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Il surrealismo di Lanfranco
80 opere che ripercorrono mezzo secolo di vita artistica del precursore del surrealismo italiano.
Comunicato stampa
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“C’è solo un giovane di grande talento nella pittura italiana moderna, e si chiama Lanfranco”: così si espirmeva nel 1965 il celebre pittore belga Magritte a proposito di Lanfranco (all’anagrafe Frigeri), eclettico artista mantovano, classe 1920, precursore del surrealismo italiano e protagonista ancora attivo sul palcoscenico artistico internazionale.
Le opere di Lanfranco saranno esposte a Cesena nel Palazzo del Ridotto dal 19 febbraio al 20 marzo, in una mostra antologica dal titolo “Il surrealismo di Lanfranco”, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cesena in collaborazione con il Comune e la Provincia di Mantova e la Fondazione Banca Agricola Mantovana.
64 dipinti, 16 sculture e alcuni disegni allestiti su due ampi piani che ripercorrono l’intera produzione poliedrica del Maestro, dagli inizi negli anni ’30 fino ai giorni nostri. Mezzo secolo di storia raccontato con gli occhi di un artista visionario, affascinato dal rapporto uomo-macchina, che spazia da architetture e costellazioni planetarie a rappresentazioni del sacro, con un occhio rivolto alla fantascienza e a paesaggi fantastici e surreali.
La mostra è corredata da un ampio catalogo a cura delle Edizioni Tre Lune di Mantova, che presenta saggi critici di Giorgio Cortenova, direttore della Galleria d’Arte Moderna di “Palazzo Forti” a Verona; Claudio Cerritelli, docente all’Accademia di Brera; Janus, critico torinese; Umberto Artioli, docente di Storia del Teatro alla facoltà di Lettere dell’Università di Padova; Alberto Cappi, poeta, e del prof. Giorgio Bernardi Perini.
L’ARTISTA
Il Maestro Lanfranco, caposcuola dell’arte fantastica e precursore con la sua arte visionaria del surrealismo italiano, vive ed opera da sempre nella quiete del suo paese natale di Quingentole in provincia di Mantova, dove è nato nel 1920. Una scelta di vita e di artista che, dopo le prime fugaci esperienze internazionali a Parigi, Londra, New York, lo porta a rifugiarsi nella sua “bottega” per esprimere la sua suggestiva fantasia e prevedere fin dagli anni ’30 l’uomo del XXI secolo, quello del rapporto uomo – macchina e di una organizzazione sociale guidata dalle tecnologie avanzate.
Il mondo del Maestro è quello “dell’altrove” e del futuro, degli androidi e della famiglia stocastica, ma Lanfranco è un anche un’artista dai molteplici interessi culturali perché pratica con eguale talento molte discipline.
Il disegno, elaborando fin dal 1935, a soli quindici anni, il primo fumetto di fantascienza italiano, di cui l’Editore Nerbini di Firenze (editore de “L’avventuroso”) ne pubblicherà poi qualche stralcio. La scultura, arte ereditata dal padre che operava nello studio di Trentacoste, che lo ha reso famoso fin dagli anni ’50 quando ha vinto il primo premio per una formella del portale del Duomo di Milano (superando Luciano Minguzzi e Lucio Fontana) e per la realizzazione della statua marmorea il “Beato Carcano” che si trova ora collocata su una delle guglie dello stesso Duomo di Milano; un’altra scultura del Maestro, “San Giovanni dell’Apocalisse” del 1955, si trova nel cimitero monumentale di Milano. Il famoso Henry Moore, che aveva avuto occasione di vedere le sue sculture sulla rivista “Diorama”, gli scrisse da Londra, nel marzo 1956, una lettera nella quale esprimeva il suo compiacimento per le opere che giudicava molto interessanti. La pittura fantastica, che lo ha definitivamente affermato con le sue opere che si trovano in tutto il mondo (in particolare Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania ed Austria) e che lo ha fatto apprezzare da Magritte, da Salvador Dalì e da Graham Sutherland. Riconoscimenti importanti gli sono pervenuti anche da Brian W.Aldiss, una delle grandi firme della fantascienza mondiale, autore di best sellers ma anche commediografo poeta e saggista che ha detto di Lanfranco “il potere di immaginazione della sua mente è dei più impressionanti e la commistione di meraviglia e di serenità è qualcosa di completamente unico nella mia esperienza”, ed ha usato il quadro “I grandi maestri del sogno” del 1970 per la copertina del suo libro “A Romance of the Equator – Best Fantasy Stories”. La poesia e la scrittura, passioni che ha coltivato fin dalla sua gioventù e intensificatesi probabilmente per le sue frequentazioni con lo scrittore Dino Buzzati e con il più famoso dei poeti greci, Odysseus Elitis, Premio Nobel 1980 per la poesia.
Lanfranco ha vissuto pure le esperienze del ritratto, soggetti Vittorio Valletta, Dino Villani, Antonio Ghiringhelli, Remigio Paone, Delia Scala, Biki. Opere si trovano in varie gallerie e collezioni europee e americane. Personalità complessa, Lanfranco è approdato, sempre nei suoi modi surreali, al sacro: in varie chiese mantovane ed ancora a Milano, dove l'arcivescovo Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, rilevava il "drammatico messaggio di suggestiva meditazione" nelle pale d'altare destinate alla chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa, consacrata nel 1962.
Le opere di Lanfranco saranno esposte a Cesena nel Palazzo del Ridotto dal 19 febbraio al 20 marzo, in una mostra antologica dal titolo “Il surrealismo di Lanfranco”, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cesena in collaborazione con il Comune e la Provincia di Mantova e la Fondazione Banca Agricola Mantovana.
64 dipinti, 16 sculture e alcuni disegni allestiti su due ampi piani che ripercorrono l’intera produzione poliedrica del Maestro, dagli inizi negli anni ’30 fino ai giorni nostri. Mezzo secolo di storia raccontato con gli occhi di un artista visionario, affascinato dal rapporto uomo-macchina, che spazia da architetture e costellazioni planetarie a rappresentazioni del sacro, con un occhio rivolto alla fantascienza e a paesaggi fantastici e surreali.
La mostra è corredata da un ampio catalogo a cura delle Edizioni Tre Lune di Mantova, che presenta saggi critici di Giorgio Cortenova, direttore della Galleria d’Arte Moderna di “Palazzo Forti” a Verona; Claudio Cerritelli, docente all’Accademia di Brera; Janus, critico torinese; Umberto Artioli, docente di Storia del Teatro alla facoltà di Lettere dell’Università di Padova; Alberto Cappi, poeta, e del prof. Giorgio Bernardi Perini.
L’ARTISTA
Il Maestro Lanfranco, caposcuola dell’arte fantastica e precursore con la sua arte visionaria del surrealismo italiano, vive ed opera da sempre nella quiete del suo paese natale di Quingentole in provincia di Mantova, dove è nato nel 1920. Una scelta di vita e di artista che, dopo le prime fugaci esperienze internazionali a Parigi, Londra, New York, lo porta a rifugiarsi nella sua “bottega” per esprimere la sua suggestiva fantasia e prevedere fin dagli anni ’30 l’uomo del XXI secolo, quello del rapporto uomo – macchina e di una organizzazione sociale guidata dalle tecnologie avanzate.
Il mondo del Maestro è quello “dell’altrove” e del futuro, degli androidi e della famiglia stocastica, ma Lanfranco è un anche un’artista dai molteplici interessi culturali perché pratica con eguale talento molte discipline.
Il disegno, elaborando fin dal 1935, a soli quindici anni, il primo fumetto di fantascienza italiano, di cui l’Editore Nerbini di Firenze (editore de “L’avventuroso”) ne pubblicherà poi qualche stralcio. La scultura, arte ereditata dal padre che operava nello studio di Trentacoste, che lo ha reso famoso fin dagli anni ’50 quando ha vinto il primo premio per una formella del portale del Duomo di Milano (superando Luciano Minguzzi e Lucio Fontana) e per la realizzazione della statua marmorea il “Beato Carcano” che si trova ora collocata su una delle guglie dello stesso Duomo di Milano; un’altra scultura del Maestro, “San Giovanni dell’Apocalisse” del 1955, si trova nel cimitero monumentale di Milano. Il famoso Henry Moore, che aveva avuto occasione di vedere le sue sculture sulla rivista “Diorama”, gli scrisse da Londra, nel marzo 1956, una lettera nella quale esprimeva il suo compiacimento per le opere che giudicava molto interessanti. La pittura fantastica, che lo ha definitivamente affermato con le sue opere che si trovano in tutto il mondo (in particolare Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania ed Austria) e che lo ha fatto apprezzare da Magritte, da Salvador Dalì e da Graham Sutherland. Riconoscimenti importanti gli sono pervenuti anche da Brian W.Aldiss, una delle grandi firme della fantascienza mondiale, autore di best sellers ma anche commediografo poeta e saggista che ha detto di Lanfranco “il potere di immaginazione della sua mente è dei più impressionanti e la commistione di meraviglia e di serenità è qualcosa di completamente unico nella mia esperienza”, ed ha usato il quadro “I grandi maestri del sogno” del 1970 per la copertina del suo libro “A Romance of the Equator – Best Fantasy Stories”. La poesia e la scrittura, passioni che ha coltivato fin dalla sua gioventù e intensificatesi probabilmente per le sue frequentazioni con lo scrittore Dino Buzzati e con il più famoso dei poeti greci, Odysseus Elitis, Premio Nobel 1980 per la poesia.
Lanfranco ha vissuto pure le esperienze del ritratto, soggetti Vittorio Valletta, Dino Villani, Antonio Ghiringhelli, Remigio Paone, Delia Scala, Biki. Opere si trovano in varie gallerie e collezioni europee e americane. Personalità complessa, Lanfranco è approdato, sempre nei suoi modi surreali, al sacro: in varie chiese mantovane ed ancora a Milano, dove l'arcivescovo Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, rilevava il "drammatico messaggio di suggestiva meditazione" nelle pale d'altare destinate alla chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa, consacrata nel 1962.
19
febbraio 2005
Il surrealismo di Lanfranco
Dal 19 febbraio al 20 marzo 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA COMUNALE D’ARTE – PALAZZO DEL RIDOTTO
Cesena, Corso Giuseppe Mazzini, 1, (Forlì-cesena)
Cesena, Corso Giuseppe Mazzini, 1, (Forlì-cesena)
Orario di apertura
tutti i giorni (escluso il lunedì) 9,30-12,30 e 16-19
Vernissage
19 Febbraio 2005, ore 18
Ufficio stampa
PRIMAPAGINA
Autore