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Paolo Cotani / Gottardo Ortelli
Soggetti dematerializzati, puro colore, spesso superfici monocromatiche e magistrale tecnica della stesura caratterizzano i lavori di Paolo Cotani e di Gottardo Ortelli.
Comunicato stampa
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Con la Pittura Analitica, all’inizio degli anni Settanta, viene ridefinito il concetto di pittura attraverso ricerche mirate a potenziare la capacità espressiva degli elementi costitutivi del fare pittura quali il colore, lo spazio, la luce, la superficie e la trama del supporto. Soggetti dematerializzati, puro colore, spesso superfici monocromatiche e magistrale tecnica della stesura caratterizzano i lavori di Paolo Cotani e di Gottardo Ortelli.
Cotani fin dall’inizio degli anni Settanta incentra il suo lavoro sull’analisi degli strumenti sintattici del linguaggio della pittura, partecipa ad alcune importanti rassegne internazionali dedicate alla Pittura Analitica, pur rifiutando ogni forma di omologazione. Con “Bende Elastiche” il dipingere subisce una ulteriore rarefazione: bende colorate avvolgono i telai e tramite un gioco di tensioni e battiture ne definiscono la colorazione.
Nelle sue opere il sottile intreccio di immagini che ne emerge non attribuisce un ruolo specifico alle forme coinvolte, permette al contrario l’alternanza dall’una all’altra senza indicare quale è l’immagine o il suo contrario. La delicata geometria delle pennellate è, al tempo stesso, forma e cancellatura di un’immagine sottostante, che tuttavia emerge senza mai prevalere.
Ortelli, sempre nello stesso periodo, tende a distaccarsi dalle suggestioni delle poetiche postinformali e dalle declinazioni pop per avvicinarsi ad un linguaggio oscillante tra istanze emotive, interne ai valori primari della pittura, e aspetti analitici. Nelle opere del ’72-’75, stesure monocrome scandite da linee diagonali frammentate e uniformemente distanziate, interrotte nella loro distribuzione ‘all-over’ da pause impreviste che lasciano scoperta la cromia dei fondi, sembra prevalere un’istanza razionale e geometrica, l’idea di una pittura che cerca una sua specificità linguistica e operativa.
Ma, a ben vedere, le dichiarazioni del pittore sul suo modus operandi, sull’andamento diagonale dei tracciati (“…per me l’obliquità è l’incertezza, il dubbio, l’allarme continuo…”) e, oltre a ciò, il carattere vibratile e sensitivo del segno colore depositato sulla tela con una siringa, a tratti corposo, a tratti sottile, contraddicono l’idea di una progettualità fredda e impersonale.
L’indagine sui confini della visione avviata da Cotani e Ortelli nella loro fertile carriera professionale, permette oggi di riflettere non soltanto sul ruolo della pittura astratta, ma soprattutto sul valore da attribuire al processo percettivo che, forse, troppo spesso valutiamo sganciato dalle idee che lo provocano, lo sostengono e lo accompagnano.
Cotani fin dall’inizio degli anni Settanta incentra il suo lavoro sull’analisi degli strumenti sintattici del linguaggio della pittura, partecipa ad alcune importanti rassegne internazionali dedicate alla Pittura Analitica, pur rifiutando ogni forma di omologazione. Con “Bende Elastiche” il dipingere subisce una ulteriore rarefazione: bende colorate avvolgono i telai e tramite un gioco di tensioni e battiture ne definiscono la colorazione.
Nelle sue opere il sottile intreccio di immagini che ne emerge non attribuisce un ruolo specifico alle forme coinvolte, permette al contrario l’alternanza dall’una all’altra senza indicare quale è l’immagine o il suo contrario. La delicata geometria delle pennellate è, al tempo stesso, forma e cancellatura di un’immagine sottostante, che tuttavia emerge senza mai prevalere.
Ortelli, sempre nello stesso periodo, tende a distaccarsi dalle suggestioni delle poetiche postinformali e dalle declinazioni pop per avvicinarsi ad un linguaggio oscillante tra istanze emotive, interne ai valori primari della pittura, e aspetti analitici. Nelle opere del ’72-’75, stesure monocrome scandite da linee diagonali frammentate e uniformemente distanziate, interrotte nella loro distribuzione ‘all-over’ da pause impreviste che lasciano scoperta la cromia dei fondi, sembra prevalere un’istanza razionale e geometrica, l’idea di una pittura che cerca una sua specificità linguistica e operativa.
Ma, a ben vedere, le dichiarazioni del pittore sul suo modus operandi, sull’andamento diagonale dei tracciati (“…per me l’obliquità è l’incertezza, il dubbio, l’allarme continuo…”) e, oltre a ciò, il carattere vibratile e sensitivo del segno colore depositato sulla tela con una siringa, a tratti corposo, a tratti sottile, contraddicono l’idea di una progettualità fredda e impersonale.
L’indagine sui confini della visione avviata da Cotani e Ortelli nella loro fertile carriera professionale, permette oggi di riflettere non soltanto sul ruolo della pittura astratta, ma soprattutto sul valore da attribuire al processo percettivo che, forse, troppo spesso valutiamo sganciato dalle idee che lo provocano, lo sostengono e lo accompagnano.
01
febbraio 2005
Paolo Cotani / Gottardo Ortelli
Dal primo febbraio al 31 marzo 2005
arte contemporanea
Location
VARART
Firenze, Via Dell'oriuolo, 47, (Firenze)
Firenze, Via Dell'oriuolo, 47, (Firenze)
Orario di apertura
10-12.30 e 16-19.30.
Chiuso lunedì e festivi
Vernissage
1 Febbraio 2005, ore 18
Autore
Curatore