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Sogno Metropolitano. Affabulazione allocromatica per abbagli e risonanze
Opere realizzate a quattro mani dal fotografo Francesco Corbetta e dallo scrittore Massimo Baraldi, entrambi operanti nel Comasco
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Opera realizzata nel 2004 in collaborazione con il fotografo Francesco Corbetta,
è il tentativo di dare voce e ritmo narrativo alle suggestioni evocate dai
suoi scatti. Fotografie di stampo pittorico, nelle quali si ritrovano i toni
del surrealismo e dell'espressionismo.
Francesco, nel consegnarmi i 18 scatti 18, mi ha chiesto di tirarne fuori
una storia, se ne avevo il coraggio. Io ho pensato ad un viaggio tutto emotivo
in un mondo trasfigurato dalla soggettività dello sguardo.
Si dice allocromatico un minerale che può cambiare colore a seconda del cromoforo
che entra nel reticolo a livello di impurezza. I cromofori, giusto per intenderci,
sono elementi chimici che entrando nella struttura cristallina hanno la capacità
di agire sul colore di una gemma. E visto che siamo tutti quanti un pò cromofori,
intorno a questo concetto ho costruito la mia affabulazione.
Massimo Baraldi
?scatti notturni, immagini che raccontano un sogno?voglio essere ?cittadino
del mondo?!!!
?esco di casa ?la notte è viva, si muove, pulsa!
Come un fantasma passeggio per le vie cittadine: nessuno può vedermi, nessuno
può sentirmi, la città è teatro e la gente che incontro per strada è protagonista
inconsapevole del mio sogno.
Io, regista, decido se continuare a scivolare sull?asfalto o abbandonarmi
tra il gorgoglio di parole che riecheggiano tra le mura.
?viaggiando lontano da casa, sempre più lontano da casa?
Per raccontare questo sogno non mi bastava fotografare la città nella notte,
volevo delle immagini evanescenti, surreali, quindi ho usato il ?mezzo polaroid?
intervenendo poi manualmente per rendere ancora più onirica l?atmosfera.
?il risultato: fotografie lontane dalla realtà!!!
Francesco Corbetta
Sogno metropolitano è un?operazione che letteralmente ?incrocia? fotografia
e scrittura, che mette a contatto due ambiti espressivi facendoli convergere
verso una comune tensione narrativa. Immagine e parola si intersecano in
uno strano groviglio dialogico, che assomiglia in parti uguali sia a un ?botta
e risposta? che a una conversazione condotta su binari paralleli.
Ma Sogno metropolitano è anche un progetto che si alimenta di un dinamismo
irrequieto, di un desiderio instancabile di ?circolare?, di aggirarsi liberamente
nel territorio della narrazione. Talvolta è l?obbiettivo fotografico che
sembra indicare la direzione e trascinare con sé la scrittura. Altre volte
è la parola che sembra spingersi in avanscoperta e indicare all?immagine
la via da percorrere. Quasi sempre la dimensione visiva e quella verbale
sembrano spingersi reciprocamente a evitare l?inerzia, a considerare la staticità
come il peggiore dei mali.
I testi e le fotografie di Sogno metropolitano si muovono a velocità sostenuta.
Le immagini sembrano deformarsi a causa di questo andamento celere, mentre
la scrittura assorbe la rapidità, la trattiene fra le parole. Per la suggestione
anomala di cui sono pervasi, per il senso di sospensione che trasmettono,
i testi e le fotografie di Sogno metropolitano sembrano davvero evocare il
racconto di un sogno.
Roberto Borghi
è il tentativo di dare voce e ritmo narrativo alle suggestioni evocate dai
suoi scatti. Fotografie di stampo pittorico, nelle quali si ritrovano i toni
del surrealismo e dell'espressionismo.
Francesco, nel consegnarmi i 18 scatti 18, mi ha chiesto di tirarne fuori
una storia, se ne avevo il coraggio. Io ho pensato ad un viaggio tutto emotivo
in un mondo trasfigurato dalla soggettività dello sguardo.
Si dice allocromatico un minerale che può cambiare colore a seconda del cromoforo
che entra nel reticolo a livello di impurezza. I cromofori, giusto per intenderci,
sono elementi chimici che entrando nella struttura cristallina hanno la capacità
di agire sul colore di una gemma. E visto che siamo tutti quanti un pò cromofori,
intorno a questo concetto ho costruito la mia affabulazione.
Massimo Baraldi
?scatti notturni, immagini che raccontano un sogno?voglio essere ?cittadino
del mondo?!!!
?esco di casa ?la notte è viva, si muove, pulsa!
Come un fantasma passeggio per le vie cittadine: nessuno può vedermi, nessuno
può sentirmi, la città è teatro e la gente che incontro per strada è protagonista
inconsapevole del mio sogno.
Io, regista, decido se continuare a scivolare sull?asfalto o abbandonarmi
tra il gorgoglio di parole che riecheggiano tra le mura.
?viaggiando lontano da casa, sempre più lontano da casa?
Per raccontare questo sogno non mi bastava fotografare la città nella notte,
volevo delle immagini evanescenti, surreali, quindi ho usato il ?mezzo polaroid?
intervenendo poi manualmente per rendere ancora più onirica l?atmosfera.
?il risultato: fotografie lontane dalla realtà!!!
Francesco Corbetta
Sogno metropolitano è un?operazione che letteralmente ?incrocia? fotografia
e scrittura, che mette a contatto due ambiti espressivi facendoli convergere
verso una comune tensione narrativa. Immagine e parola si intersecano in
uno strano groviglio dialogico, che assomiglia in parti uguali sia a un ?botta
e risposta? che a una conversazione condotta su binari paralleli.
Ma Sogno metropolitano è anche un progetto che si alimenta di un dinamismo
irrequieto, di un desiderio instancabile di ?circolare?, di aggirarsi liberamente
nel territorio della narrazione. Talvolta è l?obbiettivo fotografico che
sembra indicare la direzione e trascinare con sé la scrittura. Altre volte
è la parola che sembra spingersi in avanscoperta e indicare all?immagine
la via da percorrere. Quasi sempre la dimensione visiva e quella verbale
sembrano spingersi reciprocamente a evitare l?inerzia, a considerare la staticità
come il peggiore dei mali.
I testi e le fotografie di Sogno metropolitano si muovono a velocità sostenuta.
Le immagini sembrano deformarsi a causa di questo andamento celere, mentre
la scrittura assorbe la rapidità, la trattiene fra le parole. Per la suggestione
anomala di cui sono pervasi, per il senso di sospensione che trasmettono,
i testi e le fotografie di Sogno metropolitano sembrano davvero evocare il
racconto di un sogno.
Roberto Borghi
19
marzo 2005
Sogno Metropolitano. Affabulazione allocromatica per abbagli e risonanze
Dal 19 marzo al 15 aprile 2005
fotografia
Location
LABORATORIO SCALABRINI
Como, Via Gian Battista Scalabrini, 34, (Como)
Como, Via Gian Battista Scalabrini, 34, (Como)
Orario di apertura
gio_ven 16-20 e sabato 16-02
Vernissage
19 Marzo 2005, ore 18
Autore