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Naoya Takahara – Il picchio
Una installazione realizzata appositamente per la Fenestella Wunderkammern in cui il suono, il silenzio e il rumore divengono segnali di allarme e di protesta. I rumori e il silenzio del bosco.
Comunicato stampa
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Inaugura sabato 12 marzo alle ore 14,30 la mostra dell'artista Naoya Takahara. Una installazione realizzata appositamente per la Fenestella Wunderkammern in cui il suono, il silenzio e il rumore divengono segnali di allarme e di protesta. I rumori e il silenzio del bosco.
Come antidoto allo stress causato dal fragore della città non c’è di meglio che il bosco, la cui atmosfera “globale” viene da noi percepita come silenzio ma è composta da versi e rumori. Il frinire degli insetti, i grilli dai suoni acuti e le cicale assordanti, lo scorrere di un ruscello, questo è il tipico “silenzio” che fa da sfondo a suoni più ritmici e reiterati, quali il battere del picchio, il canto dell’allodola e del cuculo, o di notte il verso dei rapaci. Versi che forano solo per un attimo la barriera del nostro silenzio mentale mentre un po’ alla volta entriamo in sintonia con il ritmo della Natura. Infine la mente tace e scorre, per magia viene trasfigurata in un Bosco Sacro che definiamo silenzioso nel suo strepito che vorremmo incessante.
Anche di notte, soli, i suoni del bosco ci rassicurano. La loro assenza rimbomba nella nostra mente e la scuote, scoppietta come l’inizio di un fuoco e ci incute paura. Quando in un bosco tutto tace all’improvviso, allora il pericolo è imminente. Dopo lo scoppio di un colpo di fucile piomba un silenzio davvero “silenzioso” che diventa per contrasto assordante.
Oggi il bosco è in pericolo. Sempre più i suoni diminuiscono. E’ più raro sentire il cuculo o il battere ritmico di un picchio alla ricerca delle larve. E’ scattato il campanello di allarme del silenzio.
Questi allarmi silenziosi segnalano pericoli più subdoli e non meno assordanti dello sparo di un cacciatore. Gli ecosistemi della foresta vacillano all’odore silenzioso del cemento e dei pesticidi. Il Bosco arretra muto al rumore delle motoseghe e sotto l’incalzare fragoroso degli incendi.
Con l'opera "IL PICCHIO" realizzata da Naoya Takahara per la Fenestella Wunderkammern, è giunta l’ora della protesta. “Il picchio si ciba di insetti traforando l’albero. A volte si sente il rumore del suo becco che batte, come una protesta per tutti quelli che oggigiorno abbattono gli alberi del bosco, suo nido. Ho provato ad immaginare una circostanza nella quale il picchio batte il vetro della finestra (lo spazio ridotto del bosco) e alla fine se ne andrà traforandolo”.
Franco Ottavianelli
Come antidoto allo stress causato dal fragore della città non c’è di meglio che il bosco, la cui atmosfera “globale” viene da noi percepita come silenzio ma è composta da versi e rumori. Il frinire degli insetti, i grilli dai suoni acuti e le cicale assordanti, lo scorrere di un ruscello, questo è il tipico “silenzio” che fa da sfondo a suoni più ritmici e reiterati, quali il battere del picchio, il canto dell’allodola e del cuculo, o di notte il verso dei rapaci. Versi che forano solo per un attimo la barriera del nostro silenzio mentale mentre un po’ alla volta entriamo in sintonia con il ritmo della Natura. Infine la mente tace e scorre, per magia viene trasfigurata in un Bosco Sacro che definiamo silenzioso nel suo strepito che vorremmo incessante.
Anche di notte, soli, i suoni del bosco ci rassicurano. La loro assenza rimbomba nella nostra mente e la scuote, scoppietta come l’inizio di un fuoco e ci incute paura. Quando in un bosco tutto tace all’improvviso, allora il pericolo è imminente. Dopo lo scoppio di un colpo di fucile piomba un silenzio davvero “silenzioso” che diventa per contrasto assordante.
Oggi il bosco è in pericolo. Sempre più i suoni diminuiscono. E’ più raro sentire il cuculo o il battere ritmico di un picchio alla ricerca delle larve. E’ scattato il campanello di allarme del silenzio.
Questi allarmi silenziosi segnalano pericoli più subdoli e non meno assordanti dello sparo di un cacciatore. Gli ecosistemi della foresta vacillano all’odore silenzioso del cemento e dei pesticidi. Il Bosco arretra muto al rumore delle motoseghe e sotto l’incalzare fragoroso degli incendi.
Con l'opera "IL PICCHIO" realizzata da Naoya Takahara per la Fenestella Wunderkammern, è giunta l’ora della protesta. “Il picchio si ciba di insetti traforando l’albero. A volte si sente il rumore del suo becco che batte, come una protesta per tutti quelli che oggigiorno abbattono gli alberi del bosco, suo nido. Ho provato ad immaginare una circostanza nella quale il picchio batte il vetro della finestra (lo spazio ridotto del bosco) e alla fine se ne andrà traforandolo”.
Franco Ottavianelli
12
marzo 2005
Naoya Takahara – Il picchio
Dal 12 marzo al 12 aprile 2005
arte contemporanea
Location
WUNDERKAMMERN [Spello]
Spello, Piazza Delle Foglie III, 2, (Perugia)
Spello, Piazza Delle Foglie III, 2, (Perugia)
Vernissage
12 Marzo 2005, ore 14,30
Autore