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Enrico Grieco – ‘a piscaria di Catania
A sfogliare le centinaia di immagini che Grieco ha prodotto per la sua mostra, è evidente la matrice tutta napoletana del fotografo.
Comunicato stampa
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Mercato, luogo vitale, si direbbe, nelle ore del giorno: voci, rumori,
espressioni di vita biologica e di comunicazione. E morte in vendita, quella
degli animali. E, se sono pesci, vita morte delle anguille e dei merluzzi,
delle alici e delle sarde, che danzano la morte, e dei molluschi che
sprizzano ultimi singulti d’acqua.
Mercato in Sicilia, colori accesi, forme umane e nature morte in dialogo.
L’archetipo è ‘A Vuccirrìa di Renato Guttuso, un dipinto vociante, opera del
ritorno senile alla propria terra, e pertanto densissimo di emozioni
cromatiche e di cultura del binomio, dell’alternanza vita morte. Archetipo
artistico, ma pericolosamente sbilanciato verso lo stereotipo culturale:
cerchiamo, da allora, la vita in ogni visione del mercato in Sicilia,
rifiutandoci di vedere diversamente.
Giunge il fotografo a raccontarci una fenomenologia radicalmente opposta.
E se il fotografo è Enrico Grieco, l’occhio è avvezzo a cogliere, attraverso
i colori e le forme della luce, elementi emotivi e suggestioni rituali,
quasi – sono sue parole - una continua cerimonia:
Nascita del mercato - Mercato - Smontaggio/morte del luogo - Morte
apparente - e di nuovo nascita in un ciclo senza interruzioni dove la
mattanza del pesce aleggia nell'aria e poi tutto ricomincia.
Vita- morte, del pesce e del luogo.
A sfogliare le centinaia di immagini che Grieco ha prodotto per la sua
mostra, è evidente la matrice tutta napoletana del fotografo. Incredibili
natura morte, non già di polipi e totani, ma di uomini, mani e polipi,
teste, cappellacci di lana infeltrita dalla salsedine, e infine, mastelli di
plastica azzurra, il nuovo mondo della natura morta contemporanea, dove il
pop si mescola all’antichissima mattanza, una mattanza che non si vede ma
che traspare tra i pesci morti e il colore rosso degli ombrelloni.
Come in tanta produzione culturale contemporanea, non è raffigurato davvero
il mercato, ma si vive piuttosto un gioco di situazione, uno scambio di
ruoli in cui mercante, acquirente, oggetto della vendita, forme vive o
irrigidite, sono equivalenti nell’evocazione emotiva. I visi delle persone,
la vendita, sono messi in secondo piano. E' invece in primo piano il luogo
nei vari orari del giorno e della notte.
‘A piscaria di Catania diviene dunque metafora del ciclo della vita, pur
trattenendo ogni segmento della sua vivida realtà.
Maria Antonella Fusco
espressioni di vita biologica e di comunicazione. E morte in vendita, quella
degli animali. E, se sono pesci, vita morte delle anguille e dei merluzzi,
delle alici e delle sarde, che danzano la morte, e dei molluschi che
sprizzano ultimi singulti d’acqua.
Mercato in Sicilia, colori accesi, forme umane e nature morte in dialogo.
L’archetipo è ‘A Vuccirrìa di Renato Guttuso, un dipinto vociante, opera del
ritorno senile alla propria terra, e pertanto densissimo di emozioni
cromatiche e di cultura del binomio, dell’alternanza vita morte. Archetipo
artistico, ma pericolosamente sbilanciato verso lo stereotipo culturale:
cerchiamo, da allora, la vita in ogni visione del mercato in Sicilia,
rifiutandoci di vedere diversamente.
Giunge il fotografo a raccontarci una fenomenologia radicalmente opposta.
E se il fotografo è Enrico Grieco, l’occhio è avvezzo a cogliere, attraverso
i colori e le forme della luce, elementi emotivi e suggestioni rituali,
quasi – sono sue parole - una continua cerimonia:
Nascita del mercato - Mercato - Smontaggio/morte del luogo - Morte
apparente - e di nuovo nascita in un ciclo senza interruzioni dove la
mattanza del pesce aleggia nell'aria e poi tutto ricomincia.
Vita- morte, del pesce e del luogo.
A sfogliare le centinaia di immagini che Grieco ha prodotto per la sua
mostra, è evidente la matrice tutta napoletana del fotografo. Incredibili
natura morte, non già di polipi e totani, ma di uomini, mani e polipi,
teste, cappellacci di lana infeltrita dalla salsedine, e infine, mastelli di
plastica azzurra, il nuovo mondo della natura morta contemporanea, dove il
pop si mescola all’antichissima mattanza, una mattanza che non si vede ma
che traspare tra i pesci morti e il colore rosso degli ombrelloni.
Come in tanta produzione culturale contemporanea, non è raffigurato davvero
il mercato, ma si vive piuttosto un gioco di situazione, uno scambio di
ruoli in cui mercante, acquirente, oggetto della vendita, forme vive o
irrigidite, sono equivalenti nell’evocazione emotiva. I visi delle persone,
la vendita, sono messi in secondo piano. E' invece in primo piano il luogo
nei vari orari del giorno e della notte.
‘A piscaria di Catania diviene dunque metafora del ciclo della vita, pur
trattenendo ogni segmento della sua vivida realtà.
Maria Antonella Fusco
17
febbraio 2005
Enrico Grieco – ‘a piscaria di Catania
Dal 17 febbraio al 17 marzo 2005
fotografia
Location
AREA IMMAGINI NON SOLO ARTE CONTEMPORANEA
Belpasso, Strada Provinciale, (Catania)
Belpasso, Strada Provinciale, (Catania)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 9-13 e 16- 20. Sabato 9-13
Vernissage
17 Febbraio 2005, ore 20
Sito web
www.enricogrieco.com
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