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Paolo Patelli – Opere dal 1961
Mostra antologica di Paolo Patelli, artista veneto di origine istriana tra i più originali della sua generazione
Comunicato stampa
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Sabato 12 marzo 2005, alle ore 18, al Museo Revoltella si inaugurerà una mostra antologica di Paolo Patelli, artista veneto di origine istriana tra i più originali della sua generazione.
E’ la quarta mostra - dopo quella di Manuela Sedmach, Antonio Sofianopulo e Mario Sillani - che si tiene sotto l’etichetta “Revoltella Contemporaneo”, una finestra aperta verso l’esterno per promuovere gli artisti cittadini e per fare conoscere in città la realtà esterna, nazionale e internazionale.
La mostra raccoglierà un’ampia selezione di opere dell’artista rappresentativa di tutte le fasi della sua lunga carriera, iniziata nei primi anni Sessanta.
Profilo dell’artista
Paolo Patelli è nato nel 1934 ad Abbazia (Fiume), da famiglia triestina e istriana: di lontana origine veneziana da parte paterna, triestina-muggesana da quella materna. Andatosene con gli altri profughi nel 1947, si è fermando a Trieste qualche tempo dove ha studiato al Liceo Dante Alighieri. Stabilitosi nel Veneto, ha frequentato l’Università di Padova completando studi di chimica e farmacia e svolgendo per un periodo ricerca scientifica sulla radioattività.
Abbastanza casualmente, trascurando poesia e letteratura che erano i suoi primi interessi, è approdato alla pittura, da autodidatta e spinto da una generica insoddisfazione esistenziale. Una brevissima e deludente esperienza in una scuola di acquerello diretta da Kokoschka è l’unico contatto avuto da Patelli con l’insegnamento accademico e ha contato molto meno della presenza alle lezioni di Daisetz Teitaro Suzuki negli anni cinquanta.
Ha lasciato il Veneto solo per viaggi in Scozia, New York, Londra, Parigi. Ha insegnato pittura e tenuto lezioni a Sheffield, Atlanta, Norwich ed alla New York University. Ha avuto una cattedra di pittura per qualche anno alla Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel corso degli anni ha realizzato molte mostre personali (oltre una settantina) a Ginevra, Lussemburgo, Losanna, Amsterdam, Vienna, Dusseldorf, Costanza, L’Aia, Napoli, Milano, Roma, Verona, Treviso, Venezia, Long Island, Livorno, Udine, Klagenfurt, Genova, Mantova, Padova, Trento, Nordkirchen e Trieste.
Appare naturale la scelta di Trieste per questa sua prima antologica di rilievo, sia per motivi nostalgici - la città del nonno Domenico Menotti Marina, pittore, poeta, direttore didattico prima a Sebenico e poi a Trieste - che culturali - la città di Svevo, Saba, Joyce, Nathan, Bolaffio, Magris e altro, molto altro, la città di un certo clima culturale.
Patelli vive nella campagna veneta tra Venezia e Treviso, dove conduce una sua ricerca sui valori della pittura, del colore, dei rapporti tra arte, musica, poesia, oggetti della memoria, evitando ove possibile mode e ammiccamenti al mercato. Il suo tragitto pittorico è in qualche modo anomalo, sempre sfasato con i tempi del successo facile, ed è delineato nella corposa monografia dedicatagli in occasione di questa mostra. Dopo un periodo di “bella pittura”, su tela ad olio negli anni Sessanta, ha sperimentato con ferocia gli estremi della “non-pittura”, del poverismo, del monocolore, dubitando più volte del colore che pur amava, sempre avendo presente il bisogno di non interrompere il rapporto con la vita, la poesia, la vita quotidiana di chi, per fare il quadro, deve preparare il telaio, lavare i pennelli, accendere la stufa, comprare il pane.
Lentamente, dalla ricerca - è stato per qualche anno vicino agli artisti della “Pura Pittura” - è tornato negli ultimi vent’anni a dipingere senza troppe teorie, con grande piacere nel farlo e pensando più alla musica o alla letteratura che ai sussulti dell’arte contemporanea.
E’ la quarta mostra - dopo quella di Manuela Sedmach, Antonio Sofianopulo e Mario Sillani - che si tiene sotto l’etichetta “Revoltella Contemporaneo”, una finestra aperta verso l’esterno per promuovere gli artisti cittadini e per fare conoscere in città la realtà esterna, nazionale e internazionale.
La mostra raccoglierà un’ampia selezione di opere dell’artista rappresentativa di tutte le fasi della sua lunga carriera, iniziata nei primi anni Sessanta.
Profilo dell’artista
Paolo Patelli è nato nel 1934 ad Abbazia (Fiume), da famiglia triestina e istriana: di lontana origine veneziana da parte paterna, triestina-muggesana da quella materna. Andatosene con gli altri profughi nel 1947, si è fermando a Trieste qualche tempo dove ha studiato al Liceo Dante Alighieri. Stabilitosi nel Veneto, ha frequentato l’Università di Padova completando studi di chimica e farmacia e svolgendo per un periodo ricerca scientifica sulla radioattività.
Abbastanza casualmente, trascurando poesia e letteratura che erano i suoi primi interessi, è approdato alla pittura, da autodidatta e spinto da una generica insoddisfazione esistenziale. Una brevissima e deludente esperienza in una scuola di acquerello diretta da Kokoschka è l’unico contatto avuto da Patelli con l’insegnamento accademico e ha contato molto meno della presenza alle lezioni di Daisetz Teitaro Suzuki negli anni cinquanta.
Ha lasciato il Veneto solo per viaggi in Scozia, New York, Londra, Parigi. Ha insegnato pittura e tenuto lezioni a Sheffield, Atlanta, Norwich ed alla New York University. Ha avuto una cattedra di pittura per qualche anno alla Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel corso degli anni ha realizzato molte mostre personali (oltre una settantina) a Ginevra, Lussemburgo, Losanna, Amsterdam, Vienna, Dusseldorf, Costanza, L’Aia, Napoli, Milano, Roma, Verona, Treviso, Venezia, Long Island, Livorno, Udine, Klagenfurt, Genova, Mantova, Padova, Trento, Nordkirchen e Trieste.
Appare naturale la scelta di Trieste per questa sua prima antologica di rilievo, sia per motivi nostalgici - la città del nonno Domenico Menotti Marina, pittore, poeta, direttore didattico prima a Sebenico e poi a Trieste - che culturali - la città di Svevo, Saba, Joyce, Nathan, Bolaffio, Magris e altro, molto altro, la città di un certo clima culturale.
Patelli vive nella campagna veneta tra Venezia e Treviso, dove conduce una sua ricerca sui valori della pittura, del colore, dei rapporti tra arte, musica, poesia, oggetti della memoria, evitando ove possibile mode e ammiccamenti al mercato. Il suo tragitto pittorico è in qualche modo anomalo, sempre sfasato con i tempi del successo facile, ed è delineato nella corposa monografia dedicatagli in occasione di questa mostra. Dopo un periodo di “bella pittura”, su tela ad olio negli anni Sessanta, ha sperimentato con ferocia gli estremi della “non-pittura”, del poverismo, del monocolore, dubitando più volte del colore che pur amava, sempre avendo presente il bisogno di non interrompere il rapporto con la vita, la poesia, la vita quotidiana di chi, per fare il quadro, deve preparare il telaio, lavare i pennelli, accendere la stufa, comprare il pane.
Lentamente, dalla ricerca - è stato per qualche anno vicino agli artisti della “Pura Pittura” - è tornato negli ultimi vent’anni a dipingere senza troppe teorie, con grande piacere nel farlo e pensando più alla musica o alla letteratura che ai sussulti dell’arte contemporanea.
12
marzo 2005
Paolo Patelli – Opere dal 1961
Dal 12 marzo al primo maggio 2005
arte contemporanea
Location
CIVICO MUSEO REVOLTELLA – GALLERIA D’ARTE MODERNA
Trieste, Via Armando Diaz, 27, (Trieste)
Trieste, Via Armando Diaz, 27, (Trieste)
Biglietti
intero € 5,00, ridotto € 3,00
Orario di apertura
feriali 9-13,30 e 16-19 (martedì chiuso), 10-19 domeniche e festivi
Vernissage
12 Marzo 2005, ore 18
Autore