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Shona Illingworth – Untitled
Per Untitled dell’artista inglese Shona Illingworth la bianca architettura di Pianissimo sarà completamente “annullata”, trasformata in un buio black box dal pavimento specchiante, che destabilizza l’orientamento
Comunicato stampa
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Per Untitled dell’artista inglese Shona Illingworth la bianca architettura di Pianissimo sarà completamente “annullata”, trasformata in un buio black box dal pavimento specchiante, che destabilizza l’orientamento, che fa in parte perdere le coordinate spaziali ai visitatori per risucchiarli nei meandri di un ansiogeno viaggio in un ospedale abbandonato ed animato solo da fragili presenze, da suoni, voci e ombre. La videoproiezione Untitled galleggerà a mezz’aria sul piano interrato della galleria, sarà sospesa come è sospesa la dimensione spaziotemporale del video.
Shona Illingworth proietta lo spettatore nelle viscere di un edificio costruito tra la fine degli anni 60 e i primi anni 70 immediatamente identificabile come una tipica struttura istituzionale, lo costringe a seguire i movimenti senza requie della videocamera fluttuante nel vuoto. Il punto di vista, a volte, è quello di chi vive la sua esistenza in carrozzella o disteso su un letto, è quello di chi si aggira senza meta nelle corsie, nelle sale operatorie, nelle sale d’attesa, avanti alla guardiole, nelle stanze. La sensazione che si prova è di familiarità e di disorientamento verso gli ambienti che si susseguono sempre differenti ma quasi identici. la nostra immaginazione non riesce a ricomporre l’edificio nella sua interezza che è frammentato, dissezionato, nei suoi singoli elementi.
Voci lievi di donne che vivono in condizioni di povertà e di isolamento sociale, abitano gli spazi disadorni, descrivono con estrema intimità i corpi dei loro bambini. Come il nosocomio anche i corpi fanno resistenza ad essere determinati nella loro integrità, il senso di perdita di identità che distingue tutto il video coglie anche il fisico.
Le parole sussurrate si contrappongono all’implacabile movimento della videocamera nell’edificio che è inteso come corpo potente delle istituzioni, capaci di condizionare con i loro edifici la percezione di noi stessi e i nostri movimenti.
Shona Illingworth indaga il ruolo che ha la memoria nel delineare la nostra autobiografia, perché determina il modo in cui noi localizziamo noi stessi, fisicamente, psicologicamente, culturalmente , emozionalmente, politicamente e socialmente.
Untitled, come tutti i progetti sin ora svolti dall’artista inglese, esamina la profonda relazione tra lo spazio percepito nella nostra mente e la sovrastruttura architettonica interpretata come manifestazione dell’autorità. Sulla stessa scia si sviluppa infatti anche il progetto triennale sulle carceri che Shona Illingworth segue in collaborazione con Alsop Architects, vincitore del Stirling Prize per l’architettura nel 2000.
Shona Illingworth proietta lo spettatore nelle viscere di un edificio costruito tra la fine degli anni 60 e i primi anni 70 immediatamente identificabile come una tipica struttura istituzionale, lo costringe a seguire i movimenti senza requie della videocamera fluttuante nel vuoto. Il punto di vista, a volte, è quello di chi vive la sua esistenza in carrozzella o disteso su un letto, è quello di chi si aggira senza meta nelle corsie, nelle sale operatorie, nelle sale d’attesa, avanti alla guardiole, nelle stanze. La sensazione che si prova è di familiarità e di disorientamento verso gli ambienti che si susseguono sempre differenti ma quasi identici. la nostra immaginazione non riesce a ricomporre l’edificio nella sua interezza che è frammentato, dissezionato, nei suoi singoli elementi.
Voci lievi di donne che vivono in condizioni di povertà e di isolamento sociale, abitano gli spazi disadorni, descrivono con estrema intimità i corpi dei loro bambini. Come il nosocomio anche i corpi fanno resistenza ad essere determinati nella loro integrità, il senso di perdita di identità che distingue tutto il video coglie anche il fisico.
Le parole sussurrate si contrappongono all’implacabile movimento della videocamera nell’edificio che è inteso come corpo potente delle istituzioni, capaci di condizionare con i loro edifici la percezione di noi stessi e i nostri movimenti.
Shona Illingworth indaga il ruolo che ha la memoria nel delineare la nostra autobiografia, perché determina il modo in cui noi localizziamo noi stessi, fisicamente, psicologicamente, culturalmente , emozionalmente, politicamente e socialmente.
Untitled, come tutti i progetti sin ora svolti dall’artista inglese, esamina la profonda relazione tra lo spazio percepito nella nostra mente e la sovrastruttura architettonica interpretata come manifestazione dell’autorità. Sulla stessa scia si sviluppa infatti anche il progetto triennale sulle carceri che Shona Illingworth segue in collaborazione con Alsop Architects, vincitore del Stirling Prize per l’architettura nel 2000.
06
aprile 2005
Shona Illingworth – Untitled
Dal 06 aprile al 07 maggio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA PIANISSIMO
Milano, Via Giovanni Ventura, 6, (Milano)
Milano, Via Giovanni Ventura, 6, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15-19
Vernissage
6 Aprile 2005, ore 19
Ufficio stampa
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