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Marco Magni – La sola prova possibile dell’esistenza dell’acqua e la più intimamente vera è la sete
A dare il titolo alla mostra è un lavoro non esposto, La sola prova possibile dell’esistenza dell’acqua e la più intimamente vera è la sete: un’opera che qualcuno ha visto e di cui qualcuno parla, un’opera che esiste adesso solo nella forma della narrazione, nel video Una scultura parlata che ricostruisce l’opera “per sentito dire”.
Comunicato stampa
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La sola prova possibile dell’esistenza dell’acqua e la più intimamente vera è la sete, un’indagine sul fare scultura, sulla relazione con lo spazio, sulla necessità di contenerla in un corpo o sulla possibilità di affidarne l’esistenza al racconto.
A dare il titolo alla mostra è un lavoro non esposto, La sola prova possibile dell’esistenza dell’acqua e la più intimamente vera è la sete: un’opera che qualcuno ha visto di cui qualcuno parla, un’opera che esiste adesso solo nella forma della narrazione, nel video Una scultura parlata che ricostruisce l’opera “per sentito dire”.
Marco Magni ha invitato cinque persone di culture, nazionalità e lingue differenti – un’italiana, una tedesca, un inglese, un coreano, una giapponese - a vedere e a “raccontare” davanti ad una telecamera la scultura La sola prova possibile dell’esistenza dell’acqua e la più intimamente vera è la sete. Un attore ha interpretato questi personaggi definendo una sorta di ritratto collettivo in 5 tempi, o atti, che restituisce l’opera stessa. La narrazione diventa essa stessa opera. Il video è anche una occasione per riflettere sul valore e l’efficacia della documentazione in relazione all’opera d’arte.
Site-specific gli altri due lavori in mostra. Auto-ritratto è un intervento sulla vetrina della galleria che, con un grande vetro riflettente traforato in più punti, la trasforma in una mappa astrale. La costellazione riprodotta è quella della stella che Marco Magni ha comprato e ribattezzato con il nome del gallerista. La mappa è contemporaneamente una sorta di “ritratto” del gallerista, e “auto-ritratto” della costellazione che si riflette sulla superficie specchiante esterna.
L’installazione Coro è composta da 7 ventilatori collocati su basamenti tortili. Sulle pale di questi sono traforate strane combinazioni di parole: cantata per lei, pala recitante, teatrali pance, ala centripeta, platea incerta, entra capitale, per tale natica tutti anagrammi del nome della galleria PLACENTIA ARTE. Parole ingerite, fagocitate e ri-gettate ai quattro venti da questi “ventil-convertitori” che frullano e rimescolano un impasto di lettere per formare nuove parole, da ascoltare in un brusio indefinito, una sorta di aria d’ascolto.
A dare il titolo alla mostra è un lavoro non esposto, La sola prova possibile dell’esistenza dell’acqua e la più intimamente vera è la sete: un’opera che qualcuno ha visto di cui qualcuno parla, un’opera che esiste adesso solo nella forma della narrazione, nel video Una scultura parlata che ricostruisce l’opera “per sentito dire”.
Marco Magni ha invitato cinque persone di culture, nazionalità e lingue differenti – un’italiana, una tedesca, un inglese, un coreano, una giapponese - a vedere e a “raccontare” davanti ad una telecamera la scultura La sola prova possibile dell’esistenza dell’acqua e la più intimamente vera è la sete. Un attore ha interpretato questi personaggi definendo una sorta di ritratto collettivo in 5 tempi, o atti, che restituisce l’opera stessa. La narrazione diventa essa stessa opera. Il video è anche una occasione per riflettere sul valore e l’efficacia della documentazione in relazione all’opera d’arte.
Site-specific gli altri due lavori in mostra. Auto-ritratto è un intervento sulla vetrina della galleria che, con un grande vetro riflettente traforato in più punti, la trasforma in una mappa astrale. La costellazione riprodotta è quella della stella che Marco Magni ha comprato e ribattezzato con il nome del gallerista. La mappa è contemporaneamente una sorta di “ritratto” del gallerista, e “auto-ritratto” della costellazione che si riflette sulla superficie specchiante esterna.
L’installazione Coro è composta da 7 ventilatori collocati su basamenti tortili. Sulle pale di questi sono traforate strane combinazioni di parole: cantata per lei, pala recitante, teatrali pance, ala centripeta, platea incerta, entra capitale, per tale natica tutti anagrammi del nome della galleria PLACENTIA ARTE. Parole ingerite, fagocitate e ri-gettate ai quattro venti da questi “ventil-convertitori” che frullano e rimescolano un impasto di lettere per formare nuove parole, da ascoltare in un brusio indefinito, una sorta di aria d’ascolto.
26
febbraio 2005
Marco Magni – La sola prova possibile dell’esistenza dell’acqua e la più intimamente vera è la sete
Dal 26 febbraio al 14 aprile 2005
arte contemporanea
Location
PLACENTIA ARTE
Piacenza, Via Giovanni Battista Scalabrini, 116, (Piacenza)
Piacenza, Via Giovanni Battista Scalabrini, 116, (Piacenza)
Orario di apertura
dalle 16 alle 19 escluso festivi e lunedì
Vernissage
26 Febbraio 2005, ore 18
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