10 fotografie in bianco e nero, formato 50x60, stampa fine-art, dedicate all’amore tra uomini e dei.

Vincenzo Drago e le sue macchine ottiche ignorano cosa contenga il corpo di un Dio. Per questo ne rincorrono la perfetta cornice, l’atto di normalità glaciale che è la visione della sua suprema e fragile fissità.

Pare che il più elementare atto di fantasia sia quello di decapitare una situazione: decapitare l’immagine dell’Amore per preservarne il volto, disperdere il colore per accelerarne otticamente la fertilità.

In questi studi, il corpo marmorizzato di una Venere dal volto d’ombra è l'effetto visivo della ricerca condotta da V.D.
L'uso di luce livida, l'amplificazione di sezioni anatomiche, l'utilizzo di relazioni incomplete pongono l’unione tra uomo e dio, tra sogno e realtà, sulla scena di un mondo privo di identità fisiognomica ma fisico nelle venature chiare di un corpo ideale.