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Energy/CAT-1
La mostra riunisce undici artisti italiani e stranieri, all’interno della preziosa galleria d’arte ricavata nei suggestivi ambienti sotterranei cinquecenteschi del Conservatorio di San Girolamo.
Comunicato stampa
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I battenti rinascimentali del Complesso del San Girolamo si apriranno per la prima volta domenica 30 gennaio alle 18,00 e la Energy/CAT – 1, la mostra collettiva contemporanea - con cui prendono il via le innumerevoli attività artistiche de ilCantinoneArteTeatri, il nuovo teatro e spazio espositivo di Montepulciano – Siena – sarà visitabile in tutta la sua bellezza.
La mostra riunisce undici artisti italiani e stranieri, all’interno della preziosa galleria d’arte ricavata nei suggestivi ambienti sotterranei cinquecenteschi del Conservatorio di San Girolamo. In quello che si potrebbe definire un felice caleidoscopio di culture e mezzi espressivi differenti, ogni osservatore potrà intraprendere percorsi diversi, definire il proprio approccio a questo intreccio di visioni inebrianti dense di riferimenti culturali che non potranno non catturare, in modi diversi per ognuno, la sensibilità individuale.
I lavori spaziano dalla pittura a olio all’encausto, dalla scultura in legno e pietra alla creazione di oggetti d’arte.
Una nostalgia diffusa attraversa le opere di Michael Leibovici, acquerelli, pitture a olio, collage, quasi a sottolineare il valore dell’attimo. I suoi luoghi, i suoi ambienti, in particolare le sue piazze, si ispirano molto all’Italia. Leibovici è un pittore figurativo con un sapore molto metafisico, i cui personaggi interpretano di volta in volta senza mai voler apparire in primo piano. Nelle sue opere si legge la pazienza di colui che sembra aver capito, che il sogno è molto più reale di tutto ciò che esiste.
Serge Uberti propone immagini potenti. Non aggressive, ma profonde e inquietanti. Non c’è però angoscia nelle forme che Uberti crea, e non è angoscia quello che comunicano. Di queste forme e spazi si subisce piuttosto l’irresistibile fascinazione, se ne assorbe la profonda consapevolezza.
Nei dipinti di Sue Kennington le immagini riflettono le esperienze dell’artista, il mondo intorno a lei. Kennington lavora usando le fotografie, il computer e la pittura. Le opere finite sono ritratti sfocati, ottenuti dall’osservazione diretta dell’immagine digitale. Il mezzo usato per realizzare le opere è, in qualche modo, analogo al contenuto dell’opera stessa.
Peter Flaccus dipinge a encausto, usando la cera colorata e fusa. Materia organica per eccellenza, la cera è apprezzata per la sua capacità di durare nei secoli, e perciò sollecita inevitabilmente riflessioni sul suo rapporto col tempo, oltre che sulla sua essenza fisica.
Sarah Baker, i cui soggetti sono ispirati principalmente da temi letterari, realizza i suoi ritratti a colombino, in creta, con la stessa tecnica che i vasai hanno usato fino dai tempi più antichi. All’immagine del vasaio che crea il contenitore si affianca con naturalezza estrema il concetto del corpo che contiene lo spirito.
Per Stefano Breschi l’inizio del lavoro è una sorta di continuo immagazzinamento; iniziare significa attingere dal caos. Il molteplice turba la mente che attraverso l’intuito, l’esperienza fisica, l’estetica diventa unità. Lo stesso processo si ripete nella realizzazione fisica dell’opera, attraverso il rituale della fusione a cera persa che l’artista esegue personalmente: il caos del metallo fuso prima prende forma e poi si acquieta.
Tazio Angelini realizza pitture e sculture in rame sbalzato e materiali diversi.
Fausta Ottolini propone lavori con inserimenti di ex-voto ed elaborazioni in cellulosa vergine.
Nasce da una ricerca individuale il lavoro di Cristina Carbone, che nelle sue opere non esprime ciò che vede realmente ma ciò che sente, cercando di dare la priorità alle forze interiori più nascoste.
Il filo conduttore della pittura di Davor Ciglar è anche un interesse generale, un percorso nella vita, oltre che una ricerca artistica, e spazia tra il dinamismo e il silenzio, l’infinito e il punto, verso l’unione delle diversità. La sua è una pittura della memoria, un processo in cui gli strati di colore si sovrappongono. La memoria emerge nel momento in cui questi strati vengono riportati in superficie e si fondono l’uno con l’altro, come vari livelli di percezione, a partire dai più immateriali fino a una immagine più concreta, in cui l’opera finita assume una identità indipendente.
Per Andrew Wordsworth, scultore, sono la natura e il tempo che trasformano tutto, senza che esista necessariamente un pensiero religioso o spirituale a guidare e determinare il processo di mutazione. La natura vive in mutazione continua. E l’artista, mentre lavora trasformando la materia della natura in opera artistica, è felicemente coinvolto - interprete e strumento allo stesso tempo - in quell’azione di metamorfosi che è anche espressione simbolica della vita.
Sensibilità, approcci e tecniche differenti, dunque, riferimenti a mondi più vicini o a un altrove da ricercare dentro e fuori dall’opera d’arte, per una mostra di grande livello artistico in cui forme e contenuti anche molto diversi fra loro s’incontrano, si confrontano e si contaminano con la parola e con il gesto teatrale che abitano questi spazi.
La mostra riunisce undici artisti italiani e stranieri, all’interno della preziosa galleria d’arte ricavata nei suggestivi ambienti sotterranei cinquecenteschi del Conservatorio di San Girolamo. In quello che si potrebbe definire un felice caleidoscopio di culture e mezzi espressivi differenti, ogni osservatore potrà intraprendere percorsi diversi, definire il proprio approccio a questo intreccio di visioni inebrianti dense di riferimenti culturali che non potranno non catturare, in modi diversi per ognuno, la sensibilità individuale.
I lavori spaziano dalla pittura a olio all’encausto, dalla scultura in legno e pietra alla creazione di oggetti d’arte.
Una nostalgia diffusa attraversa le opere di Michael Leibovici, acquerelli, pitture a olio, collage, quasi a sottolineare il valore dell’attimo. I suoi luoghi, i suoi ambienti, in particolare le sue piazze, si ispirano molto all’Italia. Leibovici è un pittore figurativo con un sapore molto metafisico, i cui personaggi interpretano di volta in volta senza mai voler apparire in primo piano. Nelle sue opere si legge la pazienza di colui che sembra aver capito, che il sogno è molto più reale di tutto ciò che esiste.
Serge Uberti propone immagini potenti. Non aggressive, ma profonde e inquietanti. Non c’è però angoscia nelle forme che Uberti crea, e non è angoscia quello che comunicano. Di queste forme e spazi si subisce piuttosto l’irresistibile fascinazione, se ne assorbe la profonda consapevolezza.
Nei dipinti di Sue Kennington le immagini riflettono le esperienze dell’artista, il mondo intorno a lei. Kennington lavora usando le fotografie, il computer e la pittura. Le opere finite sono ritratti sfocati, ottenuti dall’osservazione diretta dell’immagine digitale. Il mezzo usato per realizzare le opere è, in qualche modo, analogo al contenuto dell’opera stessa.
Peter Flaccus dipinge a encausto, usando la cera colorata e fusa. Materia organica per eccellenza, la cera è apprezzata per la sua capacità di durare nei secoli, e perciò sollecita inevitabilmente riflessioni sul suo rapporto col tempo, oltre che sulla sua essenza fisica.
Sarah Baker, i cui soggetti sono ispirati principalmente da temi letterari, realizza i suoi ritratti a colombino, in creta, con la stessa tecnica che i vasai hanno usato fino dai tempi più antichi. All’immagine del vasaio che crea il contenitore si affianca con naturalezza estrema il concetto del corpo che contiene lo spirito.
Per Stefano Breschi l’inizio del lavoro è una sorta di continuo immagazzinamento; iniziare significa attingere dal caos. Il molteplice turba la mente che attraverso l’intuito, l’esperienza fisica, l’estetica diventa unità. Lo stesso processo si ripete nella realizzazione fisica dell’opera, attraverso il rituale della fusione a cera persa che l’artista esegue personalmente: il caos del metallo fuso prima prende forma e poi si acquieta.
Tazio Angelini realizza pitture e sculture in rame sbalzato e materiali diversi.
Fausta Ottolini propone lavori con inserimenti di ex-voto ed elaborazioni in cellulosa vergine.
Nasce da una ricerca individuale il lavoro di Cristina Carbone, che nelle sue opere non esprime ciò che vede realmente ma ciò che sente, cercando di dare la priorità alle forze interiori più nascoste.
Il filo conduttore della pittura di Davor Ciglar è anche un interesse generale, un percorso nella vita, oltre che una ricerca artistica, e spazia tra il dinamismo e il silenzio, l’infinito e il punto, verso l’unione delle diversità. La sua è una pittura della memoria, un processo in cui gli strati di colore si sovrappongono. La memoria emerge nel momento in cui questi strati vengono riportati in superficie e si fondono l’uno con l’altro, come vari livelli di percezione, a partire dai più immateriali fino a una immagine più concreta, in cui l’opera finita assume una identità indipendente.
Per Andrew Wordsworth, scultore, sono la natura e il tempo che trasformano tutto, senza che esista necessariamente un pensiero religioso o spirituale a guidare e determinare il processo di mutazione. La natura vive in mutazione continua. E l’artista, mentre lavora trasformando la materia della natura in opera artistica, è felicemente coinvolto - interprete e strumento allo stesso tempo - in quell’azione di metamorfosi che è anche espressione simbolica della vita.
Sensibilità, approcci e tecniche differenti, dunque, riferimenti a mondi più vicini o a un altrove da ricercare dentro e fuori dall’opera d’arte, per una mostra di grande livello artistico in cui forme e contenuti anche molto diversi fra loro s’incontrano, si confrontano e si contaminano con la parola e con il gesto teatrale che abitano questi spazi.
30
gennaio 2005
Energy/CAT-1
Dal 30 gennaio al 31 maggio 2005
Location
CANTINONEARTE TEATRI
Montepulciano, Piazza Savonarola Girolamo, 11, (Siena)
Montepulciano, Piazza Savonarola Girolamo, 11, (Siena)
Orario di apertura
10–12 e 16–18 da febbraio a marzo,
10–13 e 15–18 dal 20 di marzo fino a maggio
Vernissage
30 Gennaio 2005, ore 18
Autore