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Andrea Aquilanti – L’angolo dei giochi
La figuratività dei lavori di Andrea Aquilanti, la scelta ch’egli fa dei sui
soggetti, presuppone la rappresentazione del tempo, di una storia… tant’è
vero che tutte le sue immagini sembrano ritrarre l’interruzione di un film:
Comunicato stampa
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L'angolo dei giochi - Opsign of life
Andrea Aquilanti
Vi sono immagini che sono capaci di evocare ricordi nella mente di tutti. Vi
sono figure in cui il tempo si cristallizza e ognuno può rivedervi il proprio
passato. Immagini-cristallo (Gilles Deleuze)
La figuratività dei lavori di Andrea Aquilanti, la scelta ch’egli fa dei sui
soggetti, presuppone la rappresentazione del tempo, di una storia… tant’è
vero che tutte le sue immagini sembrano ritrarre l’interruzione di un film:
non è importante il soggetto, il personaggio o la scena narrata, quanto il
fatto che tutto il lavoro sembra un attimo di vita interrotto… il movimento
delle nuvole nel cielo, il cammino delle persone, l’atmosfera che si
condensa, il buio della sera che scende … tutto si blocca, si cristallizza…
eppure tutto mantiene il ricordo di ciò che è avvenuto in precedenza e le
potenzialità di ciò che avverrà in seguito.
Le continue contaminazioni tra il linguaggio cinematografico, quello
fotografico e quello semplicemente grafico sono il presupposto che consente
all’artista di raggiungere una essenzialità di disegno capace di rappresentare
delle storie nelle quali il tempo, il passaggio da un’azione precedente ad una
successiva, è l’unico vero soggetto.
Con l'inquadratura, la macchina da presa cinematografica ritaglia dallo
spazio aperto del mondo un sistema chiuso, una sezione mobile del tempodurata,
un sottoinsieme fatto di immagini, di personaggi e di oggetti posti in
relazione dinamica tra di loro. A differenza di quelle arti fatte di pose
(scultura, pittura, fotografia ecc.), le quali rimandano a forme e idee eterne
ed immobili, il cinema, come la danza e il mimo, libera valori "non-posati",
riporta il movimento all'istante qualsiasi. E’ all’inquadratura cinematografica
che Andrea Aquilanti ricorre come punto di partenza dei sui disegni.
Nel lavoro per la mostra nella NOTgallery l’artista ha scelto di scomporre un
ricordo d’infanzia nella sua componente tattile ed in quella visiva, per
ricomporla poi nuovamente davanti all’osservatore. Ne scaturisce
un’immagine che, nella sua staticità, riesce a generare un’idea di
movimento nella fantasia dello spettatore, poiché due percezioni
(chiaramente) distinte concorrono simultaneamente nel richiamare alla memoria uno stesso ricordo. La scomposizione delle percezioni ha lo stesso
scopo che ha, secondo Deleuze, il montaggio nella cinematografia: ci fa
dono di un'immagine della durata e del tempo.
“L’angolo dei giochi” non si mostrerà come un immagine presente, ma come
un’immagine onirica in cui appare il passato di ognuno di noi.
L'inquadratura, il piano e il montaggio sono i mezzi attraverso i quali il
cinema costruisce il suo sistema di relazioni tra immagini. L'inquadratura, il
piano e la scomposizione delle percezioni sono i mezzi a cui è ricorso Andrea
Aquilani per costruire il suo sistema di relazioni tra immagini.
Così come la memoria dello spettatore è importante nella costruzione
dell’immagine che questi si fa de “l’angolo dei giochi”, allo stesso modo il
suo intervento sarà importante nella elaborazione dei “nuovi multipli” che
pure saranno presentati in mostra: dei lavori che hanno una radice comune
in un’immagine pittorica di Andrea Aquilanti, ma la cui immagine finale si
costituirà con l’aggiunta di elementi, pensati dall’artista, ma scelti e
sistemati secondo un ordine dato dall’osservatore.
Andrea Aquilanti
Vi sono immagini che sono capaci di evocare ricordi nella mente di tutti. Vi
sono figure in cui il tempo si cristallizza e ognuno può rivedervi il proprio
passato. Immagini-cristallo (Gilles Deleuze)
La figuratività dei lavori di Andrea Aquilanti, la scelta ch’egli fa dei sui
soggetti, presuppone la rappresentazione del tempo, di una storia… tant’è
vero che tutte le sue immagini sembrano ritrarre l’interruzione di un film:
non è importante il soggetto, il personaggio o la scena narrata, quanto il
fatto che tutto il lavoro sembra un attimo di vita interrotto… il movimento
delle nuvole nel cielo, il cammino delle persone, l’atmosfera che si
condensa, il buio della sera che scende … tutto si blocca, si cristallizza…
eppure tutto mantiene il ricordo di ciò che è avvenuto in precedenza e le
potenzialità di ciò che avverrà in seguito.
Le continue contaminazioni tra il linguaggio cinematografico, quello
fotografico e quello semplicemente grafico sono il presupposto che consente
all’artista di raggiungere una essenzialità di disegno capace di rappresentare
delle storie nelle quali il tempo, il passaggio da un’azione precedente ad una
successiva, è l’unico vero soggetto.
Con l'inquadratura, la macchina da presa cinematografica ritaglia dallo
spazio aperto del mondo un sistema chiuso, una sezione mobile del tempodurata,
un sottoinsieme fatto di immagini, di personaggi e di oggetti posti in
relazione dinamica tra di loro. A differenza di quelle arti fatte di pose
(scultura, pittura, fotografia ecc.), le quali rimandano a forme e idee eterne
ed immobili, il cinema, come la danza e il mimo, libera valori "non-posati",
riporta il movimento all'istante qualsiasi. E’ all’inquadratura cinematografica
che Andrea Aquilanti ricorre come punto di partenza dei sui disegni.
Nel lavoro per la mostra nella NOTgallery l’artista ha scelto di scomporre un
ricordo d’infanzia nella sua componente tattile ed in quella visiva, per
ricomporla poi nuovamente davanti all’osservatore. Ne scaturisce
un’immagine che, nella sua staticità, riesce a generare un’idea di
movimento nella fantasia dello spettatore, poiché due percezioni
(chiaramente) distinte concorrono simultaneamente nel richiamare alla memoria uno stesso ricordo. La scomposizione delle percezioni ha lo stesso
scopo che ha, secondo Deleuze, il montaggio nella cinematografia: ci fa
dono di un'immagine della durata e del tempo.
“L’angolo dei giochi” non si mostrerà come un immagine presente, ma come
un’immagine onirica in cui appare il passato di ognuno di noi.
L'inquadratura, il piano e il montaggio sono i mezzi attraverso i quali il
cinema costruisce il suo sistema di relazioni tra immagini. L'inquadratura, il
piano e la scomposizione delle percezioni sono i mezzi a cui è ricorso Andrea
Aquilani per costruire il suo sistema di relazioni tra immagini.
Così come la memoria dello spettatore è importante nella costruzione
dell’immagine che questi si fa de “l’angolo dei giochi”, allo stesso modo il
suo intervento sarà importante nella elaborazione dei “nuovi multipli” che
pure saranno presentati in mostra: dei lavori che hanno una radice comune
in un’immagine pittorica di Andrea Aquilanti, ma la cui immagine finale si
costituirà con l’aggiunta di elementi, pensati dall’artista, ma scelti e
sistemati secondo un ordine dato dall’osservatore.
12
marzo 2004
Andrea Aquilanti – L’angolo dei giochi
Dal 12 marzo 2004 al primo maggio 2005
Location
LITHIUM
Napoli, Piazza Trieste E Trento, 48, (Napoli)
Napoli, Piazza Trieste E Trento, 48, (Napoli)
Orario di apertura
dal Lunedì al venerdì dalle 15 alle 19 sabato dalle 10,30 alle 13,30
Vernissage
12 Marzo 2004, ore 19
Autore