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Peter Mettler – Reminiscenze d’Oriente
Progetto multimediale del cineasta-fotografo svizzero-canadese Peter Mettler e del musicista e compositore inglese Fred Frith
Comunicato stampa
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In anteprima italiana dal 27 maggio al 20 giugno 2005 presso la Galleria Sala 1 sarà allestita la prima mostra del cineasta e fotografo svizzero Peter Mettler a cura di Piero Pala e Mary Angela Schroth.
La mostra, inserita nell’edizione 2005 di FotoGrafia Festival internazionale di Roma, è realizzata con il contributo del Centro Culturale Svizzero – Pro-Helvetia e dell’Ambasciata del Canada e patrocinata dall’Ambasciata di Svizzera.
J'ai voulu que les tons, la grace,
Tout ce que refléte une glace
L'ivresse d'un bal d'opera,
Les soirs de rubis, l'ombre verte
Se fixent sur la plaque inerte.
Je l'ai voulu, cela sera. (Inscription di Charles Cros)
Anche se questa conclusione imperativa mal si adatta all'indole quieta, meditativa e sobria del percorso artistico di Peter Mettler, cineasta-fotografo Svizzero-Canadese perennemente operativo nell'ambito delle arti multimediali, i suddetti versi poetici del marginale ed innovatore Charles Cros costituiscono l'assonanza mettleriana nella composizione di gemme fotografiche riccamente sovrimpressionate, colme di interessi da fermare e da restituire apportando il frenetico passaggio, l'evolversi continuo della vita, e la caducità delle cose, la loro precaria e temporanea partecipazione a questo mistero della vita, che fece sospirare a Buddha sul letto di morte "Il deperimento è connaturato in tutte le cose composte. Esercitati con assiduità."(Digha Nikaya, XVI,14 - edizione italiana: Discorsi lunghi, trad. di E. Frola, Laterza, Bari 1960).
Figlio di padre svizzero Peter Mettler è nato nel 1958 a Toronto. Cineasta dallo stile evocativo che non ha paura di esplorare il cinema come un processo di scoperta, ha esordito a 17 anni con Reverie girato in Super/8.
La musica in tutti i suoi film è, infatti, affidata ad illustri sperimentatori che si adoperano in un territorio di confine qual è la musica di ricerca e la sperimentazione rock.
Questi film si concentrano sulle categorie del reale e del sogno, del cosciente e del subcosciente, e sono intrisi di riferimenti filosofici e poetici che convivono con immagini di indimenticabile pregnanza estetica. La bellezza di queste immagini è frutto di un'attenta ricerca fotografica che predispone Mettler ad una visione spirituale senza pregiudizi dottrinali, l'obiettivo della camera è perennemente tra il suo occhio e il reale e il diaframma fotografico segue il ritmo dei suoi pensieri.
La mostra consisterà di 35 fotografie e verrà presentato per la prima volta in Italia un esclusivo corpus fotografico dell'immenso archivio di Mettler che annota, come in una diario, i suoi viaggi nei luoghi più incontaminati o caotici dell'Oriente.
La mostra, inserita nell’edizione 2005 di FotoGrafia Festival internazionale di Roma, è realizzata con il contributo del Centro Culturale Svizzero – Pro-Helvetia e dell’Ambasciata del Canada e patrocinata dall’Ambasciata di Svizzera.
J'ai voulu que les tons, la grace,
Tout ce que refléte une glace
L'ivresse d'un bal d'opera,
Les soirs de rubis, l'ombre verte
Se fixent sur la plaque inerte.
Je l'ai voulu, cela sera. (Inscription di Charles Cros)
Anche se questa conclusione imperativa mal si adatta all'indole quieta, meditativa e sobria del percorso artistico di Peter Mettler, cineasta-fotografo Svizzero-Canadese perennemente operativo nell'ambito delle arti multimediali, i suddetti versi poetici del marginale ed innovatore Charles Cros costituiscono l'assonanza mettleriana nella composizione di gemme fotografiche riccamente sovrimpressionate, colme di interessi da fermare e da restituire apportando il frenetico passaggio, l'evolversi continuo della vita, e la caducità delle cose, la loro precaria e temporanea partecipazione a questo mistero della vita, che fece sospirare a Buddha sul letto di morte "Il deperimento è connaturato in tutte le cose composte. Esercitati con assiduità."(Digha Nikaya, XVI,14 - edizione italiana: Discorsi lunghi, trad. di E. Frola, Laterza, Bari 1960).
Figlio di padre svizzero Peter Mettler è nato nel 1958 a Toronto. Cineasta dallo stile evocativo che non ha paura di esplorare il cinema come un processo di scoperta, ha esordito a 17 anni con Reverie girato in Super/8.
La musica in tutti i suoi film è, infatti, affidata ad illustri sperimentatori che si adoperano in un territorio di confine qual è la musica di ricerca e la sperimentazione rock.
Questi film si concentrano sulle categorie del reale e del sogno, del cosciente e del subcosciente, e sono intrisi di riferimenti filosofici e poetici che convivono con immagini di indimenticabile pregnanza estetica. La bellezza di queste immagini è frutto di un'attenta ricerca fotografica che predispone Mettler ad una visione spirituale senza pregiudizi dottrinali, l'obiettivo della camera è perennemente tra il suo occhio e il reale e il diaframma fotografico segue il ritmo dei suoi pensieri.
La mostra consisterà di 35 fotografie e verrà presentato per la prima volta in Italia un esclusivo corpus fotografico dell'immenso archivio di Mettler che annota, come in una diario, i suoi viaggi nei luoghi più incontaminati o caotici dell'Oriente.
27
maggio 2005
Peter Mettler – Reminiscenze d’Oriente
Dal 27 maggio al 20 giugno 2005
arte contemporanea
Location
SALA 1
Roma, Piazza Di Porta San Giovanni, 10, (Roma)
Roma, Piazza Di Porta San Giovanni, 10, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 16,30 alle 19,30
Vernissage
27 Maggio 2005, ore 18,30
Autore
Curatore