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Maria de’ Medici. Una principessa fiorentina sul trono di Francia
Il titolo della mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino e dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, racchiude i termini ideali e geografici entro i quali essa si dipana: Firenze e Parigi, con Maria de’ Medici a fare da trait d’union.
Comunicato stampa
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Dal prossimo 19 marzo il Museo degli Argenti all’interno di Palazzo Pitti ospiterà una mostra dedicata a Maria de’ Medici.
Il titolo della mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino e dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze il cui contributo è stato determinante, racchiude i termini ideali e geografici entro i quali essa si dipana: Firenze e Parigi, con Maria de’ Medici a fare da trait d’union.
Ma chi era Maria de’Medici? Ben più di lei si conosce, o si ritiene di conoscere, la sua illustre ava Caterina, che sul trono di Francia fu protagonista di eventi clamorosi e drammatici destinati a restare nella memoria collettiva, come la strage di San Bartolomeo. Di questa seconda regina di Francia uscita dalla famiglia dei signori di Firenze, nata nel 1573 e morta nel 1642, era necessario invece aggiornare il profilo, aggiungendo sfumature e particolari a un’immagine consolidata da secoli in senso negativo. Figlia di quel Francesco I umbratile e raffinato che ha legato il suo nome allo Studiolo di Palazzo Vecchio e alla sofisticata cultura del tardo manierismo, Maria venne allevata in una corte che era all’avanguardia in Europa per la pratica del collezionismo, per la qualità e sfarzosità della produzione artistica e artigianale, per le invenzioni musicali e teatrali e, non ultima, per una politica che fece di tutto questo un mezzo efficacissimo di promozione. La sua giovinezza si svolse tra Palazzo Pitti, il giardino di Boboli, la villa di Pratolino e le altre dimore medicee, tra lezioni di musica e di pittura, pratiche devozionali e abiti sontuosi, come preparazione a un destino regale che le era stato predetto. Alessandro Allori, Jacopo Ligozzi, Empoli, Cigoli, Giambologna, Ferdinando Tacca furono tra gli artisti che frequentavano la corte fiorentina, quelli che contribuirono a formare la sua cultura artistica che avrebbe rappresentato in definitiva il patrimonio più prezioso da lei tradotto in Francia.
Al volgere del XVI secolo le congiunture mutevoli della storia avevano portato il granducato di Toscana, fin lì come buona parte d’Italia sotto il dominio diretto o indiretto degli Spagnoli, a riavvicinarsi alla Francia sul trono della quale era dal 1589 Enrico IV di Borbone (1553 – 1610). Egli, già marito di Margherita figlia di Caterina dei Medici (la famosa ‘regina Margot’) e capo degli Ugonotti, aveva dovuto abbracciare il cristianesimo per poter essere legittimato come sovrano e si stava dedicando con lungimiranza politica e intraprendenza al riassetto dello Stato dopo le lunghe guerre di religione. Grazie ai buoni uffici di Ferdinando I dei Medici era riuscito ad ottenere il divorzio dalla prima moglie, a seguito del quale poté dopo lunghe trattative sposare Maria, nipote del granduca, e accedere così alla sua ingentissima dote, a sconto parziale anche dei suoi debiti con i Medici. Le nozze, avvenute nell’ottobre 1600 per procura a Firenze, furono occasione per festeggiamenti e spettacoli di cui le cronache dell’epoca ci hanno lasciato descrizioni abbaglianti: la cerimonia stessa in Duomo fu uno straordinario evento teatrale, così come alcune invenzioni musicali e iconografiche messe a punto per l’occasione.
Una volta in Francia, nonostante le ripetute infedeltà causate dal temperamento esuberante del re causassero saltuari dissapori, il matrimonio risultò tutto sommato proficuo e non solo per la numerosa prole regale, ma anche per l’apporto fondamentale dato dalla regina alla corona in un paese che doveva riprendersi da decenni di lotte intestine. Forse più del denaro valse infatti il bagaglio di cultura e di raffinatezza che Maria introdusse a corte, con la promozione delle arti e dello spettacolo anche in funzione politica, le commissioni importanti come la costruzione del palazzo del Luxembourg, la protezione accordata a letterati e ad artisti di fama internazionale come Giovan Battista Marino, Peter Paul Rubens, Anton van Dyck, Frans Pourbus.
Quanto di positivo si accompagnò alla presenza di Maria sul trono francese è stato però assai presto trascurato e minimizzato a seguito delle vicende storiche seguite alla morte di Enrico IV, ucciso subito dopo aver investito la moglie di poteri regali alla vigilia di una campagna militare che avrebbe probabilmente condotto in funzione antispagnola. Maria, reggente per il figlio Luigi XIII minorenne, non era infatti in grado di proseguire la decisa e spregiudicata politica del marito, e pur muovendosi con intelligenza per conservare alla corona le sue prerogative, di fatto si sarebbe poi riavvicinata alla Spagna, a lungo contendendo il potere al figlio ormai maggiorenne contro il quale sosteneva il secondogenito Gastone d’Orléans. Dopo numerosi scontri anche armati, Luigi riuscì infine a prevalere grazie anche all’abilità politica del cardinale Richelieu, già consigliere e protetto di Maria che avrebbe condannato la Medici a un definitivo allontanamento dal potere, ma anche a una damnatio memoriae di cui fino a non molto tempo fa ancora soffriva la sua fama.
Si deve ad un convegno internazionale promosso a Parigi nel 2000 presso il Collège de France sotto la direzione di Marc Fumaroli (i cui atti sono pubblicati sotto il titolo significativo “Le siècle de Maria de Medicis”) una attenta definizione e rivalutazione, con grande ricchezza di argomentazioni, del profilo di questa regina in campo artistico e culturale. A seguito del convegno alcuni studiosi francesi e italiani hanno promosso un’esposizione a Lei dedicata, che fino dall’inizio aveva previsto una doppia edizione, a Blois (sede del primo esilio di Maria) e a Firenze. La prima, tenutasi con grande successo nel 2003 ha focalizzato in particolare l’attenzione sulle arti in Francia all’epoca della Medici con una sezione dedicata anche al coté italiano della sovrana.
La mostra di Firenze, curata da Caterina Caneva e da Francesco Solinas con Paola Bassani Pacht, Thierry Crépin-Leblond e Nicolas Sainte Fare Garnot, ha ulteriormente allargato la collaborazione tra studiosi francesi e italiani, ampliando la sezione dedicata alle arti e alla cultura fiorentine per offrire una sorta di microcosmo tardo-cinquecentesco nel quale si compendia il meglio ed il tipico delle diverse produzioni artistiche.
La corte medicea degli ultimi decenni del Cinquecento viene illustrata nella prima sezione con diversi ritratti: primi fra tutti quelli importantissimi e in parte inediti della stessa Maria e dei suoi familiari. Tra questi le bellissime tele raffiguranti la giovane principessa come quella attribuita a Scipione Pulzone (Casa Vasari, Arezzo) o quella a figura intera di Santi di Tito (Galleria Palatina, Firenze). Segue una ricca selezione di opere e oggetti tra i più rappresentativi tra quelli che la giovane Maria poteva vedere prodotti ed esposti a Firenze, apprendendo contemporaneamente quanto le arti potessero essere di supporto alla politica. Una lezione che essa trapiantò in Francia fornendo un supporto fondamentale al consolidamento del potere di Enrico IV e preparando la successiva politica di Luigi XIII e del cardinale Richelieu. Tra le opere esposte piccoli preziosi dipinti (di Alessandro Allori, Jacopo Ligozzi, Cigoli, Empoli, Santi di Tito …) accostati ad oggetti raffinati usciti dalle botteghe granducali su disegno di Buontalenti, a bronzetti del Giambologna, a maioliche, cristalli, pietre dure oltre a mobili importanti come il Tavolo con i segni dello Zodiaco.
La seconda sezione è stata dedicata alle feste per le nozze fiorentine di Maria con particolare riguardo agli spettacoli e alle novità musicali che in quella occasione furono messe a punto, oltre che alla moda e al costume dell’epoca. Sono presenti qui documenti autografi della stessa Maria, testi e libretti musicali con una mandola dei primi anni del Seicento, cronache dell’epoca oltre a una ricca documentazione di tessuti dell’epoca. Le novità sono qui rappresentate da una grande tavola di Alessandro Allori restaurata per l’occasione raffigurante le Nozze di Cana nella quale la vera protagonista è la stessa Maria in abiti nuziali e da una grande tela inedita da collezione privata di ambito rubensiano preparatoria per Lo sbarco di Maria a Marsiglia.
La sezione dedicata alla Francia illustra con dipinti di straordinaria qualità e importanza la produzione francese durante il regno e la reggenza della Medici e comprende le grandi commissioni ad artisti italiani. Sono presenti, provenienti dai più importanti musei francesi – primo fra tutti il Louvre - , opere di Philippe de Champaigne, Laurent de La Hyre, Horace Le Blanc, Nicolas Freminet, Claude Vignon … oltre a Frans Pourbus (la grande Annunciazione di Nancy e i ritratti dei sovrani) e a Simon Vouet.
Fra le commissioni italiane di Maria va ricordata la Felicità pubblica di Orazio Gentileschi e la serie di grandi tele commissionate intorno al 1625 a pittori fiorentini per il Gabinet Doré del Palazzo del Lussemburgo che ritornano per la prima volta a Firenze. Completano la documentazione sulle arti francesi una ricca selezione di oggetti preziosi e medaglie e, particolarmente significativa, una scelta di libri appartenuti o dedicati alla regina che possedeva una fornitissima biblioteca.
L’ultima parte della mostra illustra con sontuosi ritratti di corte (per mano di Frans Pourbus, Anton van Dyck, Bartolomé Gonzales) la famiglia di Maria e le sue diramazioni in Europa. Ella riuscì infatti ad assicurare un trono a quattro dei suoi figli: oltre a Luigi XIII, infatti, Enrichetta divenne regina d’Inghilterra, Elisabetta salì sul trono di Spagna, mentre Cristina sposò Vittorio Amedeo I principe ereditario di Savoia.
Altri legami importanti, anche di tipo artistico, Maria li coltivò anche con la corte di Mantova dominata dalla statura intellettuale di sua sorella Eleonora, moglie di Vincenzo Gonzaga.
Enti Promotori
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino
Firenze Musei
Ente Cassa di Risparmio di Firenze
Comitato d’Onore
Professor Luciano Berti
S.E. Giovanni Dominedò,
Ambasciatore d’Italia in Francia
S.E. Loic Hennekinne,
Ambasciatore di Francia in Italia
Monsieur Henri Loyrette,
Président-Directeur, Musée du Louvre
Avvocato Gerardo Marotta,
Presidente dell’Istituto Italiano
per gli Studi Filosofici
Dottoressa Serena Padovani,
Direttrice della Galleria Palatina
di Palazzo Pitti
Avvocato Edoardo Speranza,
Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio
di Firenze
Comitato scientifico
Antonio Paolucci, Presidente
Paola Barocchi
Paola Bassani Pacht
Elena Capretti
Caterina Caneva
Roberto Contini
Isabelle de Conihout
Thierry Crépin-Leblond
Marc Fumaroli
Giovanna Gaeta Bertelà
Roberta Orsi Landini
Nicolas Sainte Fare Garnot
Mario Scalini
Maria Sframeli
Francesco Solinas
Riccardo Spinelli
Il titolo della mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino e dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze il cui contributo è stato determinante, racchiude i termini ideali e geografici entro i quali essa si dipana: Firenze e Parigi, con Maria de’ Medici a fare da trait d’union.
Ma chi era Maria de’Medici? Ben più di lei si conosce, o si ritiene di conoscere, la sua illustre ava Caterina, che sul trono di Francia fu protagonista di eventi clamorosi e drammatici destinati a restare nella memoria collettiva, come la strage di San Bartolomeo. Di questa seconda regina di Francia uscita dalla famiglia dei signori di Firenze, nata nel 1573 e morta nel 1642, era necessario invece aggiornare il profilo, aggiungendo sfumature e particolari a un’immagine consolidata da secoli in senso negativo. Figlia di quel Francesco I umbratile e raffinato che ha legato il suo nome allo Studiolo di Palazzo Vecchio e alla sofisticata cultura del tardo manierismo, Maria venne allevata in una corte che era all’avanguardia in Europa per la pratica del collezionismo, per la qualità e sfarzosità della produzione artistica e artigianale, per le invenzioni musicali e teatrali e, non ultima, per una politica che fece di tutto questo un mezzo efficacissimo di promozione. La sua giovinezza si svolse tra Palazzo Pitti, il giardino di Boboli, la villa di Pratolino e le altre dimore medicee, tra lezioni di musica e di pittura, pratiche devozionali e abiti sontuosi, come preparazione a un destino regale che le era stato predetto. Alessandro Allori, Jacopo Ligozzi, Empoli, Cigoli, Giambologna, Ferdinando Tacca furono tra gli artisti che frequentavano la corte fiorentina, quelli che contribuirono a formare la sua cultura artistica che avrebbe rappresentato in definitiva il patrimonio più prezioso da lei tradotto in Francia.
Al volgere del XVI secolo le congiunture mutevoli della storia avevano portato il granducato di Toscana, fin lì come buona parte d’Italia sotto il dominio diretto o indiretto degli Spagnoli, a riavvicinarsi alla Francia sul trono della quale era dal 1589 Enrico IV di Borbone (1553 – 1610). Egli, già marito di Margherita figlia di Caterina dei Medici (la famosa ‘regina Margot’) e capo degli Ugonotti, aveva dovuto abbracciare il cristianesimo per poter essere legittimato come sovrano e si stava dedicando con lungimiranza politica e intraprendenza al riassetto dello Stato dopo le lunghe guerre di religione. Grazie ai buoni uffici di Ferdinando I dei Medici era riuscito ad ottenere il divorzio dalla prima moglie, a seguito del quale poté dopo lunghe trattative sposare Maria, nipote del granduca, e accedere così alla sua ingentissima dote, a sconto parziale anche dei suoi debiti con i Medici. Le nozze, avvenute nell’ottobre 1600 per procura a Firenze, furono occasione per festeggiamenti e spettacoli di cui le cronache dell’epoca ci hanno lasciato descrizioni abbaglianti: la cerimonia stessa in Duomo fu uno straordinario evento teatrale, così come alcune invenzioni musicali e iconografiche messe a punto per l’occasione.
Una volta in Francia, nonostante le ripetute infedeltà causate dal temperamento esuberante del re causassero saltuari dissapori, il matrimonio risultò tutto sommato proficuo e non solo per la numerosa prole regale, ma anche per l’apporto fondamentale dato dalla regina alla corona in un paese che doveva riprendersi da decenni di lotte intestine. Forse più del denaro valse infatti il bagaglio di cultura e di raffinatezza che Maria introdusse a corte, con la promozione delle arti e dello spettacolo anche in funzione politica, le commissioni importanti come la costruzione del palazzo del Luxembourg, la protezione accordata a letterati e ad artisti di fama internazionale come Giovan Battista Marino, Peter Paul Rubens, Anton van Dyck, Frans Pourbus.
Quanto di positivo si accompagnò alla presenza di Maria sul trono francese è stato però assai presto trascurato e minimizzato a seguito delle vicende storiche seguite alla morte di Enrico IV, ucciso subito dopo aver investito la moglie di poteri regali alla vigilia di una campagna militare che avrebbe probabilmente condotto in funzione antispagnola. Maria, reggente per il figlio Luigi XIII minorenne, non era infatti in grado di proseguire la decisa e spregiudicata politica del marito, e pur muovendosi con intelligenza per conservare alla corona le sue prerogative, di fatto si sarebbe poi riavvicinata alla Spagna, a lungo contendendo il potere al figlio ormai maggiorenne contro il quale sosteneva il secondogenito Gastone d’Orléans. Dopo numerosi scontri anche armati, Luigi riuscì infine a prevalere grazie anche all’abilità politica del cardinale Richelieu, già consigliere e protetto di Maria che avrebbe condannato la Medici a un definitivo allontanamento dal potere, ma anche a una damnatio memoriae di cui fino a non molto tempo fa ancora soffriva la sua fama.
Si deve ad un convegno internazionale promosso a Parigi nel 2000 presso il Collège de France sotto la direzione di Marc Fumaroli (i cui atti sono pubblicati sotto il titolo significativo “Le siècle de Maria de Medicis”) una attenta definizione e rivalutazione, con grande ricchezza di argomentazioni, del profilo di questa regina in campo artistico e culturale. A seguito del convegno alcuni studiosi francesi e italiani hanno promosso un’esposizione a Lei dedicata, che fino dall’inizio aveva previsto una doppia edizione, a Blois (sede del primo esilio di Maria) e a Firenze. La prima, tenutasi con grande successo nel 2003 ha focalizzato in particolare l’attenzione sulle arti in Francia all’epoca della Medici con una sezione dedicata anche al coté italiano della sovrana.
La mostra di Firenze, curata da Caterina Caneva e da Francesco Solinas con Paola Bassani Pacht, Thierry Crépin-Leblond e Nicolas Sainte Fare Garnot, ha ulteriormente allargato la collaborazione tra studiosi francesi e italiani, ampliando la sezione dedicata alle arti e alla cultura fiorentine per offrire una sorta di microcosmo tardo-cinquecentesco nel quale si compendia il meglio ed il tipico delle diverse produzioni artistiche.
La corte medicea degli ultimi decenni del Cinquecento viene illustrata nella prima sezione con diversi ritratti: primi fra tutti quelli importantissimi e in parte inediti della stessa Maria e dei suoi familiari. Tra questi le bellissime tele raffiguranti la giovane principessa come quella attribuita a Scipione Pulzone (Casa Vasari, Arezzo) o quella a figura intera di Santi di Tito (Galleria Palatina, Firenze). Segue una ricca selezione di opere e oggetti tra i più rappresentativi tra quelli che la giovane Maria poteva vedere prodotti ed esposti a Firenze, apprendendo contemporaneamente quanto le arti potessero essere di supporto alla politica. Una lezione che essa trapiantò in Francia fornendo un supporto fondamentale al consolidamento del potere di Enrico IV e preparando la successiva politica di Luigi XIII e del cardinale Richelieu. Tra le opere esposte piccoli preziosi dipinti (di Alessandro Allori, Jacopo Ligozzi, Cigoli, Empoli, Santi di Tito …) accostati ad oggetti raffinati usciti dalle botteghe granducali su disegno di Buontalenti, a bronzetti del Giambologna, a maioliche, cristalli, pietre dure oltre a mobili importanti come il Tavolo con i segni dello Zodiaco.
La seconda sezione è stata dedicata alle feste per le nozze fiorentine di Maria con particolare riguardo agli spettacoli e alle novità musicali che in quella occasione furono messe a punto, oltre che alla moda e al costume dell’epoca. Sono presenti qui documenti autografi della stessa Maria, testi e libretti musicali con una mandola dei primi anni del Seicento, cronache dell’epoca oltre a una ricca documentazione di tessuti dell’epoca. Le novità sono qui rappresentate da una grande tavola di Alessandro Allori restaurata per l’occasione raffigurante le Nozze di Cana nella quale la vera protagonista è la stessa Maria in abiti nuziali e da una grande tela inedita da collezione privata di ambito rubensiano preparatoria per Lo sbarco di Maria a Marsiglia.
La sezione dedicata alla Francia illustra con dipinti di straordinaria qualità e importanza la produzione francese durante il regno e la reggenza della Medici e comprende le grandi commissioni ad artisti italiani. Sono presenti, provenienti dai più importanti musei francesi – primo fra tutti il Louvre - , opere di Philippe de Champaigne, Laurent de La Hyre, Horace Le Blanc, Nicolas Freminet, Claude Vignon … oltre a Frans Pourbus (la grande Annunciazione di Nancy e i ritratti dei sovrani) e a Simon Vouet.
Fra le commissioni italiane di Maria va ricordata la Felicità pubblica di Orazio Gentileschi e la serie di grandi tele commissionate intorno al 1625 a pittori fiorentini per il Gabinet Doré del Palazzo del Lussemburgo che ritornano per la prima volta a Firenze. Completano la documentazione sulle arti francesi una ricca selezione di oggetti preziosi e medaglie e, particolarmente significativa, una scelta di libri appartenuti o dedicati alla regina che possedeva una fornitissima biblioteca.
L’ultima parte della mostra illustra con sontuosi ritratti di corte (per mano di Frans Pourbus, Anton van Dyck, Bartolomé Gonzales) la famiglia di Maria e le sue diramazioni in Europa. Ella riuscì infatti ad assicurare un trono a quattro dei suoi figli: oltre a Luigi XIII, infatti, Enrichetta divenne regina d’Inghilterra, Elisabetta salì sul trono di Spagna, mentre Cristina sposò Vittorio Amedeo I principe ereditario di Savoia.
Altri legami importanti, anche di tipo artistico, Maria li coltivò anche con la corte di Mantova dominata dalla statura intellettuale di sua sorella Eleonora, moglie di Vincenzo Gonzaga.
Enti Promotori
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino
Firenze Musei
Ente Cassa di Risparmio di Firenze
Comitato d’Onore
Professor Luciano Berti
S.E. Giovanni Dominedò,
Ambasciatore d’Italia in Francia
S.E. Loic Hennekinne,
Ambasciatore di Francia in Italia
Monsieur Henri Loyrette,
Président-Directeur, Musée du Louvre
Avvocato Gerardo Marotta,
Presidente dell’Istituto Italiano
per gli Studi Filosofici
Dottoressa Serena Padovani,
Direttrice della Galleria Palatina
di Palazzo Pitti
Avvocato Edoardo Speranza,
Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio
di Firenze
Comitato scientifico
Antonio Paolucci, Presidente
Paola Barocchi
Paola Bassani Pacht
Elena Capretti
Caterina Caneva
Roberto Contini
Isabelle de Conihout
Thierry Crépin-Leblond
Marc Fumaroli
Giovanna Gaeta Bertelà
Roberta Orsi Landini
Nicolas Sainte Fare Garnot
Mario Scalini
Maria Sframeli
Francesco Solinas
Riccardo Spinelli
19
marzo 2005
Maria de’ Medici. Una principessa fiorentina sul trono di Francia
Dal 19 marzo al 04 settembre 2005
arte antica
Location
PALAZZO PITTI – MUSEO DEGLI ARGENTI
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Biglietti
Intero € 6,00
Ridotto € 3,00 per i cittadini della Comunità Europea tra i 18 e i 25 anni.
Gratuito per i cittadini della Comunità Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni
Orario di apertura
8.15–17.30 nel mese di marzo
8.15–18.30 nei mesi di aprile, maggio, settembre
8.15-19.30 nei mesi di giugno,luglio,agosto
La biglietteria chiude un’ora prima della chiusura del Museo
Chiusura: primo e ultimo lunedì del mese e 1° Maggio
Vernissage
19 Marzo 2005, ore 17,30
Sito web
www.mariademedici.it
Ufficio stampa
SVEVA FEDE
Curatore