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The Voyage of Beagle
Considerazioni artistiche sull’evoluzionismo Darwiniano illustrato da cinque artisti contemporanei
Comunicato stampa
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Nel 1831 il giovane Charles Darwin inizia un lungo viaggio di 5 anni intorno al mondo e raccoglie ovunque una quantità enorme di preziosi materiali e notizie intorno alla geologia, alla paleontologia, alla zoologia, alla botanica, alle popolazioni umane primitive, che saranno poi inseriti in parte nel suo famoso libro “The Voyage of Beagle”
Nel capitolo 17 “Arcipelago delle Galapagos” Darwin descrive in modo preciso e attento il comportamento dei rettili indigeni di queste isole.
“…Sulle rocce della costa abbondano grandi lucertole nere, lunghe da novanta centimetri a un metro e venti e sulle colline era ugualmente comune una brutta specie di color gialliccio bruno. Ne vedemmo molte di quest’ultime, alcune che si scostavano goffamente ai nostri passi e altre che si trascinavano nelle loro tane…
. E’ una creatura di aspetto orribile, di colore nero sporco, stupida e lenta di movimenti. La lunghezza normale di un adulto è di circa un metro, ma ve ne sono anche di un metro e venti. La coda è appiattita ai lati e tutti i quattro piedi sono parzialmente palmati. …Si può spesso vedere un gruppo di sei o sette di questi orribili rettili sulle nere rocce, pochi centimetri sopra le onde, godersi il sole a zampe distese.
Ma se il piccolo brigantino Beagle fosse approdato su una spiaggia delle isole Eolie nel pieno di un’estate del XXI secolo, gli appunti di Darwin sull’iguana sarebbe statI diversi per descrivere il comportamento dell’ Homo sapiens che sta sdraiato ore ed ore su una spiaggia di sabbia nera o sulle rocce a Vulcano? Quale sarebbe stata la sua sorpresa vedendo il numero impressionante di turisti che pullulano ovunque sull’isola lottando per lo spazio e per il cibo? Non sarebbe stato intrigato nell’esaminare i loro riti, le loro abitudini, i loro atteggiamenti primitivi per la sopravvivenza negli ambienti più vari ed ostili?
Su queste considerazioni comportamentali 5 giovani artisti hanno interpretato attraverso la pittura e la scultura sia la grande capacità d’osservazione di Darwin sia la sua teoria sull’evoluzionismo.
Graziano Carotti e Paco Minuesa , come dei naturalisti attenti, hanno ripreso le attitudini e i comportamenti della gente al mare identici a queste lucertole giganti descritte da Darwin: colore di pelle scuro, posture goffe …
Giampaolo Atzeni e Florencia Martinez hanno illustrato in modo surrealista la modifica genetica dell’uomo attraverso simboli e incoerenza gestuale.
Luigi Russo, lui, rielabora a modo suo la teoria di Darwin:. L’essere organico rappresentato nelle sue tele non proviene da una lunga evoluzione di una specie ma da un mutamento rapido tra due elementi non compatibili:l’organico e l’inorganico.
Graziano Carotti: “Dubbio” cm 11x24x15 anno 2003, “Che freddo!” cm 83x50x30
Artista cremonese nato nel 1946, Graziano Carotti modella con il suo fare plastico, delicato e solenne, personaggi femminili bloccati in posture aggraziate: una ragazza che si appoggia sulla schiena con le gambe alzate , un’altra pronta a tuffarsi, un’altra ancora che non osa entrare nell’acqua fredda. Dalla sua capacità d’osservazione l’artista crea corpi in posizione scomode o squilibrate che sembrano ricordare il comportamento goffo delle lucertole esaminate da Darwin. Carotti , naturalista attento, rielabora dalla plasticità figurativa della statuaria etrusca arcaica alla scultura senese del Trecento alla modernità di Arturo Marini e di Manzù, sculture di terracotta fossilizzate in una gestualità primitiva.
Paco Minuesa : “Tre Grazie sulla Spiaggia” acrilico su tela – cm92x73 anno 2004 , “Bambina con il telo rosso” acrilico su tela –cm 100x73 anno 2004.
Minuesa esamina, osserva la gente. Con uno stile sintetico e incisivo, quasi da bozzetto caricaturale, l’artista ritrae le persone con fattezze tozze e visi squadrati e accentua certi tratti fisionomici a discapito di altri, in direzione di una caratterizzazione espressionista dell’individuo. Da Raffaello, Minuesa riprende la stessa composizione della tela dipinta nel 1504, “le tre grazie”. Ma egli deturpa il mito e inserisce nel primo piano della tela tre persone anziane, in pose sgraziate. Al secondo piano, gli stabilimenti turistici degli anni 70 costruiti lungo la costa Brava accentuano il ridicolo della scena. Le sue tre grazie non rappresentano un’ elogio alla bellezza e alla grazia classiche ma alla comicità e al grottesco del teatro popolare napoletano. I suoi dipinti parlano, gridano, cantano. Riprendono la nostra società nei suoi più intimi dettagli. Minuesa non è solo un pittore ma un attento antropologo.
Giampaolo Atzeni “Le gambe di Venere”- acrilico su tela - cm 100X80 anno 2005
Giampaolo Atzeni ,artista nato a Cagliari nel 1954, illustra una nascita di Venere scherzando con l’archetipo pitturale rinascimentale. La sua tela sembra un pannello pubblicitario dove appare una venere più vicina a quelle di Delvaux che di Botticelli. Non intende rappresentare la bellezza ma porre un’ enigma. La sua Venere è dimezzata, l’altra metà è scomparsa. Ma perché?
Dopo milioni di anni di sviluppo erotico maschile, il corpo femminile si è mutato; il suo corpo si è ridotto e rimangono solo le gambe e la ciocca di capelli: uniche parti sessualmente eccitanti. Tutto il resto del corpo non ha più senso di esistere e quindi è scomparso secondo la selezione sessuale dell’uomo.
Florencia Martinez : “Madre” tecnica mista cm 100x40 ann0 2004
Florencia Martinez, artista argentina nata nel 1962 a Buenos Aires, rivisita la memoria dell’uomo attraverso la figura di un bambino che diventa un archetipo capace di richiamare alla mente immagini di un dopoguerra immerso nell'ottimismo degli anni '50. L’uso del fondo a “tappezzeria” neo-gotico nei suoi lavori accentua il ricordo di un passato innocente. Vengono in mente queste vecchie fotografie, in bianco e nero, ingiallite, appese con un chiodo su vecchie pareti. Ogni generazione è diversa e il bambino anziché bagnare il suo castello di sabbia butta l’acqua su un gruppo di sedie antiche. In questo gesto incomprensibile Martinez ci illustra la modifica genetica della specie. Da un momento all’altro un gene si diversifica in modo spontaneo per sviluppare un’altra specie.
Luigi Russo – “Spiaggia” cm 149 x100 anno 2005
Nato a Genova nel 1974, Luigi Russo rappresenta nella sua tela il delirio di un uomo-macchina che sminuzza le pulsioni dell’inconscio in mille frammenti, per ricomporre un’immagine iperespressionista di sé che si porge ad un gioco visionario.
Dalla teoria evoluzionistica di Darwin, Russo reinterpreta la modifica genetica dell’uomo e l’adeguamento al suo nuovo universo. Non ci sono più elementi naturali nel suo mondo ma solo oggetti: come la sedia a sdraio. L’uomo crea in continuo degli oggetti per facilitare la sua esistenza, ma ormai si è adattato a loro trasformandosi in un unico essere mutante: una fusione di elementi organici con strutture inorganiche .L’uomo quanto l’oggetto proviene dal nulla e in una simbiosi perfetta i due elementi si sono ricomposti in un “mobilio mutante”, prepotente e minaccioso, pronto ad aggredire prendendo vita dalle profondità silenziose del sogno psicotico.
Nel capitolo 17 “Arcipelago delle Galapagos” Darwin descrive in modo preciso e attento il comportamento dei rettili indigeni di queste isole.
“…Sulle rocce della costa abbondano grandi lucertole nere, lunghe da novanta centimetri a un metro e venti e sulle colline era ugualmente comune una brutta specie di color gialliccio bruno. Ne vedemmo molte di quest’ultime, alcune che si scostavano goffamente ai nostri passi e altre che si trascinavano nelle loro tane…
. E’ una creatura di aspetto orribile, di colore nero sporco, stupida e lenta di movimenti. La lunghezza normale di un adulto è di circa un metro, ma ve ne sono anche di un metro e venti. La coda è appiattita ai lati e tutti i quattro piedi sono parzialmente palmati. …Si può spesso vedere un gruppo di sei o sette di questi orribili rettili sulle nere rocce, pochi centimetri sopra le onde, godersi il sole a zampe distese.
Ma se il piccolo brigantino Beagle fosse approdato su una spiaggia delle isole Eolie nel pieno di un’estate del XXI secolo, gli appunti di Darwin sull’iguana sarebbe statI diversi per descrivere il comportamento dell’ Homo sapiens che sta sdraiato ore ed ore su una spiaggia di sabbia nera o sulle rocce a Vulcano? Quale sarebbe stata la sua sorpresa vedendo il numero impressionante di turisti che pullulano ovunque sull’isola lottando per lo spazio e per il cibo? Non sarebbe stato intrigato nell’esaminare i loro riti, le loro abitudini, i loro atteggiamenti primitivi per la sopravvivenza negli ambienti più vari ed ostili?
Su queste considerazioni comportamentali 5 giovani artisti hanno interpretato attraverso la pittura e la scultura sia la grande capacità d’osservazione di Darwin sia la sua teoria sull’evoluzionismo.
Graziano Carotti e Paco Minuesa , come dei naturalisti attenti, hanno ripreso le attitudini e i comportamenti della gente al mare identici a queste lucertole giganti descritte da Darwin: colore di pelle scuro, posture goffe …
Giampaolo Atzeni e Florencia Martinez hanno illustrato in modo surrealista la modifica genetica dell’uomo attraverso simboli e incoerenza gestuale.
Luigi Russo, lui, rielabora a modo suo la teoria di Darwin:. L’essere organico rappresentato nelle sue tele non proviene da una lunga evoluzione di una specie ma da un mutamento rapido tra due elementi non compatibili:l’organico e l’inorganico.
Graziano Carotti: “Dubbio” cm 11x24x15 anno 2003, “Che freddo!” cm 83x50x30
Artista cremonese nato nel 1946, Graziano Carotti modella con il suo fare plastico, delicato e solenne, personaggi femminili bloccati in posture aggraziate: una ragazza che si appoggia sulla schiena con le gambe alzate , un’altra pronta a tuffarsi, un’altra ancora che non osa entrare nell’acqua fredda. Dalla sua capacità d’osservazione l’artista crea corpi in posizione scomode o squilibrate che sembrano ricordare il comportamento goffo delle lucertole esaminate da Darwin. Carotti , naturalista attento, rielabora dalla plasticità figurativa della statuaria etrusca arcaica alla scultura senese del Trecento alla modernità di Arturo Marini e di Manzù, sculture di terracotta fossilizzate in una gestualità primitiva.
Paco Minuesa : “Tre Grazie sulla Spiaggia” acrilico su tela – cm92x73 anno 2004 , “Bambina con il telo rosso” acrilico su tela –cm 100x73 anno 2004.
Minuesa esamina, osserva la gente. Con uno stile sintetico e incisivo, quasi da bozzetto caricaturale, l’artista ritrae le persone con fattezze tozze e visi squadrati e accentua certi tratti fisionomici a discapito di altri, in direzione di una caratterizzazione espressionista dell’individuo. Da Raffaello, Minuesa riprende la stessa composizione della tela dipinta nel 1504, “le tre grazie”. Ma egli deturpa il mito e inserisce nel primo piano della tela tre persone anziane, in pose sgraziate. Al secondo piano, gli stabilimenti turistici degli anni 70 costruiti lungo la costa Brava accentuano il ridicolo della scena. Le sue tre grazie non rappresentano un’ elogio alla bellezza e alla grazia classiche ma alla comicità e al grottesco del teatro popolare napoletano. I suoi dipinti parlano, gridano, cantano. Riprendono la nostra società nei suoi più intimi dettagli. Minuesa non è solo un pittore ma un attento antropologo.
Giampaolo Atzeni “Le gambe di Venere”- acrilico su tela - cm 100X80 anno 2005
Giampaolo Atzeni ,artista nato a Cagliari nel 1954, illustra una nascita di Venere scherzando con l’archetipo pitturale rinascimentale. La sua tela sembra un pannello pubblicitario dove appare una venere più vicina a quelle di Delvaux che di Botticelli. Non intende rappresentare la bellezza ma porre un’ enigma. La sua Venere è dimezzata, l’altra metà è scomparsa. Ma perché?
Dopo milioni di anni di sviluppo erotico maschile, il corpo femminile si è mutato; il suo corpo si è ridotto e rimangono solo le gambe e la ciocca di capelli: uniche parti sessualmente eccitanti. Tutto il resto del corpo non ha più senso di esistere e quindi è scomparso secondo la selezione sessuale dell’uomo.
Florencia Martinez : “Madre” tecnica mista cm 100x40 ann0 2004
Florencia Martinez, artista argentina nata nel 1962 a Buenos Aires, rivisita la memoria dell’uomo attraverso la figura di un bambino che diventa un archetipo capace di richiamare alla mente immagini di un dopoguerra immerso nell'ottimismo degli anni '50. L’uso del fondo a “tappezzeria” neo-gotico nei suoi lavori accentua il ricordo di un passato innocente. Vengono in mente queste vecchie fotografie, in bianco e nero, ingiallite, appese con un chiodo su vecchie pareti. Ogni generazione è diversa e il bambino anziché bagnare il suo castello di sabbia butta l’acqua su un gruppo di sedie antiche. In questo gesto incomprensibile Martinez ci illustra la modifica genetica della specie. Da un momento all’altro un gene si diversifica in modo spontaneo per sviluppare un’altra specie.
Luigi Russo – “Spiaggia” cm 149 x100 anno 2005
Nato a Genova nel 1974, Luigi Russo rappresenta nella sua tela il delirio di un uomo-macchina che sminuzza le pulsioni dell’inconscio in mille frammenti, per ricomporre un’immagine iperespressionista di sé che si porge ad un gioco visionario.
Dalla teoria evoluzionistica di Darwin, Russo reinterpreta la modifica genetica dell’uomo e l’adeguamento al suo nuovo universo. Non ci sono più elementi naturali nel suo mondo ma solo oggetti: come la sedia a sdraio. L’uomo crea in continuo degli oggetti per facilitare la sua esistenza, ma ormai si è adattato a loro trasformandosi in un unico essere mutante: una fusione di elementi organici con strutture inorganiche .L’uomo quanto l’oggetto proviene dal nulla e in una simbiosi perfetta i due elementi si sono ricomposti in un “mobilio mutante”, prepotente e minaccioso, pronto ad aggredire prendendo vita dalle profondità silenziose del sogno psicotico.
19
maggio 2005
The Voyage of Beagle
Dal 19 maggio al 30 giugno 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA PINXIT
Torino, Via Della Rocca, 28/H, (Torino)
Torino, Via Della Rocca, 28/H, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10,30-12,30 e 15,30-19,30
Vernissage
19 Maggio 2005, ore 18-21
Autore