Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Sculture “da vestire”. “Nero” Alberti da Sansepolcro e la produzione di manichini lignei in una bottega dell’italia centrale alla metà del XVI secolo
In mostra, per la prima volta riunite, 16 sculture create da Romano Alberti da Sansepolcro, detto il “nero”, attivo in italia centrale alla meta’ del xvi secolo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Promossa ed organizzata dal Comune di Umbertide - dall’Università degli Studi di Perugia, Dip. di Scienze Umane e della Formazione, Sez. di Storia dell’Arte - dalla Regione dell’Umbria - dalla Provincia di Perugia e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e dell’Istituto Andrea Cesalpino di Terontola, sabato 11 Giugno 2005, alle ore 17, presso il Museo di Santa Croce di Umbertide (PG), si inaugurerà la mostra SCULTURE "DA VESTIRE": "NERO" ALBERTI DA SANSEPOLCRO E LA PRODUZIONE DI MANICHINI LIGNEI IN UNA BOTTEGA DELL'ITALIA CENTRALE ALLA METÀ DEL XVI SECOLO, curata da Cristina Galassi.
IN MOSTRA, PER LA PRIMA VOLTA RIUNITE, 16 SCULTURE CREATE DA ROMANO ALBERTI DA SANSEPOLCRO, DETTO IL “NERO”, ATTIVO IN ITALIA CENTRALE ALLA META’ DEL XVI SECOLO.
LE OPERE ESPOSTE PROVENGONO DA CHIESE, MUSEI ITALIANI, COLLEZIONI PRIVATE ITALIANE E STRANIERE.
Per primo fu Michelangelo Gualandi a pubblicare alcune importanti notizie sugli Alberti, una prolifica famiglia di artisti, originaria di Sansepolcro, pressochè sconosciuta alla storia degli studi fino al 1845. Nelle note Romano Alberti, detto il “Nero”, era definito “eccellente intagliatore”. Le scarne notizie sull’artista (si conosce solo la data di morte, avvenuta nel 1568) si limitano ad indicare alcune delle commissioni ricevute nell’alta valle del Tevere, nella zona compresa tra Sansepolcro, Città di Castello e Umbertide, mettendolo in relazione con l’esecuzione di soffitti lignei intagliati, altari di chiese, sculture e apparati effimeri.
Un recente ritrovamento documentario da parte di Cristina Galassi ha consentito di ricondurre allo scultore biturgense un gruppo di immagini devozionali, riferite dal ‘piece-master’, conservato nella chiesa di San Rocco ad Antria di Magione, ad un anonimo Maestro di Magione, figura già ricostruita in sede critica da Enrica Neri Lusanna (1999). Fanno parte di questo gruppo, oltre alla Madonna con il Bambino e il San Rocco della chiesa di Antria, altri due simulacri del santo antipeste, conservati negli oratori di San Rocco a Bastia Umbra e nel Museo dei Bronzi dorati e della Città di Pergola.
La scoperta di una nuova figura della serie, nella chiesa di Santa Croce ad Umbertide, offre il destro per tentare una ricostruzione del percorso artistico del maestro e, più in generale, della produzione delle botteghe di intagliatori del legno, attive nell’Italia centrale alla metà del XVI secolo.
La scultura, che sul basamento conserva anche la data 1528, anno di una terribile pestilenza, sarà esposta insieme alle altre sopra ricordate e ad un’altra figura, di identico soggetto, in collezione privata, che, probabilmente, costituisce il prototipo dell’intera serie. Ad un’analisi stilistica emerge subito che il gruppo di statue raffiguranti il santo pellegrino ha un eccellente risalto formale e spessore culturale. Si immagina una destinazione a manichino, in quanto tutti gli esemplari presentano suggestive notazioni di costume fisse, quali brache, gambali, sandali all’antica, ma sono completamente nudi al torace, elemento questo che fa presupporre un rivestimento con costumi mobili, senz’altro con una corta mantella.
Una chiave di lettura è costituita dall’esame della “fortuna” che la pratica della replica ha sortito nell’ambito della bottega. L’Alberti aveva aperto un attrezzato laboratorio-atelier nella contrada “Abbarbugliata” a Sansepolcro (più tardi, aprirà una bottega anche a Roma), specializzata nell’esecuzione di immagini devozionali di sicuro successo: San Rocco contro la peste, Madonne da vestire in funzione votiva, Gesù bambini destinati al culto domestico, Crocifissi. La maggior parte delle sculture riconducibili alla bottega sono polimateriche. Il prodotto finito, è il risultato di uno straordinario dosaggio di materiali poveri, sapientemente assemblati e modellati tra loro a ottenere un effetto di estrema esuberanza decorativa. I materiali poveri utilizzati, in particolare la stoffa rinforzata con colle animali e gesso, la stoppa, soprattutto per realizzare le imbottiture interne e i capelli, il legno, usato principalmente per costruire la struttura di sostegno delle figure,
i fili di ferro e i chiodi, i colori preziosi e l’oro per la presentazione finale del simulacro, richiamano le tecniche in uso per la preparazione degli apparati effimeri.
In questo gruppo di opere rientrano un Gesù Bambino benedicente e un Santo Martire bambino, in collezioni private, due Madonne da “vestire” (Torino, Museo Civico e collezione privata), un Busto muliebre nel Museo Bardini di Firenze, un San Rocco, di piccolo formato, nella pieve di San Cristoforo a Passignano, un Crocifisso nella chiesa del Rivaio a Castiglion Fiorentino, una Santa Lucia della parrocchiale di Santa Maria Assunta a Corciano, insieme ad altri pezzi che appartengono alla stessa bottega (Cristo benedicente, Perugia, chiesa di Sant’Agostino).
Da segnalare, la Madonna da “vestire” proveniente dai Musei Civici di Torino, che sul basamento riporta il nome della dedicante e della dedicata e l’anno di esecuzione della scultura che è il 1559: “Questa la fatta fare donna Giuliana in memoria de donna Carubina de Mence 1559”. Si tratta di un’importante statua votiva, forse commissionata in occasione della prematura scomparsa della ritratta.
Il catalogo della Electa Editori Umbri Associati a cura di Cristina Galassi contiene i saggi di Giancarlo Gentilini, Cristina Galassi e Giovan Battista Fidanza; i contributi di Nicola Macchioni, Simona Lazzeri, Enrico Signorini, Simone Mancini, Lucia Fabbro e Brunetto Brunetti; ed ancora, le schede e la riproduzione a colori e bianco/nero delle opere esposte.
Il Comitato scientifico della mostra è composto da Alfredo Bellandi, Giovan Battista Fidanza, Liletta Fornasari, Cristina Galassi, Vittoria Garibaldi, Giancarlo Gentilini, Francesco Federico Mancini, Fabio Marcelli, Tommaso Mozzati, Enrica Neri Lusanna e Vittorio Sgarbi
Oltre al restauro delle statue di Umbertide, Antria, Passignano e Perugia (le altre erano in buone condizioni conservative), a tutte le opere è stata affiancata un’indagine diagnostica su tecniche e materiali utilizzati dalla bottega, a cura di Brunetto Giovanni Brunetti, del Centro di Eccellenza per lo studio delle Tecnologie innovative applicate alla conservazione dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Perugia e di Nicola Macchioni e Simona Lazzeri, dell’Istituto del Legno e delle Specie Arboree del CNR di Firenze.
Di estremo interesse è risultata anche l’esecuzione della tomografia assiale computerizzata su alcune delle sculture esposte, effettuata dall’Istituto Andrea Cesalpino di Terontola, sotto la guida di Enrico Signorini, che ha potuto accertare tecnica e metodica produttiva dei manichini, tra cui l’utilizzo del calco per i volti.
La mostra, inoltre, è un’occasione per coinvolgere anche la città di Umbertide in un progetto, ormai avviato da alcuni anni dalle Università degli Studi di Perugia e Urbino, e dalle Soprintendenze ai Monumenti dell’Umbria e delle Marche, finalizzato a valorizzare il ricco, quanto misconosciuto, patrimonio scultoreo della dorsale appenninica.
Le sculture esposte ad Umbertide sono:
1) S. Rocco, Bastia Umbra (Perugia), chiesa di San Rocco;
2) S. Rocco, Passignano sul Trasimeno (Perugia), pieve di San Cristoforo;
3) S. Rocco, collezione privata;
4) S. Rocco, Antria (Magione, Perugia), chiesa di San Rocco;
5) S. Rocco, Pergola, Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola;
6) Madonna con il Bambino, Antria (Magione, Perugia), chiesa di San Rocco;
7) Gesù bambino benedicente, collezione privata;
8) Madonna da “vestire”, Torino, Musei Civici;
9) Madonna da “vestire”, collezione privata;
10) Busto femminile, Firenze, Museo Bardini;
11) Cristo crocifisso, Castiglion Fiorentino (Arezzo), chiesa di Santa Maria alle Grazie del Rivaio;
12) S. Lucia, Corciano (Perugia), chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta;
13) Cristo benedicente, Perugia, chiesa di Sant’Agostino;
14) Santo martire bambino, collezione privata;
15) San Rocco, Umbertide, chiesa di Santa Croce;
16) San Giovannino, Firenze, Museo Bardini;
Durante il periodo della mostra sono previsti momenti di approfondimento con conferenze, visite guidate e concerti di musica classica.
IN MOSTRA, PER LA PRIMA VOLTA RIUNITE, 16 SCULTURE CREATE DA ROMANO ALBERTI DA SANSEPOLCRO, DETTO IL “NERO”, ATTIVO IN ITALIA CENTRALE ALLA META’ DEL XVI SECOLO.
LE OPERE ESPOSTE PROVENGONO DA CHIESE, MUSEI ITALIANI, COLLEZIONI PRIVATE ITALIANE E STRANIERE.
Per primo fu Michelangelo Gualandi a pubblicare alcune importanti notizie sugli Alberti, una prolifica famiglia di artisti, originaria di Sansepolcro, pressochè sconosciuta alla storia degli studi fino al 1845. Nelle note Romano Alberti, detto il “Nero”, era definito “eccellente intagliatore”. Le scarne notizie sull’artista (si conosce solo la data di morte, avvenuta nel 1568) si limitano ad indicare alcune delle commissioni ricevute nell’alta valle del Tevere, nella zona compresa tra Sansepolcro, Città di Castello e Umbertide, mettendolo in relazione con l’esecuzione di soffitti lignei intagliati, altari di chiese, sculture e apparati effimeri.
Un recente ritrovamento documentario da parte di Cristina Galassi ha consentito di ricondurre allo scultore biturgense un gruppo di immagini devozionali, riferite dal ‘piece-master’, conservato nella chiesa di San Rocco ad Antria di Magione, ad un anonimo Maestro di Magione, figura già ricostruita in sede critica da Enrica Neri Lusanna (1999). Fanno parte di questo gruppo, oltre alla Madonna con il Bambino e il San Rocco della chiesa di Antria, altri due simulacri del santo antipeste, conservati negli oratori di San Rocco a Bastia Umbra e nel Museo dei Bronzi dorati e della Città di Pergola.
La scoperta di una nuova figura della serie, nella chiesa di Santa Croce ad Umbertide, offre il destro per tentare una ricostruzione del percorso artistico del maestro e, più in generale, della produzione delle botteghe di intagliatori del legno, attive nell’Italia centrale alla metà del XVI secolo.
La scultura, che sul basamento conserva anche la data 1528, anno di una terribile pestilenza, sarà esposta insieme alle altre sopra ricordate e ad un’altra figura, di identico soggetto, in collezione privata, che, probabilmente, costituisce il prototipo dell’intera serie. Ad un’analisi stilistica emerge subito che il gruppo di statue raffiguranti il santo pellegrino ha un eccellente risalto formale e spessore culturale. Si immagina una destinazione a manichino, in quanto tutti gli esemplari presentano suggestive notazioni di costume fisse, quali brache, gambali, sandali all’antica, ma sono completamente nudi al torace, elemento questo che fa presupporre un rivestimento con costumi mobili, senz’altro con una corta mantella.
Una chiave di lettura è costituita dall’esame della “fortuna” che la pratica della replica ha sortito nell’ambito della bottega. L’Alberti aveva aperto un attrezzato laboratorio-atelier nella contrada “Abbarbugliata” a Sansepolcro (più tardi, aprirà una bottega anche a Roma), specializzata nell’esecuzione di immagini devozionali di sicuro successo: San Rocco contro la peste, Madonne da vestire in funzione votiva, Gesù bambini destinati al culto domestico, Crocifissi. La maggior parte delle sculture riconducibili alla bottega sono polimateriche. Il prodotto finito, è il risultato di uno straordinario dosaggio di materiali poveri, sapientemente assemblati e modellati tra loro a ottenere un effetto di estrema esuberanza decorativa. I materiali poveri utilizzati, in particolare la stoffa rinforzata con colle animali e gesso, la stoppa, soprattutto per realizzare le imbottiture interne e i capelli, il legno, usato principalmente per costruire la struttura di sostegno delle figure,
i fili di ferro e i chiodi, i colori preziosi e l’oro per la presentazione finale del simulacro, richiamano le tecniche in uso per la preparazione degli apparati effimeri.
In questo gruppo di opere rientrano un Gesù Bambino benedicente e un Santo Martire bambino, in collezioni private, due Madonne da “vestire” (Torino, Museo Civico e collezione privata), un Busto muliebre nel Museo Bardini di Firenze, un San Rocco, di piccolo formato, nella pieve di San Cristoforo a Passignano, un Crocifisso nella chiesa del Rivaio a Castiglion Fiorentino, una Santa Lucia della parrocchiale di Santa Maria Assunta a Corciano, insieme ad altri pezzi che appartengono alla stessa bottega (Cristo benedicente, Perugia, chiesa di Sant’Agostino).
Da segnalare, la Madonna da “vestire” proveniente dai Musei Civici di Torino, che sul basamento riporta il nome della dedicante e della dedicata e l’anno di esecuzione della scultura che è il 1559: “Questa la fatta fare donna Giuliana in memoria de donna Carubina de Mence 1559”. Si tratta di un’importante statua votiva, forse commissionata in occasione della prematura scomparsa della ritratta.
Il catalogo della Electa Editori Umbri Associati a cura di Cristina Galassi contiene i saggi di Giancarlo Gentilini, Cristina Galassi e Giovan Battista Fidanza; i contributi di Nicola Macchioni, Simona Lazzeri, Enrico Signorini, Simone Mancini, Lucia Fabbro e Brunetto Brunetti; ed ancora, le schede e la riproduzione a colori e bianco/nero delle opere esposte.
Il Comitato scientifico della mostra è composto da Alfredo Bellandi, Giovan Battista Fidanza, Liletta Fornasari, Cristina Galassi, Vittoria Garibaldi, Giancarlo Gentilini, Francesco Federico Mancini, Fabio Marcelli, Tommaso Mozzati, Enrica Neri Lusanna e Vittorio Sgarbi
Oltre al restauro delle statue di Umbertide, Antria, Passignano e Perugia (le altre erano in buone condizioni conservative), a tutte le opere è stata affiancata un’indagine diagnostica su tecniche e materiali utilizzati dalla bottega, a cura di Brunetto Giovanni Brunetti, del Centro di Eccellenza per lo studio delle Tecnologie innovative applicate alla conservazione dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Perugia e di Nicola Macchioni e Simona Lazzeri, dell’Istituto del Legno e delle Specie Arboree del CNR di Firenze.
Di estremo interesse è risultata anche l’esecuzione della tomografia assiale computerizzata su alcune delle sculture esposte, effettuata dall’Istituto Andrea Cesalpino di Terontola, sotto la guida di Enrico Signorini, che ha potuto accertare tecnica e metodica produttiva dei manichini, tra cui l’utilizzo del calco per i volti.
La mostra, inoltre, è un’occasione per coinvolgere anche la città di Umbertide in un progetto, ormai avviato da alcuni anni dalle Università degli Studi di Perugia e Urbino, e dalle Soprintendenze ai Monumenti dell’Umbria e delle Marche, finalizzato a valorizzare il ricco, quanto misconosciuto, patrimonio scultoreo della dorsale appenninica.
Le sculture esposte ad Umbertide sono:
1) S. Rocco, Bastia Umbra (Perugia), chiesa di San Rocco;
2) S. Rocco, Passignano sul Trasimeno (Perugia), pieve di San Cristoforo;
3) S. Rocco, collezione privata;
4) S. Rocco, Antria (Magione, Perugia), chiesa di San Rocco;
5) S. Rocco, Pergola, Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola;
6) Madonna con il Bambino, Antria (Magione, Perugia), chiesa di San Rocco;
7) Gesù bambino benedicente, collezione privata;
8) Madonna da “vestire”, Torino, Musei Civici;
9) Madonna da “vestire”, collezione privata;
10) Busto femminile, Firenze, Museo Bardini;
11) Cristo crocifisso, Castiglion Fiorentino (Arezzo), chiesa di Santa Maria alle Grazie del Rivaio;
12) S. Lucia, Corciano (Perugia), chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta;
13) Cristo benedicente, Perugia, chiesa di Sant’Agostino;
14) Santo martire bambino, collezione privata;
15) San Rocco, Umbertide, chiesa di Santa Croce;
16) San Giovannino, Firenze, Museo Bardini;
Durante il periodo della mostra sono previsti momenti di approfondimento con conferenze, visite guidate e concerti di musica classica.
11
giugno 2005
Sculture “da vestire”. “Nero” Alberti da Sansepolcro e la produzione di manichini lignei in una bottega dell’italia centrale alla metà del XVI secolo
Dall'undici giugno al 06 novembre 2005
arte antica
Location
MUSEO DI SANTA CROCE
Umbertide, Piazza San Francesco, (Perugia)
Umbertide, Piazza San Francesco, (Perugia)
Biglietti
intero Euro 2,50 - ridotto Euro 1,50 (sotto i 18 anni, oltre 65 anni, studenti universitari con tesserino, gruppi adulti minimo 15 persone) – ridotto per le scuole Euro 0,50
Orario di apertura
10,30 - 13 e 16- 18,30, lunedì chiuso
Vernissage
11 Giugno 2005, ore 17
Editore
ELECTA
Autore
Curatore