Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Filippo Chia / Lola Montes Schnabel – A Traveling Show
una personale di Filippo Chia e di Lola Montes Schnabel, entrambi figli d’arte per la prima volta presenti in mostra in Italia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 26 Maggio 2005 sarà inaugurata, presso il South Park Studio di Roma, una personale di Filippo Chia e di Lola Montes Schnabel, entrambi figli d’arte per la prima volta presenti in mostra in Italia.
La mostra presenterà il lavoro delle loro giovani vite. Due vite che si intrecciano sin dalla loro nascita e che condividono la comune necessità di lavorare e creare. L’arte è per loro come il respiro, ciò che riempie la materia e gli eventi di significato. La mostra si articolerà attraverso due serie di lavori distinti; un corpo di fotografie realizzate da Filippo Chia ed un corpo di disegni realizzato da Lola Montes Schnabel. Saranno esposte un totale di 24 opere, tutte immagini di narrativa tratta dalla vita reale. Frammenti di vita rubati dalla realtà e ora restituiti al piacere dello spettatore.
Dopo l’esposizione al South Park Studio di Roma, la mostra proseguirà per Cortona, dove si protrarrà all’interno del Tuscan Sun Festival presso Palazzo Laparelli, per un periodo di tre settimane a partire dal 13 Agosto.
Filippo Chia – Comunicato dell’artista
La fotografia è l’interpretazione di un gesto, di un attimo nel tempo e nello spazio attraverso la quale percezione si abilita l’emozione trascendentale comprensiva di ogni tempo e ogni spazio. Così come la gesticolazione è stata la più primitiva forma di comunicazione umana, così l’atto di sentire visivamente e visualizzare il sentimento è probabilmente il primo e più vitale delle capacità umane. Da questa fondamentale capacità mentale umana di comprendere attraverso l’immagine visiva proviene l’impulso di catturare e ritenere le più fondamentali emozioni che risiedono alla radice della psiche umana. La fotografia – prodotto e catalizzatore di questa capacità umana – è allo stesso tempo una lamentela del tempo ed una rivelazione che trascende i limiti imposti dal tempo.
Scorrendo attraverso le immagini esposte in mostra, veniamo introdotti all’interno di questa particolare forma di raccontare. Le 12 grandi immagini esposte, realizzate tra il 1998 e il 2005 con uno stile fotografico “noir”-documentaristico, accompagneranno lo spettatore attraverso il percorso di transizione che porta dall’infanzia alla maturità. I temi spaziano dallo studio della luce sui coppi toscani alla gretta vita di strada di New York City.
Lola Montes Schnabel – Comunicato dell’artista
”Sul lavoro di apprendistato per il sonnambulo lavorante”
L’arte è la maniera di reggere la mia forchetta. All’incontrario. Premo “rewind” dopo averlo visto e questo è quello che ottengo. E’altrettanto inevitabile come una malattia o una sorpresa. Nel mio caso è intenzionale come pestarmi il pollicione. Devo camminare e inevitabilmente mi pesto il pollicione. E’cosciente o incosciente così come questo. Non pretendo di capire, né di aver la capacità di illustrare ciò che intendo, in quanto ciò che intendo mi è soltanto chiaro quando lo vedo. Ed il fatto di non saperlo spiegare mi turba quando lo devo fare. I miei sogni sono altrettanto vivi e memorabili quanto la mia vita quotidiana. Si mischiano e si confondono ed io rispondo creando cose. Il risultato è altrettanto confuso quanto la distinzione tra il sonno e il sonnambulismo.
L’arte è per me un terreno di prova dove testare un sistema di credenze basate sull’utilizzo di me stessa come intermediaria. Utilizzo qualsiasi cosa mi capiti per le mani, qualsiasi cosa che attraversi la mia strada, qualsiasi persona, luogo o opportunità offerta da una qualsiasi materia o dalla lente di una macchina fotografica, qualsiasi suono che mi preannunci un nuovo segnale. Sono una accumulatrice di roba senza nessun’altro piano definito se non quello di procedere in questa maniera. Man mano che incontro oggetti vari, capita che caschino nel mio minestrone ed io provo a distillarli in gioielli da utilizzare nella collana del mio tempo qui, ovvero in quello che si chiama la mia vita.
Glenda la Strega buona.
Biografie
Filippo Chia è un ventiduenne laureando della New York University Tisch School of the Arts. Durante gli ultimi 8 anni si è dedicato alla documentazione della sua vita, nonché ad altri progetti documentaristici centrati soprattutto sulla città di New York. “Alamar la città dell’Hip-Hop” è un premiato documentario filmico realizzato nel 2001 sulla crescente cultura cubana della rap music. Nel 2002, l’artista si è imbarcato sul suo primo progetto documentaristico fotografico intensivo, “L’America”, il quale documenta la vita degli italo-americani a New York City. Le sue fotografie mostrano e definiscono la visione di un giovane uomo che osserva con occhio critico il mondo che lo circonda, scavando sotto la superficie dell’ordinario per scoprire l’innato dramma e la tensione che risiedono al cuore dei momenti persino più consueti.
Lola Montes Schnabel viene al mondo alle 10:10 del 30 Agosto, 1981 nell’ospedale di Beth Israel. Studentessa ventitreenne presso il Cooper Union School of Art di New York City. Dedica le sue energie al disegno, alla pittura, al film, alla fotografia ed all’incisione e sin dalla più tenera età all’incessante esplorazione, progressione e miglioramento di se stessa.
La mostra presenterà il lavoro delle loro giovani vite. Due vite che si intrecciano sin dalla loro nascita e che condividono la comune necessità di lavorare e creare. L’arte è per loro come il respiro, ciò che riempie la materia e gli eventi di significato. La mostra si articolerà attraverso due serie di lavori distinti; un corpo di fotografie realizzate da Filippo Chia ed un corpo di disegni realizzato da Lola Montes Schnabel. Saranno esposte un totale di 24 opere, tutte immagini di narrativa tratta dalla vita reale. Frammenti di vita rubati dalla realtà e ora restituiti al piacere dello spettatore.
Dopo l’esposizione al South Park Studio di Roma, la mostra proseguirà per Cortona, dove si protrarrà all’interno del Tuscan Sun Festival presso Palazzo Laparelli, per un periodo di tre settimane a partire dal 13 Agosto.
Filippo Chia – Comunicato dell’artista
La fotografia è l’interpretazione di un gesto, di un attimo nel tempo e nello spazio attraverso la quale percezione si abilita l’emozione trascendentale comprensiva di ogni tempo e ogni spazio. Così come la gesticolazione è stata la più primitiva forma di comunicazione umana, così l’atto di sentire visivamente e visualizzare il sentimento è probabilmente il primo e più vitale delle capacità umane. Da questa fondamentale capacità mentale umana di comprendere attraverso l’immagine visiva proviene l’impulso di catturare e ritenere le più fondamentali emozioni che risiedono alla radice della psiche umana. La fotografia – prodotto e catalizzatore di questa capacità umana – è allo stesso tempo una lamentela del tempo ed una rivelazione che trascende i limiti imposti dal tempo.
Scorrendo attraverso le immagini esposte in mostra, veniamo introdotti all’interno di questa particolare forma di raccontare. Le 12 grandi immagini esposte, realizzate tra il 1998 e il 2005 con uno stile fotografico “noir”-documentaristico, accompagneranno lo spettatore attraverso il percorso di transizione che porta dall’infanzia alla maturità. I temi spaziano dallo studio della luce sui coppi toscani alla gretta vita di strada di New York City.
Lola Montes Schnabel – Comunicato dell’artista
”Sul lavoro di apprendistato per il sonnambulo lavorante”
L’arte è la maniera di reggere la mia forchetta. All’incontrario. Premo “rewind” dopo averlo visto e questo è quello che ottengo. E’altrettanto inevitabile come una malattia o una sorpresa. Nel mio caso è intenzionale come pestarmi il pollicione. Devo camminare e inevitabilmente mi pesto il pollicione. E’cosciente o incosciente così come questo. Non pretendo di capire, né di aver la capacità di illustrare ciò che intendo, in quanto ciò che intendo mi è soltanto chiaro quando lo vedo. Ed il fatto di non saperlo spiegare mi turba quando lo devo fare. I miei sogni sono altrettanto vivi e memorabili quanto la mia vita quotidiana. Si mischiano e si confondono ed io rispondo creando cose. Il risultato è altrettanto confuso quanto la distinzione tra il sonno e il sonnambulismo.
L’arte è per me un terreno di prova dove testare un sistema di credenze basate sull’utilizzo di me stessa come intermediaria. Utilizzo qualsiasi cosa mi capiti per le mani, qualsiasi cosa che attraversi la mia strada, qualsiasi persona, luogo o opportunità offerta da una qualsiasi materia o dalla lente di una macchina fotografica, qualsiasi suono che mi preannunci un nuovo segnale. Sono una accumulatrice di roba senza nessun’altro piano definito se non quello di procedere in questa maniera. Man mano che incontro oggetti vari, capita che caschino nel mio minestrone ed io provo a distillarli in gioielli da utilizzare nella collana del mio tempo qui, ovvero in quello che si chiama la mia vita.
Glenda la Strega buona.
Biografie
Filippo Chia è un ventiduenne laureando della New York University Tisch School of the Arts. Durante gli ultimi 8 anni si è dedicato alla documentazione della sua vita, nonché ad altri progetti documentaristici centrati soprattutto sulla città di New York. “Alamar la città dell’Hip-Hop” è un premiato documentario filmico realizzato nel 2001 sulla crescente cultura cubana della rap music. Nel 2002, l’artista si è imbarcato sul suo primo progetto documentaristico fotografico intensivo, “L’America”, il quale documenta la vita degli italo-americani a New York City. Le sue fotografie mostrano e definiscono la visione di un giovane uomo che osserva con occhio critico il mondo che lo circonda, scavando sotto la superficie dell’ordinario per scoprire l’innato dramma e la tensione che risiedono al cuore dei momenti persino più consueti.
Lola Montes Schnabel viene al mondo alle 10:10 del 30 Agosto, 1981 nell’ospedale di Beth Israel. Studentessa ventitreenne presso il Cooper Union School of Art di New York City. Dedica le sue energie al disegno, alla pittura, al film, alla fotografia ed all’incisione e sin dalla più tenera età all’incessante esplorazione, progressione e miglioramento di se stessa.
26
maggio 2005
Filippo Chia / Lola Montes Schnabel – A Traveling Show
Dal 26 maggio al 20 luglio 2005
giovane arte
Location
SOUTH PARK STUDIO
Roma, Largo Cristina Di Svezia, 17, (Roma)
Roma, Largo Cristina Di Svezia, 17, (Roma)
Orario di apertura
lunedì-venerdì 14-19
Vernissage
26 Maggio 2005, ore 18
Autore