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Guido Pecci – La casa di Giulia
Frammenti di immagini e di segni incisi nella densità della materia cromatica, a delimitare l’ampio territorio dell’eros.
Comunicato stampa
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Martedì 22 febbraio 2005, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Guido Pecci. La casa di Giulia, curata da Loredana Rea.
L’esposizione rimarrà aperta fino all’11 marzo, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.
La mostra, è il terzo appuntamento del ciclo Riflessioni sul contemporaneo, in cui i critici Ivana D’Agostino e Loredana Rea presentano nell’arco di tempo compreso tra gennaio e giugno sei artisti – oltre a Pecci, Anna Dorsa, Nicola Liberatore, Cosimo Epicoco, Teresa Pollidori e Ada Impallara – differenti per formazione, scelte e, soprattutto, modalità espressive.
L’idea che sta alla base di questo nuovo ciclo non è un tentativo di ricognizione sistematica su quanto accade in un territorio vasto e multiforme qual’è quello della sperimentazione artistica, né tanto meno quello di una impossibile classificazione organica, l’intento è quello di riflettere criticamente sul presente, per cogliere le motivazioni vere delle pratiche espressive e le direzioni tangenti o divergenti dei criteri metodologici e progettuali e restituire, poi, uno spaccato, certamente incompleto, ma sicuramente vitale della contemporaneità.
Guido Pecci ha elaborato per quest’occasione una mostra complessa ed enigmatica fin nel titolo.
Giulia era la bella, intelligente, raffinata e inquieta figlia dell’imperatore Augusto, dallo stesso allontanata da Roma per condotta amorale e costretta a vivere sulla piccola isola di Ventotene. L’artista immagina la grande casa, evocata da tre piccoli modelli di terracotta completamente ricoperti dalla sensuale vischiosità del colore, come il luogo metaforico dell’eros, in cui ogni desiderio può essere espresso, anche se poi non arriverà mai a compimento.
Le tele preparate per l’occasione si presentano allora come schermo sensibile su cui i desideri, anche quelli assolutamente impudichi, si materializzano attraverso un linguaggio evocativo e allo stesso tempo complesso, fatto di frammenti di immagini e di segni incisi nella densità della materia cromatica, a delimitare l’ampio territorio dell’eros, inteso come forza primigenia che è il motore della vita.
Al di là della complessità, questi lavori recenti però si ricollegano inevitabilmente alle prime prove di questo giovane artista: fin dall’inizio infatti la sua ricerca si è articolata come una stringente riflessione sul corpo e la sua inarrestabile necessità di espressione, ma anche sulla profondità dei suoi bisogni, siano pure oscuri e/o inconfessabili, tanto da manifestarsi come flusso di istinti incontrollabili.
L’esposizione rimarrà aperta fino all’11 marzo, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.
La mostra, è il terzo appuntamento del ciclo Riflessioni sul contemporaneo, in cui i critici Ivana D’Agostino e Loredana Rea presentano nell’arco di tempo compreso tra gennaio e giugno sei artisti – oltre a Pecci, Anna Dorsa, Nicola Liberatore, Cosimo Epicoco, Teresa Pollidori e Ada Impallara – differenti per formazione, scelte e, soprattutto, modalità espressive.
L’idea che sta alla base di questo nuovo ciclo non è un tentativo di ricognizione sistematica su quanto accade in un territorio vasto e multiforme qual’è quello della sperimentazione artistica, né tanto meno quello di una impossibile classificazione organica, l’intento è quello di riflettere criticamente sul presente, per cogliere le motivazioni vere delle pratiche espressive e le direzioni tangenti o divergenti dei criteri metodologici e progettuali e restituire, poi, uno spaccato, certamente incompleto, ma sicuramente vitale della contemporaneità.
Guido Pecci ha elaborato per quest’occasione una mostra complessa ed enigmatica fin nel titolo.
Giulia era la bella, intelligente, raffinata e inquieta figlia dell’imperatore Augusto, dallo stesso allontanata da Roma per condotta amorale e costretta a vivere sulla piccola isola di Ventotene. L’artista immagina la grande casa, evocata da tre piccoli modelli di terracotta completamente ricoperti dalla sensuale vischiosità del colore, come il luogo metaforico dell’eros, in cui ogni desiderio può essere espresso, anche se poi non arriverà mai a compimento.
Le tele preparate per l’occasione si presentano allora come schermo sensibile su cui i desideri, anche quelli assolutamente impudichi, si materializzano attraverso un linguaggio evocativo e allo stesso tempo complesso, fatto di frammenti di immagini e di segni incisi nella densità della materia cromatica, a delimitare l’ampio territorio dell’eros, inteso come forza primigenia che è il motore della vita.
Al di là della complessità, questi lavori recenti però si ricollegano inevitabilmente alle prime prove di questo giovane artista: fin dall’inizio infatti la sua ricerca si è articolata come una stringente riflessione sul corpo e la sua inarrestabile necessità di espressione, ma anche sulla profondità dei suoi bisogni, siano pure oscuri e/o inconfessabili, tanto da manifestarsi come flusso di istinti incontrollabili.
22
febbraio 2005
Guido Pecci – La casa di Giulia
Dal 22 febbraio all'undici marzo 2005
arte contemporanea
Location
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 17-20
Vernissage
22 Febbraio 2005, ore 18
Autore
Curatore