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Marco Moretti – Sculture da appendere
Mi ha sempre affascinato la frase di Michelangelo “…la scultura è già dentro il blocco di marmo, basta togliere ciò che è di troppo.”
Comunicato stampa
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Con il Patrocinio di Provincia di Genova e Comune di Genova, s’inaugura nella sede dell’Associazione Culturale SATURA (Piazza Stella 5/1, Genova), Sabato 26 febbraio 2005 alle ore 17.00, la mostra personale < Sculture da appendere > di Marco Moretti. A cura di Giuseppe Moretti. Mi ha sempre affascinato la frase di Michelangelo "…la scultura è già dentro il blocco di marmo, basta togliere ciò che è di troppo."
E' vero, lo scultore deve già sapere cosa togliere e cosa lasciare… e a volte, magicamente, è la forma della pietra a suggerire al cuore dell'artista ciò che vi si cela all'interno. Ho visto più volte Marco guardare così un vecchio asse di legno… un tronco o dei semplici ritagli di alluminio… sì, proprio così… guardava con il cuore mentre tutto attorno non si accorgeva di nulla… "Il riciclo è la mia legge", dice… in realtà recupera materie che hanno, per tutti gli altri, già vissuto, ma per questo non meno nobili, anzi, come nella vita, la nobiltà l'hanno accresciuta, intensificata vivendo. Marco è per me un amico, per mille motivi, ed anche perché con me condivide alcuni momenti nei quali crea… parliamo di progetti futuri ed idee, a volte reali o solo fantastiche… mentre lui si aggira nel suo laboratorio. Cerca in un sacco colmo di pezzi di legno quello giusto, scorre veloce i ritagli di alluminio e, mentre parla, sceglie il prediletto… Poi, con attenzione lo segna, lo piega e prova l'incastro. Non è uno che si accontenta lui.. Marco… lo prova e lo riprova, lo taglia con precisione estrema, ma ciò che mi affascina è che fa tutto con grande rispetto. Ogni "scarto" è messo da parte… può ancora servire… ha la vita dentro! D'improvviso va verso il furgone e torna indietro con una scatola di cartone… gli brillano gli occhi… "guarda cosa mi ha dato la mia stufa, guarda che bella…". È cenere setacciata. Tutte le sfumature del grigio fino al nero sono lì, in mille pagliuzze. Si, la "semplice" cenere è per lui un tesoro. E lo dimostra quando diviene fondo per il pesce degli abissi, Ascia d'argento, in alluminio sbalzato, preciso nei particolari ed essenziale nella forma… sì, la cenere di prima ora ti porta nel buio delle profondità oceaniche. Creature marine come gli anemoni, particolari di un pruno o di un delicato tralcio di una pianta, l'amico Geko, amico perché lo segue; lo troviamo in una delle sue prime creazioni, in variazioni successive e in idee e soluzioni di progetti. "…e se facessi un enorme geko di alluminio che scende da un albero?" a volte mi dice mentre pensiamo a cosa fare in una mostra futura. Dicevo, l'amico geko e poi una raganella, proprio così, una piccola rana su una foglia verde: alluminio, moquette verde usata, e la famosa cenere di prima. Il titolo? "Baciami". E di colpo ci trasporta nella fiaba… il principe ranocchio… il bacio della fanciulla che amava non l'esteriore ma ciò che il piccolo anfibio aveva nel cuore… ed il cerchio magicamente si richiude. Nello stesso modo anche Marco guarda ciò che sta dentro, e vede il bello in tutto. E ce lo fa scoprire anche a noi, nelle sue opere; mi sono soffermato più volte a guardarle, all'apparenza sono così semplici… come le cose della natura. "Legami", due corde intercciate, in alluminio ovviamente, sbalzato con sapienza, gli strumenti gelosamente riposti nella piccola cassetta di legno, il martello in bronzo "che non strappa l'alluminio ma lo modella dolcemente" dice lui, e infiniti piccoli scalpelli e bulini che una volta erano chiodi, cerniere di una porta o perni.. anche loro portati a nuova vita. Ma io dovevo parlare delle sue opere e invece avrei voglia di raccontare la conoscenza dei legnami che ha Marco, tramandata dalla sua famiglia, perfezionata dalla sua passione e affinata nel suo lavoro. Così trovi un nodo di diverso colore al centro di una tavola che diviene gemma o il ritmo grafico dei cerchi concentrici testimoni dell'età di un tronco sapientemente esaltati… "Per l'artista tutto è bello, perché in ogni essere e in ogni cosa il suo sguardo penetrante scopre il carattere, ossia la verità interiore che traspare sotto la forma. E questa verità è la bellezza stessa." Così scrive nel suo Testamento Auguste Rodin nei primi anni del '900. Se vi avvicinate ad un'opera di Marco, non guardate solo la sapienza e la maestria con la quale ha lavorato i materiali, ma fate per un attimo silenzio nel vostro cuore… e lasciatevi trasportare.
E' vero, lo scultore deve già sapere cosa togliere e cosa lasciare… e a volte, magicamente, è la forma della pietra a suggerire al cuore dell'artista ciò che vi si cela all'interno. Ho visto più volte Marco guardare così un vecchio asse di legno… un tronco o dei semplici ritagli di alluminio… sì, proprio così… guardava con il cuore mentre tutto attorno non si accorgeva di nulla… "Il riciclo è la mia legge", dice… in realtà recupera materie che hanno, per tutti gli altri, già vissuto, ma per questo non meno nobili, anzi, come nella vita, la nobiltà l'hanno accresciuta, intensificata vivendo. Marco è per me un amico, per mille motivi, ed anche perché con me condivide alcuni momenti nei quali crea… parliamo di progetti futuri ed idee, a volte reali o solo fantastiche… mentre lui si aggira nel suo laboratorio. Cerca in un sacco colmo di pezzi di legno quello giusto, scorre veloce i ritagli di alluminio e, mentre parla, sceglie il prediletto… Poi, con attenzione lo segna, lo piega e prova l'incastro. Non è uno che si accontenta lui.. Marco… lo prova e lo riprova, lo taglia con precisione estrema, ma ciò che mi affascina è che fa tutto con grande rispetto. Ogni "scarto" è messo da parte… può ancora servire… ha la vita dentro! D'improvviso va verso il furgone e torna indietro con una scatola di cartone… gli brillano gli occhi… "guarda cosa mi ha dato la mia stufa, guarda che bella…". È cenere setacciata. Tutte le sfumature del grigio fino al nero sono lì, in mille pagliuzze. Si, la "semplice" cenere è per lui un tesoro. E lo dimostra quando diviene fondo per il pesce degli abissi, Ascia d'argento, in alluminio sbalzato, preciso nei particolari ed essenziale nella forma… sì, la cenere di prima ora ti porta nel buio delle profondità oceaniche. Creature marine come gli anemoni, particolari di un pruno o di un delicato tralcio di una pianta, l'amico Geko, amico perché lo segue; lo troviamo in una delle sue prime creazioni, in variazioni successive e in idee e soluzioni di progetti. "…e se facessi un enorme geko di alluminio che scende da un albero?" a volte mi dice mentre pensiamo a cosa fare in una mostra futura. Dicevo, l'amico geko e poi una raganella, proprio così, una piccola rana su una foglia verde: alluminio, moquette verde usata, e la famosa cenere di prima. Il titolo? "Baciami". E di colpo ci trasporta nella fiaba… il principe ranocchio… il bacio della fanciulla che amava non l'esteriore ma ciò che il piccolo anfibio aveva nel cuore… ed il cerchio magicamente si richiude. Nello stesso modo anche Marco guarda ciò che sta dentro, e vede il bello in tutto. E ce lo fa scoprire anche a noi, nelle sue opere; mi sono soffermato più volte a guardarle, all'apparenza sono così semplici… come le cose della natura. "Legami", due corde intercciate, in alluminio ovviamente, sbalzato con sapienza, gli strumenti gelosamente riposti nella piccola cassetta di legno, il martello in bronzo "che non strappa l'alluminio ma lo modella dolcemente" dice lui, e infiniti piccoli scalpelli e bulini che una volta erano chiodi, cerniere di una porta o perni.. anche loro portati a nuova vita. Ma io dovevo parlare delle sue opere e invece avrei voglia di raccontare la conoscenza dei legnami che ha Marco, tramandata dalla sua famiglia, perfezionata dalla sua passione e affinata nel suo lavoro. Così trovi un nodo di diverso colore al centro di una tavola che diviene gemma o il ritmo grafico dei cerchi concentrici testimoni dell'età di un tronco sapientemente esaltati… "Per l'artista tutto è bello, perché in ogni essere e in ogni cosa il suo sguardo penetrante scopre il carattere, ossia la verità interiore che traspare sotto la forma. E questa verità è la bellezza stessa." Così scrive nel suo Testamento Auguste Rodin nei primi anni del '900. Se vi avvicinate ad un'opera di Marco, non guardate solo la sapienza e la maestria con la quale ha lavorato i materiali, ma fate per un attimo silenzio nel vostro cuore… e lasciatevi trasportare.
26
febbraio 2005
Marco Moretti – Sculture da appendere
Dal 26 febbraio al 16 marzo 2005
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 16.30-19. Chiuso lunedì e festivi
Vernissage
26 Febbraio 2005, ore 17
Autore
Curatore