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Ugo Celada da Virgilio – Irreale realtà
Ugo Celada è un grande pittore figurativo, nato a Virgilio in provincia di Mantova nel 1895 e vissuto per ben cent’anni, fino al 1995, quasi sempre a Milano
Comunicato stampa
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Mercoledì 4 maggio alle ore 18.30 presso la Rotonda di via Besana a Milano, promosse dall’Assessorato alla Cultura e Musei, inaugurano le mostre Ugo Celada da Virgilio: irreale realtà e Luigi Veronesi: musica delle forme curate da Silvia Pegoraro.
Le esposizioni sono una produzione di Palazzo Reale e rientrano nel ciclo “Maestri a Milano” - rassegna che punta a far conoscere al grande pubblico quegli autori che hanno scelto il capoluogo lombardo come sede principale della loro attività, contribuendo a qualificarlo come uno dei grandi centri artisti internazionali. Inaugurato alla Rotonda di via Besana nel 2003, il ciclo ha già presentato l’omaggio a Franco Rognoni e poi a Gianfilippo Usellini.
Ugo Celada è un grande pittore figurativo, nato a Virgilio in provincia di Mantova nel 1895 e vissuto per ben cent’anni, fino al 1995, quasi sempre a Milano. Un grande artista sostanzialmente “dimenticato”, rimasto fuori dei grandi circuiti storici ed espositivi. E’ un unicum assoluto, che comprende cinquanta dipinti di Celada accuratamente selezionati, della cui opera non era stata data ancora una lettura completa ed esauriente.
Nel catalogo, edito da Mazzotta, oltre a un testo della curatrice, un’antologia critica di testi sull’artista a partire dal 1908, fino al saggio di Flavio Caroli del 1995, che segna la vera riscoperta di Ugo Celada.
Luigi Veronesi: musica delle forme offre un percorso attraverso il lavoro pittorico del maggior astrattista italiano in oltre 60 opere (dal 1932 al 1998, anno della morte) tra cui diversi inediti tratti dall’Archivio Luigi Veronesi di Milano. La mostra è stata realizzata in collaborazione con il Comitato Luigi Veronesi, presieduto da Luciano Caramel.
Il catalogo della mostra, edito da Mazzotta, contiene, oltre testi critici della curatrice e di Luciano Caramel, un’antologia critica e apparati bio-bibliografici curati da Marco Vianello, membro del comitato Luigi Veronesi.
Le mostre
Ugo Celada da Virgilio - nato in provincia di Mantova ma vissuto a Milano per quasi tutta la sua vita ultracentenaria - è un esponente, tanto interessante quanto misconosciuto, della figurazione novecentesca. E’ rimasto 'escluso' dall’olimpo degli artisti più noti perché si presenta come un pittore difficile e singolare. La sua figura si staglia solitaria sullo sfondo dell'arte italiana: nonostante alcune affinità con importanti artisti che, come lui, parteciparono alle Biennali veneziane del primo dopoguerra, egli resta nella nostra storia dell'arte una presenza inquietante e originale.
Il fatto che, a partire dagli anni Trenta, Celada ignori deliberatamente gli sviluppi di ricerca dei vari movimenti artistici, ne fa un autore completamente alieno al contesto storico relativo all’operare artistico. Non si tratta certo soltanto di un “pittore della realtà”, nonostante parta sempre da quest'ultima: qualcosa di eterno e “metafisico” lega tra loro le sue opere, che del resto si collocano rigorosamente nell’ambito dei “generi” della tradizione accademica: il ritratto, il nudo, il paesaggio, la natura morta.
La mostra che il Comune di Milano dedica a Ugo Celada da Virgilio presso la Rotonda di via Besana, nell’ambito del ciclo “Maestri a Milano”, si propone come decisivo approfondimento della conoscenza di questo artista, fino ad oggi non sufficientemente valorizzato, e la cui opera è invece parte importante della produzione artistica milanese, dagli anni Venti agli anni Novanta del XX secolo. La mostra intende affrontare un esame dell’intero percorso creativo di Celada, attraverso una scelta antologica di opere il più possibile rigorosa e significativa. Si vuole così mettere in luce l’autentica statura creativa di un grande “isolato” come Celada, tenendo presenti i vari aspetti della ricerca artistica nel contesto storico sullo sfondo del quale egli opera.
La lettura critica del lavoro di Celada che qui emerge è, per così dire, “antirealistica”, tesa a mettere in luce gli aspetti che lo proiettano in un sfera onirica, deformata, allucinata, in qualche modo “surreale”, proprio per un apparente eccesso di realismo.
Nel 2002 la Regione Lombardia conferì i Sigilli Longobardi alla memoria a Luigi Veronesi, scomparso nel 1998. L’artista milanese è considerato da gran parte della critica come il maggior astrattista italiano, ed è stato forse il solo, fra gli artisti italiani, ad aderire completamente alla lezione del Bauhaus e alla sua concezione dell’arte come ambito espressivo che coinvolge tutti gli aspetti della vita quotidiana e dell’esperienza estetica. Veronesi pensava che l’arte, attraverso l’interazione di più discipline, potesse portare a una sorta di democratizzazione della società, agendo sull’educazione quanto sul gusto, stimolando quel potente motore dell’individuo che è la curiosità. Un pensiero, il suo, permeato da una forte positività, molto lontano dalla frammentazione individualista della contemporaneità artistica. E così, rinnovando quell’idea di totalità che fu propria della “ricostruzione futurista dell’universo” quanto del Bauhaus, estese i confini dell’arte al design, alla grafica editoriale, alla fotografia, al cinema, alla musica.
Assai rilevante, nel lavoro di Veronesi, anche l’ analisi del ruolo dell’arte in rapporto all’era della meccanizzazione. Di qui, quel legame fra arte e scienza che è al centro della sua riflessione estetica: “ed osservando la vita in tutte le sue forme, nella natura, nella scienza, nella società umana, credo di alimentare la mia fantasia”, affermava. La dimensione di profondo equilibrio a cui perviene è comunque, prima ancora che formale, logica e filosofica. Niente riduttivismo scientifico, dunque: nulla appare più lontano da quest’arte, che si risolve, sì, sul piano concettuale, ma non meramente razionale e geometrico. E’ in questo equilibrio che risiede il significato pieno del lavoro di Veronesi, a cui il Comune di Milano intende rendere omaggio con questa mostra inserita nel ciclo “Maestri a Milano”, nello splendido spazio della Rotonda di via Besana: una mostra che analizza tutto il suo percorso pittorico, dall’inizio degli anni Trenta all’anno della morte .
Da questo percorso espositivo apparirà chiaramente come la sua pittura tenda non alla rappresentazione della realtà, ma piuttosto alla sua costruzione. Ed è esattamente questo, in ultima analisi, il messaggio che Veronesi intende trasmettere con la sua opera: l’uomo deve costruire con le proprie forze, a partire dalla caotica e inquietante incomprensibilità del reale, una superiore condizione di ordine e armonia, senza però mai escludere l’elemento irrazionale, la fantasia, l’immaginazione, a cui è dovuta la dinamicità del reale.
Le esposizioni sono una produzione di Palazzo Reale e rientrano nel ciclo “Maestri a Milano” - rassegna che punta a far conoscere al grande pubblico quegli autori che hanno scelto il capoluogo lombardo come sede principale della loro attività, contribuendo a qualificarlo come uno dei grandi centri artisti internazionali. Inaugurato alla Rotonda di via Besana nel 2003, il ciclo ha già presentato l’omaggio a Franco Rognoni e poi a Gianfilippo Usellini.
Ugo Celada è un grande pittore figurativo, nato a Virgilio in provincia di Mantova nel 1895 e vissuto per ben cent’anni, fino al 1995, quasi sempre a Milano. Un grande artista sostanzialmente “dimenticato”, rimasto fuori dei grandi circuiti storici ed espositivi. E’ un unicum assoluto, che comprende cinquanta dipinti di Celada accuratamente selezionati, della cui opera non era stata data ancora una lettura completa ed esauriente.
Nel catalogo, edito da Mazzotta, oltre a un testo della curatrice, un’antologia critica di testi sull’artista a partire dal 1908, fino al saggio di Flavio Caroli del 1995, che segna la vera riscoperta di Ugo Celada.
Luigi Veronesi: musica delle forme offre un percorso attraverso il lavoro pittorico del maggior astrattista italiano in oltre 60 opere (dal 1932 al 1998, anno della morte) tra cui diversi inediti tratti dall’Archivio Luigi Veronesi di Milano. La mostra è stata realizzata in collaborazione con il Comitato Luigi Veronesi, presieduto da Luciano Caramel.
Il catalogo della mostra, edito da Mazzotta, contiene, oltre testi critici della curatrice e di Luciano Caramel, un’antologia critica e apparati bio-bibliografici curati da Marco Vianello, membro del comitato Luigi Veronesi.
Le mostre
Ugo Celada da Virgilio - nato in provincia di Mantova ma vissuto a Milano per quasi tutta la sua vita ultracentenaria - è un esponente, tanto interessante quanto misconosciuto, della figurazione novecentesca. E’ rimasto 'escluso' dall’olimpo degli artisti più noti perché si presenta come un pittore difficile e singolare. La sua figura si staglia solitaria sullo sfondo dell'arte italiana: nonostante alcune affinità con importanti artisti che, come lui, parteciparono alle Biennali veneziane del primo dopoguerra, egli resta nella nostra storia dell'arte una presenza inquietante e originale.
Il fatto che, a partire dagli anni Trenta, Celada ignori deliberatamente gli sviluppi di ricerca dei vari movimenti artistici, ne fa un autore completamente alieno al contesto storico relativo all’operare artistico. Non si tratta certo soltanto di un “pittore della realtà”, nonostante parta sempre da quest'ultima: qualcosa di eterno e “metafisico” lega tra loro le sue opere, che del resto si collocano rigorosamente nell’ambito dei “generi” della tradizione accademica: il ritratto, il nudo, il paesaggio, la natura morta.
La mostra che il Comune di Milano dedica a Ugo Celada da Virgilio presso la Rotonda di via Besana, nell’ambito del ciclo “Maestri a Milano”, si propone come decisivo approfondimento della conoscenza di questo artista, fino ad oggi non sufficientemente valorizzato, e la cui opera è invece parte importante della produzione artistica milanese, dagli anni Venti agli anni Novanta del XX secolo. La mostra intende affrontare un esame dell’intero percorso creativo di Celada, attraverso una scelta antologica di opere il più possibile rigorosa e significativa. Si vuole così mettere in luce l’autentica statura creativa di un grande “isolato” come Celada, tenendo presenti i vari aspetti della ricerca artistica nel contesto storico sullo sfondo del quale egli opera.
La lettura critica del lavoro di Celada che qui emerge è, per così dire, “antirealistica”, tesa a mettere in luce gli aspetti che lo proiettano in un sfera onirica, deformata, allucinata, in qualche modo “surreale”, proprio per un apparente eccesso di realismo.
Nel 2002 la Regione Lombardia conferì i Sigilli Longobardi alla memoria a Luigi Veronesi, scomparso nel 1998. L’artista milanese è considerato da gran parte della critica come il maggior astrattista italiano, ed è stato forse il solo, fra gli artisti italiani, ad aderire completamente alla lezione del Bauhaus e alla sua concezione dell’arte come ambito espressivo che coinvolge tutti gli aspetti della vita quotidiana e dell’esperienza estetica. Veronesi pensava che l’arte, attraverso l’interazione di più discipline, potesse portare a una sorta di democratizzazione della società, agendo sull’educazione quanto sul gusto, stimolando quel potente motore dell’individuo che è la curiosità. Un pensiero, il suo, permeato da una forte positività, molto lontano dalla frammentazione individualista della contemporaneità artistica. E così, rinnovando quell’idea di totalità che fu propria della “ricostruzione futurista dell’universo” quanto del Bauhaus, estese i confini dell’arte al design, alla grafica editoriale, alla fotografia, al cinema, alla musica.
Assai rilevante, nel lavoro di Veronesi, anche l’ analisi del ruolo dell’arte in rapporto all’era della meccanizzazione. Di qui, quel legame fra arte e scienza che è al centro della sua riflessione estetica: “ed osservando la vita in tutte le sue forme, nella natura, nella scienza, nella società umana, credo di alimentare la mia fantasia”, affermava. La dimensione di profondo equilibrio a cui perviene è comunque, prima ancora che formale, logica e filosofica. Niente riduttivismo scientifico, dunque: nulla appare più lontano da quest’arte, che si risolve, sì, sul piano concettuale, ma non meramente razionale e geometrico. E’ in questo equilibrio che risiede il significato pieno del lavoro di Veronesi, a cui il Comune di Milano intende rendere omaggio con questa mostra inserita nel ciclo “Maestri a Milano”, nello splendido spazio della Rotonda di via Besana: una mostra che analizza tutto il suo percorso pittorico, dall’inizio degli anni Trenta all’anno della morte .
Da questo percorso espositivo apparirà chiaramente come la sua pittura tenda non alla rappresentazione della realtà, ma piuttosto alla sua costruzione. Ed è esattamente questo, in ultima analisi, il messaggio che Veronesi intende trasmettere con la sua opera: l’uomo deve costruire con le proprie forze, a partire dalla caotica e inquietante incomprensibilità del reale, una superiore condizione di ordine e armonia, senza però mai escludere l’elemento irrazionale, la fantasia, l’immaginazione, a cui è dovuta la dinamicità del reale.
04
maggio 2005
Ugo Celada da Virgilio – Irreale realtà
Dal 04 maggio al 19 giugno 2005
arte moderna e contemporanea
Location
ROTONDA DELLA BESANA
Milano, Via Enrico Besana, 15, (Milano)
Milano, Via Enrico Besana, 15, (Milano)
Biglietti
5,00 intero; 3,50 ridotto
Orario di apertura
9.30-17.30; chiuso lunedì (la biglietteria chiude un’ora prima)
Vernissage
4 Maggio 2005, ore 18.30
Autore
Curatore