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Max Klinger – Sogni e segreti di un simbolista
due aspetti particolari della produzione del grande artista simbolista: da un lato i dipinti, le sculture le incisioni; dall’altro quello della sua produzione privata – e per certi versi sorprendente – di disegni erotici
Comunicato stampa
Segnala l'evento
E' dedicata a Max Klinger la mostra di punta di Palazzo delle Albere, la sede trentina del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, per l'estate 2005. L'evento si inserisce all'interno del rinnovato interesse nel mondo culturale e artistico per l'artista tedesco e, più in particolare, nell'ambito della ricerca condotta dal Mart sulle relazioni fra la cultura figurativa ottocentesca e quella del Novecento.
Dal 9 aprile al 25 settembre, la mostra indagherà su due aspetti particolari della produzione del grande artista simbolista: da un lato i dipinti, le sculture le incisioni; dall'altro quello della sua produzione privata - e per certi versi sorprendente - di disegni erotici.
Si tratta di disegni concepiti da Klinger non per la pubblicazione, ma per accompagnare una sua ricerca estetica privata, raffinata e sensuale. "Dobbiamo non solo sopportare il nudo - scrisse Klinger nel suo Pittura e disegno - ma anche vederlo e imparare ad apprezzarlo". Questi disegni, provenienti dalla Collezione Siegfried Unterberger, dove sono ora conservati, offrono al visitatore l'occasione di incontrare un artista a tutto tondo, scoprendo un aspetto inconsueto e intimo del pittore tedesco.
Dopo il crollo del muro di Berlino nel 1989, alcuni impegni professionali condussero Siegfrid Unterberger nella città di Lipsia dove poté scoprire l'opera del grande simbolista tedesco Max Klinger, di cui rimase da subito ammaliato, tanto da diventarne un assiduo collezionista. La sua collezione ripercorre in modo eccellente ed esaustivo tutto il percorso artistico klingeriano; il culmine di questa raccolta è dato dalla famosa statua in argento della Galatea.
Inoltre verranno presentati alcune importanti opere provenienti dal Museum der bildenden Künste di Lipsia, città natale di Klinger. Si tratta di tre cicli integrali di incisioni, Un amore, Una vita, e Parafrasi sul ritrovamento di un guanto.
Klinger (Lipsia, 1857- Grossjena, 1920) è da considerarsi tra gli artisti più geniali della stagione simbolista, poiché riassume nelle sue opere due differenti filoni culturali: da una parte il mondo moderno tedesco e, dall'altra parte, il mondo antico greco-romano, che sfociano nella grandiosità delle sue opere, originando un modo di intendere l'arte come luogo simbolico prescelto per l'incontro tra musica, letteratura, filosofia e mito.
In vita Klinger raggiunse una fama eccezionale, ma dopo la morte, avvenuta nel 1920, la sua arte fu considerata superata dalla maggior parte dei suoi contemporanei e l'artista, un tempo celebrato con entusiasmo, parve cadere nel dimenticatoio. Il nostro secolo non ha certamente portato a Klinger la fama che doveva essergli riconosciuta, nonostante molti artisti, da Giorgio de Chirico a suo fratello Alberto Savinio, da Max Ernst a Käthe Kollwitz, da Munch a Salvador Dalì, abbiano riconosciuto in lui un grande maestro. Fu solo dopo la metà del XX secolo, con la grande esposizione organizzata a Lipsia nel 1970, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte dell'artista, che l'opera di Max Klinger riacquistò la piena attenzione sia a livello pubblico che artistico.
"Pittore, scultore, acquafortista, filosofo, scrittore, musico, poeta, [...] è stato l'artista moderno per eccellenza" scrisse di lui il suo primo grande ammiratore italiano Giorgio de Chirico. Klinger fu un incisore fecondo e tecnicamente straordinario, capace di ottenere effetti mai tentati prima; come pittore assegnò alle tele una molteplicità di simboli, modelli, idee filosofiche e religiose; inoltre si cimentò anche con la scultura vivificandola con la forza dell'artista classico, antico e rinascimentale.
Stimolato dalla scoperta archeologica secondo cui le statue antiche erano, in gran parte, colorate, e da una conferenza sulla scultura dipinta ("Sollen wir unsere Statuen bemalen?") tenuta dal direttore della Skulpturensammlung di Dresda, Georg Treu, Klinger, partendo da Lipsia, s'inerpicò per le cave di tutta Europa con l'intento di recuperare il materiale che rispondesse alle sue esigenze artistiche. Nella ricerca dei marmi colorati adeguati, passò anche attraverso l'Alto Adige, a Lasa, non lontano da Merano. Ridiede alle statue gli occhi d'ambra che caratterizzavano quelle degli antichi e sperimentò gli effetti della chimica moderna sulle venature dei marmi.
Dal 9 aprile al 25 settembre, la mostra indagherà su due aspetti particolari della produzione del grande artista simbolista: da un lato i dipinti, le sculture le incisioni; dall'altro quello della sua produzione privata - e per certi versi sorprendente - di disegni erotici.
Si tratta di disegni concepiti da Klinger non per la pubblicazione, ma per accompagnare una sua ricerca estetica privata, raffinata e sensuale. "Dobbiamo non solo sopportare il nudo - scrisse Klinger nel suo Pittura e disegno - ma anche vederlo e imparare ad apprezzarlo". Questi disegni, provenienti dalla Collezione Siegfried Unterberger, dove sono ora conservati, offrono al visitatore l'occasione di incontrare un artista a tutto tondo, scoprendo un aspetto inconsueto e intimo del pittore tedesco.
Dopo il crollo del muro di Berlino nel 1989, alcuni impegni professionali condussero Siegfrid Unterberger nella città di Lipsia dove poté scoprire l'opera del grande simbolista tedesco Max Klinger, di cui rimase da subito ammaliato, tanto da diventarne un assiduo collezionista. La sua collezione ripercorre in modo eccellente ed esaustivo tutto il percorso artistico klingeriano; il culmine di questa raccolta è dato dalla famosa statua in argento della Galatea.
Inoltre verranno presentati alcune importanti opere provenienti dal Museum der bildenden Künste di Lipsia, città natale di Klinger. Si tratta di tre cicli integrali di incisioni, Un amore, Una vita, e Parafrasi sul ritrovamento di un guanto.
Klinger (Lipsia, 1857- Grossjena, 1920) è da considerarsi tra gli artisti più geniali della stagione simbolista, poiché riassume nelle sue opere due differenti filoni culturali: da una parte il mondo moderno tedesco e, dall'altra parte, il mondo antico greco-romano, che sfociano nella grandiosità delle sue opere, originando un modo di intendere l'arte come luogo simbolico prescelto per l'incontro tra musica, letteratura, filosofia e mito.
In vita Klinger raggiunse una fama eccezionale, ma dopo la morte, avvenuta nel 1920, la sua arte fu considerata superata dalla maggior parte dei suoi contemporanei e l'artista, un tempo celebrato con entusiasmo, parve cadere nel dimenticatoio. Il nostro secolo non ha certamente portato a Klinger la fama che doveva essergli riconosciuta, nonostante molti artisti, da Giorgio de Chirico a suo fratello Alberto Savinio, da Max Ernst a Käthe Kollwitz, da Munch a Salvador Dalì, abbiano riconosciuto in lui un grande maestro. Fu solo dopo la metà del XX secolo, con la grande esposizione organizzata a Lipsia nel 1970, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte dell'artista, che l'opera di Max Klinger riacquistò la piena attenzione sia a livello pubblico che artistico.
"Pittore, scultore, acquafortista, filosofo, scrittore, musico, poeta, [...] è stato l'artista moderno per eccellenza" scrisse di lui il suo primo grande ammiratore italiano Giorgio de Chirico. Klinger fu un incisore fecondo e tecnicamente straordinario, capace di ottenere effetti mai tentati prima; come pittore assegnò alle tele una molteplicità di simboli, modelli, idee filosofiche e religiose; inoltre si cimentò anche con la scultura vivificandola con la forza dell'artista classico, antico e rinascimentale.
Stimolato dalla scoperta archeologica secondo cui le statue antiche erano, in gran parte, colorate, e da una conferenza sulla scultura dipinta ("Sollen wir unsere Statuen bemalen?") tenuta dal direttore della Skulpturensammlung di Dresda, Georg Treu, Klinger, partendo da Lipsia, s'inerpicò per le cave di tutta Europa con l'intento di recuperare il materiale che rispondesse alle sue esigenze artistiche. Nella ricerca dei marmi colorati adeguati, passò anche attraverso l'Alto Adige, a Lasa, non lontano da Merano. Ridiede alle statue gli occhi d'ambra che caratterizzavano quelle degli antichi e sperimentò gli effetti della chimica moderna sulle venature dei marmi.
08
aprile 2005
Max Klinger – Sogni e segreti di un simbolista
Dall'otto aprile al 25 settembre 2005
arte moderna
Location
PALAZZO DELLE ALBERE
Trento, Via Roberto Da Sanseverino, 45, (Trento)
Trento, Via Roberto Da Sanseverino, 45, (Trento)
Biglietti
Intero 5 Euro, Ridotto 3 Euro, Ridotto scolaresche 1€ a studente
Orario di apertura
tutti i giorni 10-18. Lunedì chiuso
Vernissage
8 Aprile 2005, ore 11
Autore