Alla presenza del Sindaco di Spoleto, Massimo Brunini, e del Direttore dell’Istituto di Cultura Giapponese di Roma, Yoshihito Otsuka, si inaugura Sabato 16 Aprile 2005, alle ore 11.30, negli spazi di Palazzo Collicola la Mostra “ITARU MISHIKU A SPOLETO”, a cura di Anna Cochetti, con la presentazione di Enzo Bilardello e l’allestimento di Fabio Briguglio.
La Personale segna il ritorno a Spoleto dell’artista giapponese a distanza di 10 anni dalla Manifestazione “Disgregante/Aggregante”, curata da Anna Cochetti e Arianna Di Genova, tenutasi a Palazzo Racani-Arroni e a Palazzo Rosari-Spada, e si disloca negli spazi espositivi della Galleria Civica d’Arte Moderna ove Itaru Mishiku è presente fin dal 1994 con una scultura, in mostra nell’attuale ordinamento espositivo della Galleria. L’artista – nato a Shizuoka nel 1949, in Italia dal 1974, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma - ha sviluppato in un panorama internazionale il suo lavoro di scultore, caratterizzato oggi dalla sua presenza pressoché simmetrica in Italia e in Giappone, dove numerose sue opere sono collocate in spazi pubblici. Come scultore quindi non poteva non restare affascinato dalla grande operazione culturale costituita dall’installazione di sculture di artisti internazionali nella città di Spoleto, a partire dalla storica Manifestazione curata negli anni ’60 da Giovanni Carandente.
Il corpus della Mostra di Itaru Mishiku è costituito da 12 opere (dal 2000 al 2004) che sotto il titolo “RIGENERAZIONE” sono state presentate, a cura di Enzo Bilardello, nell’ottobre 2004 presso il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma diretto da Simonetta Lux (nell’ambito della programmazione per la ricerca in “Applicazioni nuove tecnologie anche multimediali all’arte contemporanea” del curatore del MLAC Domenico Scudero).
Per la Galleria Civica di Spoleto Itaru Mishiku ha realizzato “KEKKAI / Luogo sacro” (2005), installazione inedita che occupa un’intera stanza con la dislocazione rituale di materiali dall’alto contenuto simbolico (carbone, legno, paglia, pietra), ridefinendo secondo la cultura tradizionale giapponese lo spazio comune come “luogo sacro” in quanto protetto dalle influenze negative mediante la delimitazione di un centro e di un asse.
Nei lavori in mostra si conferma la peculiarità della ricerca sui materiali e sul linguaggio che Itaru Mishiku – muovendo dalla riflessione sull’accadimento del tempo nello spazio della materia/forma - è venuto compiendo negli ultimi anni, coniugando tanto nelle sculture quanto nelle installazioni il pathos del recupero memoriale con il rigore delle soluzioni formali.