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Vittorio Fava – Le Stanze dell’Arte
Vittorio Fava aggredisce alchemicamente, con le sue sedimentazioni, gli arredi del quotidiano, testimoni del trascorrere della vita umana più privata.
Comunicato stampa
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La casa è il luogo dei ricordi. Il luogo dove si accumulano i segni di un vissuto che attraversa, talvolta, generazioni e generazioni. Tra le mura familiari sedimentano storie, passioni, intrighi che lasciano tracce visibili ed ancor più invisibili. Ogni particella d’ambiente, testimone di infiniti respiri, accumula in sé le energie che il passaggio dell’uomo continuamente genera e disperde. Energie nello spazio che determinano atmosfere percepibili e decifrabili, se con spirito attento. La lettura di ciò che circonda e accompagna l’umana quotidianità, lascia riaffiorare storie antiche che preludono a storie future.
Vittorio Fava aggredisce alchemicamente, con le sue sedimentazioni, gli arredi del quotidiano, testimoni del trascorrere della vita umana più privata. Tavoli, armadi, cassettiere e libri, oggetti-luogo del pensiero, divengono prepotentemente rappresentativi dell’esserci sempre e comunque.
Abbandonata gradualmente la loro funzione originaria i suoi divengono mobili impossibili, mobili che arrivano a dimenticare se stessi trasformandosi in altro. La memoria invisibile diviene incrostazione materica ed i cassetti ne sono straboccanti. Le carte scritte a mano e le trine, prodotto del lavoro di donne, sono, con le foglie ed i bottoni, tracce di vite trascorse ad accumulare passato. Se il legno potesse parlare ci parlerebbe di lingue diverse, di ricami o di segni d’inchiostro, di piume e di strass, di speranze e di illusioni. Fava lascia magicamente affiorare brandelli di vita nelle cose di cui si circonda mentre noi, spettatori incantati, sospendiamo il respiro.
Giuseppe Salerno
Vittorio Fava aggredisce alchemicamente, con le sue sedimentazioni, gli arredi del quotidiano, testimoni del trascorrere della vita umana più privata. Tavoli, armadi, cassettiere e libri, oggetti-luogo del pensiero, divengono prepotentemente rappresentativi dell’esserci sempre e comunque.
Abbandonata gradualmente la loro funzione originaria i suoi divengono mobili impossibili, mobili che arrivano a dimenticare se stessi trasformandosi in altro. La memoria invisibile diviene incrostazione materica ed i cassetti ne sono straboccanti. Le carte scritte a mano e le trine, prodotto del lavoro di donne, sono, con le foglie ed i bottoni, tracce di vite trascorse ad accumulare passato. Se il legno potesse parlare ci parlerebbe di lingue diverse, di ricami o di segni d’inchiostro, di piume e di strass, di speranze e di illusioni. Fava lascia magicamente affiorare brandelli di vita nelle cose di cui si circonda mentre noi, spettatori incantati, sospendiamo il respiro.
Giuseppe Salerno
05
febbraio 2005
Vittorio Fava – Le Stanze dell’Arte
Dal 05 al 20 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA VECCHIA CALCATA
Calcata, Borgo di Calcata, (Viterbo)
Calcata, Borgo di Calcata, (Viterbo)
Orario di apertura
domenica 11-19
Vernissage
5 Febbraio 2005, ore 17
Autore
Curatore