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Erika
La prima mostra nasce da un episodio, quello di Erika, la nave di una compagnia di copertura maltese con equipaggio indiano che compie il suo ultimo viaggio nel trasporto di ventiduemila tonnellate di nafta della TotalFina francese, da Dunkerque a una centrale elettrica di Livorno
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Ex portineria dell'ottocentesca villa Chayers, demolita negli anni cinquanta
per la costruzione del Grattacielo e il Palazzo Upim, il Sottopasso si
presenta al passaggio pedonale come resto edilizio. Questo spazio non
utilizzato ha ospitato le iniziative di alcuni artisti. Il primo
appuntamento e' nel 1999, da quel momento si susseguono una serie di mostre
spontanee e autorganizzate, trasformandosi in un luogo espositivo e di
sperimentazione, di incontro e di lavoro. Il prossimo capitolo si apre a
giugno con "Erika", che inaugura il primo dei 4 appuntamenti previsti per il
2005: un palinsesto affidato a curatori di diversa provenienza e formazione.
Comune punto di partenza: il sottopasso, uno spazio residuale che
volontariamente non definisce la propria identità, cambiando continuamente
la propria destinazione d'uso. Uno spazio marginale e di passaggio, un
sottopasso, appunto, dove si uniscono temporanee energie creative. Un
microcosmo nel sistema dell'arte contemporanea che si fa bandiera di una
città, Livorno, periferica e instabile rispetto a tutto ciò che avviene nei
gradi centri della cultura, ma che sa dimostrare la propria vitalità
creativa, nomade e improvvisa.
La prima mostra nasce da un episodio, quello di Erika, la nave di una
compagnia di copertura maltese con equipaggio indiano che compie il suo
ultimo viaggio nel trasporto di ventiduemila tonnellate di nafta della
TotalFina francese, da Dunkerque a una centrale elettrica di Livorno. Ma il
viaggio sarà molto più breve, perché la nave si spezza in due e affonda alle
foci della Loira, riversando in mare una massa scura e melmosa, profonda
diversi metri. L'inchiesta aperta per capire le responsabilità cade nel
vuoto, ma non solo, non si risale neanche al proprietario di Erika. L'
Europa, forse per la prima volta, si rende conto di essere avvolta dall'
ignoto. Da questa storia si costruisce la mostra. Protagonista è il mare e
"il mondo dell'acqua" che diventano "un modo per descrivere la vita
contemporanea" (William Langewiesche), le sue contraddizioni, la sua
fragilità, ma anche la sua totale libertà. Il mare, quello che va oltre la
linea di orizzonte, e' da sempre protagonista di narrazioni poetiche, ma
anche storie di conflitti tra imbarcazioni e pirati, scenario di vittime,
carnefici e intermediari. Un mondo anarchico quello dell'acqua e allo stesso
tempo spina dorsale del sistema economico mondiale. Quel mondo sregolato
rispecchia, infatti, un mito economico: niente confini, niente frontiere,
niente stati a frapporsi nel libero scambio delle merci e delle persone. Un
tripudio della globalizzazione.
Approda così a Livorno Ozmo, pirata terrestre che con un'azione site
specific per la facciata e negli spazi interni traccerà un filo rosso, trait
d'union degli altri interventi:
room_1: in "Wired under water", il video di Deborah Ligorio, una telecamera
subacquea indaga i fondali marini percorsi da una presenza anomala, un lungo
cavo della telecomunicazione attaccato dalla vegetazione marina
room_2: la barca di carta di Daniele Parrio Perra su cui sono riportate le
immagini dello sbarco dei clandestini a Lecce, giace a terra mostrando tutta
la sua drammatica fragilità. L'immagine quasi metafisica del "Sottomarino
tascabile" di Flavio Bonetti. Il relitto militare riposa fuori dal suo
contesto originario, sul prato del Civico Museo di Guerra per la Pace di
Trieste, "primo centro al mondo per la lettura e modifica del passato e del
futuro per mezzo dell'inversione del tempo quale conseguenza dello
svincolamento dallo spazio-tempo per abolire il male e la morte.".
Parallelamente scorrono le immagini del film inchiesta di Stefano Mencherini
sulla legge Bossi-Fini-Mantovano e sui Centri di permanenza temporanei. Il
documentario e' da due anni che e' sotto censura preventiva.
room_3: un virtuale moto ondoso ricostruito in 3D analizza sulle ascisse e
le ordinate di un grafico le anomale oscillazioni finanziarie. E'
"Metereopolis" di Annamaria Martena.
Per la realizzazione di Erika si ringrazia care/of di Milano e Fuoricentro
di Livorno
per la costruzione del Grattacielo e il Palazzo Upim, il Sottopasso si
presenta al passaggio pedonale come resto edilizio. Questo spazio non
utilizzato ha ospitato le iniziative di alcuni artisti. Il primo
appuntamento e' nel 1999, da quel momento si susseguono una serie di mostre
spontanee e autorganizzate, trasformandosi in un luogo espositivo e di
sperimentazione, di incontro e di lavoro. Il prossimo capitolo si apre a
giugno con "Erika", che inaugura il primo dei 4 appuntamenti previsti per il
2005: un palinsesto affidato a curatori di diversa provenienza e formazione.
Comune punto di partenza: il sottopasso, uno spazio residuale che
volontariamente non definisce la propria identità, cambiando continuamente
la propria destinazione d'uso. Uno spazio marginale e di passaggio, un
sottopasso, appunto, dove si uniscono temporanee energie creative. Un
microcosmo nel sistema dell'arte contemporanea che si fa bandiera di una
città, Livorno, periferica e instabile rispetto a tutto ciò che avviene nei
gradi centri della cultura, ma che sa dimostrare la propria vitalità
creativa, nomade e improvvisa.
La prima mostra nasce da un episodio, quello di Erika, la nave di una
compagnia di copertura maltese con equipaggio indiano che compie il suo
ultimo viaggio nel trasporto di ventiduemila tonnellate di nafta della
TotalFina francese, da Dunkerque a una centrale elettrica di Livorno. Ma il
viaggio sarà molto più breve, perché la nave si spezza in due e affonda alle
foci della Loira, riversando in mare una massa scura e melmosa, profonda
diversi metri. L'inchiesta aperta per capire le responsabilità cade nel
vuoto, ma non solo, non si risale neanche al proprietario di Erika. L'
Europa, forse per la prima volta, si rende conto di essere avvolta dall'
ignoto. Da questa storia si costruisce la mostra. Protagonista è il mare e
"il mondo dell'acqua" che diventano "un modo per descrivere la vita
contemporanea" (William Langewiesche), le sue contraddizioni, la sua
fragilità, ma anche la sua totale libertà. Il mare, quello che va oltre la
linea di orizzonte, e' da sempre protagonista di narrazioni poetiche, ma
anche storie di conflitti tra imbarcazioni e pirati, scenario di vittime,
carnefici e intermediari. Un mondo anarchico quello dell'acqua e allo stesso
tempo spina dorsale del sistema economico mondiale. Quel mondo sregolato
rispecchia, infatti, un mito economico: niente confini, niente frontiere,
niente stati a frapporsi nel libero scambio delle merci e delle persone. Un
tripudio della globalizzazione.
Approda così a Livorno Ozmo, pirata terrestre che con un'azione site
specific per la facciata e negli spazi interni traccerà un filo rosso, trait
d'union degli altri interventi:
room_1: in "Wired under water", il video di Deborah Ligorio, una telecamera
subacquea indaga i fondali marini percorsi da una presenza anomala, un lungo
cavo della telecomunicazione attaccato dalla vegetazione marina
room_2: la barca di carta di Daniele Parrio Perra su cui sono riportate le
immagini dello sbarco dei clandestini a Lecce, giace a terra mostrando tutta
la sua drammatica fragilità. L'immagine quasi metafisica del "Sottomarino
tascabile" di Flavio Bonetti. Il relitto militare riposa fuori dal suo
contesto originario, sul prato del Civico Museo di Guerra per la Pace di
Trieste, "primo centro al mondo per la lettura e modifica del passato e del
futuro per mezzo dell'inversione del tempo quale conseguenza dello
svincolamento dallo spazio-tempo per abolire il male e la morte.".
Parallelamente scorrono le immagini del film inchiesta di Stefano Mencherini
sulla legge Bossi-Fini-Mantovano e sui Centri di permanenza temporanei. Il
documentario e' da due anni che e' sotto censura preventiva.
room_3: un virtuale moto ondoso ricostruito in 3D analizza sulle ascisse e
le ordinate di un grafico le anomale oscillazioni finanziarie. E'
"Metereopolis" di Annamaria Martena.
Per la realizzazione di Erika si ringrazia care/of di Milano e Fuoricentro
di Livorno
04
giugno 2005
Erika
04 giugno 2005
arte contemporanea
Location
SOTTOPASSO
Livorno, Via Giovanni Marradi, 73, (Livorno)
Livorno, Via Giovanni Marradi, 73, (Livorno)
Vernissage
4 Giugno 2005, ore 19
Autore
Curatore