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…Amare l’amaro nostro tempo… Teatro, parole e musica “intorno” agli Anni Trenta
Percorso teatrale e musicale nella cultura – anche popolare – degli Anni Trenta.
Comunicato stampa
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Due attori in scena, due poltrone, una pila di riviste, una radio e in sottofondo, Maramao perché sei morto?
Si apre così la performance che la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi ha ideato come evento collaterale alla mostra sull’arte milanese degli Anni Trenta in corso allo Spazio Oberdan.
Lo spettacolo vuole essere una cavalcata dolce, ironica, poetica nella vita di Milano negli Anni Trenta, quando cultura, arte, spettacolo e industria si fondevano e intersecavano, dando vita a movimenti e a momenti di grande emozione. Attraverso un dialogo, canzoni, citazioni, scorrono sul palco non solo il teatro e il cinema di quel periodo, ma storia, musica, architettura, design e pubblicità, che hanno reso Milano uno dei centri culturali più importanti di quegli anni.
Serenella Hugony, docente di drammaturgia e analisi del testo della Paolo Grassi, ha guardato, con la collaborazione di Anna Siccardi al clima culturale di quegli anni, a ciò che – di matrice italiana o importato dall’estero - influenzava i discorsi, l’immaginario, gli svaghi dei milanesi.
Milano nel 1931 raggiunge il milione di abitanti.
Giò Ponti incomincia la sua fulgida carriera costruendo il primo esempio di strada moderna e diventa protagonista dell’architettura milanese, mentre Lucio Fontana espone la sua prima personale alla Galleria del Milione.
Il teatro italiano è fermo - la censura del partito fascista è molto potente - e anche nel cinema poche sono le dive e i divi che spiccano: Francesca Bertini che esibisce la prima “nudità” in costume da bagno e Paola Borboni che le risponde a teatro. Spunta un nuovo astro del cinema italiano, Vittorio De Sica che si afferma prima come attore nei film di Camerini per poi diventare protagonista del neorealismo immediatamente dopo la guerra. Alida Valli, comincia a sbocciare e ad essere la risposta italiana a Garbo e Dietrich, sarà Visconti a consacrarla qualche anno dopo.
Alla radio arrivano da New York le note di Natalino Otto, legato a successi quali Polvere di stelle, Mister Paganini, Ho un sassolino nella scarpa. Tenacemente ostacolato dal regime, che vieta le trasmissioni radiofoniche della sua "barbara antimusica negra", Otto si impone comunque attraverso i dischi, grazie ai quali riesce - oltre che a far ballare migliaia di persone - ad attenuare la ritrosia istituzionale per lo swing e ad aprire un varco musicale nel quale si inseriscono altri due importanti esponenti di quel periodo, Arturo Rabagliati e il Trio Lescano. Il primo, dopo una sfortunata esperienza come attore negli Usa, diventa una star indiscussa cantando Mattinata fiorentina e Ba-ba-baciami piccina. Le altre diventano un fenomeno di costume, benché l'immagine esile delle tre sorelle olandesi veicoli messaggi per nulla infantili, (Maramao perché sei morto?, Tulipan, Ma le gambe, Tornerai...).
Accanto a questi prodotti destinati ad un pubblico di civili si affiancano i brani del "canta che ti passa", indirizzati ad alleviare le sofferenze dei soldati al fronte e ad infondere coraggio nelle truppe. L'effetto patetico o corroborante viene spesso ottenuto attraverso una banalizzazione del vocabolario dannunziano; epiteti piuttosto altisonanti quali "sonante mar" o "luce mattinal" decorano brani popolari quali La canzone dei sommergibili o Vincere!. A ciò si aggiunga la mesta Lilì Marlene che però si diffuse nella traduzione che Lina Termini derivò dall'originale tedesco. Curiosamente mancano in questo periodo echi canori della tragedia che gli italiani pativano quotidianamente; la canzone italiana prende a discostarsi progressivamente dall'osservazione della realtà e a ripiegare in un genere di evasione che rappresentò una vera e propria miniera per l'industria discografica nazionale. Solo in ambiti ristretti i canti dei partigiani, dalle liriche oltremodo affilate, la fanno da padroni. Bella Ciao tra tutti.
E’ di quegli anni l’irrompere dell’Astrattismo, la letteratura di Pavese, Gadda, Vittorini, e Brecht con la sua fortissima critica sociale, e Greppi che da drammaturgo diventerà poi sindaco di Milano.
Rimane indimenticabile la grande figura di Arturo Toscanini che nel 1933, da direttore del Teatro alla Scala viene esiliato perchè oppositore del regime fascista.
E ancora, in arrivo dagli Stati Uniti, ecco Walt Disney che diede un forte impulso all’evoluzione delle tecniche di animazione sincronizzando musica e dialoghi e aggiungendo il colore ai disegni.
L’apparizione della televisione e la crescita esponenziale del settore pubblicitario – esaltato in Italia anche dai futuristi che individuano nella pubblicità un altro terreno operativo per l’arte – creano un nuovo campo privilegiato per le sperimentazioni in materia di animazione del testo.
Negli Aanni Trenta nascono le prime agenzie pubblicitarie e i primi “Caroselli”.
Infine l’industria e la moda, che cominciano a crescere insieme alle tendenze nuove in arrivo dall’Europa e dagli Stati Uniti.
Si apre così la performance che la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi ha ideato come evento collaterale alla mostra sull’arte milanese degli Anni Trenta in corso allo Spazio Oberdan.
Lo spettacolo vuole essere una cavalcata dolce, ironica, poetica nella vita di Milano negli Anni Trenta, quando cultura, arte, spettacolo e industria si fondevano e intersecavano, dando vita a movimenti e a momenti di grande emozione. Attraverso un dialogo, canzoni, citazioni, scorrono sul palco non solo il teatro e il cinema di quel periodo, ma storia, musica, architettura, design e pubblicità, che hanno reso Milano uno dei centri culturali più importanti di quegli anni.
Serenella Hugony, docente di drammaturgia e analisi del testo della Paolo Grassi, ha guardato, con la collaborazione di Anna Siccardi al clima culturale di quegli anni, a ciò che – di matrice italiana o importato dall’estero - influenzava i discorsi, l’immaginario, gli svaghi dei milanesi.
Milano nel 1931 raggiunge il milione di abitanti.
Giò Ponti incomincia la sua fulgida carriera costruendo il primo esempio di strada moderna e diventa protagonista dell’architettura milanese, mentre Lucio Fontana espone la sua prima personale alla Galleria del Milione.
Il teatro italiano è fermo - la censura del partito fascista è molto potente - e anche nel cinema poche sono le dive e i divi che spiccano: Francesca Bertini che esibisce la prima “nudità” in costume da bagno e Paola Borboni che le risponde a teatro. Spunta un nuovo astro del cinema italiano, Vittorio De Sica che si afferma prima come attore nei film di Camerini per poi diventare protagonista del neorealismo immediatamente dopo la guerra. Alida Valli, comincia a sbocciare e ad essere la risposta italiana a Garbo e Dietrich, sarà Visconti a consacrarla qualche anno dopo.
Alla radio arrivano da New York le note di Natalino Otto, legato a successi quali Polvere di stelle, Mister Paganini, Ho un sassolino nella scarpa. Tenacemente ostacolato dal regime, che vieta le trasmissioni radiofoniche della sua "barbara antimusica negra", Otto si impone comunque attraverso i dischi, grazie ai quali riesce - oltre che a far ballare migliaia di persone - ad attenuare la ritrosia istituzionale per lo swing e ad aprire un varco musicale nel quale si inseriscono altri due importanti esponenti di quel periodo, Arturo Rabagliati e il Trio Lescano. Il primo, dopo una sfortunata esperienza come attore negli Usa, diventa una star indiscussa cantando Mattinata fiorentina e Ba-ba-baciami piccina. Le altre diventano un fenomeno di costume, benché l'immagine esile delle tre sorelle olandesi veicoli messaggi per nulla infantili, (Maramao perché sei morto?, Tulipan, Ma le gambe, Tornerai...).
Accanto a questi prodotti destinati ad un pubblico di civili si affiancano i brani del "canta che ti passa", indirizzati ad alleviare le sofferenze dei soldati al fronte e ad infondere coraggio nelle truppe. L'effetto patetico o corroborante viene spesso ottenuto attraverso una banalizzazione del vocabolario dannunziano; epiteti piuttosto altisonanti quali "sonante mar" o "luce mattinal" decorano brani popolari quali La canzone dei sommergibili o Vincere!. A ciò si aggiunga la mesta Lilì Marlene che però si diffuse nella traduzione che Lina Termini derivò dall'originale tedesco. Curiosamente mancano in questo periodo echi canori della tragedia che gli italiani pativano quotidianamente; la canzone italiana prende a discostarsi progressivamente dall'osservazione della realtà e a ripiegare in un genere di evasione che rappresentò una vera e propria miniera per l'industria discografica nazionale. Solo in ambiti ristretti i canti dei partigiani, dalle liriche oltremodo affilate, la fanno da padroni. Bella Ciao tra tutti.
E’ di quegli anni l’irrompere dell’Astrattismo, la letteratura di Pavese, Gadda, Vittorini, e Brecht con la sua fortissima critica sociale, e Greppi che da drammaturgo diventerà poi sindaco di Milano.
Rimane indimenticabile la grande figura di Arturo Toscanini che nel 1933, da direttore del Teatro alla Scala viene esiliato perchè oppositore del regime fascista.
E ancora, in arrivo dagli Stati Uniti, ecco Walt Disney che diede un forte impulso all’evoluzione delle tecniche di animazione sincronizzando musica e dialoghi e aggiungendo il colore ai disegni.
L’apparizione della televisione e la crescita esponenziale del settore pubblicitario – esaltato in Italia anche dai futuristi che individuano nella pubblicità un altro terreno operativo per l’arte – creano un nuovo campo privilegiato per le sperimentazioni in materia di animazione del testo.
Negli Aanni Trenta nascono le prime agenzie pubblicitarie e i primi “Caroselli”.
Infine l’industria e la moda, che cominciano a crescere insieme alle tendenze nuove in arrivo dall’Europa e dagli Stati Uniti.
15
febbraio 2005
…Amare l’amaro nostro tempo… Teatro, parole e musica “intorno” agli Anni Trenta
15 febbraio 2005
performance - happening
Location
SPAZIO OBERDAN – CINETECA
Milano, Viale Vittorio Veneto, 2, (Milano)
Milano, Viale Vittorio Veneto, 2, (Milano)
Biglietti
fino ad esaurimento posti
Orario di apertura
ore 21