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Shoah. Il ritratto della memoria
attraverso stili differenti, si uniscono in una riflessione comune, che vuole essere rappresentazione dello smarrimento, del terrificante e dell’abberrante della Shoah.
Comunicato stampa
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Sabato 12 Febbraio 2005, alle ore 17, nella Sala Rubicone dei Magazzini del Sale di Cervia, si inaugura la mostra IL RITRATTO DELLA MEMORIA - SHOAH, dedicata al tema del genocidio degli ebrei e all¹importanza di rinnovare la memoria di ciò che è stato. "L¹oblio porta all¹esilio, mentre nella memoria è il segreto della redenzione", recita l¹epigrafe all¹ingresso del Museo della Shoah di Gerusalemme. Nasce così l¹idea di questa mostra - curata da Marisa Zattini - che vede protagonisti quattordici artisti: Claudio Ballestracci, Paola Campidelli, Silvano D¹Ambrosio, Giovanni Fabbri, Dacia Manzoli, Daniele Masini, Stefano Mercatali, Massimo Modula, Stefano Mazzotti, Felice Nittolo, Luca Piovaccari, Massimo Pulini, Guerrino Siroli e Monica Spada, i quali, attraverso stili differenti, si uniscono in una riflessione comune, che vuole essere rappresentazione dello smarrimento, del terrificante e dell¹abberrante della Shoah. Il terrifico è ciò che emerge dall¹opera di Daniele Masini, attraverso mostri risorti da quell¹oscurità della psiche, nella quale ogni orrore perpetrato dall¹uomo nella sua storia, ha lasciato inevitabilmente un segno indelebile. Un¹immaginazione visionaria, che sembra tuttavia annunciare la promessa di una rinascita dell¹uomo dalle macerie del proprio passato. Nelle opere di Monica Spada la fascinazione delle cose ridisegna l¹incertezza della condizione di essere vivi. La confusione è il segno della condizione dell¹esistenza e diventa qui il segno estetico del silenzio, della morte, della perdita della propria identità. La speranza del sorgere di un nuovo giorno emerge invece in Felice Nittolo, nel grande disco sacrale, dove mille vite, come punte di sangue solidificato, conficcato nella terra, porteranno alla vita, dopo la morte. La figura di Uomo/Cristo, immagine-icona di questa mostra, presentata da Massimo Pulini, è simbolo della sofferenza che porta alla redenzione degli uomini, e l¹intensificazione delle immagini raggiunge l¹apice nella grande tela di Paola Campidelli, dove la morte nel buio della notte oggettivizza un¹accumulazione di corpi lacerati che hanno raggiunto il termine estremo della vita. Luca Piovaccari si esprime con due opere, sceglie un¹iconografia architettonica per amplificare il vuoto, il buio che diventa privazione della vita, e un Volto, una percezione femminile di una sorta di post-vita, che è sentimento di un mutamento non voluto ma subìto. Nella sagoma di un uomo che guarda l¹orizzonte segnato da un volo di uccelli si materializza lo spirito degli uomini, secondo la visione di Massimo Modula. La follia lascia il campo al tempo dello spirito nelle opere di Stefano Mercatali, testimonianza di smarrimento, di tessuto nebulizzato, di sospensioni materiche, dove c¹è già aria di redenzione. L¹innesto luminoso esorcizza il terrificante ed il tragico è soppiantato dal sacro. Per Claudio Ballestracci la memoria ha il volto di tante piccole fiammelle blu, che fuoriescono da totem ricoperti da fredde piastrelle bianche. Dacia Manzoli ci esibisce invece una installazione, Luz, composta da 155 ossicini cavi in vetro soffiato, "[...] anatomia trasparente e diafana di una remota storia ebraica" e l¹opera Infiorescente (2004), ritratto di luoghi indagati dallo sguardo. Nella tela di Silvano D¹Ambrosio è il furore di un grande fuoco a dominare la scena, un¹esplosione, un¹eruzione resa magistralmente da una pittura densa e carnosa. Quest¹opera sembra richiamare alla memoria il concetto di "Olocausto", inteso come sacrificio che, nella storia delle religioni, designava la vittima sacrificale che veniva bruciata. Le due opere di Stefano Mazzotti ci impongono una pausa. Lo sguardo passa dalle fredde e levigate tessere d¹acciaio ai vibrati inserti notturni fino a giungere al cuore della composizione, alla minuscola immagine restituita con tessere di mosaico dorate. In Guerrino Siroli invece c¹è una identificazione delle origini, del preesistente e del profondo. Del ricordo che è morte e dissolvimento. Sono tagli di lame che si impongono al riguardante i monocromi delle sue tele. Sono opere di un lirismo luttuoso che riaccendono la memoria. I ritratti di Giovanni Fabbri, infine, esprimono l¹urlo di terrore, la disperazione che trasfigura i volti invadendo tutto il campo visivo della tela. Le pennellate sono segno di una gestualità che diventa un vortice percettivo che è scardinamento totale. In questa occasione quindi l¹arte si conferma un "medium" nel leggere la storia, la società, una lente d¹ingrandimento sull¹inimmaginabile che riflette gli interrogativi di fondo della Shoah: come e perché un popolo abbia programmato e messo in atto lo sterminio di un altro popolo. Ecco perché oggi è ancora importante ricordare, confrontarsi con il nostro passato recente che l¹arte può ancora indagare emotivamente.
In occasione dell¹inaugurazione Massimo Modula presenterà brani musicali, da lui composti ed eseguiti alla chitarra classica, legati al tema del "viaggio", vissuto come evasione ma anche memoria necessaria per l¹uomo per trovare un modo di proseguire nella vita. La mostra, documentata dal primo numero del 2005 della rivista trimestrale di Arte e Letteratura Graphie, interamente dedicato al tema della Shoah, resterà aperta al pubblico fino a domenica 27 febbraio.
In collaborazione con Graphie, rivista trimestrale di Arte e Letteratura.
In occasione dell¹inaugurazione Massimo Modula presenterà brani musicali, da lui composti ed eseguiti alla chitarra classica, legati al tema del "viaggio", vissuto come evasione ma anche memoria necessaria per l¹uomo per trovare un modo di proseguire nella vita. La mostra, documentata dal primo numero del 2005 della rivista trimestrale di Arte e Letteratura Graphie, interamente dedicato al tema della Shoah, resterà aperta al pubblico fino a domenica 27 febbraio.
In collaborazione con Graphie, rivista trimestrale di Arte e Letteratura.
12
febbraio 2005
Shoah. Il ritratto della memoria
Dal 12 al 27 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
ANTICHI MAGAZZINI DEL SALE – MUSEO DEL SALE
Cervia, Viale Nazario Sauro, (Ravenna)
Cervia, Viale Nazario Sauro, (Ravenna)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 16-18. Sabato e domenica 10-12 e 15-18. Per altri orari solo su prenotazione
Vernissage
12 Febbraio 2005, ore 17
Sito web
www.ilvicolo.com
Autore
Curatore