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Vito Giaccari – Due geometrie mai casuali
Un viaggio ideale tra Roma e il Salento, alla riscoperta dei paesaggi e delle geometrie mai casuali che la Natura disegna con estrema armonia anche nell’apparente caos di un microcosmo spesso invisibile agli occhi…
Comunicato stampa
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Con Due - geometrie mai casuali, titolo apparentemente insolito per una mostra, Vito Giaccari presenta nella poliedricità dei suoi scatti tasselli unici di un ideale percorso che lega Roma e il Salento. E tra Roma e il Salento, le sorprendenti geometrie, mai casuali, che la Natura disegna svelando le seducenti armonie di un microcosmo dove spesso "l’essenziale è invisibile agli occhi". Una frase che ci rimanda alla poetica narrazione de Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery, ed è quasi come se l’insegnamento del filosofo-aviatore trovasse una sua concreta applicazione nelle visioni catturate dall’occhio attento di Vito Giaccari. Perché dietro l’obiettivo c’è sempre l’uomo, il suo sguardo che accarezza i soggetti, li riscopre con l’entusiasmo di un cuore bambino con la sua particolare sensibilità in grado di fargli percepire, in un millesimo di secondo, tutta la poesia di un istante irripetibile. In questo senso ogni foto è unica, una prova d’autore, al pari di un dipinto, di una scultura: creazione di un vissuto nello spazio e in un brevissimo soffio del tempo con la consapevolezza che l’occhio e la macchina, in una simbiosi alchemica, sono riusciti a tradurre in immagine quel meraviglioso spettacolo del creato che si offre a noi, ogni giorno, come il più grande dei doni. Osservando le foto di Giaccari ci si immerge appieno in un mondo di luci e colori che solitamente diamo per scontato al punto che, paradossalmente, queste visioni ci scorrono veloci senza che nella nostra testa, prima che nei nostri occhi, ne resti qualche traccia. Il tempo scorre, tutto si modifica intorno a noi e dentro di noi e ci perdiamo così, il più delle volte, ciò che la natura semplicemente e senza pretese alcuna ci offre. C’è tutto un mondo nuovo da scoprire se solo lasciamo guardare i nostri occhi come riescono a fare solo i bambini…in un concetto poetico di pascoliana memoria ritroviamo la poetica del linguaggio fotografico di Giaccari. Simboli e segni della natura con le sue geometrie mai casuali che si incontrano, si sovrappongono, si oppongono in un dualismo numerico che coinvolge forme, paesaggi, persone, situazioni che sembrano quasi tutte rimandarci alla legge fisica degli opposti che inevitabilmente si attraggono… o si respingono; in ogni caso esseri diversi ma complementari che popolano il mondo, luoghi unici che nella loro varietà racchiudono il segreto dell’esistenza che è la bellezza di vivere. Alberi, fiori, insetti, bruchi inquadrati come tele caravaggesche sorpresi in giochi chiaroscurali che lasciano sgranare gli occhi e fanno pensare ad una nuova metafisica. Il concetto stesso di bellezza si trasmuta, bello è il mandorlo in fiore ma bella è anche la zanzara, l’ape laboriosa, il cigno, la cimice che gioca a fare l’equilibrista tra i petali di un fiore…bello è il volto di due anziani che guardano il mare, ancora insieme nonostante l’incedere del tempo veloce come quello delle onde…Ed ecco alternarsi in un parallelismo atipico le geometrie della Natura da un lato e quelle architettoniche antropomorfe, perchè segno inconfondibile della presenza dell’uomo, dall’altro evidenziandone, volutamente, le sole che esprimono la bellezza, comunicano emozione, gioia di vivere talvolta venata di romanticismo e di nostalgia ma sempre sentimenti positivi. Perché è questo il credo dell’artista. Comunicare nell’immediatezza di un clic le molteplici sensazioni che si possono provare davanti ad un lago o ad un impercettibile battito d’ali di una farfalla. Passeggiando lungo il Tevere o in piazza San Pietro, Villa borghese…o tra i vicoli di un paese assolato del Salento... Tra i caratteristici pini del paesaggio romano, i resti dell’acquedotto e le suggestive campagne salentine, uniche nei contrasti cromatici e per quegli elementi rurali che rimandono a visioni bucoliche di una Natura incontaminata. Incontaminata e selvaggia come suggeriscono gli struggenti tramonti sulle coste da Porto Cesareo, a Gallipoli a Finibus Terrae. "In un mondo in cui l’immagine viene spesso contaminata da abili manipolazioni ed artifizi, intendo, attraverso il mio pensiero fotografico, rasserenare gli animi di coloro i quali si sentono legati ai valori tradizionali dell’arte fotografica. Amo perciò ritrarre situazioni e aspetti della Natura senza ricorrere ad artifici nel rispetto dell’etica dei soggetti trattati e della documentazione reale degli eventi" ci racconta il fotografo. Un’etica che gli viene naturale, medico di professione, per lui la vita, l’integrità sono valori inestimabili. Come quegli scatti rubati tempestivamente o dopo ore di attesa, ma sempre di infinita bellezza, racchiusi nel catalogo edito da Il Raggio Verde edizioni, nuova realtà imprenditoriale salentina. Fotogrammi in cui si fondono l’abilità tecnica e l’istintivo lirismo di eventi naturali nella loro straordinarietà, delicati equilibri che sono il vocabolario con il quale Madre Natura ci parla quotidianamente con estrema semplicità.
Antonietta Fulvio
Antonietta Fulvio
20
marzo 2005
Vito Giaccari – Due geometrie mai casuali
Dal 20 al 30 marzo 2005
fotografia
Location
ASSOCIAZIONE IL RAGGIO VERDE
Lecce, Via Federico D'aragona, 14, (Lecce)
Lecce, Via Federico D'aragona, 14, (Lecce)
Orario di apertura
18-21
Vernissage
20 Marzo 2005, ore 19
Autore