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Vivere sotto la luna crescente
una grande esposizione racconta, con oggetti e ambienti, la vita domestica del mondo arabo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La vita domestica del mondo arabo rappresenta antichissimi valori sociali e
religiosi. Uno sguardo all'interno dell'ambiente familiare dei popoli arabi,
considerato un rifugio sacro, è un'esperienza per conoscere più da vicino e
più a fondo un intreccio di culture che ha espresso un sapiente modo di
interpretare la tradizione e ha influenzato non poco la storia
dell'Occidente.
La mostra "Vivere sotto la luna crescente", curata dal Vitra Design Museum
di Weil am Rhein, in Germania e in esclusiva in Italia al Mart di Trento e
Rovereto, rappresenta un'occasione unica per avvicinarsi a questo mondo e
conoscere una civiltà che ha lasciato importanti testimonianze storiche nel
campo del progetto dello spazio pubblico e privato.
Dalle tende dei nomadi del Sahara agli splendidi palazzi urbani di Marrakech
e Damasco, l'esposizione non solo propone un mondo affascinante e allo
stesso tempo misterioso che attrae per la bellezza delle sue soluzioni
abitative, ma offre anche l'occasione per un ulteriore invito al dialogo e
alla convivenza.
Il percorso espositivo
La mostra presenta, attraverso una serie di ricostruzioni di ambienti, la
ricchezza degli stili della vita domestica nel mondo arabo, in un'area che
comprende il Marocco, l'Egitto, la Siria e la Penisola Araba.
Il percorso espositivo offre da un lato le tende dei nomadi Tuareg e Beduini
e le casbah del Marocco, dall'altro le grandi soluzioni abitative in città
come Marrakech, Damasco e Il Cairo. Il punto d'approdo è costituito dalle
opere degli architetti arabi del Ventesimo secolo - tra gli altri, Hassan
Fathy, Elie Mouyal e Abdelwahed El-Wakil - che hanno lasciato un importante
segno nella cultura architettonica moderna.
Numerosi modelli di ambienti interni danno ai visitatori l'opportunità di
sperimentare in prima persona i diversi modi di intendere lo spazio della
casa, mentre un'ampia gamma di oggetti (dalle ceramiche ai tessuti e agli
utensili) restituiscono la scorrere della vita quotidiana.
Mentre una serie di installazioni a grande scala ricostruiscono la raffinata
sensualità della vita sociale dei paesi arabi. Sono realizzate appositamente
per la mostra anche una serie di fotografie e video che documentano aspetti
poco conosciuti della vita familiare.
Nessun aspetto della quotidianità ci è familiare come quella dello sfera
domestica; la mostra rende quindi possibile al visitatore un confronto tra
le proprie abitudini di vita e quelle dei paesi medio orientali. L'obiettivo
della mostra è quello di invitare al confronto tra diversi modi di
interpretare la cultura del progetto che, quando pone al centro della
propria attenzione la dimensione umana, non pone barriere etniche o
geografiche, ma si confronta con la realtà del vivere quotidiano.
La modernità nel mondo arabo
Il ricco patrimonio delle culture domestiche arabe spesso rivela una
sorprendente modernità, sia che si consideri l'aspetto formale degli oggetti
sia osservando l'uso multifunzionale degli ambienti e ancora il sistema per
regolare la temperatura delle stanze o l'uso delle risorse idriche.
Architetti contemporanei, come l'egiziano Hassan Fathy e il marocchino Elie
Mouyal, hanno adottato molte soluzioni di questo tipo nelle loro creazioni,
declinando i modi della tradizione con le tecniche della modernità.
L'influenza della cultura araba è stata determinante nelle esperienze di
architetti come Jean-Francois Zévaco, Edmond Brion, Wolfgang Ewerth, Michel
Ecochard, Yona Friedman, Frei Otto e altri che a partire dagli anni Trenta
hanno sperimentato le proprie teorie architettoniche nei territori del medio
Oriente.
L'importanza acquisita dal mondo arabo nell'architettura internazionale è
ancor più evidente se si considera l'ampio itinerario creativo che va dai
pionieristici progetti di Le Corbusier e Fernand Pouillon fino a quelli più
recenti di Arata Isozaki o dello Studio 65 per alcuni quartieri residenziali
in Arabia Saudita, ma anche nella realizzazione dell'Institut du Monde Arabe
di Parigi progettato da Jean Nouvel. "Vivere sotto la luna crescente" mostra
inoltre gli aspetti problematici del confronto tra le due culture: la
decadenza dei centri storici delle città, i rapidi inurbamenti della
popolazione e la questione della periferia, la difficoltà di ritrovare
l'antica misura del rapporto tra uomo e natura.
Infine, l'elemento che emerge con maggior forza nella cultura progettuale
del mondo arabo rivolta alla sfera domestica è un'ospitalità libera e
generosa, che oggi - nel solco della tradizione - può costituire un elemento
di forza per riequilibrare gli sfrenati processi di modernizzazione e di
globalizzazione economica.
Note biografiche
Hassan Fathy, nato ad Alessandria d'Egitto nel 1900, laureatosi al Cairo nel
1926, è l'architetto che più di ogni altro ha influenzato la ricerca di un
linguaggio formale indipendente dall'eredità culturale delle potenze
coloniali. Nel '46, gli fu commissionato un progetto ambizioso: la creazione
di 7.000 abitazioni nel villaggio di Gourna. Nel portarlo a compimento,
Fathy fece largo uso di materiali e manodopera locale, divenendo un punto di
riferimento per quegli architetti che cercavano di far incontrare tradizioni
locali e architettura moderna. Abdelwahed El-Wakil, saudita, discepolo di
Fathy, concretizzò nel 1975 gli ideali del maestro: la casa Halawa fu
costruita utilizzando esclusivamente manodopera non specializzata beduina.
Anche il marocchino Elie Mouyal (1957) partì dagli ideali di Fathy. Sua è la
città satellite di Ambar, che orbita su Marrakech, caratterizzata da
scalinate basse, corridoi angolati, archi a tutto sesto e cortili pieni di
luce naturale: gli elementi tipici delle aree urbane tradizionali della
zona. Gli abitanti che arrivavano ad Ambar lasciando le loro case,
ritrovavano un reticolo di memorie nelle strutture spaziali.
12
giugno 2005
Vivere sotto la luna crescente
Dal 12 giugno all'undici settembre 2005
architettura
Location
MART – Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Rovereto, Corso Angelo Bettini, 43, (Trento)
Rovereto, Corso Angelo Bettini, 43, (Trento)
Biglietti
Intero: 8 EUR Ridotto: 5 EUR
Ridotto scolaresche: 1EUR a studente
Orario di apertura
martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica 10:00 - 18:00
venerdì 10:00 - 21:00
Chiuso il lunedì
Curatore