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Madonnine agghindate. Figure devozionali vestite dal territorio di Arezzo
Composta di 60 pezzi, fra grandi e piccoli, alcuni dei quali ricuperati per la prima volta dalle sacrestie, depositi e intercapedini di chiese e conventi di ordini femminili
Comunicato stampa
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Dalla collaborazione fra la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico per la provincia di Arezzo, il Museo delle Arti e delle Tradizioni Popolari, la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, l’Istituto d’Arte di Anghiari, il comune di Anghiari, il comune di Arezzo, il comune di Cortona, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e la Ditta Busatti G.L.E.S. di Anghiari è nato un progetto annuale di esposizione, diviso in tre tappe, di straordinario fascino, dedicato alle figure devozionali vestite in uso a partire dal XVI secolo nel territorio aretino.
Dopo Anghiari (dove l’esposizione resterà allestita dal 7 aprile al 18 settembre 2005) seguirà una nuova tappa a Cortona in Palazzo Casali (30 settembre – 27 novembre 2005) ed, infine, Arezzo presso il Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna (7 dicembre 2005 – 26 marzo 2006).
La mostra MADONNINE AGGHINDATE. Figure devozionali vestite dal territorio di Arezzo presenta il meglio della feconda e variegata produzione di “simulacri vestiti”, vere opere d’arte, realizzate nel territorio della provincia di Arezzo in un arco cronologico, che si snoda dal XVI al XX secolo.
Composta di 60 pezzi, fra grandi e piccoli, alcuni dei quali ricuperati per la prima volta dalle sacrestie, depositi e intercapedini di chiese e conventi di ordini femminili, la mostra si suddivide in tre distinte sezioni: statue lignee, Gesù bambino e Maria bambina, grandi statue, che hanno il pregio di svelare i “retroscena” di quel culto mariano che, per secoli, ha imperato nel territorio della provincia di Arezzo.
Di grandi o piccole dimensioni, alcune delle quali raggiungono i 280 cm., la quasi totalità delle statue, hanno in comune la struttura: un’anima di legno dove, in alcuni casi, per rendere più reale la figura, è stata montata una imbottitura di fibra vegetale a formare il corpo; le articolazioni, invece, sono snodabili e ricordano quelle dei manichini. Testa, mani e piedi quasi sempre sono realizzati in terracotta dipinta o in tela gessata dipinta. Le capigliature, quando non sono dipinte direttamente sulla testa, sono vere e proprie acconciature alla moda realizzate utilizzando fibre vegetali o animali. Ma l’aspetto che più colpisce è quello delle vesti, un vero e proprio guardaroba che, attraverso la ricchezza o la povertà del tessuto così come la presenza dei ninnoli, ex voto e offerte, svelano le provenienze. Mentre, le sculture lignee, le più antiche, concepite in origine per essere esposte alla devozione senza sovrapporre loro vesti di stoffa, furono adattate in seguito all’uso della vestizione, invalso a partire dal secolo XVI, e particolarmente in auge nel Settecento. L’adattamento in alcuni casi fu assai cruento. Si spezzarono le braccia, si riadattò il corpo praticando un vero e proprio scempio dell’opera e spesso si attenuarono, lavorando di pialla e di scalpello, le evidenti forme femminili.
Non ultimo, compare nei due decenni del XX secolo il concetto di “osceno”. Questo fece sì che si attuasse l’interdizione delle immagini “vestite con vesti mobili” le quali abbigliate dalle donne con i ricchi e vari strati di biancheria, avrebbero suscitato attenzioni irrispettose o eccessi goliardici da parte degli uomini.
Dopo Anghiari (dove l’esposizione resterà allestita dal 7 aprile al 18 settembre 2005) seguirà una nuova tappa a Cortona in Palazzo Casali (30 settembre – 27 novembre 2005) ed, infine, Arezzo presso il Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna (7 dicembre 2005 – 26 marzo 2006).
La mostra MADONNINE AGGHINDATE. Figure devozionali vestite dal territorio di Arezzo presenta il meglio della feconda e variegata produzione di “simulacri vestiti”, vere opere d’arte, realizzate nel territorio della provincia di Arezzo in un arco cronologico, che si snoda dal XVI al XX secolo.
Composta di 60 pezzi, fra grandi e piccoli, alcuni dei quali ricuperati per la prima volta dalle sacrestie, depositi e intercapedini di chiese e conventi di ordini femminili, la mostra si suddivide in tre distinte sezioni: statue lignee, Gesù bambino e Maria bambina, grandi statue, che hanno il pregio di svelare i “retroscena” di quel culto mariano che, per secoli, ha imperato nel territorio della provincia di Arezzo.
Di grandi o piccole dimensioni, alcune delle quali raggiungono i 280 cm., la quasi totalità delle statue, hanno in comune la struttura: un’anima di legno dove, in alcuni casi, per rendere più reale la figura, è stata montata una imbottitura di fibra vegetale a formare il corpo; le articolazioni, invece, sono snodabili e ricordano quelle dei manichini. Testa, mani e piedi quasi sempre sono realizzati in terracotta dipinta o in tela gessata dipinta. Le capigliature, quando non sono dipinte direttamente sulla testa, sono vere e proprie acconciature alla moda realizzate utilizzando fibre vegetali o animali. Ma l’aspetto che più colpisce è quello delle vesti, un vero e proprio guardaroba che, attraverso la ricchezza o la povertà del tessuto così come la presenza dei ninnoli, ex voto e offerte, svelano le provenienze. Mentre, le sculture lignee, le più antiche, concepite in origine per essere esposte alla devozione senza sovrapporre loro vesti di stoffa, furono adattate in seguito all’uso della vestizione, invalso a partire dal secolo XVI, e particolarmente in auge nel Settecento. L’adattamento in alcuni casi fu assai cruento. Si spezzarono le braccia, si riadattò il corpo praticando un vero e proprio scempio dell’opera e spesso si attenuarono, lavorando di pialla e di scalpello, le evidenti forme femminili.
Non ultimo, compare nei due decenni del XX secolo il concetto di “osceno”. Questo fece sì che si attuasse l’interdizione delle immagini “vestite con vesti mobili” le quali abbigliate dalle donne con i ricchi e vari strati di biancheria, avrebbero suscitato attenzioni irrispettose o eccessi goliardici da parte degli uomini.
07
aprile 2005
Madonnine agghindate. Figure devozionali vestite dal territorio di Arezzo
Dal 07 aprile al 18 settembre 2005
arti decorative e industriali
Location
MUSEO STATALE DI PALAZZO TAGLIESCHI
Anghiari, Piazza Goffredo Mameli, 16, (Arezzo)
Anghiari, Piazza Goffredo Mameli, 16, (Arezzo)
Vernissage
7 Aprile 2005, ore 16,30
Curatore