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Renato Guttuso – Opere 1937-1986
Un percorso espositivo straordinario e di grande ricchezza che si snoda attraverso cinquantacinque opere.
Comunicato stampa
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Particolare attenzione è dedicata in questi mesi alla straordinaria figura di Renato Guttuso, a cui Mazzoleni Arte Moderna fa omaggio con un'importante retrospettiva antologica dal 12 marzo al 11 giugno2005.
Nelle sale sono esposte cinquantacinque significative opere, di cui 45 oli e 10 gouache, che consentono di ripercorrere il cammino di questo artista, insignito del Premio Lenin per la pace e l'amicizia dei popoli nel 1972. Il percorso consente ai visitatori di accostarsi a una ricerca pittorica che esprime la pulsante energia di un linguaggio scandito da una personale e vibrante interpretazione di volti, di nudi, di oggetti.
Molteplici le esperienze artistiche di Guttuso rappresentate dalla scelta dei lavori in mostra che indubbiamente definiscono una stagione quanto mai intensamente vissuta e stabiliscono un immediato riscontro con il periodo milanese di Corrente, e del Fronte Nuovo delle Arti -fondato insieme a Renato Birolli, Emilio Vedova e Giuseppe Marchiori-, del Manifesto del neo-cubismo e del realismo sociale di cui spiccano i grandi ed evocativi quadri, oltre alle rappresentazioni post-cubiste, alle suggestive nature morte con frutta e oggetti, ai nudi espressionistici, ai visi femminili.
Una stagione, quella di Guttuso, caratterizzata dall'iniziale frequentazione dell'atelier del pittore futurista Pippo Rizzo, dagli inviti alla Quadriennale Nazionale di Roma (1931) e alla Biennale Internazionale di Venezia. Fu legato ad intellettuali come il poeta Salvatore Quasimodo, il filosofo Antonio Banfi, gli scrittori Libero De Libero, Alberto Moravia e Antonello Trombadori.
In mostra spiccano importanti opere tra cui: Natura morta 1937, Gatti 1938, Vaso di fiori 1938-39, Limoni su drappo nero 1939, Gabbia bianca e foglie 1940, Gabbia Rosa 1941, Studio 1948, e Caraffa 1947, sino a La bottiglia di Madera, 1940-41, La finestra blu 1940-41,Occupazione delle terre in Sicilia 1947, l'importante Nudo sdraiato nello studio 1959, Pannocchie 1963, La notte di Gibellina 1969, e le acqueforti della cartella edita dai Maestri Incisori 1983/1987.
Delle più recenti esposizioni di Mazzoleni si ricordano: Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Afro, Alberto Burri, Enrico Baj, Salvo e Hartung, tutte mostre che hanno riscosso un ottimo successo di pubblico e di critica.
Accompagna la mostra il catalogo edito da Mazzoleni Arte Contemporanea, con testo di Angelo Mistrangelo.
Angelo Mistrangelo
a proposito delle opere in mostra, nel testo in catalogo scrive: "Il senso profondo della pittura di Renato Guttuso risiede nella straordinaria forza del pensiero, nella pulsante e inesausta energia delle immagini, nell'incontro tra arte e cultura, tra eventi sociali e il percorso dell'umanità.
In ogni interno con oggetti, in ogni suadente figura femminile, in ogni testimonianza della lotta dei lavoratori, vi è incontestabile e indiscusso il sogno di un artista che ha segnato con le sue opere la storia del Novecento. […]. Senatore della Repubblica, Premio Lenin per la pace e l'amicizia dei popoli, presente alla Biennale di Venezia del 1950 con il dipinto Occupazione delle terre incolte in Sicilia.
Nudi di donna, grandi nature morte, vedute urbane, concorrono a creare il senso di un'arte che deve avere 'un'azione diretta nella vita di tutti gli uomini, perché a tutti gli uomini essa si rivolge scoprendo ad essi infiniti modi di bellezza, di commozione poetica, di esaltazione civile'....
E così il suo discorso trova riscontro nell'olio Gatti del 1938 e ne La gabbia rosa del 1940/41, nella Bottiglia di Madera e nel dipinto Occupazione delle terre in Sicilia del 1947 risolto con una linea incisiva e robusta, con un colore che permea ed estrae dal fondo il complesso delle figure, con l'incedere dei personaggi-contadini dal potente verismo […].
E dalla Caraffa (1947) del periodo neo-cubista a la notte di Gibellina (1969), dipinta nel secondo anniversario del terremoto del Belice, si 'scopre' ancora una volta la vibrante misura espressiva dell'artista siciliano, del suo mondo, del rapporto con Picasso e di una ricerca in cui ha scritto Marco Rosci, nel catalogo della mostra in questa stessa galleria del novembre 1997, 'si nota una svolta con "la nettezza picassiana dei piani-colore ribaltati; ma anche, meditatamente, nei materiali coinvolti in quella nettezza e nei suoi ritmi. Sono i materiali -popolari- della quotidianità domestica e del lavoro, compagni della sedia impagliata, il fiasco, la gabbietta […]'.
E il fascino raccolto dello studio con pennelli, tavoli ingombri, barattoli, libri, colori, tele e cavalletti, finestre aperte sulla realtà, accoglieva gli amici artisti come Achille Perilli, Ugo attrardi, Pietro Consagra, Giulio Turcato e Pietro Dorazio che ricorda: portavano tutti i nostri quadri 'nello studio di Guttuso e li osservavamo insieme, facendoci complimenti e rilevando reciprocamente le origini e i possibili sviluppi delle nostre esperienze'.
Un'esperienza -ha scritto Renato Guttuso- nella quale prende forma: 'Una mela, una bottiglia, un volto, uomini in guerra o in pace, angeli nei cieli, estasi di Santi, massacri, dannati nell'inferno, crocifissioni o concerti, giornali, cinematografi, musei, strade, campagna, palazzi e camere chiuse, letti disfatti, oggetti abbandonati e impolverati. La pittura è la forma del nostro coesistere in ognuno di questi elementi o in tutti questi insieme'.
E la pittura diviene racconto, passionalità e storia dell'umano procedere alla ricerca di un'interiore verità, di uno sguardo che è vita, denuncia, poesia".
Nelle sale sono esposte cinquantacinque significative opere, di cui 45 oli e 10 gouache, che consentono di ripercorrere il cammino di questo artista, insignito del Premio Lenin per la pace e l'amicizia dei popoli nel 1972. Il percorso consente ai visitatori di accostarsi a una ricerca pittorica che esprime la pulsante energia di un linguaggio scandito da una personale e vibrante interpretazione di volti, di nudi, di oggetti.
Molteplici le esperienze artistiche di Guttuso rappresentate dalla scelta dei lavori in mostra che indubbiamente definiscono una stagione quanto mai intensamente vissuta e stabiliscono un immediato riscontro con il periodo milanese di Corrente, e del Fronte Nuovo delle Arti -fondato insieme a Renato Birolli, Emilio Vedova e Giuseppe Marchiori-, del Manifesto del neo-cubismo e del realismo sociale di cui spiccano i grandi ed evocativi quadri, oltre alle rappresentazioni post-cubiste, alle suggestive nature morte con frutta e oggetti, ai nudi espressionistici, ai visi femminili.
Una stagione, quella di Guttuso, caratterizzata dall'iniziale frequentazione dell'atelier del pittore futurista Pippo Rizzo, dagli inviti alla Quadriennale Nazionale di Roma (1931) e alla Biennale Internazionale di Venezia. Fu legato ad intellettuali come il poeta Salvatore Quasimodo, il filosofo Antonio Banfi, gli scrittori Libero De Libero, Alberto Moravia e Antonello Trombadori.
In mostra spiccano importanti opere tra cui: Natura morta 1937, Gatti 1938, Vaso di fiori 1938-39, Limoni su drappo nero 1939, Gabbia bianca e foglie 1940, Gabbia Rosa 1941, Studio 1948, e Caraffa 1947, sino a La bottiglia di Madera, 1940-41, La finestra blu 1940-41,Occupazione delle terre in Sicilia 1947, l'importante Nudo sdraiato nello studio 1959, Pannocchie 1963, La notte di Gibellina 1969, e le acqueforti della cartella edita dai Maestri Incisori 1983/1987.
Delle più recenti esposizioni di Mazzoleni si ricordano: Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Afro, Alberto Burri, Enrico Baj, Salvo e Hartung, tutte mostre che hanno riscosso un ottimo successo di pubblico e di critica.
Accompagna la mostra il catalogo edito da Mazzoleni Arte Contemporanea, con testo di Angelo Mistrangelo.
Angelo Mistrangelo
a proposito delle opere in mostra, nel testo in catalogo scrive: "Il senso profondo della pittura di Renato Guttuso risiede nella straordinaria forza del pensiero, nella pulsante e inesausta energia delle immagini, nell'incontro tra arte e cultura, tra eventi sociali e il percorso dell'umanità.
In ogni interno con oggetti, in ogni suadente figura femminile, in ogni testimonianza della lotta dei lavoratori, vi è incontestabile e indiscusso il sogno di un artista che ha segnato con le sue opere la storia del Novecento. […]. Senatore della Repubblica, Premio Lenin per la pace e l'amicizia dei popoli, presente alla Biennale di Venezia del 1950 con il dipinto Occupazione delle terre incolte in Sicilia.
Nudi di donna, grandi nature morte, vedute urbane, concorrono a creare il senso di un'arte che deve avere 'un'azione diretta nella vita di tutti gli uomini, perché a tutti gli uomini essa si rivolge scoprendo ad essi infiniti modi di bellezza, di commozione poetica, di esaltazione civile'....
E così il suo discorso trova riscontro nell'olio Gatti del 1938 e ne La gabbia rosa del 1940/41, nella Bottiglia di Madera e nel dipinto Occupazione delle terre in Sicilia del 1947 risolto con una linea incisiva e robusta, con un colore che permea ed estrae dal fondo il complesso delle figure, con l'incedere dei personaggi-contadini dal potente verismo […].
E dalla Caraffa (1947) del periodo neo-cubista a la notte di Gibellina (1969), dipinta nel secondo anniversario del terremoto del Belice, si 'scopre' ancora una volta la vibrante misura espressiva dell'artista siciliano, del suo mondo, del rapporto con Picasso e di una ricerca in cui ha scritto Marco Rosci, nel catalogo della mostra in questa stessa galleria del novembre 1997, 'si nota una svolta con "la nettezza picassiana dei piani-colore ribaltati; ma anche, meditatamente, nei materiali coinvolti in quella nettezza e nei suoi ritmi. Sono i materiali -popolari- della quotidianità domestica e del lavoro, compagni della sedia impagliata, il fiasco, la gabbietta […]'.
E il fascino raccolto dello studio con pennelli, tavoli ingombri, barattoli, libri, colori, tele e cavalletti, finestre aperte sulla realtà, accoglieva gli amici artisti come Achille Perilli, Ugo attrardi, Pietro Consagra, Giulio Turcato e Pietro Dorazio che ricorda: portavano tutti i nostri quadri 'nello studio di Guttuso e li osservavamo insieme, facendoci complimenti e rilevando reciprocamente le origini e i possibili sviluppi delle nostre esperienze'.
Un'esperienza -ha scritto Renato Guttuso- nella quale prende forma: 'Una mela, una bottiglia, un volto, uomini in guerra o in pace, angeli nei cieli, estasi di Santi, massacri, dannati nell'inferno, crocifissioni o concerti, giornali, cinematografi, musei, strade, campagna, palazzi e camere chiuse, letti disfatti, oggetti abbandonati e impolverati. La pittura è la forma del nostro coesistere in ognuno di questi elementi o in tutti questi insieme'.
E la pittura diviene racconto, passionalità e storia dell'umano procedere alla ricerca di un'interiore verità, di uno sguardo che è vita, denuncia, poesia".
11
marzo 2005
Renato Guttuso – Opere 1937-1986
Dall'undici marzo all'undici giugno 2005
arte contemporanea
Location
Galleria Mazzoleni, Torino
Torino, Piazza Solferino, 2, (Torino)
Torino, Piazza Solferino, 2, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a domenica, 10.00 – 12.30 / 16.00 – 19.30. Chiuso lunedì
Vernissage
11 Marzo 2005, ore 18
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Autore