. Nel 1985 e nel 1988 vince il premio Film Maker per la sceneggiatura. Nel 1987 realizza un video con il poeta americano Gregory Corso, prodotto e trasmesso da Rai 2. Nel 1992 la Mostra del cinema di Venezia presenta il film La camera da letto, dall’omonimo libro di Attilio Bertolucci, diretto a quattro mani con il regista Stefano Consiglio. Nel 1994, la Mostra del cinema di Venezia presenta il video 23 Songs from the home, realizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Toronto. Esce nello stesso anno il volume in edizione limitata, realizzato con l’artista Sandro Ristori, dal titolo Il ventilatore si sveglia. Sta attualmente lavorando ad un libro sul regista Dario Argento (Pratiche editrice, Parma) e a due progetti cinematografici: il video Liston/Palermo e il lungometraggio Commesso viaggiatore. Con questa sua opera prima, prodotta e sceneggiata insieme al regista Daniele Costantini, ha partecipato nel 2001 al festival di Berlino, nella sezione Forum.
20
maggio 2005
Costume e società. Gli anni Sessanta
Dal 20 maggio al 30 ottobre 2005
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MAG MUSEO ALTO GARDA – MUSEO RIVA DEL GARDA
Riva Del Garda, Piazza Cesare Battisti, 3a, (Trento)
Riva Del Garda, Piazza Cesare Battisti, 3a, (Trento)
Biglietti
intero 3 Euro, gratuito fino a 10 anni, ridotto 1,50 Euro fino a 18 e oltre i 65 anni, formula famiglia 6 Euro, gruppi 2 Euro
Orario di apertura
10.00-18.00; chiusura lunedì fino al 12 giugno e nei mesi di settembre e ottobre; dal 13 giugno al 29 agosto è aperto tutti i giorni
Vernissage
20 Maggio 2005, ore 18
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